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La Redazione

 

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MADRE TERESA, GIOVANNI PAOLO II E LA FABBRICA DEI SANTI

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A cura di Das schloss
Il 6 Novembre 2007
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blankDI MICHAEL PARENTI
CommonDreams

Durante i 26 anni del suo papato, Giovanni Paolo
II ha elevato a santità 483 persone, più santi
di tutti i precedenti papi assieme, come viene riferito.

Ci fu un
personaggio che beatificò ma che non ebbe il tempo di
canonizzare perché non visse abbastanza, cioè Madre
Teresa, la suora cattolica di origini albanesi che sedeva a tavola
con i ricchi e i famosi del mondo mentre veniva considerata una
ardente difenditrice dei poveri. Beniamina dei media aziendali e dei
governi occidentali, oggetto di adorazione al pari di una celebrità,
Teresa è stata per molti anni la donna più riverita
sulla Terra, inondata di riconoscimenti e premiata con un Nobel per
la pace nel 1979 per il suo “lavoro umanitario” e la sua
“ispirazione spirituale”.

Ciò che di solito è passato inosservato sono le
grandi somme che riceveva da ricchi contribuenti, compreso un
milione di dollari dal bancarottiere condannato per la crisi della
Lincoln savings & loan Charles
Keating
, per conto del quale lanciò personalmente un
appello alla clemenza al giudice che presiedeva. In quella occasione
fu invitata dal procuratore a restituire il dono di Keating, dal
momento che si trattava di denaro rubato. Non lo fece mai. Piuttosto
accettò somme rilevanti donatele dalla brutale dittatura
Duvalier e sottratte regolarmente alla tesoreria pubblica di Haiti.

Gli “ospedali” di Madre
Teresa per gli indigenti in India e altrove si rivelarono poco più
che magazzini umani in cui persone seriamente ammalate giacevano su
materassini, a volte cinquanta o sessanta persone in una stanza
senza il beneficio di un’adeguata assistenza medica. Generalmente i
loro malanni non venivano diagnosticati. Il cibo era
nutrizionalmente insufficiente e le condizioni sanitarie
deplorevoli. C’era poco personale medico sul posto, più
spesso suore e preti impreparati.

Tuttavia, quando si occupava dei propri problemi di salute,
Teresa si rivolgeva ad alcuni dei più costosi ospedali e
reparti di cura del mondo per trattamenti allo stato dell’arte.

Teresa attraversò il globo per ingaggiare campagne contro
il divorzio, l’aborto e il controllo delle nascite. Alla cerimonia
per l’assegnazione del Nobel, dichiarò che “il più
grande distruttore di pace è l’aborto”. Una volta ha
anche insinuato che l’AIDS potrebbe essere solo una punizione per
una condotta sessuale impropria.

Teresa alimentò un flusso costante di disinformazione
promozionale su se stessa. Sosteneva che la sua missione a Calcutta
sfamasse più di mille persone ogni giorno. In altre occasioni
questo numero arrivava a 4000, 7000 o 9000. In realtà le sue
mense per poveri sfamavano non più di 150 persone (sei giorni
a settimana), compreso il suo seguito di suore, novizie e preti.
Sosteneva che la sua scuola nei bassifondi di Calcutta ospitasse
5000 bambini quando gli effettivi iscritti erano meno di un
centinaio.

Teresa dichiarò di avere 102
centri di assistenza per famiglie a Calcutta, ma Aroup Chatterjee,
da lungo tempo residente a Calcutta e autore di un’ampia
indagine sul campo
sulla sua missione, non ha potuto trovare un
singolo centro.

Come uno dei suoi devoti spiegava,
“Madre Teresa è tra quelli che meno si preoccupano
delle statistiche. Ha ripetutamente affermato che ciò che
conta non è quanto lavoro si compie, ma quanto amore si mette
nel lavoro”. Ma Teresa era davvero indifferente alle
statistiche? Al contrario, le sue inesattezze numeriche andavano
consistentemente e opportunamente in una sola direzione, esagerando
abbondantemente i suoi risultati.

Durante i molti anni in cui la sua missione era a Calcutta, ci
furono circa una dozzina di inondazioni e numerose epidemie di
colera dentro o vicino alla città, con migliaia di vittime.
Molte organizzazioni di soccorso rispondevano ad ogni disastro, ma
Teresa e i suoi non si vedevano, eccetto che brevemente in una
occasione.

Quando qualcuno chiedeva a Teresa
come la gente senza denaro né potere potesse rendere il mondo
un posto migliore, lei rispondeva “Dovrebbero sorridere di
più”, una risposta che affascinava alcuni
interlocutori. Durante una conferenza stampa a Washington DC, quando
le venne domandato “Insegnate ai poveri a sopportare il
proprio destino?” rispose “Penso che sia molto bello per
i poveri accettare il loro destino, condividerlo con la passione di
Cristo. Penso che il mondo tragga molto giovamento dalla sofferenza
della povera gente”.

Ma lei stessa visse eccessivamente bene, godendo di lussuose
sistemazioni nei suoi viaggi all’estero. Sembra che sia passato
inosservato che come celebrità mondiale trascorreva la
maggior parte del suo tempo lontano da Calcutta, con soggiorni
prolungati presso opulente residenze in Europa e negli Stati Uniti,
volando da Roma a Londra a New York su aerei privati.

Madre Teresa è il supremo
esempio di quel tipo di icona accettabilmente conservatrice diffusa
da una cultura dominata dalle élite, una “santa”
che non ha espresso una parola critica contro le ingiustizie
sociali, e che ha mantenuto comode relazioni con i ricchi, i
corrotti e i potenti.

Ha dichiarato di essere al di sopra della politica quando era di
fatto marcatamente ostile verso ogni tipo di riforma progressista.
Teresa era amica di Ronald Reagan, e intima del conservatore magnate
britannico dei media Malcolm Muggerridge. Era una gradita ospite del
dittatore haitiano “Baby Doc” Duvalier, e aveva il
supporto e l’ammirazione di una quantità di dittatori centro
e sudamericani.

Teresa fu il modello di santo per Papa Giovanni Paolo II. Dopo la
sua morte nel 1997, avviò il periodo di attesa quinquennale
che si osserva prima di cominciare il processo di beatificazione che
porta alla santificazione. Nel 2003, a tempo di record, Madre Teresa
fu beatificata, il passo finale prima della canonizzazione.

Ma nel 2007 il processo di canonizzazione incontrò degli
ostacoli lungo la sua strada, essendo stato svelato che insieme a
varie altre sue contraddizioni Teresa non era un bastione di gioia
spirituale e di solida fede. I suoi diari, esaminati dalle autorità
cattoliche a Calcutta, hanno rivelato che è stata tormentata
dai dubbi: “Sento che Dio non mi vuole, che Dio non è
Dio e che non esiste davvero”. La gente pensa che “la
mia fede, la mia speranza e il mio amore siano straripanti e che la
mia intimità con Dio e l’unione dei nostri cuori riempia il
mio. Se solo sapessero”, scrisse, “che il Paradiso non
significa nulla”.

Attraverso molte tormentate notti insonni emise pensieri come
questo: “Mi si dice che Dio mi ama – e invece la realtà
di oscurità e freddo e vuoto è talmente grande che
niente tocca la mia anima”. Il Messaggero, popolare quotidiano
romano, ha commentato: “La vera Madre Teresa fu una persona
che ebbe visioni per un anno e dubbi per i 50 successivi –
fino alla sua morte”.

Un altro esempio di santificazione lampo, spinta da Papa Giovanni
Paolo II, avvenne nel 1992 quando egli beatificò rapidamente
il reazionario Mons. José
María Escrivá de Balaguer
, sostenitore dei regimi
fascisti in Spagna e altrove, e fondatore dell’Opus Dei, un potente
e riservato movimento ultra-conservatore “temuto da molti come
una sinistra setta dentro la Chiesa Cattolica”. La
beatificazione di Escrivá arrivò solo diciassette anni
dopo la sua morte, un record battuto solo con l’arrivo di Madre
Teresa.

Seguendo la propria agenda politica, Giovanni Paolo utilizzò
un’istituzione della Chiesa, la santificazione, per conferire una
speciale santità a ultra-conservatori come Escrivá e
Teresa—e implicitamente a tutto ciò che essi
rappresentarono. Un altro fra gli ultra-conservatori santificato da
Giovanni Paolo, abbastanza stranamente, fu l’ultimo regnante
asburgico dell’impero Austro-Ungarico, Carlo I d’Austria, che regnò
durante la Prima Guerra Mondiale.

Giovanni Paolo beatificò anche il Cardinale Alojzije
Viktor Stepinac
, il principale prelato croato che accolse la
conquista della Croazia da parte dei nazisti e degli ùstascia
fascisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Stepinac sedette nel
parlamento ùstascia, apparve in numerosi eventi pubblici
assieme a alti esponenti nazisti e ùstascia, e sostenne
apertamente il regime fascista croato.

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[Chiesa e Fascismo: a sinistra Escrivà de Balaguer, sostenitore di Francisco Franco in Spagna. A destra Alojzije Viktor Stepinac con il criminale nazista, e leader ustascia, Ante Pavelic]

Nel panteon celeste di Giovanni Paolo, i reazionari ebbero
migliori chance per la canonizzazione rispetto ai riformatori. Si
consideri il trattamento che ha riservato all’Arcivescovo Oscar
Romero che parlò contro le ingiustizie e le oppressioni
patite dal popolo impoverito di El Salvador e che per questo fu
assassinato da una squadra della morte di destra. Giovanni Paolo non
ha mai denunciato l’assassinio o i suoi perpetratori, definendolo
solamente “tragico”. Di fatto, appena qualche settimana
prima dell’omicidio, alti funzionari del partito Arena, il braccio
legale delle squadre della morte, inviarono una delegazione ben
accolta in Vaticano per protestare a causa delle affermazioni
pubbliche di Romero nel nome dei poveri.

Romero era considerato una specie di santo da molti poveri
Salvadoregni, ma Giovanni Paolo tentò di bandire qualunque
discussione della sua beatificazione per cinquant’anni. La pressione
popolare da El Salvador portò il Vaticano a tagliare il
ritardo a venticinque anni. In ogni caso, Romero è stato
destinato alla “linea lenta”.

Il successore di Giovanni Paolo,
Benedetto XVI, ha avviato il periodo di attesa quinquennale allo
scopo di collocare istantaneamente lo stesso Giovanni Paolo II su
una strada ultra-veloce per la canonizzazione, correndo fianco a
fianco con Teresa. Già dal 2005 ci sono stati rapporti di
possibili miracoli attribuiti al pontefice polacco recentemente
scomparso.

Uno di tali resoconti è stato offerto dal Cardinale
Francesco Marchisano. Mentre pranzava con Giovanni Paolo, il
cardinale indicò che a causa di una malattia non poteva usare
la propria voce. Il papa “accarezzò la mia gola, come
un fratello, come il padre che era. Dopo di ciò mi sottoposi
ad una terapia di sette mesi, e fui nuovamente capace di parlare”.
Marchisano pensa che il pontefice potrebbe aver dato una mano nelle
cure: “Potrebbe essere”, ha detto. Un miracolo! Viva il
papa!

Le pubblicazioni recenti di Michael Parenti comprendono:
Contrary Notions: The Michael Parenti
Reader
(City Lights, 2007); Democracy
for the Few
, ottava ed. (Wadsworth, 2007); The
Culture Struggle
(Seven Stories, 2006).

Titolo originale: “Mother Teresa, John Paul II, and the Fast-Track Saints”

Fonte: http://www.commondreams.org/
Link
22.10.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di STIMIATO

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