DI LAWRENCE DAVIDSON
Information Clearing House
Il 23 luglio è stato annunciato
che Dariush Rezai-Nejad era stato ucciso a colpi di arma da fuoco a
Teheran da due uomini in motocicletta. Gli attentatori hanno inseguito
la moglie e le hanno sparato anche a lei. Secondo Al Jazeera,
Rezai-Nejad stava effettuando ricerche nel campo dell’elettronica
e aveva contatti con il Dipartimento Iraniano della Difesa. Non si sa
se fosse collegato con il programma nucleare iraniano. Questo non è
il primo attacco di questo tipo. Nel novembre 2010 le auto di altri
due scienziati iraniani che avevano legami certi col programma nucleare
erano state imbottite di esplosivo. Uno dei due uomini, Majid Shahriari,
rimase ucciso mentre l’altro, Fereydoun Abbasi, e sua moglie, rimasero
feriti.
Ci sono molti dibattiti su chi sia
il responsabile di questi attacchi. Una delle teorie preferite dall’occidente
è che il governo iraniano stia uccidendo i propri scienziati perché
sospetta defezioni. L’unico scienziato pubblicamente identificato
che potrebbe fuggire è Shahram Amiri. Ha affermato di essere stato
rapito da agenti sauditi mentre era in pellegrinaggio alla Mecca nel
giugno del 2009 e poi di essere stato portato con la forza negli Stati
Uniti. Successivamente è tornato in Iran. L’ipotesi che il governo
iraniano stia assassinando alcuni dei suoi scienziati per assicurarsi
la fedeltà degli altri sembra inverosimile. Ci sono modi molto meno
drastici per raggiungere tale risultato. Quasi ogni fonte indipendente
che analizza la questione concorda sul fatto che i veri mandanti di
questi omicidi in serie e tentati omicidi siano gli Usa e Israele, forse
con l’appoggio del Regno Unito. Queste fonti includono il corrispondente
militare di alto rango israeliano, Yossi Melman, che una volta ha affermato
al giornale britannico The Independent che “ci sono iniziative
continue dei servizi segreti Israeliani e delle loro controparti occidentali,
l’MI6 britannico e la CIA, per sabotare, ritardare e se possibile
fermare l’Iran dall’ottenere […] la sua prima atomica”. Questo
può giungere anche all’assassinio di scienziati iraniani. Le stesse
considerazioni provengono dal francese Le Figaro, dall’agenzia
cinese Xinhua e dal Jerusalem Post.
Alla maggior parte degli Americani
suonerà falso che Washington, descritta usualmente, dalla nascita alla
morte, come un dono di Dio per il buon governo, sia implicata in campagne
di assassini “ufficiali”. Tuttavia, un breve sguardo alla storia
recente suggerisce che questa pratica sia la norma. Per esempio, durante
la guerra del Vietnam. La CIA avviò il Programma Fenice che portò
all’uccisione di 26.369 persone sospettate di essere Vietcong. Il
programma proseguì dal 1967 al 1972 quando fu chiuso a causa della
cattiva immagine. Quasi immediatamente dopo fu rimpiazzato da una nuova
operazione, molto simile, chiamata in codice “F-6”. Durante gli
anni ’50, ’60 e ’70 la CIA ha ucciso o contribuito ad assassinare
migliaia di persone in Centro e Sud America. L’Agenzia, a quanto riferito,
cercò di uccidere Fidel Castro centinaia di volte. Sotto l’Amministrazione
Bush junior, rapimenti, torture e omicidi erano le procedure standard.
E, alla fine, sembra che una sciatta forma di omicidio sia a tutt’oggi
la tattica preferita nell’attuale “guerra al terrore”. Gli USA
attualmente utilizzano droni che non solo colpiscono il bersaglio, ma
anche tutti coloro che si trovano nelle vicinanze al momento dell’attacco.
Questa breve storia dovrebbe rendere evidente che i resoconti sul coinvolgimento
degli Stati Uniti negli attacchi agli scienziati iraniani sono del tutto
coerenti con le loro pratiche abituali. Più in generale, non si troverà
alcuna “schizzinosità morale” proveniente dall’uso da parte di
Washington degli omicidi come elemento di politica estera.
Contraddizione
Ora arriviamo alla parte sorprendente
di questa storia. I lettori di questo blog ricorderanno la mia analisi,
postata il 10 giugno 2011, intitolata “L’Iran e la questione delle
armi nucleari”. È evidente oltre misura che il programma nucleare
iraniano non è finalizzato allo sviluppo di armi atomiche. Bisogna
ricordare che questa era ed è ancora la conclusione di non meno di
sedici Agenzie di Intelligence statunitensi (compresa la CIA),
come espresso in due Stime Nazionali dell’Intelligence. In
altre parole, una parte del governo degli Stati Uniti sembra coinvolta
nel tentativo di uccidere scienziati iraniani per il loro presunto lavoro
su un programma che un’altra componente del governo USA ha confermato
non esistere. Possiamo farla ancora più breve. Sembra che una parte
della CIA sia implicata negli attacchi a questi scienziati a causa della
ricerca sulle armi atomiche che un’altra parte della CIA ritiene che
non stia avvenendo. A quale gioco schizofrenico si gioca?
- La complicità nel programma
di omicidi è parte della politica che deriva da una particolare visione
del mondo. Questa visione è anti-iraniana (questo risale alla rivoluzione
del 1978-‘79 e alla detenzione degli ostaggi americani), anti-islamica
(sotto forma di uno “scontro di civiltà”) e pro-Israele (resa solida
dalla lobby sionista). La decisione di perseguire tale politica
è una politica fatta da uomini e donne in posizioni chiave nel Congresso
e nel ramo esecutivo del governo, che condivide o almeno accetta tale
visione del mondo. In più, tutti questi individui aderiscono a o accettano
ipotesi riguardo l’Iran che siano compatibili con tale visione d’insieme.
È considerato un dato di fatto che al momento l’Iran sia una nazione
aggressiva, ambiziosa e istintivamente ostile sia agli interessi dell’America
che di Israele. Pertanto, non sono importanti le notizie che confermano
gli sforzi dell’Iran nel nucleare civile, ma verrà comunque trasformato
in qualcosa di malvagio dalle esigenze della prevalente visione del
mondo e dalle ipotesi in gioco. Questo a sua volta giustificherà gli
attacchi alle persone coinvolte nella ricerca iraniana sull’energia
nucleare.
- Nel frattempo, coloro che
eseguono le analisi professionali di intelligence, come quelle
effettuate nelle Stime Nazionali, non sono guidati da una tale visione
del mondo e non fanno alcuna ipotesi. La possibilità di valutare i
dati di intelligence con mente aperta è parte di ciò che rende
tali persone professionali. Così, valutano intelligentemente l’intelligence,
determinano cosa voglia dire in modo obiettivo e riferiscono di conseguenza.
Ovviamente questo tipo di procedura dà una valutazione più onesta
e accurata di una largamente predeterminata da miriadi di ipotesi.
Conclusione
Sfortunatamente, l’onestà e la precisione
non sono le priorità dei responsabili politici catturati da visioni
del mondo plasmate ideologicamente e dalle loro ipotesi. Sia che si
tratti della Guerra Fredda che della Guerra al Terrore, è l’ideologia
che definisce la realtà. La stime dell’intelligence
che danno un quadro differente sono sempre più spesso politicamente
inaccettabili. Pertanto, rendere nota la contraddizione tra la politica
guidata da ipotesi distorte e quella basata su indagini obiettive significa
puntare un riflettore su tutto ciò che è sbagliato nella politica
estera degli Stati Uniti. Eppure questo è un messaggio che i nostri
politici non sono in grado di sentire. La loro visione del mondo intasa
anche i loro orecchi.
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Fonte: Death
and Contradiction: The Case of Iran’s Nuclear Scientists
27.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MICIOGA