OZIOSE RIFLESSIONI SUI CALZINI DEL GIUDICE MESIANO

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(E SULLE STRATEGIE COMUNICATIVE ODIERNE)

DI ALCENERO
Comedonchisciotte

Quando ho visto il servizio di Mattino 5 sul giudice Mesiano che va dal barbiere, fuma una sigaretta e siede su una panchina con i suoi mocassini bianchi e i calzini turchesi (stravagante!) devo ammettere che, come molti, sono rimasto allibito. Non riuscivo a pensare che qualcuno potesse avere fatto un servizio così inutile e idiota. Fosse stato un servizio di Striscia la Notizia avrei pure capito: ci hanno abituato a filmati in cui mettono risatine e rumori buffi a sottolineare qualcosa che fa ridere solo l’autore del servizio o il regista (o il Gabibbo, chissà). Ma il servizio di Mattino 5 è qualcosa forse di unico nella storia del giornalismo, ed è apparentemente privo di qualunque logica.

E allora ho incominciato a curiosare sul web (che, si sa, brulica di complottisti) e a leggere in giro ipotesi più o meno credibili, che vi riporto. Forse è una sorta di minaccia mafiosa: come sa bene qualunque appassionato di film e libri gialli o di spionaggio, ciò che si fa di solito per spaventare una persona è far vedere che si conoscono le sue abitudini e si è in grado di sorvegliarla senza essere visti (cose sussurrate al telefono con voce cammuffata, del tipo “ho visto tua moglie comprare un 1Kg di carne dal macellaio, e so a che ora i tuoi figli escono da scuola…”). Oppure il servizio era il semplice parto di qualche “giornalista” troppo ansioso di farsi notare dal Grande Capo, con l’intento di guadagnarsi in futuro la direzione del TG1 o un posto da sottosegretario alle telecomunicazioni: in certi ambienti le prove di fedeltà vengono sempre premiate.Alla fine, però, a leggere i titoli sui giornali e vedendo le reazioni del mondo politico e della magistratura mi sono fatto un’idea: forse lo scopo del servizio è davvero molto più sottile di quanto possa sembrare a prima vista. Magari sarò troppo generoso ad attribuire un intento sottile e nascosto a un servizio del genere…però vale la pena di farci un pensierino in tempi in cui qualunque vittoria è esclusivamente mediatica e si trionfa grazie alla strategia comunicativa più astuta, magari suggerita da qualche bravo spin-doctor.

Pensate innanzitutto a un fatto: quanti avranno effettivamente visto il servizio di Mattino 5? Non certo tutti gli italiani, anzi. Dubito che molti se lo siano cercato su internet: o meglio, così avrà fatto il lettore medio di Repubblica, ma sicuramente si tratta, in genere, di persone che hanno già deciso di non stare dalla parte di Berlusconi. Le persone che non hanno visto il servizio ma che magari buttano un occhio ai titoli dei giornali la mattina in metropolitana, si ricaveranno del servizio di Mattino 5 un’idea che parte dal modo in cui il servizio viene descritto: in generale che si tratti di una “denigrazione” ai danni del magistrato.

Ovviamente, non pensando che un servizio possa essere talmente insulso e vuoto da parlare di calzini turchesi e sigarette fumate fuori del barbiere, che cosa ne esce fuori in fin dei conti? L’idea che Canale 5 abbia detto qualcosa che effettivamente mette in discussione l’onestà o l’equilibrio dello “stravagante” giudice Mesiano. Questo non vuol dire che Mesiano abbia davvero fatto qualcosa di male, ma il messaggio è: “Canale 5 ha fatto un servizio in cui il giudice ne esce in cattiva luce”. Come potrebbe essere altrimenti, dato che qualcuno lo ha definito “pestaggio mediatico”, e la ANM parla di “inqualificabile distruzione dell’identità di una persona”? La persona poco informata non si immagina che a mettere in cattiva luce il giudice sia solo la sua scelta dei calzini, rimane solo con la vaga idea che forse esiste davvero qualcosa che, se Canale 5 ha ragione, squalifica il giudice come persona e come autorità.

Sarà poco, ma certo è già qualcosa: in effetti come reagite se sentite qualcuno dire “mi state denigrando”, o ancora peggio, “non ho nulla da nascondere”? Io credo che il primo pensiero sia che esista una qualche, seppur piccola, possibilità che quella persona abbia qualcosa da nascondere, o abbia fatto qualcosa che non andava fatto. Del resto che cosa dice Berlusconi, o qualunque politico, anzi qualunque persona, quando viene accusata di qualche crimine? “Mi state denigrando”. La sostanza è completamente diversa, ma il titolo sul quotidiano è lo stesso. E sapete bene che quello che conta non è la realtà ma come i media la fanno apparire.

Non è tutto qui, veniamo a qualcosa di ancora più intrigante. Se leggete qualunque giornale, di ieri o di oggi, che cosa vedete? Una vibrata protesta dei magistrati contro Canale 5, dure reazioni della Associazione Nazionale Magistrati, che tra l’altro si mischiano alle proteste contro l’ipotesi di riforma costituzionale paventata da Berlusconi.

Adesso, sempre sotto un profilo mediatico, la questione è riassumibile in una lotta a tutto campo tra i magistrati e Mediaset che coinvolge aspetti istituzionali e aspetti privati. Sarà pure comprensibile, dal momento che Mediaset mette in onda i calzini del giudice Mesiano, ma, ancora una volta, qual’è l’idea che passa alla persona poco o male informata, quella che sbircia i titoli di giornale in metro o sente il TG mentre è nella stanza accanto? Esattamente l’idea da sempre veicolata da Berlusconi come difesa nei suoi processi: non che egli debba difendersi dall’accusa di avere commesso reati penali, ma che ci sia una guerra aperta tra lui e i magistrati.

O meglio: anche solo a guardare le vicende del Lodo Mondadori su cui Mesiano ha emesso una sentenza, siamo passati da un “film” intitolato “Berlusconi di fronte alla giustizia”, al “film” intitolato “Guerra aperta tra Berlusconi/Mediaset e la magistratura”. E’ vero che quest’ultimo “film” è quello che è sempre passato su alcune testate, ma adesso è lo schema che cattura l’intera vicenda su ogni livello comunicativo. E’ cioè bastato creare questo diversivo del servizio insulso di Mattino 5 per far passare il giudice Mesiano e la magistratura da organo giudicante che condanna Mediaset, a parte in causa in un conflitto personale con Mediaset stessa.

La sostanza sarà pure che diversi procedimenti hanno ritenuto accertata la corruzione nella vicenda del Lodo Mondadori, che Mediaset è stata condannata a risarcire 750 milioni di euro, e che poi, una rete di Mediaset stessa ha mandato in onda un ridicolo servizio sul mattino domenicale del giudice. Ma l’apparenza, su ogni giornale, TG, o altro!, è che ci sia una lotta personale tra Mediaset e il giudice Mesiano (che magari ha qualcosa da nascondere, dato che “è stato denigrato”).

E nel mondo attuale, politico e non, ciò che conta (ed è davvero “reale”), non è la sostanza, ma l’apparenza.

Alce Nero
Fonte: www.comedonchisciotte.org
18.10.2009

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