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La Redazione

 

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LO SPETTRO DELLA DEFLAZIONE

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A cura di Das schloss
Il 15 Gennaio 2007
38 Views

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Bull Not Bull

Uno spettro tormenta l’economia degli Stati Uniti: quello della deflazione. La Fed [Federal Reserve n.d.t.] ed il ministero del Tesoro, i poteri centrali del capitalismo stesso, hanno siglato una sacra alleanza per esorcizzare questo spettro. Il grosso interrogativo è: saranno capaci di farlo?

Da quello che sappiamo dalla storia economica, l’allargamento del credito porta a una crescita economica, tutto questo è chiaro. Cosa succede dopo è ancora oggetto di discussioni. L’economista austriaco Ludwig Von Mises ci dice che questa crescita va avanti solo fino a quando l’allargamento (del credito) aumenta ad un ritmo crescente. Questo però è costruito sulla sabbia delle banconote e degli anticipi. Deve crollare. “Non c’è maniera di evitare il collasso finale di una crescita causata dall’espansione creditizia”.

L’attuale governatore della Fed Ben “Printing Press” [‘stampa’, nel senso fisico della macchina per la stampa ndt] Bernake prega di differenziarsi. Si è guadagnato il suo soprannome nell’ adesso infame discorso del 2002: “Assicurandosi che ciò non succeda qui” prima della sua nomina alla guida della Fed. Nonostante Bernanke non lo ammetta nel suo discorso, l’impronunciabile “ciò” è peggio della sola deflazione, bensì è il collasso finale dal quale Von Mises ci mette in guardia.
Nel suo discorso Bernanke ci dice:

Le cause della deflazione non sono un mistero. La deflazione è in quasi tutti i casi un effetto collaterale della caduta della domanda aggregata, una caduta tanto pesante che i produttori devono abbassare i prezzi in continuazione al fine di trovare dei compratori. Allo stesso modo, gli effetti economici di un evento deflazionistico, principalmente, sono simili a quelli di un qualunque altro abbassamento repentino della spesa aggregata, e precisamente: la recessione, l’aumento della disoccupazione e vari problemi di carattere finanziario.

Lo stesso va avanti dicendoci che la miglior cura per la deflazione è metterla in preventivo. Dopo il crollo dei ‘dot.com’ e gli attacchi terroristici dell’ 11 settembre, la Fed ha abbassato i tassi di interesse in maniera aggressiva, rassicurando che ci sarebbe stata liquidità per tutti, nessun allarmismo, guardare avanti e continuare con la propria attività economica come sempre. Invece di una recessione leggera, la politica della liquidità per tutti della Fed ha aiutato l’economia ad evitare un crollo deflazionistico. Creando una bolla immobiliare.

Da questo insieme di collegamenti relativi alla deflazione che ho messo insieme, si nota che, almeno per la stampa, la paura della deflazione raggiunse il suo apice nel 2003, appena dopo il discorso “Printing Press” di Bernanke, dopodiché scomparve. Fino a quest’anno.

Cosa è successo? Secondo la mia opinione due cose: la prima la guerra in Iraq cominciò nel 2003 e la guerra è sempre inflattiva, e questa non fa eccezione. Centinaia di miliardi di dollari sono stati iniettati nell’economia attraverso la spesa dello stato per attrezzature militari e personale. Uno dei principali settori del mercato dal 2003 è stato quello della difesa.

Ma il secondo evento che ha avuto luogo è stato il colpo di genio di Bernanke. Così acuto che solo adesso comincio a rendermi conto della sua audacia. Nel suo discorso ci racconta una storia: immaginate che un alchimista abbia imparato a creare quantità illimitate di oro senza costo alcuno. Cosa accadrebbe al prezzo dell’oro e quando accadrebbe? Ci dice che il prezzo dell’oro precipiterebbe immediatamente, prima che l’alchimista ne produca una sola oncia, in quanto il mercato tiene conto delle aspettative future immediatamente. Gli economisti attorno al mondo annuivano in approvazione. Si, dicevano, è così. A questo punto Bernanke ci assesta il colpo risolutore:

Che cosa ha a che fare questo con la politica monetaria? Come l’oro, il dollaro degli Stati Uniti ha valore solo fino a quando i dollari in circolazione sono strettamente limitati. Ma gli Stati Uniti posseggono una tecnologia, chiamata appunto stampa (o il suo equivalente elettronico del giorno d’oggi), che permette loro di creare dollari come desiderano virtualmente a costo zero. Aumentando il numero di dollari in circolazione, o anche solo credibilmente minacciare di farlo (corsivo dell’autore dell’articolo), il governo degli Stati Uniti può anche ridurre il valore di un dollaro in termini di beni e servizi, il che è lo stesso che aumentare i prezzi di questi beni e servizi. Concludiamo che, in un sistema di cartamoneta, un qualsiasi governo può sempre generare una spesa più alta, quindi un’inflazione.

In effetti quando il presidente Bush nominò Bernanke alla guida della Fed nel 2005 inoltrato, questi divenne la minaccia credibile. “Un pazzo inflazionista sta arrivando alla Fed. Tutti al riparo”! E così è stato. Basti vedere come l’indicatore di inflazione preferito da tutti ha reagito: l’oro. Immediatamente, potrei aggiungere.

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[L’andamento del prezzo dell’oro in dollari all’oncia negli ultimi anni. E’ indicato il momento in cui Bernanke viene nominato alla guida della Fed]

È stato un bel trucco Ben! Ma cosa hai pronto per il bis? Con il crollo delle proprietà immobiliari, la paura della deflazione sta di nuovo cominciando a fare delle apparizioni fugaci, per una buona ragione. In quel settore già c’è deflazione. I prezzi scendono; la disoccupazione sale.

Il credito, che è cresciuto costantemente dai minimi di borsa del 2003, sta per essere distrutto dal crollo immobiliare. Per quelli ancora non a conoscenza dei segreti del denaro moderno, il credito è sinonimo di denaro, perché tutto il denaro è debito, che non è altro che l’altro lato del credito. Per esempio, supponiamo che una banca conceda un credito ad un soggetto per l’acquisto di una casa. Questo diviene il debito del debitore, ma anche patrimonio della banca (più debiti per la gente si traduce in un patrimonio più ampio delle banche). Il debitore usa il suo nuovo credito per acquistare una casa. Da dove ha preso questi soldi la banca prima di tutto? Ovviamente sono quelli stampati dalla Fed (non hai prestato attenzione quando Bernanke parlava? Complicato? Non preoccuparti, è fatto apposta per esserlo). Il punto è che la recente spirale inflazionistica del denaro stampato ha spinto sempre più in alto i prezzi delle case. All’esaurimento dei compratori qualificati, le banche hanno cominciato a prestare denaro a compratori con scarse garanzie al fine di continuar a far crescere i loro patrimoni ed alimentare la crescita del credito.

Ma uno studio recente ci dice che 2.2 milioni di case saranno presto perse per pignoramento . Ciò significa che le banche hanno esteso il credito a dei debitori affinché questi comprassero delle case, ma questi si sono presto accorti di non poter effettuare i pagamenti. Pertanto la banca si prende indietro la casa. Improvvisamente un mutuo che valeva centinaia di migliaia di dollari di flusso di cassa per la banca durante un periodo di 30 anni è perso. Al suo posto la banca ha una casa che non vuole, una che senza dubbio è stata vandalizzata dai suoi ex proprietari per vendetta verso quelli che si sono impossessati della casa (qualche ex proprietario arrabbiato ha spogliato la casa di elettrodomestici, mobili, anche dell’illuminazione. Quelli più vendicativi hanno otturato gli scarichi con il cemento e lasciato l’acqua a correre).

In più, a causa della flessione del mercato immobiliare la banca avrà scarse possibilità di rivendere la casa per una cifra vicina al prezzo di acquisto precedente, in particolare se questa è stata vandalizzata. Ma deve vendere. Più proprietà immobiliari ha una banca sui suoi libri contabili, peggiore sarà lo stato patrimoniale, il che significa azioni in ribasso. Le banche hanno bisogno di vendere queste proprietà, e rapidamente. Un articolo ha stimato che il 25% delle case che hanno cambiato proprietà a Dallas sono pignoramenti! Questo mette un’incredibile pressione al ribasso sui prezzi perché le banche sono definite venditori motivati. Al contrario dei venditori regolari che aspetterebbero per ottenere un prezzo vantaggioso prima di vendere, le banche venderebbero a qualsiasi prezzo per liberare i propri libri contabili da queste proprietà.

E così ha avuto inizio la spirale deflazionistica. Il credito è distrutto, l’occupazione cade, non si effettuano i pagamenti, hanno inizio le dichiarazioni di bancarotta.

Sotto sotto, Bernanke, abbiamo un problema. Se vuoi mettere in preventivo la deflazione, ecco la tua occasione! Nella seconda parte del discorso del 2002, Bernanke si lascia andare alla descrizione delle varie possibilità della Fed di stimolare un’economia che soffre dalla deflazione. In confronto alle storie dell’alchimista e delle “printing presses”, questa parte del discorso è relativamente noiosa, e potete praticamente ascoltarlo borbottare ciò che dice il manuale. Che comunque si riduce ad una sola cosa: abbassare il tasso di interesse. Bernanke dice che questo risolverebbe la deflazione.

Ma davvero?

C’è un vecchio detto che dice che si può portare un cavallo all’acqua ma non si può obbligarlo a bere. Il corollario umano è che si può offrire un prestito ad una persona, ma non obbligarla ad accettarlo. Nonostante ciò che dice Bernanke, la Fed non stampa denaro. Li deve creare attraverso un prestito, ma per questo ha bisogno di persone disposte a indebitarsi. La spesa per il consumo mette in moto il 70% dell’economia statunitense. Quindi come un tasso di interesse più basso si traduce in denaro nelle tasche dei consumatori? È quello di cui i novelli senzatetto hanno bisogno per continuare a spingere l’economia. Naturalmente gli interessi sulle carte di credito scenderanno, ma quest’incentivo sarà sufficiente a sostenere il consumo?

Quando i pignoramenti faranno breccia nell’economia, potrai cominciare a sentire storie su come persone che conosci hanno perso la casa. Ma se succede che il tuo vicino, o un caro amico, perde il suo lavoro ben pagato ed apparentemente sicuro e resta indietro con i pagamenti del mutuo… Allora, ci potresti pensare due volte prima di rinnovare il tuo apparato televisivo da un 39 pollici LCD a un 52 pollici al plasma, anche se lo puoi avere a interessi zero (per i primi sei mesi).

Più probabilmente comincerai a pensare di mettere da parte qualcosa. Ma il risparmio, che per molti statunitensi significa pagare il proprio debito, è deflazionistico. Forse puoi vendere qualche azione, mentre i prezzi sono ancora alti (anche questo deflazionistico). Rimpicciolire la tua MacMansion [casa enorme che normalmente si staglia come un dito nell’occhio all’interno di un contesto più modesto, ndt]. Buona fortuna, e anche questo caso sarebbe deflazionistico.

Ma ritorniamo alla storia di Bernanke sull’alchimista. Non sappiamo tutti che gli alchimisti non esistono e che l’alchimia è una pseudo-scienza screditata? E questa storia avrebbe avuto lo stesso impatto se si fosse parlato della fatina magica, o del coniglio di Pasqua? Ma per il gusto della discussione, facciamo dell’umorismo sull’alchimista: e se non potesse creare oro dall’aria, ma avesse detto di poterlo fare. Che cosa accadrebbe al prezzo dell’oro? Probabilmente scenderebbe sulla scia della sua prima dichiarazione, ma nel momento in cui la gente si rende conto della menzogna, il prezzo tornerebbe alla normalità. L’effetto dell’alchimista sul prezzo dell’oro sarebbe stato solo temporaneo. Ma certamente l’incapacità dell’alchimista di creare oro non ha niente a che vedere con il suo desiderio di farlo. A lui piacerebbe farlo, ma non può, è impossibile. E questo ci porta indietro a quello che ci diceva Von Mises: “Non c’è modo di evitare il crollo finale di una crescita causata dall’espansione del credito”. Come creare oro dall’aria, è impossibile.

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[A sinistra: Ludwig Von Mises (la frase è quella citata nel testo). A destra: Ben Bernanke, “la risposta è… alchimia!” ]

A quale di questi due uomini credereste?

Michael Nystrom
Fonte: http://www.bullnotbull.com/
Link: http://www.bullnotbull.com/archive/deflation-1.html
28.12.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELISEO DI FOLCO

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