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LA COMUNITÀ DEGLI STATI LATINOAMERICANI E CARIBICI (CELAC)

DI EVA GOLINGER
Global Research

Mentre la maggior parte del mondo è

in crisi e le proteste esplodono per tutta l’Europa e gli Stati Uniti,

le nazioni del Caribe e dell’America Latina costruiscono il consenso,

progrediscono nella giustizia sociale e aumentano la cooperazione positiva

nella regione. Negli ultimi dieci anni hanno avuto luogo trasformazioni

sociali, politiche ed economiche in paesi come Venezuela, Bolivia, Ecuador,

Nicaragua, Uruguay, Argentina e Brasile attraverso processi democratici,

che hanno portato a una concreta riduzione della povertà e della disuguaglianza

di reddito nella regione, oltre ad un notevole aumento dei servizi sociali,

della qualità della vita e della partecipazione diretta al processo

politico.

Una delle iniziative principali di

questo secolo da parte dei governi innovativi dell’America del Sud è

stata la creazione di nuove organizzazioni regionali che promuovono

l’integrazione, la cooperazione e la solidarietà tra le nazioni vicine.

Cuba e Venezuela hanno iniziato questo processo nel 2004 con il finanziamento

dell’ALBA, l’Alleanza Boliviana per le Americhe, che ad oggi comprende

Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Dominica, Saint Vincent e Grenadine, Antigua

e Barbuda e Honduras. Inizialmente l’ALBA era stata costituita in risposta

al fallito tentativo del governo statunitense di imporre una FTAA, Zona

di Libero Scambio delle Americhe nella regione. Oggi l’ALBA è una florida

organizzazione multilaterale i cui membri condividono vedute politiche

simili per il loro paesi e per la regione e che include molti accordi

di cooperazione in ambito economico, sociale e culturale. La base fondamentale

del commercio tra le nazioni dell’ALBA è la solidarietà e il mutuo

beneficio. Non c’è competizione, sfruttamento o tentativo di prevaricare.

L’ALBA possiede anche una sua propria valuta, il SUCRE, che permette

un commercio tra gli stai membri indipendente dal dollaro americano.

Nel 2008 era stata ufficialmente istituita

l’UNASUR – Unione delle Nazioni dell’America del Sud – come corpo

regionale per rappresentare gli stati sudamericani. Mentre l’ALBA è

molto più consolidato come voce politica unica, l’UNASUR rappresenta

una diversità di posizioni politiche, di modelli economici e di vedute

per la regione. Tuttavia i membri dell’UNASUR condividono lo stesso

scopo di lavorare per raggiungere l’unità regionale e garantire la

risoluzione dei conflitti in modo pacifico e per via diplomatica. L’UNASUR

ha già giocato un ruolo chiave nella risoluzione pacifica dei conflitti

in Bolivia, specialmente durante il tentato golpe contro il governo

di Evo Morales nel 2008 e ha anche moderato con successo il grave conflitto

tra Colombia e Venezuela, portando al ripristino delle relazioni nel

2010.

Duecento anni fa, l’eroe dell’indipendenza

dell’America del Sud Simon Bolivar, nativo del Venezuela, sognava di

costruire l’unità regionale e creare una “Patria Grande” in

America Latina. Dopo aver ottenuto l’indipendenza di Venezuela, Bolivia,

Ecuador e Colombia e aver combattuto i colonialisti in diversi paesi

del Caribe, Bolivar tentò di realizzare il suo sogno. I suoi sforzi

furono sabotati da potenti interessi che si opponevano la creazione

di un blocco regionale solido, e alla fine, con l’aiuto degli Stati

Uniti, Bolivar fu spodestato dal suo governo in Venezuela e morì isolato

in Colombia alcuni anni dopo. Nel frattempo, il governo statunitense

aveva provveduto a implementare la Dottrina Monroe, un decreto in principio

emanato dal presidente James Monroe nel 1823 per assicurarsi il dominio

e il controllo americano sulle nazioni caribiche e sudamericane appena

liberate.

Quasi duecento anni di invasioni, interventi,

aggressioni, colpi di stato e ostilità condotte dal governo degli

USA contro le nazioni dell’America Latina hanno offuscato il XIX e XX

secolo. Alla fine del secolo scorso Washington era riuscita con successo

a imporre governi in ogni stato caribico e sudamericano subordinati

alla sua agenda, eccezion fatta per Cuba. La Dottrina Monroe era stata

completata e gli USA si sentivano fiduciosi del loro controllo sul “cortile

di casa”.

Il cambiamento inaspettato in Venezuela

all’inizio del XXI secolo, precedentemente considerato come il più

stabile e subordinato partner di Washington, è stato un vero colpo

per gli Stati Uniti. Hugo Chavez era stato eletto presidente ed era

iniziata una rivoluzione. Un tentato colpo di stato nel 2002 non era

riuscito a sovvertire l’avanzata della Rivoluzione Boliviana e la diffusione

della febbre rivoluzionaria nella regione. Presto seguì la Bolivia,

poi il Nicaragua e l’Ecuador. Argentina, Brasile e Uruguay scelsero

presidenti socialisti, due dei quali ex-combattenti di guerrilla. Iniziarono

ad avere luogo importanti cambiamenti in tutta la regione a mano a mano

che la gente di questo vasto, diverso e ricco continente cominciava

a prendere potere ed a far sentire la sua voce.

Le trasformazioni sociali in Venezuela,

che dettero voce al potere del popolo, divennero un esempio per le altre

nazioni, come la sfida di Chavez all’imperialismo statunitense. Cresceva

un forte sentimento di sovranità e indipendenza dell’America Latina,

raggiungendo persino coloro con governi in linea con gli interessi e

il controllo multinazionale degli Stati Uniti.

Il 2 e 3 dicembre del 2011 è

nata la CELAC – Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi

– e la travolgente forza di un continente di circa 600 milioni di persone

ha realizzato il sogno dell’unità vecchio di duecento anni. I trentatre

stati membri della CELAC sono tutti d’accordo sull’indiscutibile necessità

di costruire un’organizzazione regionale che rappresenti gli interessi

e che escluda la presenza autoritaria degli USA e del Canada. Mentre

la CELAC si prende del tempo per consolidarsi, non c’è da sottovalutare

l’eccezionale impegno che i trentatre stati hanno messo in evidenza

al momento del suo avvio a Caracas in Venezuela.

La CELAC dovrà superare i tentativi

di sabotare e neutralizzare la sua espansione e la sua resistenza e

le minacce ed i tentativi di dividere gli stati membri saranno numerose

e frequenti. Ma la resistenza dei popoli dell’America Latina e del Caribe,

che hanno ripreso questo cammino di unità ed indipendenza dopo quasi

duecento anni di aggressione imperialista, dimostra la potente forza

che ha portato questa regione a divenire un’ispirazione per coloro che

cercano la giustizia sociale e la vera libertà in tutto il mondo.

**********************************************

Fonte: The Community of Latin American and Caribbean States (CELAC)

08.12.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO

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