Napoli, 28 luglio 2022 – E’ arrivato il Professor Davide Tutino, ormai conosciuto per il suo attivismo fatto di azioni non violente e disobbedienza civile; un modus operandi che ha dimostrato più di una volta di avvicinare alla lotta molti cittadini.
Per l’occasione, il professore romano ha deciso di intraprendere un’azione all’interno della chiesa più importante di Napoli, il Duomo – la basilica moumentale sede dell’arcidiocesi della città.
In particolare l’ormai celebre docente, insieme a due attivisti pronti a sostenerlo e a documentare il tutto, è entrato nella cattedrale, e si è posizionato davanti l’altare con lo sguardo rivolto all’ingresso. Nel silenzio totale ha esposto un cartello recante le parole di Papa Francesco: “ribellatevi alla guerra“.
Un gesto semplice quanto potente, e soprattutto carico di significato. Il silenzio fa più rumore delle parole.
Il richiamo alla pace all’interno di un luogo di culto, fatto con discrizione e senza disturbo alcuno ai fedeli e ai turisti non è passato inosservato. Dopo circa 20 minuti di tranquillità infatti, Davide Tutino è stato raggiunto dal custode della chiesa che lo ha invitato ad allontanarsi. Al suo rifiuto, il custode, palesemente in difficoltà, si è trovato costretto a chiamare i militari che stazionano perennemente all’esterno del Duomo, per cercare di convincerlo.
L’intervento dei militari e, successivamente, del parroco, non hanno in alcun modo scalfito la volontà di Tutino, che, come confermava lo stesso atteggiamento del custode, non stava commettendo nessuna infrazione.
Non legittimati a poter intervenire, i militari in accordo con il parroco, hanno chiamato le forze dell’ordine, prontamente intervenute. Dopo un confronto pacifico dal quale è risultata l’impossibilità di cacciare un uomo che non aveva posto alcuna resistenza dalla chiesa, soltanto perchè aveva un cartello che citava le parole di pace di Papa Francesco, l’attivista è venuto incontro alla richiesta del parroco e si è spostato all’ingresso del Duomo, dove ha continuato nella sua azione.
L’azione ha dimostrato che anche un gesto così semplice mette a disagio le autorità, in questo caso incarnate tanto dal custode quanto dal parroco, incapaci di poter nascondere la loro inspiegabile rabbia nei confronti di chi professa la pace. Davide e i due attivisti sono infatti stati identificati dalle FF.OO. ma nessuna motivazione poteva portare ad una loro cacciata dal Duomo.
L’azione di Tutino ha dimostrato che oggi anche parole di pace così veritiere possono essere motivo di accusa.
Mantenere la cordialità e la gentilezza però ha garantito l’inizio di un dialogo con quelli che alla fine sono i nostri fratelli, anche se non hanno compreso la gravità della situazione attuale. Ciò palesa che cercare di unirsi è la vera chiave per un mondo migliore, il dialogo è il primo passo per raggiungere la pace.
Sara Iannaccone, 29.07.2022