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La Redazione

 

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ORA DATEVI, DIAMOCI, DA FARE.

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A cura di God
Il 27 Dicembre 2008
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DI PAOLO BARNARD

Ho già scritto più volte che viviamo disperatamente nella
trappola tesaci dalle destre finanziarie 35 anni fa.
Tutti noi, specialmente le sinistre. La riassumo in
pochissime parole: ci hanno fatto passare dall’Era dei Diritti, all’Era della Contrattazione sul Grado di Abolizione dei Diritti, dove essere di sinistra
significa solo lesinare qualche rimasuglio di Diritto nel dialogo con loro. Ci hanno reso Plausibile l’Inimmaginabile. Esempio: la
privatizzazione dell’acqua, o la precarizzazione del lavoro – essendo entrambi
elementi essenziali alla sopravvivenza fisica dell’essere umano, è come se ci
avessero privatizzato e precarizzato i globuli
bianchi, o la milza. Inimmaginabile? Affatto. E’ accaduto. Le destre hanno
vinto, e stravinto. Questa resa al dibattito sui Gradi di Abolizione dei Diritti ha avvelenato a pioggia tutta la nostra vita
civica, politica, sociale, con i risultati che tutti vediamo. E’ tutto lì il
problema.

Ora, se vogliamo combattere questa catastrofe dobbiamo
saltare indietro di 250 anni, e ripensare a quegli
uomini che allora dissero basta all’Inimmaginabile reso Plausibile, cioè agli
Assolutismi, alla barbarie, alle atrocità sociali. E dobbiamo fare quello che
hanno fatto loro:

IMMAGINARE NUOVI DIROMPENTI DIRITTI. E PROPORLI.

Il “libero contratto revocabile” fra Stato e popolo, la
tutela del lavoro, pene più umane, erano nel ‘700 idee
all’apparenza deliranti, al limite del ridicolo persino. Eppure le
immaginarono, e hanno cambiato la Storia.

Bene. Avete capito. O immaginiamo un altro Stato dei Diritti,
dirompente nei contenuti, o siamo condannati. Se lo immaginiamo oggi, lo avremo
forse fra tanti anni, ma non c’è altra scelta.
Qualcuno deve iniziare, deve iniziare a cambiare la
Storia. Noi.

La mia proposta è questa. Ognuno di voi si
impegni in questi giorni a immaginare uno o più Nuovi Diritti. Ma intendo nuovi, dirompenti, cioè sogni, quello che
vorremmo come ideale assoluto, non importa quanto sembrino inapplicabili o
antistorici. Immaginateli, scriveteli in poche righe, non scrivete trattati di seimila parole, ma 3 o
4 righe al massimo (leggete sotto), fatelo pensandoci bene senza fretta. E inviatemeli. Faremo

un Nuovo Contratto Sociale di Diritti da tramutare in leggi dello Stato, pubblicato in questo sito e altrove, e lo faremo
girare, e già avremo fatto il nostro compito nella Storia.

Tre esempi:

1) Il Diritto ad avere tempo per vivere. Che significa non
dover lavorare di continuo proprio lungo tutti gli anni più belli della nostra
vita – es. poter optare
per un anno di libertà dal lavoro ogni cinque, da poter dedicare alla
cura fisica o spirituale o emotiva di sé stessi e dei propri cari, con la
garanzia di una piena sussistenza nondimeno. Sancito per legge.

2) Il Diritto ad avere una casa. Senza doversi indebitare per decenni in un mercato del denaro da cappio alla
gola. La casa è un bene di sopravvivenza, come l’aria,
esattamente uguale, e non può essere un privilegio per cui intrappolarsi per tutta la vita
lavorativa. Sancito per legge.

3) Il Diritto a non essere poveri.

Cioè l’indigenza dichiarata illegale, come il furto, che si trasforma nel dovere di chi ha tanto di ridistribuire a chi ha meno. Cioè la comunità umana si compensa come
fa l’acqua nei vasi comunicanti, per l’interesse di
tutto il genere umano. Sancito per legge.

Ecc.

Non so se avete capito. Qui non si tratta di bisticciare sui
dettagli di questa o di quella corruttela, di questo o
di quel modo di fare politica, cioè non si tratta di negoziare i dettagli di
una prigionia infame, non si tratta di negoziare se la nostra catena ai piedi
deve essere lunga un metro o tre, come fanno anche i ‘nuovi paladini’
dell’Antisistema italiano, come fanno i sindacati, come fa la sinistra.

Qui non si tratta di dialogare con questo Sistema. No, basta, fine.

Qui si tratta di immaginare un altro modo di essere
uomini e donne insieme, un altro Illuminismo. Niente di meno, o siamo morti. Chiaro?

Datevi, diamoci, da fare.

Paolo Barnard
Fonte: http://www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=63
27.12.2008

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