OGM, MALATTIE LEGATE AL CIBO E BIOTECNOLOGIA
Una rassegna della relazione del GRAIN sulla Sicurezza Alimentare
DI RADY ANANDA
Global Research
Il gruppo di ricerca GRAIN ha pubblicato una lunga relazione, “Food Safety for Whom? Corporate Wealth vs Peoples’ Health” [“Sicurezza Alimentare per Chi? La Ricchezza delle Imprese contro la Salute Pubblica” ndt], che mostra come i governi e le multinazionali sfruttino la sicurezza alimentare per manipolare il controllo e l’accesso al mercato. Invece di migliorare la sicurezza del cibo, le leggi sul commercio “impongono l’apertura dei mercati oppure vie traverse per limitare l’accesso al mercato”.Per evidenziare gli aspetti rilevanti della relazione, il GRAIN afferma:
In tutto il mondo stanno aumentando vistosamente i casi di malattia e di morte causati dai prodotti alimentari. I governi e le aziende stanno mettendo in essere varie proposte di legge ma sono veramente poche quelle che effettivamente apportano benefici alla salute pubblica. Gli accordi commerciali, le leggi e gli standard privati adottati per imporre la loro ‘sicurezza alimentare’ stabilizzano solamente i sistemi produttivi delle aziende che pregiudicano la nostra salute distruggendo invece quelli che realmente forniscono alimenti nutritivi e si prendono cura della comunità, ovvero quelli basati sulla biodiversità, sull’esperienza acquisita dalla tradizione e sui mercati locali.
[Dati compilati dal GRAIN in base a fonti governative e ONU, 2008-2010]
In questo video Michael Schimdt, produttore canadese di latte non pastorizzato, fa una breve affermazione relativa a queste leggi fittizie sulla sicurezza alimentare che violano il diritto di decidere sulla questione “alimenti” (considerare che lo ha confuso con il concetto di sovranità alimentare):
http://www.youtube.com/watch?v=AGa04mNr5p0&
Nel video successivo, Paul Noble parla del latte non pastorizzato e dell’intrusione dei governi: “Se Dio avesse voluto che noi bevessimo latte pastorizzato, avrebbe inserito un pastorizzatore nella mucca”.
http://www.youtube.com/watch?v=miPj0xeeaus
Il GRAIN sottolinea: “Durante la visita in India del presidente Obama a novembre 2010, il Ministro Indiano dell’Agricoltura, Sharad Pawar, ha tenuto a precisare che gli Stati Uniti possono condurre tutte le ricerche del caso che desiderano, che continueranno a essere trattate con rispetto, ma l’India non importerà latticini statunitensi che offendono i valori religiosi nazionali.”
È innegabile che le multinazionali controllino i governi e la prova di ciò è la legge sulla modernizzazione della sicurezza alimentare. Il 4 maggio, citando tale legge per la sua autorità, l’US Food and Drug Administration ha dichiarato che potrà confiscare prodotti alimentari senza evidenza di corruzione. Ciò viola chiaramente la Costituzione degli Stati Uniti d’America che protegge i cittadini dalle confische e dalle perquisizioni irragionevoli.
Nella sua relazione di 37 pagine, il GRAIN mostra anche come gli accordi commerciali bilaterali impediscano ai Paesi in via di sviluppo di controllare le importazioni e le esportazioni. Le regole imposte dall’Organizzazione Mondiale del Commercio nel nome della sicurezza alimentare “fanno poco per proteggere il benessere sociale, servendo solamente gli imperativi di crescita aziendale e i margini di profitto”. Si possono fare diversi esempi. (Per vedere gli accordi commerciali bilaterali in corso e quelli in via di definizione, visitare Bilaterals.org).
Tuttavia, quando si parla di alimenti geneticamente modificati, i rigorosi standard ad essi relativi svaniscono:
Al tavolo dei negoziati commerciali tutti sanno, e temono, il fatto che il governo degli Stati Uniti stia spingendo per istituire standard più permissivi sugli alimenti geneticamente modificati. Infatti, un messaggio diplomatico rivelato da Wikileaks mostra che l’amministrazione George W. Bush aveva fatto pressione affinché il Governo francese moderasse la sua posizione contro gli OGM. In un messaggio [indirizzato a Washington] nel 2007 l’Ambasciatore americano in Francia arrivò al punto di suggerire di “appuntare una lista dei paesi su cui operare una ritorsione che generi panico in tutta l’Europa dal momento che [accettare gli OGM] è una responsabilità collettiva, ma che si focalizzi sui maggiori responsabili [del rifiuto degli OGM]”. Ha aggiunto: “La lista deve essere ben impostata e essere, non tanto crudele, quanto sostenibile nel lungo termine, dal momento che non ci aspettiamo una vittoria immediata.
Una tale ‘diplomazia’ è a beneficio diretto e palese di Monsanto, DuPont e delle altre aziende di biotecnologia agricola a cui dà fastidio che i paesi esteri bandiscano i semi e gli alimenti genericamente modificati e a cui fa ancora meno piacere che si richiedano le etichette che informino i consumatori sulla presenza di ingredienti modificati. Le aziende statunitensi, in particolar modo i membri della Biotechnology Industry Organization [Organizzazione dell’Industria Biotecnologica, ndt], utilizzano scrupolosamente i discorsi dell’FTA/FDA formulati dai funzionari di Washington come basi per rendere sicuro l’accesso degli OGM al mercato attraverso riforme regolatrici aggressive.
Nonostante l’FDA, l’Ente Governativo Statunitense per il Controllo di Cibi e Medicamenti, faccia un gran uso di etichette improprie, negli Stati Uniti si rifiuta di etichettare gli alimenti geneticamente modificati. Questa prassi è utile solo alle aziende biotecnologiche, dal momento che il 95% della popolazione chiede l’etichettatura degli OGM.
“Oltre agli OGM,” prosegue il GRAIN, “si ritiene anche che la politica commerciale statunitense destabilizzi la sovranità sulla sicurezza alimentare e altre questioni sulla salute degli altri Paesi; inoltre Washington chiede regolarmente di attenuare le leggi che vietano le importazioni, dagli Stati Uniti, di prodotti agricoli che gli altri Paesi reputano rischiosi come il manzo (BSE, ormoni), il vitello (ormoni), il pollo (cloro) e il maiale (influenza suina).”