La GENTIANA LUTEA (genziana gialla) è la pianta per eccellenza che favorisce la digestione, le sue radici contengono dei principi amari che eccitano i recettori gustativi e producono per via riflessa, mediante le vie nervose del vago, un incremento della secrezione dei succhi gastrici. Sempre con un meccanismo riflesso inducono anche l’escrezione di bile nel duodeno.
L’estratto integrale della pianta, che contiene l’intero fitocomplesso, andrebbe sorseggiato lungamente (ai dosaggi suggeriti dalle varie case produttrici) proprio per permettere di sviluppare l’azione riflessa attraverso la stimolazione dei recettori gustativi e può essere utilizzato sia prima dei pasti (almeno mezz’ora prima) per stuzzicare l’appetito, ma anche dopo per favorire la digestione. Molto meno efficaci, invece, sono le pillole o le polveri in quanto in questo modo è evitato il contatto della mucosa orale con i principi amari.
Le preparazioni a base di genziana da sempre sono usate per i disturbi digestivi caratterizzati da insufficiente produzione di succhi gastrici e dall’inappetenza legata a disfunzioni gastriche o a stati di debilitazione e si rivelano perciò utili per contrastare la pesantezza di stomaco e la sonnolenza che possono arrivare dopo i pasti insieme, a volte, alla sensazione di gonfiore addominale.
Inoltre, questa pianta favorisce il tono dell’organismo aumentando anche le sue reazioni di difesa. Infatti, una volta, nelle campagne, veniva usata pure durante le convalescenze. Si diceva che avesse la capacità di ricondurre gli organi indeboliti nello stato più conveniente per l’esercizio delle loro funzioni e che li animasse di forze senza, però, produrre un’eccitazione eccessiva.
Moderne ricerche riconoscono alla genziana anche effetti antimicrobici, antitubercolari, cicatrizzanti, gastroprotettivi e c’è un recente e interessante lavoro scientifico che ha messo in luce le proprietà antinfiammatorie e antitumorali di due metaboliti secondari: l’acido loganico e il gentiopicroside estratti da G. lutea.
I risultati riportati in questo lavoro mostrano l’effetto antinfiammatorio dell’acido loganico e del gentiopicroside, soprattutto grazie alla loro capacità di inibire la ciclossigenasi, l’enzima che gioca un ruolo importante nel processo di morte cellulare e, quindi, nello sviluppo dei tumori.
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VB