Alzate più spesso lo sguardo verso l’alto.
Quando provate dolore nell’anima, guardate le stelle oppure l’azzurro del cielo.
Quando vi sentite tristi, quando qualcuno vi offende, quando non vi riesce qualcosa oppure vi sopraffà la tempesta interiore, uscite fuori e rimanete a tu per tu con il cielo.
E allora la vostra anima si placherà.
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Buona domenica con le parole di Pavel Aleksandrovic Florenskij, figura affascinante da approfondire. Sacerdote ortodosso e padre di cinque figli, filosofo della scienza, fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, ma anche filosofo della religione e teologo, teorico dell’arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica, di simbologia e di semiotica. Le sue conoscenze e competenze hanno spaziato in molti campi dello scibile, ma colpisce soprattutto per la sua forte spiritualità.
Ha vissuto 55 anni, dal 1882 al 1937, di cui gli ultimi 5 passati nel gulag delle isole Solovki in Siberia. Eppure, anche se in questa difficile condizione, il suo animo e il suo intelletto non si sono piegati continuando a dare frutti: interessanti le sue ricerche sul gelo perpetuo, sull’estrazione dello iodio e dell’agar-agar dalle alghe marine e giunse persino a brevettare una decina di importanti scoperte scientifiche, a partire dal liquido anticongelante.
Fu fucilato l’8 dicembre 1937. Di lui rimane una mole impressionante di scritti che spaziano tra le più diverse discipline. Profondamente toccanti le lettere che dal campo di concentramento ha scritto alla moglie e ai figli (sono state pubblicate con il titolo “Non dimenticatemi”).
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VB