Quel morboso voyeurismo

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La tragedia che ha visto protagonista il giovane insegnante che si è dato fuoco ieri in provincia di Cosenza porta a riflettere anche sul mondo della cosiddetta “informazione indipendente”. Intanto, di questa persona si sa assai poco: l’età, la professione e la residenza (avrebbe lavorato in Lombardia) sono venute fuori molte ore dopo il gesto, e pure intorno a queste informazioni si è prodotta la solita ridda di smentite e controsmentite. Completamente arbitrario, allo stato attuale delle cose, collegare questa disgrazia ad una qualche protesta contro il Green Pass, a prescindere dal fatto che il mainstream in queste ore sta portando avanti la tesi che il docente fosse bivaccinato e dunque dotato della tessera verde. Che sia vero o no poco importa e, se pure stessero tentando la solita mistificazione, non ci sarebbe nulla di cui sorprendersi. Ciò che davvero desta sgomento è l’uso strumentale che è stato fatto di questo raccapricciante video in cui si vede il professore prendere fuoco nei pressi di una caserma dei carabinieri. Alcuni canali lo hanno addirittura riproposto più volte, solleticando quel morboso voyeurismo che caratterizza la nostra società malata e beandosi delle decine di migliaia di visualizzazioni e di altri “successi” di questo tipo. Tutto ciò è spaventoso: sarebbe il caso di prenderne atto e sottolineare che non può esserci alcuna “superiorità morale” in chi si batte (o dice di farlo) contro la “dittatura sanitaria” ed adopera poi questi mezzi per raggiungere il “successo”, cioè il fine ultimo della società dello spettacolo e della dissoluzione.

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