DI KIM PETERSEN
L’area progressista è vasta. I progressisti non sono un gruppo omogeneo ed
il dissenso sui punti di vista dovrebbe essere previsto. Però ci sono
caratteristiche che stanno definendo meglio i tratti dei progressisti.
Creare stereotipi su un gruppo e portare avanti pregiudizi basati su tali
stereotipi è contrario ai principi del progressismo. Quando qualcuno
dall’area progressista esprime un punto di vista che è considerato un
anatema, subito altri progressisti si dissociano da lui.
John Kaminski è uno scrittore, descritto sul suo sito come un “un fenomeno
di internet , il prototipo di nuova generazione di giornalisti politici ed
analisti sociali che non sono corrotti dalla corporazione dei media che
mirano ad uccidere le menti”.
Kaminski cattura la disperazione e
l’oltraggio, condivisi da molti progressisti, per la povertà, la carneficina
e l’orrore che è perpetrato nel mondo dagli interessi imperialisti sionisti.
Kaminski, tuttavia, si distacca da molte persone solitamente considerate
progressiste. A volte questa separazione sembra essere usata per mettersi in
mostra. Per esempio, è prominente nel sito web di Kaminski il seguente
confronto tra sè e l’uomo ritenuto il più importante intellettuale del
mondo: “Come Noam Chomsky, (Kaminski) dovrebbe essere considerato un tesoro
nazionale fra coloro che ancora hanno speranza di far risorgere il cuore e
l’anima dell’America dalle grasse frizioni della criptocrazia”. [enfasi nell’originale]
Ci si potrebbe interrogare sull’uso del nome di Chomsky per autopromuoversi
e contemporaneamente criticarlo. Kaminski descrive Chomsky come un portiere
di sinistra [1] e un dipendente pagato da finanziamenti ebraici. [2]
Kaminski può identificarsi con i progressisti o meno, in ogni caso molta
della sua scrittura condivide i punti di vista dei progressisti: essendo
contro la guerra, anticapitalista ed antisionista. I suoi punti di vista
sull’ebraismo ed il sionismo risultano però problematici da una prospettiva
progressista. Mentre i primi lavori di Kaminski a volte hanno solo teso a
stereotipare gli ebrei, Kaminski ora ha abbandonato del tutto tali velleità.
Nel suo saggio più recente, Kaminski scrive:
Il mostro sionista include tutti coloro che si definiscono ebrei, perché
non c’è differenza fra sionismo ed ebraismo. Ogni cosa di cui si accusa il sionismo è giustificata dal Talmud. L’ebraismo è solo la religione degli ebrei, tuttavia controlla il mondo, il che non dice molto sull’indole del resto del mondo, o, in quanto a ciò, sul potere delle sue religioni, perché sono state tutte completamente sovvertite dalle concessioni all’avidità umana che hanno obliterato l’integrità di ogni altro credo e hanno eliminato qualsiasi posto veramente sicuro dove vivere in questo depravato patto col diavolo”.
La mostruosa macchina omicida che è stata l’Unione Sovietica era un impresa ebraica, inizialmente finanziata da New York e Londra. Le provocazioni per la prima e la seconda guerra mondiale furono interamente ebraiche, guerre per finanziare il nuovo sistema della Riserva Federale, un inganno che è continuato da allora, guerra dopo guerra, fino a questo triste giorno.
Identificando l’ebraismo con il sionismo nega che ci siano ebrei che si
oppongono alla pulizia etnica della Palestina e al lento genocidio dei palestinesi. Per esperienza personale, so che questa non è la
verità.
Purtroppo, l’uscita infelice di Kaminski non è un’aberrazione. In un
articolo comparso nel novembre scorso, Kaminski ha scritto “di un attacco
ebraico in tutto il mondo contro la libertà di espressione”, “di un asse
controllato dagli ebrei che vede alleati Stati Uniti, Inghilterra e Israele
nella malvagità che ora saccheggia il pianeta per trarne profitto,” e “una
nuova religione dell’Olocausto Ebraico, strisciante nel mondo, diffusa dagli
sforzi della potente rete clandestina dei suprematisti ebrei, un pensiero
pungente che mira a promuovere una fioritura di povertà e miseria per
chiunque altro, dovunque si espanda” [4]. Si tratta di dichiarazioni
allarmanti e di sicuro non progressiste.
Dunque, ho chiesto a Kaminski tramite email se egli consideri gli ebrei come
un monolite in opposizione al revisionismo storico. Ho sottolineato, “non
c’è nessun riferimento nel suo articolo al fatto che si tratti di un preciso
segmento della popolazione ebraica. Non fa alcuna menzione del fatto che
alcuni ebrei si oppongono al pensiero dei revisionisti storici con tattiche di polizia”.
Kaminski ha risposto:
Non tutti, soltanto il 95 per cento degli ebrei, eh? Nessuna svendita, Kim.
L’etichetta sionista è una distinzione falsa; tutti gli ebrei sostengono
Israele nei loro cuori.
Credo che la questione della libertà di parola sia
la strada da percorrere. Tutte le idee possono essere espresse. Se sono
errate, saranno sconfitte e screditate nella corte dell’opinione pubblica,
opinione pubblica di persone NON MANIPOLATE. Lo scopo del dibattito è di far
emergere le vere cause della Seconda Guerra Mondiale, unendovi la
rivelazione della vera storia sull’11 settembre, e cominciando così la
ricostituzione dell’intera struttura di governo del mondo in una entità più
familiare.
Non ho nulla da obiettare alla ricerca di conoscenza e verità. Riconosco l’
inalienabile diritto di mettere in discussione la storia e parlarne. Ma
scegliere un gruppo culturale/religioso nella sua totalità per la censura è
discutibile perché non solo non è verificabile ma è una falsità.
Un amico progressista simpatizzante per Kaminski, notando che Kaminski ha
espresso “tanti pensieri nobili, tanti fatti privi di fondamento e tante
conclusioni contraddittorie… bene… Penso che K sia molto frustrato”.
Ho scritto a Kaminski un’email sul suo ultimo articolo ed ho ripetuto la mia
domanda: l’ebraismo si identifica con il sionismo? La sua risposta è stata
inequivocabile:
“Ciao Kim. Come vedi nel mio ultimo articolo dal titolo “Quanto tempo
hai?” ribadisco che tutto quello che è stato fatto dai sionisti è
giustificato dal Talmud. Vedo DAVVERO gli ebrei come un monolite riguardo ad
Israele, non importa quanti di loro affermino il contrario, anche perché la percentuale è davvero irrisoria. Quelli che hanno potere e
comandano tra gli ebrei sono certamente monolitici per quanto riguarda Israele e perfino quelli del Neturei Karta, che fingono di disprezzare Israele, sono ancora
monolitici sulla superiorità ebraica.
Non c’ è assolutamente differenza fra ebraismo e sionismo, se non che i
sionisti includono anche i cristiani, raggirati e arruffianati. Riesci a
capire come il terrore sovietico sia stato interamente un’impresa ebraica quando
è cominciato? Di conseguenza, la decennale paura comunista era in realtà
una paura ebraica, solo che il linguaggio è stato ritorto in modo che la
maggior parte della gente non lo ha mai capito. La maggior parte della gente
non capisce che anche ora è sempre la stessa questione, solo che ora ci sono
leggi che proibiscono di parlarne.
Gli ebrei non sono l’unico obiettivo di
Kaminski. In un altro articolo ha espresso la sua omofobia: “il problema
reale non sono i media sionisti dalla mente chiusa, che sabotano il nostro
futuro insegnando agli studenti delle medie ad accettare l’omosessualità ed
altre fantasie anarchiche”. [5]
Kaminski è uno scrittore di talento che è tanto solidale con i poveri, gli
oppressi e le vittime di guerra. Descrive abilmente la repulsione, la
rabbia, la frustrazione ed il pathos evocati dalle aggressioni militari
capitaliste ed imperialiste. La scrittura di Kaminski è colta, però a volte riesce a comunicare così liberamente tanti fatti,
mescolati con asserzioni discutibili pensando di riuscire a
persuadere i lettori. Kaminski sostiene che “Identificare i perpetratori è sempre il passo cruciale”. Non lascia dubbi su chi siano i mandanti di gran
parte delle malvagità nel mondo. Kaminski sceglie di calunniare un intero
gruppo. Questo è molto pericoloso, e si distingue poco dal modo in cui il
nazismo ha bersagliato interi gruppi per trasportarli nei campi di
concentramento. I progressisti dovrebbero prendere più chiaramente le distanze da tali
stereotipi e pregiudizi.
Kim Petersen, Co-Redattore di Dissident Voice, vive in Nuova
Scozia, Canada. Può essere contattato a: [email protected]
Kim Petersen
Fonte: http://www.dissidentvoice.org/
Link: http://www.dissidentvoice.org/Feb06/Petersen21.htm
21.02.2006
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARISTELLA
NOTE
[1] Victor Thorn & Lisa Guliani (1 maggio 2004). “WING Spotlight Interview: John Kaminski,” Wing TV.
[2] Kaminski dice “Quello che vediamo è che alcuni dei migliori siti web in rete si fermano al limite dove possono arrivare per quanto riguarda la libertà di espressione, perché non vogliono compromettere i loro finanziamenti ebraici, o rimanere impigliati in leggi olocaustiche serra-menti che spazzano via la libertà di parola di tutti. Da quando Amy Goodman e Noam Chomsky sono caduti in questa trappola non si sentono più”. John Kaminski (4 febbraio 2006). “Pain in the Brain: Footprints of the elephant in our living room,” Rude Macedon.
[3] John Kaminski (18 febbraio 2006). “Quanto tempo hai? Aspetti di essere ucciso o vuoi identificare i veri perpetratori?”
[4] John Kaminski (18 novembre 2005). “The Jewish war on freedom of speech,” Truth Seeker.
[5] John Kaminski (17 dicembre 2005). “A night at the opera: We’re lost in the music, and cannot hear the words,” Rude Macedon.
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