Una meta-analisi pubblicata nella sezione Pediatric Research di Nature, una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, evidenzia che l’Omeopatia è efficace nel trattamento dei disturbi dell’attenzione/iperattività noti con l’acronimo ADHD.
La ricerca prende in considerazione vari precedenti lavori scientifici e, dopo aver escluso quelli ritenuti inattendibili o incompatibili per motivi metodologici, si è concentrata in particolare su sei mostrando che “la terapia omeopatica individualizzata ha un effetto clinicamente rilevante e statisticamente robusto nel trattamento dell’ADHD”.
Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività sembra in drammatica crescita tra i bambini. Negli ultimi anni, infatti, c’è stato un enorme aumento sia di diagnosi che di prescrizione di farmaci con conseguenti effetti collaterali anche gravi (ad esempio insonnia, inappetenza, ansia, irritabilità, depressione, allucinazioni e persino istinti suicidi). Il risultato di questo studio è, dunque, particolarmente significativo.
Scrivono gli autori: “Sebbene il meccanismo d’azione dei farmaci omeopatici sia sconosciuto, potrebbe valere la pena utilizzare l’omeopatia come opzione aggiuntiva nell’approccio terapeutico all’ADHD”. E ancora: “I nostri dati mostrano che potrebbe essere utile: una dimensione dell’effetto di 0,6 deviazioni standard è clinicamente rilevante e nella nostra analisi anche statisticamente robusta. […] Raccomandiamo quindi ai medici di considerare il trattamento omeopatico come complemento al loro piano di trattamento per i bambini con ADHD, ad esempio, rivolgendosi a medici competenti”.
L’Omeopatia, nonostante ci sia ancora chi periodicamente tenta di screditarla, è una delle medicine naturali più diffuse nel mondo occidentale e si basa sull’uso di quantità minime di sostanze vegetali, minerali o animali che, stimolando le difese dell’organismo, favoriscono o accelerano il naturale processo di guarigione (invece di sostituirsi ad esso come avviene con i farmaci classici).
È una medicina che tratta l’individuo nella sua globalità e che cerca di risolvere i problemi che sono alla base della disarmonia, piuttosto che spegnere i sintomi attraverso cui si manifesta.
La sua origine risale alla fine del Settecento quando il medico tedesco Samuel Hahnemann si accorse che esistevano sostanze capaci di provocare in individui sani sintomi simili a quelli che si dovevano curare. In base a questa intuizione studiò varie sostanze, compresi molti veleni, arrivando a formulare e a dimostrare la legge base dell’Omeopatia, ovvero “la Legge della Similitudine”, in base alla quale una sostanza capace di provocare una malattia, se somministrata in una dose altamente diluita e dopo essere stata sottoposta a un determinato numero di scosse (dinamizzata) che ne aumentano l’efficacia terapeutica, può anche curarla.
Obiettivo dell’Omeopatia è quello di ristabilire l’equilibrio di un terreno perturbato dalla malattia quindi di stimolare una risposta che, non solo provochi un miglioramento del sintomo, ma anche delle condizioni di tutto l’organismo. È dunque una terapia olistica che si concentra su tutti gli aspetti dell’individuo: psichico, fisico, emotivo e spirituale.
Oggi la salute è completamente in mano alle grandi lobbies farmaceutiche e, nelle varie facoltà ad indirizzo sanitario, gli studenti sono perlopiù indottrinati dalla visione riduzionista e meccanicista.
La vera Medicina, invece, è incentrata sulla persona vista nel suo complesso e non può fare a meno di integrare varie diverse conoscenze. Non solo, quindi, l’Omeopatia andrebbe tenuta maggiormente in considerazione, ma anche tutte le altre Medicine Tradizionali e Naturali.
Sarebbe un sicuro vantaggio per i pazienti se, in tutti i paesi del mondo, e in tutti i territori senza differenze, le tante conoscenze nel campo della Salute potessero convivere e l’offerta sanitaria pubblica potesse garantire diversi metodi di approccio terapeutico.
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VB