DI FERNANDO CAMACHO SERVÍN
Sur y Sur
Tre giovani messicani su quattro tra
i 12 e i 29 anni di età non studiano e non lavorano – un numero
superiore ai 7 milioni , secondo la Segreteria di Educazione Pubblica
(SEP), e l’OCSE – sono donne, e ciò sottolinea come i motivi di
discriminazione di genere abbiano un peso determinante nel contesto
di questo problema.
Lo ha affermato il sottosegretario
della SEP, Rodolfo Tuirán, che ha ieri presentato la Indagine Nazione
sulla Gioventù 2010, i cui risultati indicano che al momento ci sono
7,8 milioni di giovani nella situazione prima citata, su una popolazione
di 36,2 milioni.
Il funzionario ha affermato che il
fenomeno dei cosiddetti “ninis” è molto più complesso,
diversificato e mutevole rispetto a come è stato esposto nella discussione
pubblica, e per questo ha invitato a non banalizzarlo o semplificarlo,
ma a comprenderlo per generare politiche pubbliche adeguate.
Uno degli aspetti evidenziati da Tuirán
riguarda il fatto che i giovani descritti in questa categoria non possono
essere qualificati come pigri o indolenti, perché molti di loro cercano
attivamente lavoro o fanno lavori in casa, anche se ha ammesso che,
venendo confinati in ambiti determinati, ciò può impedir loro di raggiungere
la vita che ritengono valida o desiderabile.
Le cause per cui non hanno titoli scolastici
o non esercitino un lavoro remunerato, ha detto, sono molto diverse
e tra esse ci sono le pressioni economiche che li obbligano a ritirarsi,
l’accesso limitato alle opportunità educative per motivazioni di ceto
sociale, luogo di residenza o di genere, oltre a decisioni personali,
come lo sposarsi o l’avere figli a un’età molto precoce.
Tuirán ha indicato che il fenomeno
dei “ninis” è stato sovrastimato in alcune occasioni,
quando viene considerato come un problema in aumento in questi giorni,
perché in verità ha avuto la sua origine due o tre lustri fa e, pur
essendo ancora grave, ha avuto un calo dal decennio 1961-70.
Durante la sua spiegazione dei dati
dell’indagine – durata più di un’ora e mezza -, il funzionario
ha rimarcato in varie occasioni il ruolo che ha la discriminazione di
genere nella riproduzione delle condizioni svantaggiose per le donne,
oltre al livello di marginalizzazione economica o il titolo di studio.
Lui stesso ha evidenziato fattori come lo sposarsi o l’avere figli
quando si è molto giovani ha un peso notevole sulla permanenza o il
ritiro dagli studi e nel minor accesso a posti di lavoro ben retribuiti.
Il sottosegretario – attualmente
alla direzione del SEP per l’assenza del titolare, Alonso Lujambio,
che è ricoverato dal 4 novembre scorso – ha evidenziato anche che l’essere
“nini” non è una condizione permanente nella vita, dato
che molti continuano a considerare il lavoro e lo studio come mezzo
di progresso economico e sociale.
Tra le azioni del governo per diminuire
il numero dei giovani senza impiego né formazione, Tuirán ha
sottolineato 7 milioni e più di borse di studio concesse a diversi
livelli di scolarità, l’esistenza del servizio nazionale di impiego
e i programmi specifici di attenzione alla donna, anche se riconosce
che manchi ancora molto per migliorare questo ambito.
L’insicurezza ha minato l’indagine
Prima dell’intervento del funzionario,
la direttrice del Centro Regionale di Indagini Multidisciplinari dell’Università
Nazionale Autonoma del Messico, Ana María Chávez Galindo, ha spiegato
che l’inchiesta è stata realizzata in trentamila famiglie di tutto
il paese nei mesi di novembre e dicembre del 2010, e ha affermato negli
stati di Michoacán, Nuevo León e Chihuahua ci sono state difficoltà
di ricezione dei dati per le condizioni di violenza e insicurezza.
Da parte sua, il titolare dell’Istituto
Messicano della Gioventù, Miguel Carreón Sánchez, ha indicato che
nella ricerca si sono valutati vari aspetti: vita familiare, sessualità,
salute, educazione e contesto socioeconomico.
Fonte: “Ninis”, los ultra marginados de México son el 75% de las jóvenes
01.12.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE