I bambini sono particolarmente sensibili alle vibrazioni emozionali nelle quali sono immersi e il loro sistema immunitario risente dei livelli di stress familiare. Se i genitori sono tesi, preoccupati o stanno per divorziare, per i più piccoli è più facile ammalarsi.
Non è una esagerazione ma realtà. Tempo fa l’Università svedese ha fatto uno studio a riguardo scoprendo che i figli di famiglie ad elevato grado di nervosismo hanno alti livelli di cortisolo, un marcatore biologico dello stress. Ma non solo. Gli scienziati hanno potuto riscontrare che le tensioni eccessive deprimono il sistema immunitario, rendendo l’organismo meno resistente agli attacchi dei patogeni e se la situazione di stress si prolunga nel tempo, sono possibili anche reazioni di tipo autoimmune.
In effetti il nostro corpo è programmato per riuscire a difendersi dallo stress di ogni giorno quando questo è di breve durata, ma risulta molto più complicato non subire effetti negativi se la tensione si prolunga nel tempo. Se questo è valido per gli adulti, lo è a maggior ragione per i bambini che vivono in contesti familiari caratterizzati continuamente da forti tensioni e disagi.
Purtroppo di famiglie in difficoltà oggi ce ne sono tante e i piccoli sono quelli che alla fine ne fanno le spese. Il più delle volte mamma e papà litigano per motivi più o meno significativi senza pensare minimamente ai danni subiti dai propri figli sul piano della salute e della formazione della personalità (sensazione di insicurezza e impotenza, sensi di colpa, paure, ansie).
Ciò non vuol dire che in casa si deve essere per forza sorridenti e felici 24 ore al giorno, qualche discussione può capitare anche alle coppie più affiatate. Magari sarebbe meglio evitare davanti ai figli piccoli, e se proprio succede di litigare, è bene poi rassicurare i bimbi sull’affetto reciproco dei genitori e soprattutto su quello dei genitori nei loro confronti (“a tutti può succedere di litigare, anche quando ci si vuole molto bene, ma un litigio passa e il bene resta, mamma e papà si vogliono bene e ne vogliono tanto anche a te”).
Anche i bimbi molto piccoli vanno rassicurati perché, anche se non capiscono i contenuti dei discorsi, però percepiscono molto bene le alterazioni dei suoni e dei toni e si spaventano molto. Per tranquillizzarli è necessario cullarli a lungo, abbracciarli e dire loro con dolcezza che va tutto bene.
Significa che se i bambini, poi, vengono opportunamente consolati, si può anche discutere?
Non è mai bene mettere i bimbi davanti a una situazione che li spaventa e li destabilizza. È opportuno che i genitori discutano le rispettive posizioni lontano dallo sguardo e dalle orecchie dei figli, da soli. Possibilmente cercando di raggiungere una soluzione.
E neppure è funzionale evitare il confronto tra adulte incompatibilità facendo poi pagare la cosa in modo diverso: non più affettuosità, silenzi, indifferenza, letti o camere separate. I figli, per crescere forti e sani, non solo hanno necessità di vivere in un ambiente dove non ci sono tensioni, ma anche in cui si respira l’amore.
Basterebbe a volte fermarsi ad ascoltare non solo stessi, ma anche gli altri. Imparare a riconoscere i limiti costruttivi di ogni dialogo e di ogni diverbio. E cercare, quando sembra non esserci più via d’uscita, anche il sostegno di una persona esperta attraverso un percorso di terapia di coppia o di mediazione familiare di modo che si riescano ad individuare in modo chiaro e imparziale le motivazioni dei conflitti. Molte coppie sono uscite rafforzate e più serene da incontri di questo tipo e anche i bambini ne hanno tratto un grande beneficio.
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VB