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PRESENTATA LA MOZIONE DI IMPEACHMENT CONTRO CHENEY, NONOSTANTE IL NEW YORK TIMES

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A cura di Das schloss
Il 23 Novembre 2007
47 Views

DI DAVE LINDORFF
Conterpunch

Il New York Times, che afferma di tracciare una chiara divisione tra i suoi articoli di informazione e i suoi editoriali ha abbandonato qualunque falsa apparenza di un una tale distinzione nella sua “copertura” minimalista del drammatico sforzo di ieri da parte del membro del Congresso Dennis Kucinich di costringere la camera a prendere in considerazione l’impeachment del vice presidente Dick Cheney.

In un breve articolo di 230 parole sulla mozione esecutiva di Kucinich, e sul successivo voto per mandare la sua risoluzione 333, ora chiamata risoluzione 799, allo House Judiciary Committee, dopo che è stata consegnata al limbo per più di sei mesi dalla leadership della camera, il Times è riuscito a maltrattare tanto Kucinich quanto l’idea di mettere sotto impeachment il vice presidente. Come ha scritto l’anonimo giornalista del Times in apertura della sua diatriba:


È difficile dire quale sforzo abbia meno probabilità, se il tentativo dell’onorevole Dennis J. Kucinich, democratico dello Ohio, di diventare presidente degli Stati Uniti, o il suo tentativo di cacciare il vice presidente Dick Cheney mettendolo sotto impeachment.

Il resto dell’articolo, in cui non è stato fatto alcun tentativo di mostrare la dura esposizione da parte di Kucinich del ruolo criminale del vice presidente nel mostrare false prove al Congresso e al popolo americano per giustificare un’invasione dell’Iraq, e la sua condanna del vice presidente per il crimine internazionale di minacciare guerra all’Iran, viene speso nel descrivere come i leader democratici e repubblicani della camera si siano fronteggiati sulla mozione di Kucinich, con i repubblicani che cercavano di sconfiggere uno sforzo democratico di metterla all’ordine del giorno, e i democratici che la spingevano poi fuori dalla porta mandandola allo Judiciary Committee.

Il Times ha chiaramente deciso che, nonostante abbia preso nei suoi editoriali la posizione di criticare duramente le azioni criminali e i palesi abusi di potere di questa amministrazione, non ci debba essere alcuna udienza di impeachment né per Bush né per Cheney. Ciò potrebbe andare bene come opinione espressa in un editoriale, ma quello che, almeno per reputazione, è il giornale di punta della nazione, ha anche deciso che rafforzerà questa posizione ignorando il crescente movimento nazionale a favore dell’impeachment, che ha oramai due anni, o usando le sue pagine di cronaca per boicottare e ridicolizzare gli sforzi verso l’impeachment. Ciò non va bene per una pubblicazione che finge ipocritamente che i suoi articoli di cronaca siano onesti e bilanciati.

Invece di assegnare ad una squadra di reporters d’assalto il compito di indagare gli attuali crimini del vice presidente–per esempio il suo recente sforzo di trascinare gli Usa in guerra contro l’Iran facendo pressioni sul Dipartimento di Stato e su Israele perché compia un attacco in modo che l’Iran, tramite una rappresaglia, porti gli Usa a scendere in difesa di Israele (un atto di tradimento da parte di Cheney che è stato riferito dalla rivista Newsweek)– o del presidente (come il suo ruolo nell’ostacolare l’indagine nel caso Valerie Plame, o il suo ruolo diretto nell’autorizzare dure torture di prigionieri), il Times sta usando le sue risorse giornalistiche per affossare il movimento di massa a favore dell’impeachment.

Il giornale si sta anche unendo al resto dei media corporativi in un altro vergognoso sforzo di negare al popolo americano una genuina campagna politica sulle idee, decidendo con ampio anticipo sulle primarie quali candidati siano degni di copertura mediatica, e quali idee e questioni siano accettabili per un dibattito pubblico. blankKucinich [foto], che è stato, nella lista dei candidati democratici, l’oppositore più coerente e onesto alla guerra all’Iraq e alla spinta per attaccare il Iran, il meglio informato e più coerente sostenitore di un’autentica riforma della sanità, il più solido difensore della Costituzione e il più ardente difensore dei lavoratori americani e dei poveri, semplicemente non riceve alcuna copertura mediatica dal Times e viene ora indicato come ineleggibile in un presunto articolo di cronaca!

Davvero una patetica dimostrazione di pregiudizio ed un insulto ai lettori.

Ciò almeno mi aiuta a capire il motivo per cui il giornale non ha mai recensito il libro “The Case for Impeachment,” [“I motivi per un impeachment” n.d.t.] mio e di Barbara Olshansky, ne lo ha fatto per alcuno degli eccellenti libri su tale questione che sono stati pubblicati nel corso dei passati due anni.

L’impeachment, per il Times, è una non-storia, degna evidentemente solo di scadente ironia.

Dave Lindorff è autore di Killing Time: an Investigation into the Death Row Case of Mumia Abu-Jamal. Il suo libro di articoli per CounterPunch intitolato “This Can’t be Happening!” è pubblicato da Common Courage Press. L’ultimo libro di Lindorff è “The Case for Impeachment
Può essere contattato all’indirizzo mail: [email protected]

Titolo originale: ” Ridiculing Impeachment: Double Standards at the New York Times”

Fonte: http://www.counterpunch.org/
Link
08.11.2007

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