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NIENTE NUCLEARE, NIENTE PROBLEMI

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A cura di supervice
Il 29 Maggio 2011
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LA GERMANIA DIMOSTRA CHE UN RAPIDO PASSAGGIO ALLE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE
È POSSIBILE

di Wilson Rickerson e Arne Jungjohann

Entro quarant’anni, una delle maggiori economie mondiali sarà alimentata quasi interamente da energia eolica, solare, idroelettrica, geotermica e biomasse.

Stephen Lacey: Come dimostra la Germania, è assolutamente possibile avviare un’ampia penetrazione
di energie rinnovabili eliminando gradualmente il nucleare. Con un deciso sostegno politico e sociale, un solido piano di incentivi per gli investimenti nelle energie pulite e un po’ di ‘creative thinking’ su come distribuire le risorse sul territorio, la Germania ha avviato un’importante trasformazione del settore energetico.

Di seguito, due profondi conoscitori

dell’esperienza tedesca, Wilson Rickerson di Meister Consultants e

Arne Jungjohann della Fondazione Heinrich Böll, spiegano come la Germania

riuscirà a “ridurre, entro il 2020, le emissioni di carbonio del

40% rispetto ai livelli del 1990 (e

dell’80% entro il 2050)”, facendo a meno del nucleare.

Nel corso degli ultimi anni, si è

fatto un gran parlare di una ‘rinascita dell’energia nucleare’

a livello globale. Questo fino a ieri. Oggi, il tragico disastro di

Fukushima ha suscitato preoccupati interrogativi circa gli standard

di sicurezza delle centrali nucleari esistenti. In tutto il mondo sono

state intraprese analisi sulla sicurezza dei reattori operativi. Negli

Stati Uniti, la Nuclear Regulatory Commission (NRC) [agenzia indipendente

del governo USA, si occupa di monitorare la sicurezza e la gestione

delle centrali, ndt] pubblicherà entro tre mesi una valutazione sui

104 reattori attualmente in funzione. Nel frattempo, la Cina ha interrotto

i processi per l’approvazione di nuove centrali e la Svizzera ha abbandonato

i suoi piani di espansione nel campo del nucleare.

Tuttavia, allo stato attuale, la sicurezza

non rappresenta l’unica preoccupazione legata al nucleare. L’aumento

dei costi e la percezione del rischio, a livello finanziario, sono forti

barriere per gli investimenti. Obama sostiene l’energia nucleare,

tanto da averla inclusa nei suoi piani per il raggiungimento dell’80%

di energia pulita entro il 2035. L’amministrazione USA ha anche triplicato

i prestiti garantiti per il nucleare durante la presidenza Bush, portandoli

a 54,3 miliardi di dollari. Eppure, nonostante queste forme di sostegno

‘federali’, le prospettive finanziarie sono cupe e numerosi progetti

negli Stati Uniti sono stati rimandati o annullati. Le analisi suggeriscono

come, anche prima della crisi di Fukushima, in uno scenario economico

di libero mercato, senza un solido sostegno da parte del governo l’energia

nucleare non fosse più competitiva.

Transizione o trasformazione? Benchmarking

contro la Germania

I paesi di tutto il mondo hanno bisogno

di energia rinnovabile e pulita. I cambiamenti climatici richiederanno,

entro i prossimi decenni, un passaggio da un’economia caratterizzata

da basse emissioni di carbonio. Sulla scia di quanto avvenuto a Fukushima,

la domanda fondamentale è: “se non il nucleare, cosa?” Dal momento

che i politici e gli operatori del settore in tutto il mondo continuano

a prendere in considerazione il nucleare come possibile motore della

transizione energetica, sarà utile che gli Stati Uniti definiscano

le strategie che opporranno agli altri paesi.

La Germania, in particolare, sta seguendo

un percorso che si distacca significativamente dalla consueta gestione

delle politiche energetiche propria degli USA e delle altre nazioni.

Invece che dedicarsi allo sviluppo dell’energia nucleare, il paese

sta puntando con decisione sulle energie rinnovabili, combinate con

nuove, innovative strategie per la gestione della rete elettrica. È

interessante osservare come la Germania dipendesse dall’energia nucleare

in misura molto maggiore di quanto non facciano ora gli Stati Uniti

(circa il 30% del fabbisogno energetico nazionale, contro circa il 20%

degli USA).

La portata dei cambiamenti che la Germania

dovrà affrontare per raggiungere i suoi obiettivi sulle energie

rinnovabili è senza precedenti. Nel settembre 2010, il governo conservatore

guidato da Angela Merkel ha pubblicato il suo Energy Concept [linee guida sulle politiche energetiche nazionali,

ndt], nel quale viene messo in evidenza il progetto di ridurre le emissioni

di carbonio, entro il 2020, del 40% rispetto ai livelli del 1990 (e

dell’80% entro il 2050), in parte grazie all’aumento della quota

nazionale di elettricità rinnovabile, che supererà il 35% nel 2020

e arriverà all’80% entro il 2050. Entro quarant’anni, una delle

maggiori economie mondiali sarà alimentata quasi interamente da energia

eolica, solare, idroelettrica, geotermica e biomasse.

In concomitanza con lo slancio verso

le energie rinnovabili, il governo tedesco si sta rapidamente ritirando

dalle attività avviate nel settore del nucleare. In seguito al disastro

di Fukushima, Berlino ha infatti annunciato uno shutdown di tre mesi

per sette delle diciassette centrali del paese e una profonda revisione

della sua strategia sul nucleare. Alcuni analisti ritengono che una

graduale riduzione del nucleare in Germania impedirebbe al paese di

raggiungere i suoi obiettivi climatici ed energetici a lungo termine.

In realtà, La Germania è già ben avviata nel percorso di transizione

da combustibili fossili ed energia nucleare alle energie rinnovabili,

ed è verosimile che il disastro nucleare giapponese non faccia che

accelerare il raggiungimento di questi obiettivi.

Entro il prossimo decennio: la progressiva eliminazione del nucleare in Germania

In Germania, a partire dall’incidente

di Chernobyl, nel 1986, si è sviluppato un forte sentimento anti-nuclearista,

che si è riflesso in a serie di limitazioni alle normative per

l’introduzione dell’energia nucleare. Nel 2002 è stata approvata

una legge che sancisce la cessazione dell’utilizzo di energia nucleare

entro il 2022. Nel 2010, il governo Merkel ha confermato questa decisione

in linea generale, estendendo però la durata della vita delle centrali

di otto/dieci anni. Questa proroga, definita come una misura ‘ponte’,

necessaria per un futuro di energie rinnovabili, non ha ottenuto molta

popolarità presso il pubblico. Poco dopo l’incidente di Fukushima,

il partito della Merkel (L’Unione Cristiano Democratica, CDU) ha perso

una tornata elettorale ‘strategica’ nella regione del Baden-Württemberg.

Molti hanno visto queste storiche elezioni come una sorta di referendum

sull’energia nucleare, che ha sancito il passaggio del governo della

regione, uno dei Land tedeschi più estesi e più importanti economicamente,

nelle mani dei Verdi, dopo oltre sessant’anni di domino incontrastato

della CDU.

A livello nazionale, i vari partiti

tedeschi sono ora concordi sul fatto che si debba nuovamente accelerare

il processo di eliminazione del nucleare. La domanda non è più

se la Germania si libererà del nucleare, ma in quanto tempo

ci riuscirà. Invece di disattivare le centrali poco dopo il 2030, le

attuali proposte suggeriscono che lo shutdown venga completato tra il

2015 e il 2025.

Energia rinnovabile in Germania: la messa in atto di una rapida trasformazione

In vista della revisione definitiva

sulle misure per l’eliminazione del nucleare, il Cancelliere Merkel

si è incontrato con i governatori di 16 Land nell’aprile di

quest’anno, per mettere a punto un piano per accelerare il passaggio

del paese dal combustibile fossile e dall’energia nucleare alle fonti

rinnovabili. Si tratta un evento di notevole portata, dato che il mercato

delle energie rinnovabili in Germania è caratterizzato da una delle

più rapide crescite al mondo.

Negli ultimo dieci anni, la Germania

ha trasformato radicalmente il suo modo di produrre elettricità: dal

2000 al 2010, il paese ha incrementato la percentuale di elettricità

rinnovabile dal 5 al 17%. I parametri definiti per legge sono stati

raggiunti in anticipo sulle scadenze prefissate e il paese sembra avviato

a superare nuovamente il proprio record entro pochi anni. Il precedente

obiettivo energetico (30% di energie rinnovabili entro il 2020) è stato

recentemente aggiornato dal National Renewable Energy Action Plan

(NREAP) [programmi nazionali definiti in accordo con la Commissione

Europea, ndt] ufficiale. Secondo il NREAP, la Germania prevede di poter

soddisfare il 38% del suo fabbisogno di elettricità tramite le energie

rinnovabili entro il 2020.

Sebbene l’energia idroelettrica e

geotermica e il biogas giochino un ruolo importante nel ‘pacchetto

rinnovabile’, le fonti di energia che verranno potenziate più

rapidamente saranno quella solare e eolica. Secondo i progetti, il vento

e il sole forniranno rispettivamente il 18% e il 7% dell’elettricità

nazionale entro la fine di questa decade. Nonostante la Germania abbia

ricevuto delle critiche per il sostegno ai sistemi fotovoltaici (PV),

relativamente più costosi, il governo ha confermato il suo impegno

nell’accrescere questo tipo di mercato ed è verosimile che, entro

i prossimi due o tre anni, il fotovoltaico rappresenterà un’alternativa

vantaggiosa rispetto all’acquisto di elettricità al dettaglio.

In Europa, numerosi mercati del fotovoltaico

(Repubblica Ceca, Francia e Spagna) sono stati ridimensionati in seguito

alla rapida crescita del biennio 2008-2010. Alcuni analisti ipotizzano

che la Germania sarà il prossimo, grande mercato del fotovoltaico

ad essere ridotto. A oggi, i tedeschi hanno istallato impianti fotovoltaici

per 17.000 megawatt, più di metà del totale mondiale, compresi i nuovi

impianti per oltre 7.400 megawatt nel solo 2010. Le proiezioni ufficiali

prevedono che il fotovoltaico si espanderà fino a superare i 50.000

megawatt entro il 2020. Data l’eliminazione del nucleare messa ora

in atto, è probabile che le proiezioni possano essere ulteriormente

aggiornate e superate nel momento in cui l’economia legata alle fonti

di energia rinnovabili dovesse subire una rapida accelerazione.

Ripensare al nostro modo di fare business

La maggior parte delle reti elettriche

non è stata pensata per il passaggio di energia a generazione

intermittente (come quella eolica o solare) come quella che verrà utilizzata

in Germania. Quando è stato sollevato il problema, il governo tedesco

ha risposto ufficialmente che “senza problemi non ci sarebbero soluzioni”.

Invece che vedere la ristrutturazione dell’attuale rete elettrica

come un problema insormontabile, la Germania raccoglie questa sfida

come un’opportunità per un’innovazione necessaria a raggiungere,

nel futuro, un sistema energetico pulito, affidabile e decentralizzato.

Come ha recentemente dichiarato il Ministro dell’Ambiente tedesco:

“A livello economico,

è un non senso quello di seguire allo stesso tempo due strategie, per

una fornitura energetica centralizzata e per una decentralizzata, dal

momento che entrambe richiedono enormi investimenti. Personalmente sono

convinto che, in termini economici, investire nelle energie rinnovabili

sia il progetto più promettente..”

Per il futuro del settore dell’elettricità

in Germania sarà necessario un ripensamento sul modo di acquistare,

vendere e distribuire l’energia. Nel definire il suo Energy Concept

e nel presentare il recente programma di sei punti per la transizione

energetica accelerata, il governo Merkel ha identificato una serie di

azioni chiave per riorganizzare la rete elettrica:

  • Ottimizzare le attuali opzioni

    di stoccaggio e agevolare la diffusione di batterie di ultima generazione

  • Affidarsi sempre di più

    a impianti energetici flessibili, come quelli a biomasse, biogas e gas

    naturale, in grado di equilibrare e compensare la produzione energetica

    intermittente delle fonti eolica e solare.

  • Rafforzare e ampliare le

    infrastrutture già esistenti della rete elettrica, con la costruzione

    di ‘autostrade’ per la trasmissione in grado di spostare l’energia

    tra il nord del paese, dove il vento non manca, e il sud, dove sono

    invece maggiori le risorse solari.

  • Introduzione massiccia di

    ‘contatori intelligenti’ e smart grid

    [rete ‘intelligente’ di distribuzione elettrica, in grado di gestire

    e ridistribuire i surplus evitando sprechi, ndt]

  • Riorganizzazione accelerata

    dell’efficienza energetica

Se l’energia nucleare centralizzata

e le energie rinnovabili sono in rotta di collisione, il governo tedesco

si sta adoperando affinché queste ultime non solo resistano all’impatto,

ma assumano anche un’importanza sempre maggiore.

Il percorso della Germania

L’esperienza tedesca rappresenta

un ottimo caso di studio per valutare come il mondo intero, dopo il

disastro di Fukushima, stia cercando nuovi metodi per rispondere alle

necessità energetiche. La Germania sta perseguendo con decisione

una strategia di allontanamento sia dall’energia nucleare che dai

combustibili fossili tradizionali ed è verosimile che, prima degli

altri paesi, si troverà ad affrontare le sfide (e sfruttare i benefici)

legate a queste decisioni. Alcuni analisti hanno ipotizzato che questo

percorso ventennale di sostegno alle energie rinnovabili potrebbe rallentare

lo sviluppo economico del paese. Eppure la Germania si è ripresa dalla

crisi finanziaria prima di altri paesi e sta attualmente attraversando

il suo periodo di massima crescita economica (e minore tasso di disoccupazione)

dai tempi della riunificazione, vent’anni fa. Nel paese, il settore

delle energie rinnovabili impiega attualmente 340.000 persone, rispetto

ai 50.000 dell’industria del carbone (dai minatori agli operatori

degli impianti energetici) e si prevede che le esportazioni di tecnologie

e competenze per la gestione delle energie pulite proseguiranno e aumenteranno

nel futuro. Se la scelta, operata dalla Germania, di investire nelle

energie rinnovabili dovesse pagare, è altamente probabile che il paese

manterrà il suo ruolo di traino economico per tutta l’Europa nei

prossimi decenni.

************************************

Fonte: “No nukes, No problem. Germany is proving a rapid transition to renewable energy is possible”

16.05.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GU

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