Simplicius
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Gli eventi accelerano di nuovo, mentre sul palcoscenico si fanno strada le inevitabilità geopolitiche.
Parleremo delle storie apparentemente più importanti che ruotano attorno ai sempre più probabili colloqui di pace ucraini, ma l’evento più grande che rischia di passare inosservato ruota attorno all’escalation di minacce da parte dei Paesi Baltici e dei loro padroni verso la Russia come nuovo vettore di provocazione da parte dell’Occidente.
Alla luce del progressivo collasso dell’Ucraina, l’Impero ha bisogno di trovare un modo per far “autoavverare” la profezia della Russia che attacca l’Europa, al fine di vendere la propria storiografia fraudolenta della guerra, che è alla base di tutta la cattiveria portata avanti contro la Russia fino a questo punto.
Da qui, per vendere l’intera narrazione, ecco la necessità di aumentare le provocazioni per costringere la Russia a compiere un’azione militarmente aggressiva o un attacco contro un altro Paese vicino. Questo servirebbe a due scopi: se la guerra in Ucraina finisce, l’Occidente ha bisogno di un modo per tenere la Russia impegnata e costretta a rallentare il suo sviluppo, in particolare ora che la sua economia si sta rapidamente allontanando da un’Europa in decadenza. Il secondo sta nel fatto che – anche se la guerra in Ucraina dovesse continuare – costringere la Russia a rispondere in modo aggressivo a un Paese vicino galvanizzerebbe la solidarietà europea, e persino globale, consentendo la realizzazione di tutti i sogni di riarmo militare della NATO.
Ora che l’Ucraina è sull’orlo del baratro, la messa in opera del piano sta accelerando. Questa settimana si sono verificati diversi importanti “eventi” concertati, non certo casuali: in primo luogo, il cavo sottomarino Baltika della russa Rostelecom nel Golfo di Finlandia è stato “danneggiato”, cioè reciso, chiaramente non per un'”azione accidentale”:
Nel Golfo di Finlandia, il cavo Rostelecom che collega Kingisepp a Kaliningrad è stato nuovamente danneggiato. Vediamo nell’infografica di RBC gli altri incidenti alle infrastrutture di comunicazione sottomarine che si sono verificati nel Mar Baltico.
L’8 febbraio, Rostelecom ha segnalato il danneggiamento del suo cavo di telecomunicazione sottomarino Baltika. Il cavo collega la regione di Leningrado con Kaliningrad e attraversa in parte le zone economiche di Finlandia e Svezia. Il precedente incidente sulla Baltika era avvenuto il 7 ottobre 2023.
La lunghezza del cavo sottomarino che sarebbe stato danneggiato è di 1.115 km. Il cavo collega Kaliningrad e Kingisepp, nella regione di Leningrado.
Il danneggiamento di questo cavo potrebbe interrompere le comunicazioni di Kaliningrad con la terraferma russa.
Zerohedge descrive in dettaglio la sequenza di incidenti ai cavi del Mar Baltico degli ultimi tempi:
Nello stesso periodo una petroliera russa è stata danneggiata da una “esplosione” nel porto di Ust-Luga, che si trova nel Golfo di Finlandia a poche miglia dal confine con l’Estonia:
Alcuni rapporti russi parlano apertamente di sabotaggio:
Sabotatori nemici hanno probabilmente operato a Ust-Luga. La recente esplosione nella sala macchine della petroliera Koala (164.500 tonnellate), secondo fonti di Ambrey Analytics (società che si occupa di gestione dei rischi marini), sarebbe dovuta a mine subacquee applicate alla parte esterna dello scafo. Le tre esplosioni hanno provocato tre falle: una di 100 cm per 80 cm e due più grandi di 4 metri per 2.
Ieri, il Servizio di intelligence estera russo ha messo in guardia sui prossimi attacchi terroristici e sugli incidenti che l’intelligence ucraina intende realizzare per impedire il passaggio delle navi mercantili russe nel Mar Baltico. Stiamo assistendo al primo incidente di questo tipo.
Come fa capire l’articolo di cui sopra, l’SVR russo ha improvvisamente annunciato che l’Ucraina sta ultimando importanti provocazioni nell’area del Mar Baltico. Il piano prevede in particolare di far saltare in aria una nave straniera ed incolpare la Russia, cercando di far passare la cosa come una “risposta” del Kremlino agli attentati alle risorse russe nella regione:
L’SVR afferma che i servizi speciali dell’Ucraina, con il sostegno dell’Occidente, stanno pianificando una serie di provocazioni anti-russe di alto profilo. Lo scopo ultimo è quello di chiudere l’accesso della Russia al Mar Baltico con il pretesto delle azioni aggressive di Mosca. Il primo attacco terroristico potrebbe essere la detonazione di mine di fabbricazione russo/sovietica contro una nave straniera nelle acque del Baltico. Per questo attacco terroristico [gli ucraini] cercano persone provenienti dall’Asia e dal Medio Oriente, lo stipendio è di 20 mila dollari, non ci sono dettagli sul contratto. Gli attacchi inizieranno il prima possibile per indebolire la posizione negoziale del Cremlino.
Ecco che, sulla scia di quanto sopra, importanti organi di stampa come Politico annunciano una nuova iniziativa per colpire e “sequestrare” la flotta ombra russa:
Riassumendo:
I pirati dell’UE del XXI secolo: Gli Stati baltici cercano nuove opportunità per catturare la flotta ombra della Russia – Politico
Finlandia, Estonia, Lituania e Lettonia stanno cercando scappatoie nel diritto internazionale per sequestrare le navi russe.
L’Unione Europea sta tenendo “colloqui dietro le quinte” per un sequestro su larga scala delle petroliere russe, scrive Politico.
I Paesi europei che si affacciano sul Mar Baltico stanno sviluppando una nuova legislazione per rendere possibile il sequestro delle navi per “motivi ambientali o connessi alla pirateria”.
Le nuove proposte arrivano in mezzo alla diffusa frustrazione per il fatto che le sanzioni occidentali contro la Russia non funzionano, dato che Mosca continua a spedire il suo petrolio e a eludere le sanzioni.
Ora, questi Paesi stanno cercando un pretesto per sviluppare nuove leggi nazionali per il sequestro piratesco di un maggior numero di navi russe, accusando contemporaneamente Mosca di attacchi alle infrastrutture sottomarine e di danni ambientali.
L’articolo nomina addirittura Ust-Luga come il porto critico da cui proviene una vasta porzione del petrolio russo esportato:
Di conseguenza, “la flotta ombra sta trasportando oltre l’80% di tutto il greggio russo”, ha dichiarato Isaac Levi, responsabile per la Russia e l’Europa del centro di ricerca sull’energia e l’aria pulita.
Il Mar Baltico è l’arteria critica per questo commercio illegale. Le navi vengono caricate con petrolio russo in porti come Ust Luga, vicino a San Pietroburgo, prima di attraversare il Golfo di Finlandia e il Mar Baltico fino agli oceani del mondo, passando per il Mare del Nord.
L’anno scorso, 348 navi della flotta ombra, che rappresentano il 40% delle vendite totali di petrolio della Russia, sono partite dai porti del Baltico, secondo Levi – una cifra equivalente a un terzo del budget annuale di Mosca per la difesa.
Il presidente del Comitato per la difesa della Duma russa ha lanciato un minaccioso avvertimento:
Qualsiasi attacco alle nostre navi può essere considerato un attacco al nostro territorio, anche se si tratta di un’imbarcazione battente bandiera straniera: questa, tra l’altro, è una pratica assolutamente comune nella navigazione marittima. È possibile che risponderemo non solo con misure di ritorsione, come l’abbordaggio di navi occidentali nel Mar Baltico, ma anche con azioni cinetiche da parte della nostra Flotta del Baltico”.
Aleksey Zhuravlyov, vicepresidente della Commissione Difesa della Duma di Stato della Federazione Russa, in risposta alla pagliacciata nel Mar Baltico.
Naturalmente, quanto sopra è esattamente ciò che vogliono i manovratori dietro le quinte.
Il giornale Politico, sponsorizzato dall’USAID, ha dedicato un intero articolo all’avvertimento, intitolandolo “La Russia si scaglia contro i piani dell’UE di sequestrare la sua ‘flotta ombra’ nel Mar Baltico“. È curioso come proteggere le proprie navi dal sequestro illegale venga definito “scagliarsi contro”, mentre l’annuncio di sequestrare illegalmente le navi di una nazione sovrana sia accompagnato da titoli morbidi e accondiscendenti.
La stampa occidentale si è a lungo rallegrata per le provocazioni della NATO, che hanno messo pericolosamente la Russia in un angolo:
Nel frattempo, il Reichsmarschall della NATO continua a far rullare il suo tamburo di guerra:
‘Putin will lose’ – If Russia attacked NATO, the reaction would be ‘devastating,’ says Mark Rutte.
Asked about a new Danish intelligence report saying that Russia could start a major war in Europe within five years, Rutte said he does not want to comment on everything coming out… pic.twitter.com/8wF4y2JA3N
— Viory Video (@vioryvideo) February 12, 2025
Il successivo “evento casuale” è stato il grandioso spettacolo che i baltici hanno messo in scena per scollegare i loro piccoli villaggi di gnomi dalla rete elettrica russa. L’assurdo livello di teatralità è tutto da vedere:
Estonia, Latvia, and Lithuania have successfully synchronised their electricity systems with the Continental Europe.
Previously relying on the Russian IPS/UPS system for frequency management, the Baltic States have now joined the synchronous grid of Continental Europe. pic.twitter.com/LYlAdN9AL8
— WORLD AT WAR (@World_At_War_6) February 9, 2025
🤡Celebrating disconnection from Russia Baltic style: the next day, electricity prices go up.
Residential electricity prices in the Baltics have risen by almost 25%, with Lithuania hitting a record high of around 190 euros per megawatt-hour due to cold weather and low… pic.twitter.com/jiYiQgF68K
— Uncensored News (@uncensorednews9) February 12, 2025
Le tre “tigri” baltiche, guidate da Ursula von der Leyen, festeggiano la disconnessione dal sistema energetico russo
Il presidente lituano dice “Addio, Russia! Addio, Lenin!” e gli altri applaudono.
È una sorta di dimostrazione pubblica di assoluta debolezza mentale.
Quale Lenin? È morto cento anni fa. Come potrebbe influenzare la vita dei lituani?
Avete notato l’immaturità sempliciotta, il senso grossolanamente hollywoodiano di questi spettacoli messi in scena dall’Occidente? Praticamente tutto sembra destinato “a fare spettacolo”. Riuscite a immaginare Putin o Xi che danno spettacolo quando firmano i loro partenariati globali con l’Iran o con altri membri adulti e seri della comunità mondiale?
Il momento in cui il sistema energetico dell’Estonia è stato disconnesso dalla Russia
Oggi, i Paesi Baltici (Lettonia, Lituania ed Estonia) sono ufficialmente usciti dall’anello energetico BRELL, scollegandosi dai sistemi energetici della Federazione Russa e della Bielorussia.
“Abbiamo eliminato ogni possibilità teorica che la Russia usi il controllo [della rete] energetica come un’arma”, ha dichiarato il ministro dell’Energia lituano Zygimantas Vaiciunas.
Dal 2018, i Paesi Baltici hanno speso quasi 1,6 miliardi di euro (2,6 miliardi di dollari) per aggiornare le reti e prepararsi al passaggio.
La regina dell’Impero Infestato dai Vermi, Ursula, ha postato il video completo della farsa, condita da altre vuote spacconate e teatralità da liceo:
Ecco l’”indipendenza” energetica:
Congratulazioni, i prezzi dell’elettricità in Lituania, Lettonia ed Estonia sono i più alti d’Europa.
Solo il Belgio ha prezzi più alti.
Beccati questoi questo Pyutin!
Ma è passato inosservato l’obiettivo segreto del taglio dell’energia elettrica nel Baltico: mettere sotto pressione la rete elettrica di Kaliningrad.
Ecco l’articolo:
Il sistema elettrico della regione di Kaliningrad è passato alla modalità di funzionamento autonomo, dopo che Lettonia, Lituania ed Estonia si sono disconnesse dalla rete elettrica unificata con la Russia e la Bielorussia, riferisce il Ministero dell’Energia.
Quando i Paesi Baltici si sono scollegati dalla rete russa e si sono collegati alla rete dell’UE, con la scusa di fermare un inesistente ricatto di Putin, in realtà hanno esercitato pressioni su Kaliningrad. Ora Kaliningrad deve fare affidamento alla sua griglia e può essere messa sotto pressione più facilmente.
Il governo della regione di Kaliningrad si è preparato in anticipo a questo sviluppo, ha dichiarato il Ministero dell’Energia:
“La capacità totale delle centrali elettriche di Kaliningrad è di 1,88 GW, che è più del doppio del consumo energetico di picco della regione”.
Questo è in connessione con altre attività in corso, come la disconnessione delle navi russe dai sistemi di comunicazione satellitare Inmarsat nella regione, come recentemente descritto da Patrushev:
La NATO vuole paralizzare il lavoro dei porti russi nelle regioni di Leningrado e Kaliningrad
Il Presidente del collegio marittimo russo Nikolai Patrushev
Secondo Patrushev, i Paesi occidentali stanno scollegando le navi battenti bandiera russa dal sistema di comunicazione satellitare Inmarsat – una componente integrale del Sistema globale di soccorso ed emergenza marittima.
La Russia ha la volontà e le risorse per rendere irrealistici i sogni della NATO di trasformare il Mar Baltico in un “lago interno” dell’alleanza, – L’ambasciatore russo in Finlandia Pavel Kuznetsov
Ricordiamo che, come provocazione, l’anno scorso la Lituania aveva improvvisamente limitato il traffico ferroviario dalla Russia verso Kaliningrad. Tutto ciò è parte integrante dello sforzo coordinato di isolare lentamente Kaliningrad per costringere una reazione russa, preferibilmente militare, che possa essere usata come giustificazione per ulteriori isterismi e per il rafforzamento militare della NATO, un’intervento, ecc.
Tuttavia, un mese fa Politico aveva già svelato una realtà sempre più cruda: i continui tentativi della Regina dei Vermi di trasformare le nazioni dell’UE nel suo personale teatrino geopolitico di Ken e Barbie hanno iniziato a stancare i leader dell’UE:
Quanto tempo dovrà ancora passare prima che lei e il suo impero marcio finiscano insieme a Zelensky nel vorticoso sciacquone della storia?
Simplicius
Fonte: simplicius76.substack.com14
Link: https://simplicius76.substack.com/p/danger-ramps-up-in-the-baltics-as
13.02.2025
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org