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La Redazione

 

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PAPANDREOU SVENDE I BENI DELLA GRECIA

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A cura di supervice
Il 6 Luglio 2011
67 Views

PASOK: PAn-ellenico SOcialismo dei Kleptocrati

DI JAMES PETRAS
Information Clearing House

“George Papandreou non è stato comprato, è in affitto. Vende le imprese pubbliche alle multinazionali. Riduce gli stipendi, le pensioni e i posti di lavoro agli ordini del FMI. Lui affida
la tesoreria pubblica alle banche europee. Sostiene la guerra della NATO contro la Libia. Lui dirige la Polizia costiera greca per rafforzare il blocco di Netanyahu su Gaza.”

Secondo un manifestante di Piazza Syntagma, il 3 luglio 2011 un governo sedicente “socialista” in Grecia sta imponendo con il voto e con i bastoni una delle più grandi inversioni di marcia delle politiche sugli stipendi, le pensioni, i posti di lavoro, l’istruzione e sulle tasse nella storia dell’Europa Occidentale.Il Partito Socialista Panellenico (PASOK)
ha abbandonato ogni pretesa di ricoprire il suo ruolo di governo sovrano,
affidando le politiche micro e macroeconomiche presenti e future alla
Banca Centrale Europea, al FMI e ai poteri forti dell’Unione Europea,
Germania e Francia. I cosiddetti programmi di “austerity
comprendono il saccheggio e la messa all’asta di tutte le imprese
pubbliche strategiche e del territorio del demanio, in cui figurano
tutti i siti storici e quelli dedicati al tempo libero. Mai un regime,
socialista o non, ha trasformato in modo così sfacciato e brutale il
governo di un paese indipendente nel più puro esempio di governo coloniale.

La via parlamentare al saccheggio coloniale

La Grande Svolta della Grecia si è

verificata sotto la leadership di un Primo Ministro “socialista”

(George Papandreou), appoggiato dalla vasta maggioranza (97%) dei parlamentari

“socialisti” e dell’intero governo “socialista”, con solo

il 4 per cento di defezioni.

Mentre il parlamento dibatteva e votava

il declassamento della sovranità della nazione e la degradazione della

propria gente, centinaia di migliaia di persone manifestavano nelle

strade e nelle piazze. I leader eletti e i legislatori del

PASOK hanno totalmente ignorato le proteste, seguendo solo le direttive

del Primo Ministro e i boss designati del partito. La politica del parlamento

è totalmente scollata dalle persone che si suppone stia rappresentando.

Che tipo di governo è quello

capace di un ripudio così veemente della volontà popolare? Che

tipo di legislatori sono quelli capaci di abbassare sistematicamente

gli standard di vita per i tre anni appena passati e per i prossimi

dieci?

Il PASOK è sempre stato un partito
clientelare, non certo un partito di cambi programmatici. Il PASOK, dalla sua prima vittoria elettorale nel 1981, ha offerto lavori nel pubblico impiego, credito, prestiti e favori al suo elettorato. All’inizio degli anni ’80, l’aggiunta dei nuovi funzionari pubblici fu necessaria per implementare le riforme socioeconomiche, che i burocrati pubblici schierati a destra stavano sabotando. Ma quando la forza che ha dato il via alle “riforme” si è affievolita, l’assegnazione dei posti di lavoro ha continuato a moltiplicarsi, facendo parte del processo di costruzione di una macchina elettorale su grande scala.

Migliaia di laureati dell’università,
con buone capacità organizzative, cominciarono ad affollare gli uffici
del Partito e, dopo un po’ di attesa, si sarebbero assicurati un posto fisso nella rigonfia burocrazia pubblica. Hanno contribuito a garantire i voti ai candidati del PASOK, seguendo gli stessi passi della Nuova Democrazia schierata a destra. Il settore pubblico è diventato il più grande ufficio di collocamento per molte ragioni: la gran parte degli “impiegati pubblici” avevano “lavori molteplici” – alcuni anche quattro o cinque – e tra questi anche lavoratori autonomi e impiegati nell’economia informale. In secondo luogo, in Grecia il cosiddetto settore privato non ha mai sviluppato la capacità di crescere, investire, innovare, utilizzare tecnologia, competere e creare nuovi mercati. La maggior parte degli uomini d’affari greci ha sempre dipeso dai contatti con il partito al governo per assicurarsi finanziamenti per progetti mai realizzati, crediti usati per importare merci dall’Unione Europea e prestiti per consumare i prodotti d’importazione.

L’ingresso nell’Unione Europea ha inondato il PASOK e la destra di enormi trasferimenti di capitale e di prestiti allo scopo di “modernizzare” l’economia e renderla competitiva. In cambio la Grecia avrebbe abbassato le tariffe doganali così che le merci dell’UE potessero affluire nel mercato locale. I fondi dell’UE hanno finanziato la macchina clientelare del PASOK; il settore privato ha preso a prestito finanziamenti dall’UE e ha trasferito il pagamento nel bilancio dello Stato con la complicità dei politici. I professionisti e la classe media si sono garantiti credito a basso costo per acquistare beni dall’estero. Gli economisti e i politici del regime hanno falsificato i bilanci, mostrando crescite inesistenti e nascondendo il passivo. Tutto quanto si basava su un mutuo. Le banche europee riscuotevano gli interessi; i produttori dell’Europa occidentale esportavano beni di consumo. Secondo gli esperti, la Grecia era “integrata” nell’Unione Europea […] ma sfortunatamente in un modo tale da farla diventare troppo differente dai partner da cui era dominata.

Il PASOK si poggia su una base elettorale di massa ed elitaria che non ha mai pagato le tasse, ma ha sempre ottenuto e preteso le sovvenzioni dallo Stato. I miliardari proprietari di yacht hanno evitato di pagare le imposte nascondendosi sotto le bandiere di paesi stranieri (Panama), ma acconsentendo comunque di ingaggiare i capitani della nave tra i greci e dando il proprio contributo ai forzieri del Partito. I professioni, gli avvocati, i medici e gli architetti dichiarano a malapena un qualche introito, ricevendo sottobanco pagamenti in nero che, mai dichiarati, superano di gran lunga qualsiasi altro stipendio percepito. Gli uomini d’affari, gli speculatori immobiliaristi, i banchieri e gli importatori hanno tutti pagato i leader del Partito per garantirsi l’abbassamento delle imposte e la concessione dei prestiti dell’UE, riciclati negli acquisti di proprietà turistiche e nei conti correnti nei paradisi off-shore. In fondo, il Partito e l’élite del business erano parte di una rete organizzata di cleptocrati: hanno svaligiato le casse pubbliche e hanno lasciato il conto da pagare ai lavoratori salariati, visto che questi sono obbligati a pagare le imposte in modo anticipato. La Grecia è il peggior paese al mondo per il lavoro dipendente, visto che è l’unico settore che
viene tassato e sfruttato.

La Grecia è un paese di piccoli

affaristi, di professionisti e di piccoli agricoltori autonomi, alcuni

dei quali prendono la terra a prestito dai professionisti che vivono

in città, di proprietari di piccoli alberghi e di ristoratori: la schiacciante

maggioranza di essi paga solo una piccola frazione delle imposte dovute,

mentre sono disposti a chiedere in cambio i servizi pubblici di cui

hanno bisogno. Fanno parte dell’apparato clientelare del PASOK, sono

i destinatari di crediti e prestiti affidati senza controlli, che vengono

usati per aumentare gli introiti personali e non per aumentare la produttività

della nazione.

I prestiti dell’UE hanno finanziato

la modernizzazione del livello di vita dei greci, hanno incrementato

l’importazione di apparecchi e autovetture tedesche, così come di

feta dalla Francia e dalla Danimarca (succedanei poco costosi dei prodotti

locali). In altre parole, l’Europa ha imprigionato il mercato greco

facendo aumentare il passivo dei conti con l’estero, mentre la burocrazia

era diventata il datore di lavoro di ultima istanza. Queste pratiche

e questi rapporti con l’UE hanno permesso al PASOK di nutrire una

solida base clientelare di cleptocrati affaristi, piccoli evasori fiscali

e un crescente strato di funzionari pubblici.

L’UE si è comprata il servilismo

politico-militare della Grecia, che sostiene le guerre in Afghanistan,

in Iraq, in Libia e in Pakistan. Specialmente sotto George Papandreou,

l’obbedienza del PASOK a Israele e ai sostenitori del sionismo presenti

negli Stati Uniti ha sorpassato quella di tutti i precedenti regimi.

Il conto da pagare

I greci e i cleptocrati privati hanno

falsificato i conti del bilancio nazionale, trasformando forti passivi

in surplus di bilancio fino a che il sistema non è imploso.

Le banche dell’UE hanno presentato il conto e hanno richiesto il pagamento.

La nazione greca e la classe capitalista, sotto il PASOK, hanno immediatamente

proclamato un programma di “austerità” e di “riforme fiscali”.

Alla fine dei giochi, solo la prima parte verrà messa in pratica, visto

che non vogliono colpire la base del partito, composta dalle élite

degli evasori.

I tagli massicci agli stipendi, alle

pensioni e ai posti di lavoro sono imposti e fatti rispettare. I legislatori

del PASOK hanno rigato dritto, visto che i loro stipendi, pensioni,

benefit e privilegi dipendono dalla loro sottomissione al Primo Ministro

che, a sua volta, è un dipendente dei banchieri imperialisti e dai

cleptocrati borghesi. L’esistenza del PASOK come partito dipende dal

flusso dei prestiti dell’UE, dai salvataggi e dalle svendite per mantenere

i propri clienti. Il regime del PASOK è un grande esempio di partito

autoritario: prono sui piedi dei banchieri e dei leader dell’UE

mentre massacra milioni di pensionati e lavoratori dipendenti impoveriti.

La base elettorale del PASOK, composta da evasori fiscali e clientelisti,

è scarsamente colpita dalle riforme fiscali: le entrate fiscali sono

invece diminuite a causa delle recessione più pesante e dei mancati

controlli.

Mentre il regime del PASOK aggrava

ed estende gli attacchi agli stipendi e la resistenza delle masse si

moltiplica, i giovani disoccupati (55%) si sono fatti sempre più disperati

e aggressivi verso il governo, che di risposta è più repressivo e

disposto alla violenza.

Col suo impegno totale per giungere

fino al midollo delle nude ossa della remunerazione dei lavoratori,

il PASOK ha totalmente permesso all’UE /FMI di sovrintendere, prezzare

e vendere l’intero patrimonio pubblico. In altre parole il pagamento

del debito è diventato la leva per il trasferimento della sovranità

alle nazioni imperialiste e per massimizzare la sottrazione di ricchezza

dal lavoro. Quello che rimane dello “Stato greco” sono la polizia

e i militari assegnati a imporre con la forza il nuovo ordine imperiale

su una maggioranza sempre più sfruttata e impoverita.

Nel mezzo di questa catastrofica ridda

di eventi, di saccheggio e povertà, i legislatori del PASOK tengono

ancora il timone: possono ancora contare sulla base del 25 per cento

di professionisti, banchieri, consulenti e evasori fiscali per continuare

a sostenere il regime, perché sono poco colpiti dalle svendite.

Il bailout consentirà ai legislatori

del PASOK di percepire le loro laute pensioni se non venissero più

votati e i lavoratori autonomi e i professionisti continueranno a incassare

rendite turistiche non tassate e introiti derivanti dalle proprietà

anche se la clientela locale fosse impoverita. Il PASOK, Papandreou

e la sua cricca hanno dimostrato che la politica democratica è compatibile

con la capitolazione più abbietta di sovranità, con la repressione

selvaggia e continuata della maggioranza della classe lavoratrice e

con una drastica riduzione a lungo termine degli standard di vita. L’esperienza

greca ancora una volta dimostra che, di fronte al crollo del sistema

capitalista, le differenze tra conservatori e socialdemocratici scompaiono.

Le libertà democratiche esistono solo se la maggioranza si sottomette

al comando delle potenze imperialiste e ai loro collaboratori cleptocrati

capitalisti.

Non vi è alcun dubbio che verranno

indette nuove elezioni, mentre i livelli di vita precipitano, i pagamenti

sul debito aumentano e il paese viene scippato di tutti i suoi beni.

Probabilmente il PASOK verrà escluso dal voto d’ufficio. I loro avversari

conservatori seguiranno semplicemente il loro esempio, e anche loro

si affideranno all’azione della polizia e rastrelleranno il debito.

Per la gran parte dei greci non c’è

alcun futuro e nessuna soluzione proposte dalle proteste nelle strade

e dalla politica parlamentare. Il secondo ignora il primo. Questo vicolo

cieco solleva il problema di quale tipo di azione extra-parlamentare

sia necessaria e possibile per far terminare il comando dei governanti

imperiali e dei collaboratori cleptocrati.

**************************************

Fonte: http://www.informationclearinghouse.info/article28486.htm

06.07.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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