DI JASON MILLER
Thomas Paine’s Corner
“Ci deve essere qualcosa di più di questo;
oppure dimmi: perché esistiamo?”
Iron Maiden
La cultura consumista occidentale che influggiamo al resto del mondo è davvero la vetta della nostra evoluzione? Se lo è rinuncio alla mia appartenenza alla razza umana. Sebbene non tema di essere costretto a presentare le mie dimissioni molto presto, dal momento che il nostro cosiddetto “non negoziabile stile di vita americano” è merda per miliardi di ragioni.
Noi delle nazioni “sviluppate” occidentali, particolarmente negli Stati Uniti, siamo un’enorme disgrazia per la nostra specie. I nostri modi miopi, egocentrici, presuntuosi, immaturi e oscurantisti di esaminare e di interagire con il resto del mondo, compresi gli altri animali umani, animali non umani e la stessa madre terra, sono criminali sino alla nausea e oltre.
E perché non dovrebbero esserlo? Ci sentiamo così portatori di diritti, in modo enormemente patologico, che crediamo in realtà che possiamo mercificare il mondo e tutti i suoi abitanti e risorse per aumentare e assicurare la nostra “prosperità”, “sicurezza” e “crescita economica”. Siamo condizionati a credere alle parole astoriche, manipolatrici ed enormemente distorte che vengono incanalate, nei nostri avvizziti ed atrofizzati cervelli, da teste parlanti, pulite e ben pettinate, di parassiti che devono le loro anime carrieriste ad un sistema che sta distruggendo il mondo.
E perché noi americani statunitensi non dovremmo credere che la nostra “brillante città sulla collina” abbia diritto a tutto ciò che i nostri piccoli cuori possono desiderare (e che le nostre forze armate da mille miliardi di dollari l’anno possono saccheggiare)? Stiamo tutti vivendo alla grande grazie al genocidio che i nostri antenati hanno commesso contro i nativi di Turtle Island. Dopo tutto chi si preoccuperà di una piccolezza come 10-100 milioni di “uomini rossi” morti? O dei 100 milioni di schiavi neri che hanno fortemente (e involontariamente aggiungerei) contribuito allo sviluppo della nostra nazione economicamente ciclopica? Riesco già a vedere scrollare le spalle e attenuare le potenziali colpe con gli argomenti di seconda mano che “abbiamo fatto di più di quanto dovuto a loro”, “ non si può cambiare il passato”, o “ io non ero lì quando ciò accadeva”. Bene, indovinate un po’. Non sto suggerendo riparazioni o scuse. Chi se ne fotte di mettere cerotti sulle ferite aperte. Siamo barbari camuffati da cristiani illuminati–ci siamo illusi sino al punto di credere che la nostra merda profumi come le rose. Quanto lontano dovremo andare prima di porre un termine alla nostra pazzia?
I branchi di grandi animali marini sono crollati del 90% dal 1950. Gli orsi polari e i pinguini stanno affogando a sciami. Il bestiame, i maiali e i polli soffrono orrori indicibili nei centri di tortura eufemisticamente definiti fattorie industriali, in gran parte perché noi si possa fare il nostro “spuntino fast-food” e distruggere il mondo un hamburger alla volta mangiando da McDonald’s. Il 50% delle foreste tropicali mondiali sono perdute e, se il tasso attuale continua, saranno tutte scomparse entro il 2090. Una specie vivente unica si estingue ogni 20 minuti.
Psicopatici senza coscienza come George W. Bush e Dick Cheney salgono di routine alle più alte posizioni di potere, visibilità e responsabilità nella nostra società da incubo. Abbiamo già massacrato più di un milione di iracheni come rappresaglia per le 3000 persone che essi NON hanno ucciso l’11 settembre. Uno sproporzionato sacrificio umano ai suoi livelli più alti. Lavoro ben fatto Usa! (Ci si potrebbe chiedere quanti ne avremmo uccisi se gli iracheni fossero stati i veri responsabili degli attentati al WTC).
Mi chiedo, caro lettore, se ti stai chiedendo la stessa cosa che mi chiedo io mentre scrivo: ma cosa c’è che non va in noi? Noi americani statunitensi eccelliamo nel lodare a parole Cristo e/o il Dio del vecchio testamento, ma la verità è che il nostro vero Dio è Mammona. Persino coloro che rigettano la cultura mainstream e la sua ossessione per la ricchezza e le proprietà materiali sono costretti a sottomettersi all’onnipotente dollaro, nel nostro maledetto sistema capitalista del “cane mangia cane” e del “ il vincitore prende tutto”.
Ci illudiamo di avere il monopolio sulla “libertà” e la “decenza”. Di fatto ci siamo fottuti le menti sino a credere che sia nostro “dovere” “civilizzare” il resto del mondo. In realtà noi siamo schiavi del debito e del salario che giocano ognuno un ruolo nel perpetuare un sistema che è enormemente immorale, sfruttatore e malvagio. Esportiamo la nostra cattiveria tramite la nostra politica estera intrisa di sangue. “Prendiamoli prima che siano loro a prendere noi” è il nostro motto, anche se ci capita di essere l’equivalente di Mike Tyson che polverizza un neonato. Hey, avrebbe potuto attaccarci una volta cresciuto, giusto?
Per quelli di noi ai quali l’indottrinamento non è riuscito a togliere almeno un briciolo di decenza morale c’è ragione per un qualche ottimismo. Come una piramide che si regge sul suo vertice il capitalismo è destinato a cadere. Lineare, di corte vedute, caotico, enormemente immorale, e dipendente da una crescita infinita in un mondo finito, essa ha già raggiunto l’obsolescenza nelle menti di molti pensatori critici intellettualmente onesti. I suoi miliardi di vittime hanno forse alla fine scoperto il suo punto debole: la guerra asimmetrica. Nella sua insaziabile sete per fare di tutto una merce, il capitalismo è entrato in conflitto con la stessa madre natura. Se non saranno le vittime dell’imperialismo e del capitalismo di monopolio a buttare giù questo figlio di puttana, lo farà la terra. E ho fiducia di parlare per conto di molti quando affermo che il mondo riceverà un’autentica benedizione quando la nostra violenta, gerarchica e maligna cultura di omicidio e caos sarà strozzata a morte, come un colpevole che alla fine incontra una vittima che ha i mezzi per sconfiggerlo.
Nel frattempo possiamo accelerare la sconfitta della cultura dominante, come Derrick Jensen ha etichettato il nostro modo di essere capitalistico e occidentalizzato marcio fino al midollo. Come suggerisce Jensen abbiamo bisogno di costruire sulla cultura di resistenza che si sta rapidamente espandendo nell’ambiente pre-rivoluzionario in cui ci troviamo.
Mentre l’inevitabile crollo o rivoluzione si avvicina (le elite al potere possono fottere la gente o l’ambiente duramente prima che il contraccolpo le trascini via) ci sono molte cose che possiamo fare (in base alle nostre capacità e risorse) per sabotare questa macchina assassina e senza pietà.
Gli studenti di storia noteranno che sono necessari tutti i tipi di persone e attività per abbattere un’establishment oppressivo e marcio profondamente trincerato. Scioperanti, boicottatori, organizzatori, pensatori, scrittori, leader spirituali, manifestanti, disobbedienti civili, obiettori di coscienza, fornitori di risorse e i gruppi impegnati in azione diretta come l’ALF [Animal Liberation Front n.d.t.] sono tutti essenziali al successo nel resistere alla considerevole forza e tenacità di coloro che detengono la maggioranza della ricchezza e del potere mondiali.
Perciò, come suggerisce Jensen, trovate ciò che vi piace e fatelo in modo da far traballare un po’ di più quella piramide rovesciata.
E quando arriverà il momento, quelli di noi che si aggrappano così terribilmente alle loro armi sapranno cosa fare con esse.
(Articolo ispirato da una conversazione con Derrick Jensen)
Jason Miller è uno schiavo salariato dell’Impero Americano che si è liberato intellettualmente e spiritualmente. E’ editore associato di Cyrano’s Journal Online e pubblica Thomas Paine’s Corner all’interno di Cyrano’s.
Può essere contattato all’indirizzo [email protected].
Titolo originale: “Negotiable or not, the American Way of Life must be extinguished….”
Fonte: http://www.bestcyrano.org
Link
22.04.2008
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO