DI JOHN SPRITZLER E DAVE STRATMAN
Information Clearing House
Cosa intendiamo per Rivoluzione?
Per guerra? Questa non era parte della rivoluzione,
è stata solo un effetto e una conseguenza. La rivoluzione era
nelle mente delle persone ed è stato così
dal 1760 al 1775, nel corso di quindici anni prima a Lexington venisse
versata una goccia di sangue.
John Adams, Lettera a Thomas Jefferson,
24 agosto 1815
Quella che segue è una breve
sinossi da “Thinking about Revolution”, che può essere trovato
nella sua interezza a http://newdemocracyworld.org/revolution/Thinking.pdfAncora una volta negli Stati Uniti
è arrivata l’ora di una rivoluzione. Invece di un re britannico
abbiamo una classe al potere di banchieri e miliardari che controllano
il governo e tutte le istituzioni più importanti della società. Il
futuro riserva solo miseria a molti e privilegi a pochi.
I problemi che dobbiamo affrontare
fanno parte di un sistema in cui i soldi danno il potere e la maggior
parte della gente non ne ha. Gli uomini e le donne potenti che gestiscono
il pianeta non sono stati eletti e non possono non esserlo. Vanno solo
rimossi dal potere con la rivoluzione.
L’obbiettivo di una rivoluzione
democratica è quello di rompere il potere delle élite al potere e
di creare una società fondata sul popolo. I principi che sottostanno
a questo tipo di società, crediamo, dovrebbero consistere di tre fattori:
uguaglianza, aiuto reciproco e democrazia.
Per uguaglianza non intendiamo “uguali
opportunità” di farsi largo in una società diseguale. Intendiamo
uguaglianza di condizioni. Per aiuto reciproco intendiamo una società
basata sulla condivisione e la cooperazione invece che sulla competizione.
Per democrazia intendiamo con questa democrazia falsa, ma una società
in cui il vero potere decisionale è nelle mani del popolo.
La vera democrazia richiederà
una nuova organizzazione sociale. “Thinking about Revolution”
propone cambiamenti radicali su come pensare a noi stessi e su come
immaginare che possano essere le possibilità dell’uomo. Propone una
struttura democratica basata sulla fiducia nei valori e nel buon senso
della gente comune.
Alcuni di questa struttura:
– Tutti quelli che contribuiscono
alla società hanno accesso libero e paritario alle merci e ai servizi,
che vengono condivisi in base al bisogno, non vengono comprati e venduti.
Non vengono usati i soldi. Non ci sono ricchi e poveri.
– Tutte le cose che le persone
usano per produrre le merci, come le fabbriche, le miniere e gli appezzamenti
di terreno, appartengono alla comunità. Questi beni sono un tesoro
comune di tutta la società, non una proprietà di pochi.
- L’obbiettivo della produzione
economica è quello di fornire beni e servizi di cui la gente ha bisogno,
non per i profitti dei capitalisti.
- Tutto il potere politico
è affidato alla comunità locale e alle assemblee dei posti di lavoro.
Il Congresso, i sistemi parlamentari, i consigli comunali e cittadini
e tutti gli altri strumenti del precedente capitalismo sono aboliti.
- Il Pentagono, le forze
armate, la polizia e altri strumenti del potere capitalista sono aboliti.
Le comunità si organizzano per soddisfare i bisogni locali di sicurezza
e protezione.
Alcuni credono che un mondo migliore
non sia possibile perché la disuguaglianza e l’avidità fanno parte
della “natura umana”. Rifiutiamo quest’idea. La logica del capitalismo
è la competizione del “cane mangia cane”, e per questo la gran
parte delle persone nella vita di tutti i giorni lotta per creare relazioni
d’affetto e di sostegno con le persone amate, gli amici e i colleghi
dovendo affrontare una cultura brutale. La maggior parte delle persone,
in altre parole, è coinvolta in una lotta contro i valori capitalistici.
La gentilezza che viene dalle persone e le iniziative pubbliche e collettive
rivoluzionarie sono un continuum di lotta per umanizzare il mondo.
Quando le persone hanno più fiducia
in loro stesse e negli altri, cercano di modellare il mondo secondo
i propri valori. Vanno oltre la cerchia ristretta immediata. Costruiscono
reti, scioperi e movimenti. Quando hanno abbastanza fiducia e la cerchia
delle relazioni si è allargata a sufficienza, fanno le rivoluzioni.
Altri credono che la storia del Comunismo
dimostra che le rivoluzioni rendono solo le cose peggiori. Rispondiamo
che il destino non democratico delle rivoluzioni comuniste risiede nella
visione del mondo di Marx. Marx accettava la visione capitalista, che
lo sviluppo economico è la base per lo sviluppo umano, e anche la visione
capitalista della natura umana, ossia che gli individui cercano solo
il proprio interesse. Il marxismo pose a Lenin una domanda: “Chi prenderà
cura dei bisogni dell’intera società?” La risposta di Lenin: il
Partito Comunista.
Altri pensano che il grande potere
delle élite al potere rende la rivoluzione impossibile. Anche se il
capitalismo ha un’enorme potere tattico, strategicamente è forse
al punto più debole della sua storia. Il sistema capitalista non ha
più promesse, e neppure l’illusione, di un mondo migliore per il
maggior numero di persone.
Rimangono due alternativa per il mondo
dei popoli: essere risucchiati ancora più a fondo in un vortice
di guerra, tirannia, sofferenza e svendite di massa – la soppressione
pianificata degli “eccessi” di popolazione che non possono essere
mantenuti – o edificare una nuova società che si basi su un modello
totalmente differente.
Siamo stati sulla difensiva troppo
a lungo, cercando di impedire ogni volta che si verificasse una situazione
pessima, una situazione molto demoralizzate. Dobbiamo andare all’offensiva.
Come possiamo fare? La strategia rivoluzionaria
che proponiamo è di domandarsi del diritto all’esistenza del
capitalismo e della possibilità di una società alternativa: di rendere
il bisogno e la possibilità di una rivoluzione l’argomento della
discussione pubblica e privata, l’ambito di ogni lotta, l’ambito
dove la gente possa riunirsi per parlare delle proprie preoccupazioni.
Così possiamo andare all’attacco.
John Adams scrisse nel 1815 che la
Rivoluzione Americana non era la guerra rivoluzionaria. La guerra era
solo è stata solo “un effetto e una conseguenza della rivoluzione
che era nelle mente delle persone dal 1760 al 1775.” Questa è la
Rivoluzione che cerchiamo di raggiungere: una Rivoluzione nella mente
di un mondo composto da persone, per trasformare la loro idea delle
possibilità della società e del loro potere per raggiungerle. Da questa
Rivoluzione nella mente dei popoli potrà arrivare la trasformazione
della società.
Fonte: Thinking about Revolution
29.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE