L'OCCIDENTE PU “ESPORTARE” I DIRITTI DEI GAY?

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DI KWEI QUARTEY
Foreign Policy in Focus

Nel corso della riunione tenuta nello

scorso ottobre a Perth in Australia dei Capi

del Governo del Commonwealth (CHOG),

il Primo Ministro britannico David Cameron ha

redarguito alcuni dirigenti

africani che, se le loro nazioni dovessero bandire l’omosessualità,

potrebbero rischiare di perdere gli aiuti economici del Regno Unito.
Non abbiamo sicuramente anticipato la prontezza e la rabbia della risposta africana a questa dichiarazione.

Per il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, 0 Commenti and 0 Reazioni”. Il solitamente pacato Presidente ghanese

Atta Mills ha

detto che il Ghana si impegna

nel sostenere i diritti umani come stabilito dalla costituzione,

ma da presidente di questa nazione, non avvierò

né sosterrò alcun tentativo di legalizzare l’omosessualità

in Ghana”. Sfidando la dichiarazione di Cameron, il senato nigeriano ha approvato una legge che vieta i matrimoni dello stesso sesso e

auspica una condanna a 14 anni di prigione per le persone colpevoli

di essere omosessuali. Il consigliere presidenziale dell’Uganda John Nagenda, uno

dei paesi più pericolosi al

mondo per i gay, ha riferito che gli ugandesi sono “stanchi di queste lezioni” e che non possono essere trattati come dei “bambini“.

L’ufficio di Cameron ha tentato di chiarire la dichiarazione, riferendosi ai diritti dei

gay nel contesto più largo dei diritti umani. Quando sembrava che il

furore si fosse placato, il Presidente Obama ha annunciato il 6 dicembre

2011 che la sua amministrazione utilizzerà gli

aiuti all’estero per promuovere i diritti dei

gay e delle lesbiche, anche combattendo i tentativi dei governi stranieri

di criminalizzare l’omosessualità. Quasi simultaneamente al rilascio

del memorandum di Obama, il Segretario di Stato Hillary Clinton,

in un discorso al Palazzo

delle Nazioni per il riconoscimento

dello Human Rights Day, ha parlato di “un gruppo i cui diritti umani sono ancora oggi negati in troppe parti del

mondo”: le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT).

Clinton ha riconosciuto che la prestazione degli Stati Uniti riguardo

i diritti umani delle persone gay è lungi dall’essere perfetta.

Reagendo alle dichiarazioni di Obama-Clinton,

l’ugandese John Nagenda ha

affermato che “l’omosessualità

qui [in Africa] è un tabù […] e io posso dire che quest’idea della

Clinton, di Obama, è qualcosa che verrà

considerata odiosa”. Uno sguardo a come le nazioni africane puniscono

le persone gay o quelli sospettati

di essere omosessuali ci dà il senso di quanto pervasiva sia diventata

l’omofobia in molte di queste nazioni. Poco importa, a proposito,

che molte di esse siano firmatarie dell’altisonante Statuto Africano sui Diritti

Umani e dei Popoli, il cui

articolo 28 afferma che “ogni individuo deve avere il dovere di

rispettare e considerare le persone che gli sono vicine senza discriminazione,

e di mantenere relazioni finalizzate alla promozione, alla salvaguardia

e al rafforzamento del mutuo rispetto e della tolleranza.”

Politiche di aiuti

Secondo Richard

Dowden della Royal African

Society, quest’anno i fondi per gli aiuti del Regno Unito sono

di 12

miliardi di dollari. Il Ghana,

ad esempio, prende 133

milioni di dollari. Dowden

dice che “i governi destinatari in Africa […] sanno che i donatori

devono raggiungere i propri obbiettivi […] e che i canali di comunicazione

sono molto trafficati. Quindi, molto spesso, il potere

è nelle mani dei governi africani, e non dei donatori occidentali.”

Un’altra ragione che suggerisce il

perché le nazioni africane hanno sorprendentemente voluto respingere

le proposte di Stati Uniti e Regno Unito sui diritti umani è data

dalla sempre più forte presenza cinese in Africa, che rassicura i dirigenti

africani per avere una fonte di aiuti alternativa. In questo articolo

di Foreign

Policy In Focus, “America vs China in Africa”, Francis Njubi Nesbitt ha scritto in modo

eloquente come l’Occidente non sia stato capace di rispondere alla

sua imminente sostituzione come forza politica ed economica dominante nel continente.

Come l’autore e economista nato in

Zambia Dambisa

Moyo, alcuni critici ritengono

che questi aiuti dai paesi ricchi stanno distruggendo

l’Africa. Ma le nazioni donatrici

non digeriscono facilmente l’ipotesi di togliere precipitosamente

gli aiuti nelle zone critiche. Ad esempio, il governo statunitense ha

speso una media di 308

milioni di dollari l’anno

per i programmi anti-HIV/AIDS in Nigeria, e il Regno Unito altri 31 milioni.

Anche se il ritiro di questi fondi andrà certamente a colpire i gay

nigeriani, un numero ben maggiore di omosessuali, in modo particolare

donne, ne patiranno le conseguenze, dato che il sesso eterosessuale

è responsabile dell’80-95

per cento della trasmissione di HIV in Nigeria.

Interferenze con le consuetudini sociali

I politici africani si sono arrabbiati

per quello che percepiscono come un’interferenza occidentale nelle

norme

sociali africane” e un’“imposizione di valori culturali

esterni”. Di tutti i diritti

umani a disposizione di Cameron e Obama per le loro preoccupazioni,

quelli dei gay sono tra i più infiammanti.

L’idea superficiale ma diffusa tra

molti africani è che l’omosessualità è un “male” portato nel

continente dagli occidentali. Come evidenziato in molti scritti, c’è una vasta evidenza

del contrario. Il libro affascinante Boy-Wives

and Female Husbands esplora

le pratiche indigene omosessuali in quattro diverse regioni geografiche

dell’Africa. L’antologia include i primi racconti degli esploratori

europei come Cavazzi e Cardonega, che nel XXVII secolo descrivevano l’attività

omosessuale tra gli uomini africani. Testimoniando questi comportamenti,

gli europei scioccati reagirono allo stesso modo degli attuali leader

africani, biasimando quelle che descrivono come “pratiche sporche”,

errata lussuria maschile” e “peccato abominevole”.

Per quanto incredibile possa sembrare, le importazioni europee in Africa

potrebbero riguardare non tanto l’omosessualità, quanto l’omofobia.

Considerate quanta parte del linguaggio

arcaico delle leggi scritte in Africa sia basato sulla common law britannica. Ad esempio, la Sezione 104 del Codice Penale

del Ghana si riferisce a una

innaturale conoscenza carnale”, definita tortuosamente come

rapporto sessuale con una persona in modo innaturale o con un

animale”. Deriva da testi antichi come quello di questo pagina in A

Treatise of Pleas of the Crown di William Hawkins, la cui prima edizione fu pubblicata nel 1716.

Non c’è una menzione specifica degli atti omosessuali, se sembra

che gran parte dei ghanesi abbia fuso omosessualità con pedofilia,

sodomia e criminalità. Sembra

esserci poca comprensione che l’amore tra uomini e donne dello stesso

sesso riguarda una vasta gamma di comportamenti, da una frequentazione

ravvicinata a salire, ma che non necessariamente comporta un rapporto

sessuale. Ma in un paese profondamente religioso dove molti ricavano

le proprie convinzioni omofobiche dai pastori moralisti che attizzano il parossismo e sollecitano i giovani a diventare

sempre più pii, c’è poca

speranza di un rapido cambiamento.

Sembra un paradosso che l’omofobia

sia in crescita in Ghana, dove da tempo è normale per gli uomini tenersi

per mano in pubblico o avere un contatto fisico, e dove gli abbracci

indolori, l’attrazione romantica e l’omoerotismo sono frequenti

tra gli studenti dei collegi.

Il sostegno dei gay in Africa

Va tutto bene per Cameron, Obama e

la Clinton nel rilasciare proclami da migliaia di miglia di distanza.

Ma aiutano davvero i gruppi di sostegno ai gay africani nel combattere

sul posto nei rispettivi paesi? In un post

sul blog MyWeku.com, N. Thompson

scrive, “Se il programma di Cameron fosse quello di supportare

gay e lesbiche in tutta l’Africa, allora ha fatto davvero un pessimo lavoro.”

Un gruppo di attivisti africani ha

inoltre dichiarato: “Anche se le intenzioni potevano essere

quelle di proteggere i diritti delle persone LGBTI [lesbiche, gay, bisessuali,

transgender e intersessuali], la decisione di tagliare gli aiuti trascura

il ruolo dei movimenti LGBTI e di giustizia sociale del continente e

crea un serio rischio di una forte rivalsa contro le persone LGBTI.”

In conclusione, il triumvirato Obama-Cameron-Clinton

potrebbe aver reso un disservizio a quelli che pretendono di aiutare.

D’altro canto, se l’Uganda dovesse finalmente approvare dopo un

tira e molla la legge

sulla pena di morte per l’omosessualità,

è difficile immaginarsi come il governo statunitense possa incrociare

le braccia e fare niente. Dovrebbe far ricorso a tutte le sue capacità

per riuscire a camminare sul ciglio tra saggezza e ingerenza.

**********************************************

Fonte: Can the West “Export” Gay Rights?

13.12.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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