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La Redazione

 

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Personalizzazione: il segreto della vera prevenzione delle malattie

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Il 3 Settembre 2024
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Personalizzazione: il segreto della vera prevenzione delle malattie

di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

A questa breve introduzione segue un articolo sull’importanza di personalizzare qualsiasi trattamento medico, sia preventivo che curativo.
Lo ha scritto e pubblicato lo scorso anno sul suo sito il dottor Roberto Gava, laureato in Medicina all’Università di Padova, specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica e Tossicologia Medica. Dopo aver perfezionato i suoi studi anche in Agopuntura Cinese, Omeopatia Classica e Bioetica, ha approfondito per molti anni gli effetti dei vaccini sulla popolazione arrivando a sostenere con fermezza la necessità di una terapia vaccinale personalizzata.

Gava è stato uno dei primi medici radiati ai tempi della Legge Lorenzin. Si cercò in questo modo di bloccare immediatamente sul nascere qualsiasi dibattito sull’obbligatorietà vaccinale.
Quel dibattito, in realtà, era e rimane molto importante e delicato.
Di recente
– nel momento in cui nuovi farmaci non adeguatamente sperimentati sono stati imposti come terapia di massa in seguito alla dichiarata emergenza COVID-19 – è tornato di attualità e, nuovamente, si è cercato di soffocarlo.

* * *

Personalizzazione: il segreto della vera prevenzione delle malattie
di Roberto Gava

Al di fuori di una vera emergenza sanitaria (che da noi attualmente non esiste), l’obiettivo principale di ogni trattamento medico, preventivo o curativo, dovrebbe essere sempre la sua personalizzazione, allo scopo di adattarlo alle caratteristiche fisiologiche, nutrizionali, familiari, ambientali e sociali di ogni singola persona. La ricerca medica più moderna va in questa direzione: si punta alla personalizzazione della terapia e, anche a livello farmacologico, si cercano le molecole più efficaci per ogni soggetto, ad esempio adattandoli in base al DNA (1-3).

Purtroppo, però, tra il dire e il fare c’è sempre qualche distanza da colmare e nel caso del gap esistente tra le ultime scoperte della ricerca scientifica e il loro utilizzo nella pratica clinica quotidiana si dice che quest’ultima è indietro di circa vent’anni! … ma forse siamo ottimisti.

Cosa dicono i ricercatori sulla personalizzazione della terapia?

Scrivono Spaulding e Deogun, rispettivamente del Dipartimento di Psicologia e di Statistica e Ingegneria dell’Università del Nebraska (4): “La personalizzazione del trattamento è attualmente un obiettivo strategico per migliorare l’assistenza sanitaria. Approcci terapeutici integrati traggono beneficio dalla personalizzazione, perché coinvolgono diverse opzioni di trattamento per rispondere a bisogni individuali. La necessità di personalizzazione è evidente per l’eterogeneità delle persone …”.

Lo stesso argomento è portato avanti anche da Lewis, editore statunitense del British Journal of Clinical Pharmacology, che ancora nel lontano 2005 ha scritto (5): “Attualmente il concetto di Medicina Personalizzata sta ricevendo molta attenzione (6) ed è anche oggetto dell’attenzione delle autorità regolatorie del farmaco come la Food and Drug Administration (7). Questo concetto è visto da alcuni come la parte più importante della futura Medicina del XXI secoloperò non è certamente un concetto moderno, dato che veniva citato anche da Ippocrate nella sua famosa frase ‘Primum non nocere’ … Ma cosa si intende per Medicina Personalizzata? Un farmacologo clinico ci direbbe che è la pratica medica che utilizza le conoscenze e le competenze per ottimizzare la terapia farmacologica nonostante i numerosi fattori che concorrono a determinare la variabilità individuale del paziente in risposta ai farmaci”.

Anche qui è necessario conoscere “i numerosi fattori che concorrono a determinare la variabilità individuale del paziente in risposta ai farmaci” e pertanto non si può certamente impostare una terapia di massa che ovviamente non considera alcun fattore individuale.

Comunque, essendo un Farmacologo Clinico anche il sottoscritto, mi permetto di aggiungere che:

la Medicina Personalizzata non deve solo servire per ottimizzare la terapia farmacologica, ma deve fare molto di più: deve permettere al Medico di personalizzare qualsiasi terapia!

Anzi, deve fare ancora di più:

deve anche fare in modo che il Medico conosca molti approcci terapeutici e possa scegliere quello più adatto al suo Paziente,

perché non è detto che il Malato abbia bisogno di un trattamento farmacologico e neppure di un trattamento prettamente medico, ma di altro, come una psicoterapia oppure un consiglio di stile di vita, un ciclo di osteopatia, ecc.

Questa è la vera personalizzazione!

Infine, Edward Abrahams, presidente della Personalized Medicine Coalition, ha scritto (8): “Nell’occupare lo spazio tra la scienza e il paziente, le politiche pubbliche sono coscienti che il progresso sta irreversibilmente passando dal vecchio approccio di un farmaco o una dose unica per tutti (cioè una Medicina che avanza per tentativi ed errori) ad un’epoca in cui si offre la terapia giusta al paziente giusto nel momento giusto [an era in which the right patient gets the right therapy at the right time]”.

La terapia farmacologica può essere preventiva?

Ma se restassimo aperti SOLO ai farmaci chimici, io non credo assolutamente che si riuscirebbe a concretizzare una Medicina Preventiva, perché i farmaci chimici non possono agire preventivamente dato che non possono colpire le cause prime delle malattie.

Facciamo un esempio: chi usa gli antibiotici a scopo preventivo non può dire di fare una vera prevenzione, ma solamente un’opera di slittamento del problema nel tempo, dato che quel trattamento non rinforza il sistema immunitario (vera causa del problema), ma può solo bloccare la crescita batterica per un po’, con l’ovvia conseguenza di alterare ulteriormente il sistema immunitario e anche il microbiota intestinale. Inoltre, quando si sospenderà l’antibiotico, il corpo, se è particolarmente debole, avrà una maggiore probabilità di riammalarsi come prima se non più di prima.

Infatti, la causa dell’infezione non è (solo) la presenza del germe, bensì la debolezza immunitaria dell’organismo che ne ha permesso lo sviluppo. I germi sono sempre con noi e in grande quantità, considerato che ne ospitiamo un numero che è circa dieci volte più grande di quello delle nostre cellule.

Qual è dunque la vera prevenzione?

La vera prevenzione primaria coincide con il riportare TUTTO l’organismo nel suo stato di normalità funzionale e comincia sempre con l’impostazione di un corretto stile di vita, che deve interessare non solo la componente fisica della persona, ma anche quella mentale e spirituale.

È ovvio che per fare questo è necessaria anche la personalizzazione di qualsiasi consiglio medico o sanitario in generale, dato che i punti deboli della persona sono del tutto soggettivi. Pertanto, e questo è il punto centrale e fondamentale di tutto il mio approccio medico-preventivo, dobbiamo sempre impostare una Medicina Personalizzata e Integrata, indipendentemente che sia preventiva o curativa.

“Integrata” significa che può utilizzare qualsiasi medicamento, convenzionale o non convenzionale, utile alla persona, sia esso riferito alla Medicina Farmacologica o a quella Complementare, l’importante è che sia “innocuo e utile” alla persona.

Viene da sé che non è possibile impostare una corretta personalizzazione senza conoscere bene il funzionamento del corpo umano in generale e in particolare quello della persona che vogliamo proteggere o curare, unitamente alla sua storia personale, familiare, ambientale, sociale, lavorativa, ecc.

I primi passi verso una prevenzione efficace

Non dobbiamo dimenticare che la malattia cronica si instaura molto lentamente nel nostro organismo e le condizioni che permettono il suo sviluppo sono rappresentate da alcuni (errati) comportamenti molto comuni al giorno d’oggi e spesso apparentemente tra loro scollegati, ma i cui effetti negativi nell’organismo si potenziano tra loro in modo sinergico.

Per impostare una vera terapia preventiva dobbiamo quindi conoscere e poter modificare le cause delle nostre patologie croniche, che sono essenzialmente:

  • Errato stile di vita, dovuto soprattutto a una ridotta attività fisica e a un’alimentazione errata, nutrizionalmente squilibrata ed eccessiva.
  • Stress psichici e/o fisici prolungati, compresi anche gli stress familiari, lavorativi e sociali.
  • Inquinamento ambientale di aria, acqua, terra e cibo.
  • Campi elettromagnetici a cui ci si espone in modo eccessivo e prolungato.
  • Predisposizione genetica (incide molto meno dell’esposizione epigenetica, ma ha anch’essa un suo peso e va pertanto conosciuta).

Queste condizioni si potenziano tra loro ottenendo alla fine un effetto negativo sinergico, cioè un effetto dove 1+1+1 non fa 3 ma, in base anche alle debolezze strutturali dell’individuo, all’educazione ricevuta e a molti altri fattori personali, può fare 4 o 5 o 6 e talvolta anche 10.

Questa è la complessità dell’essere umano e la complessità della Medicina che, anche per tale motivo, implica una conoscenza profonda del singolo soggetto allo scopo di arrivare a prescrivere una vera Medicina Personalizzata e Umanizzata.

La Medicina del futuro o sarà personalizzata o non sarà Medicina umanizzata

Una ricerca statunitense ha studiato il rapporto tra Pediatra e famiglia ad esempio quando i genitori chiedono di adottare calendari o schemi vaccinali diversi (9). È emerso che il 77% dei Medici intervistati ha riferito che i genitori molto spesso chiedono schemi alternativi e il 61% dei Pediatri USA non ha avanzato problemi nel soddisfare tali richieste. Ciò dimostra che anche il problema della personalizzazione del programma vaccinale è sentito dalla gente e che i Medici USA lo assecondano, probabilmente perché lo condividono. Conclusioni simili sono state riportate anche da un altro studio statunitense (10).

La Medicina del Futuro sarà quindi una Medicina dove si imporranno la Prevenzione Primaria e la Terapia Personalizzata. Il rispetto di questo connubio sarà certamente basato su un approccio che mira a mantenere un corretto stile di vita (alimentare, motorio, rispettoso dei ritmi biologici, psicologici, socio-culturali, ecc.) con l’eventuale somministrazione di integratori nutrizionali e di nutraceutici (quando è clinicamente indicato) (11) e con interventi di salvaguardia e di bonifica dell’ambiente, che viene integrato dall’eventuale somministrazione, riprendendo le parole di Abrahams, del trattamento giusto al paziente giusto nel momento giusto.

Non c’è dubbio che questa Medicina Integrata sarà la Medicina del Futuro, altrimenti non sarà una Medicina a dimensione d’uomo.

Pertanto, dato che le persone si stanno sensibilizzando sempre più a questi argomenti, andremo certamente verso una Medicina rispettosa della persona, dell’ambiente e che interviene sempre e solo dopo aver acquisito un’adeguata conoscenza del soggetto al quale si rivolge e della realtà in cui questo vive.

Purtroppo, però, attualmente questa politica sanitaria è portata avanti solo da una piccola minoranza di Medici.

Cosa fare nel frattempo?

Abbiamo assolutamente bisogno OGGI, SUBITO, di questa Medicina, anzi è già tardi, perché secondo una stima di un decennio fa, ogni anno negli Stati Uniti muoiono circa 250.000 persone “a causa dell’Assistenza Sanitaria”, cioè a causa di reazioni da farmaci, infezioni prese in ospedale, errori medici, interventi chirurgici inutili e finiti male, ecc. che sono diventati pertanto la terza causa di morte negli USA (12).

Senza parlare poi delle visite mediche che continuano ad essere frettolose, delle terapie praticamente sempre farmacologiche e sempre sintomatiche e imposte obbligatoriamente dai protocolli standardizzati.

Molti medici stanno combattendo per accelerare il cambiamento e sono certo che ci sarà.

Per ottenerlo quanto prima, però, non sono sufficienti gli sforzi di molti Operatori Sanitari, perché più importante ancora è la pressione che tutte le persone, sane o malate, possono fare presso il loro Medico di Base, presso i Medici ospedalieri, presso gli organi di informazione sociale, presso i politici, nei luoghi di lavoro, presso i loro amici e ovunque ci sia l’occasione per seminare questi concetti.

Grazie per quello che anche tu farai per pretendere il rispetto di questo tuo diritto.

Roberto Gava

BIBLIOGRAFIA:

  1. Marshall, A. Getting the right drug into the right patient. Nat. Biotechnol. 15, 1249-1252 (1997).
  2. Roses, A. D. Pharmacogenetics and the practice of medicine. Nature 405, 857-865 (2000).
  3. Poland, G. A. et al. Vaccinomics, adversomics, and the immune response network theory: Individualized vaccinology in the 21st century. Semin. Immunol. 25, 89-103 (2013).
  4. Spaulding, W. & Deogun, J. A pathway to personalization of integrated treatment: Informatics and decision science in psychiatric rehabilitation. Schizophr. Bull. 37, S129-37 (2011).
  5. Lewis, L. D. Personalized drug therapy; the genome, the chip and the physician. British Journal of Clinical Pharmacology 60, 1-4 (2005).
  6. Evans, W. E. & Relling, M. V. Moving towards individualized medicine with pharmacogenomics. Nature 429, 464-468 (2004).
  7. Lesko, L. J. & Woodcock, J. Opinion: Translation of pharmacogenomics and pharmacogenetics: a regulatory perspective. Nat. Rev. Drug Discov. 3, 763-769 (2004).
  8. Abrahams, E. Reaching a New Era. Personalized medicine in brief 6, 2-3 (2016).
  9. Wightman, A., Opel, D. J., Marcuse, E. K. & Taylor, J. A. Washington State pediatricians’ attitudes toward alternative childhood immunization schedules. Pediatrics 128, 1094-9 (2011).
  10. Robison, S. G., Groom, H. & Young, C. Frequency of Alternative Immunization Schedule Use in a Metropolitan Area. Pediatrics 130, 32-38 (2012).
  11. https://www.robertogava.it/video.
  12. Makary MA, Daniel M. Medical error: the third leading cause of death in the US. Br Med J 2016 May 3;353:i2139.

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FONTE: https://www.robertogava.it/personalizzazione-segreto-vera-prevenzione
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