Di Laura Ranonno, Comedonchisciotte.org
Napoli per la diciassettesima settimana consecutiva è scesa in piazza per dire no alla dittatura sanitaria e al Green Pass. Nonostante la minaccia di pioggia e la concomitanza con il corteo dei lavoratori, un folto numero di attivisti si è ritrovato a piazza Cavour per un breve corteo autorizzato fino a piazza Dante. I manifestanti hanno sfilato con le mascherine ai polsi, in segno di protesta. Il corteo scortato dalle forze dell’ordine è arrivato in piazza, intonando cori e chiedendo che anche il resto della popolazione si unisse alla manifestazione. Sotto la statua di Dante Alighieri a risvegliare le coscienze c’era Fulvio Grimaldi, giornalista di lungo corso, che come annunciato dal Coordinamento No green – pass “non si è venduto per un piatto di lenticchie”. Non più globalizzazione, Grimaldi ha parlato di “glebalizzazione“:
«La riduzione in gleba, in servi della gleba. Ci hanno infilato il ricatto del green pass, dove senza quello, come al tempo della tessera del partito nazionale fascista, non vivi più, non esisti più, non sei più un cittadino. Ma non si è più neanche un suddito. Già ci lamentavamo giustamente che da cittadini sovrani, con i loro diritti costituzionali, sotto personaggi come Draghi, Napolitano, Conte, eravamo ridotti a sudditi. Ma non siamo neanche più questo, siamo inesistenti in quanto corpi, in quanto soggetti dotati di dignità e per natura umana di sovranità sulle nostre decisioni e scelte. Ce le vogliono togliere tutte. Non abbiamo più il diritto di disporre del nostro corpo, della nostra mente, dei nostri figli. È tutto negato e se tu lo riafferri, se rivendichi di essere un uomo, una donna, una libera scelta, tu sei un negazionista». Il discorso di Grimaldi è stato brevemente interrotto dagli organizzatori perché le forze dell’ordine hanno iniziato a identificare alcuni manifestanti. Dal megafono è partito un invito alla calma e a mostrare i documenti. Se dovessero arrivare multe, gli avvocati del coordinamento provvederanno a difendere tutti. Nelle ore successive lo stesso Coordinamento No green pass Napoli ha diffuso un comunicato per stigmatizzare quanto accaduto.
“LE INTIMIDAZIONI NON CI FERMANO!”
Comunicato stampa 14/11/21
“Il Coordinamento “No green-pass” Napoli, composto da associazioni, sindacati di base, docenti, studenti, attivisti e lavoratori/trici di vari settori, esprime forte sdegno e viva preoccupazione per l’atteggiamento inequivocabilmente intimidatorio e provocatorio assunto senza alcun motivo apparente dalle Forze dell’Ordine ieri, sabato 13 novembre, in piazza Dante, nel corso dell’ultima delle manifestazioni di protesta contro l’inviso green-pass, che per consuetudine ormai consolidata si svolgono nella stessa piazza ormai dal Luglio scorso. Al termine di un partecipatissimo corteo snodatosi per le vie della città a partire dal primo pomeriggio, infatti, a uomini in divisa e in borghese è stato dato ordine di identificare i cittadini presenti al presidio stanziale previsto dalle 17,30 in poi, e a molti è stato intimato di esibire i documenti (in una decina di casi, è stata fotografata la carta di identità), generando comprensibile risentimento. Ciò, al duplice scopo di formulare un’indiretta accusa di violazione delle contraddittorie e discutibili “norme anti- Covid” e, al contempo, di prospettare nuove incursioni e denunce nel corso delle prossime manifestazioni. Queste ultime, del resto, sono state sottoposte, dal ministro degli Interni, a limitazioni tanto inaccettabili sul piano dell’agibilità politica dei cittadini, in uno Stato democratico, quanto risibili sul piano della prevenzione del contagio e della tutela della salute pubblica, che per il ministro sarebbe messa a rischio esclusivamente dagli “assembramenti” (all’ aperto!) dei lavoratori e delle lavoratrici che esercitano il sacrosanto e costituzionale diritto alla libera estrinsecazione del dissenso, sale e indice privilegiato della dialettica democratica, mentre gli assembramenti non ideologicamente connotati, incontrollabili o devoluti al consumo godrebbero di una barriera immunitaria “naturale”. Ci rifiutiamo e ci rifiuteremo sempre di aderire a questa rappresentazione surreale, inverosimile e interessata della realtà. Continueremo ad occupare legittimamente e caparbiamente gli spazi cittadini, per evidenziare le storture normative, i ricatti sociali e le torsioni autoritarie di questo governo, che fomenta irresponsabilmente un feroce odio tra i cittadini per eludere o nascondere le proprie responsabilità in ordine alla gestione fallimentare e, a tratti, criminale della pandemia. Il ministro degli Interni ha motivato la censura della protesta contro il green-pass menzionando anche fantomatici “disagi” creati dai contestatori ai lavoratori: noi sappiamo che il primo e più pesante disagio, per chi un lavoro ancora ce l’ha e non è stato lasciato senza dignità e senza risorse dai licenziamenti e dalle delocalizzazioni selvagge consentite dal governo dei “migliori”, è quello generato dall’obbligo di esibire un lasciapassare discriminatorio e oneroso, che non incide sulle dinamiche del contagio ma forza indirettamente alla vaccinazione, con inusitata e inedita violenza. Siamo noi i lavoratori e le lavoratrici di questo paese; siamo noi a stabilire le nostre priorità civili ed etiche, e a valutare le azioni dei governi. Ora, di fronte a queste prime avvisaglie di una ulteriore stretta repressiva, saremo ancora più determinati a proseguire nella nostra azione in difesa dei diritti e del lavoro“.
Neanche questo ha fermato i cittadini in piazza che hanno poi sciolto la manifestazione con calma, dandosi appuntamento a mercoledì sotto la regione Campania. E ovviamente al prossimo sabato. Per la diciottesima volta consecutiva.