DI RICHARD HEINBERG E KIRSTEN DIRKSEN
Energy Bulletin
“Penso che la maggioranza degli
economisti sia d’accordo sul fatto che siamo a una svolta fondamentale
in termini di economia finanziaria,” spiega l’autore ed educatore
Richard Heinberg. “Dicono anche che potremmo avere problemi con la
crescita dell’economia nel futuro, ma non vedono l’altra faccia
della medaglia”.
La fine della crescita
Diversamente dagli altri economisti,
Heinberg, il cui ultimo libro descrive La fine della crescita,
non fa ricerche su quando la recessione finirà e torneremo alla “normalità”.
Egli crede che la nostra pluridecennale era di crescita si sia basata
su un aberrante insieme di condizioni – petrolio a buon mercato, ma
anche minerali a buon mercato, cibo a buon mercato, eccetera – e che
guardando avanti dobbiamo prepararci a una “nuova normalità”.
Il problema, secondo Heinberg, è
che le nostre risorse naturali non sono più così a buon
mercato né abbondanti e non sta parlando solo di picco del petrolio;
Heinberg crede nel picco di tutto.
Picco di tutto
“Più
o meno dal 2000, da quando il petrolio
è diventato più caro, hanno iniziato a diventare più
costosi anche i minerali; tutti, dall’antimonio allo zinco, incluse
le terre rare, l’indio, il gallio
– quello che utilizziamo nell’industria informatica e in quella
delle energie rinnovabili -, tutte queste cose stanno diventando sempre
più costose”.
Heinberg pensa che per molti adattarsi
a una vita in cui tutto costa sempre un po’ di più potrebbe essere
molto difficile, ma crede anche che la transizione verso una nuova normalità
potrebbe rendere la vita migliore.
“Nei paesi industrializzati occidentali
siamo stati abituati a livelli di consumi che non solo non sono sostenibili
a livello ambientale, ma che non ci rendono felici. Ci hanno infatti
affossato la vita. Abbiamo lasciato perdere cose che ci danno vera soddisfazione
e piacere per poter lavorare di più
e più ore così da guadagnare più
e più denaro con cui comprare più
e più cose: più televisori a schermo piatto, SUV più
potenti, case più grandi e questo non ci ha reso più
felici. Beh, indovinate un po’, è
possibile ridurre, è possibile utilizzare di meno, diventare più
autosufficienti, produrre il proprio cibo, avere delle galline nel cortile
sul retro ed essere persone più felici”.
Una casa che lavora per voi
Questa non è solo teoria. Nel
cortile della casa che Heinberg divide con sua moglie, Janet Barocco,
la coppia coltiva la maggior parte del cibo durante i mesi estivi (25
tra alberi da frutto e noci, verdure, patate… mancano solo i cereali),
allevano galline per le uova, riutilizzano l’acqua piovana, hanno
essiccatoi e cuociono il pane con l’energia solare e pannelli fotovoltaici
e solari assicurano energia e acqua calda.
Il loro cortile riflette la visione
di Heinberg per la nostra “nuova normalità” ed è pieno di esperimenti,
come la casa di poco meno di 15 metri quadrati ispirata dal movimento
Small House. È stata costruita con l’aiuto di alcuni studenti
di college di Heinberg (in una delle classi a maggiore sostenibilità
della nazione) usando materiali riciclati e naturali (come l’intonaco
di calce).
Case più
piccole, meno roba = più felicità
Heiberg ammette che non è un
vero esperimento perché lui e la moglie non abitano realmente
nella piccola casa: sua moglie la usa come studio per i massaggi, per
la meditazione e qualche volta viene usata come alloggio per gli ospiti
(anche se senza troppi clamori, a causa di questioni di permessi). Ma
il loro piccolo cottage mira più in alto, verso il punto in
cui la transizione verso un futuro con meno risorse può significare
una felicità più grande.
“Semplificare. Porre meno attenzione
a tutte le cose nella propria vita e mettere maggiore attenzione a ciò
che è veramente importante. Forse per qualcuno
è il giardinaggio, per qualcun altro
è la pittura o la musica. Sappiamo che abbiamo tutti cose che ci danno
vero piacere e la maggior parte di noi ritiene che abbiamo sempre meno
tempo per esse perché dobbiamo dedicare così
tanto tempo allo shopping, a pagare le bollette, a guidare da un posto
ad un altro e così via. Bene, togliamo via alcune di queste cose e
passiamo più tempo facendo ciò che veramente ci nutre dal punto di
vista emozionale e spirituale e, in certi casi, perfino nutrizionale”.
Fonte: Why end of growth means more happiness
27.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSANDRA BALDELLI