DI ISRAEL SHAMIR
The Truthseeker
Gli americani volevano tastare il terreno della reazione russa?
Un tipo svelto aveva pensato che un portafoglio fosse stato lasciato incustodito, e ha provato a scipparlo. Ma, per sua sfortuna, è stato fermato dal muscoloso proprietario del portafoglio. Questa potrebbe essere una buona descrizione del tentativo di Saddam Hussein di scippare il Kuwait. Si adatta anche alla guerra per l’Ossezia del sud.
Il presidente Georgiano Saakashvili aveva pensato di potersi prendere l’Ossezia del sud mentre nessuno stava a guardare; mentre tutti erano occupati a guardare le Olimpiadi. Per massimizzare il fattore sorpresa aveva dichiarato solo 3 ore prima dello scippo che non vi avrebbe mai mandato truppe.
Qui finisce la somiglianza. Mentre Saddam riuscì a prendersi il Kuwait, Saakashvili non è riuscito ad impadronirsi dell’ Ossezia del sud. Anche la strategia di Saakashvili è stata differente, e ha ricordato più la conquista israeliana del 1948: voleva prendersi l’Ossezia senza la sua popolazione nativa, gli osseti. Per questo motivo ha bombardato la capitale osseta, Tskhinvali, causando un massiccio esodo di persone—qualcosa come 30.000 di loro, quasi metà della popolazione, ha attraversato le montagne verso il lato russo. I russi sono entrati e hanno cacciato via i soldati di Saakashvili.
Sin qui tutto bene.
(1) Saakashvili lo aveva desiderato per molto tempo. Il suo flirt, anzi il suo petting spinto con Usa e Israele, i suoi ferventi sentimenti anti-russi, il suo nazionalismo Kartveli [i Kartveli sono la maggiore etnia georgiana, vedi seguito dell’articolo. N.d.t.] avevano portato lui e il suo paese nei guai. Come il giovane Fidel, voleva trasformare la sua terra in un fiammifero per accendere un incendio globale. È stato il primo a scottarsi le dita.
(2) La Russia ha adempiuto ai suoi residui doveri imperiali: in quanto successore dell’unione sovietica aveva il dovere di garantire un certo benessere per i suoi ex Stati membri subalterni. La Russia non poteva permettere che Saakashvili facesse pulizia etnica degli osseti, anche per ragioni pratiche: 50.000 rifugiati provenienti dall’Ossezia del sud avrebbero destabilizzato il Caucaso settentrionale.
(3) La Russia ha dimostrato che, oltre ad abbaiare, sa anche mordere. Probabilmente altri avventurosi vicini, cioè i leader pro americani di Estonia, Polonia e Ucraina, ci penseranno due volte prima del loro prossimo attacco di sentimento anti-russo.
(4) La Russia ha dimostrato di saper usare la sua forza velocemente, efficientemente e con moderazione. Non c’è stata alcuna strage in vecchio stile sovietico; piuttosto si è trattato di una moderata, modesta e ben eseguita operazione militare. La sua migliore qualità è stata la brevità: due o tre giorni di veri combattimenti, mentre per il resto si è trattato soltanto di un po’ di pulizia.
(5) La leadership russa ha dimostrato di non essere spaventata dalla retorica di Washington. Questa è un’ottima cosa dopo così tanti anni di complicità e impotenza.
(6) La sconfitta militare potrebbe davvero essere un’ottima cosa per l’animo georgiano. I georgiani sono un popolo meraviglioso, calorosi, gentili, piacevoli e generosi. Però sono dei feroci nazionalisti di tipo tribale. Come alcuni dei loro vicini, tendono a vedere gli altri principalmente attraverso un prisma etnico. La prima cosa che i georgiani fecero quando divennero indipendenti in seguito alla rivoluzione russa del 1917 fu espellere tutti gli armeni e confiscare le loro proprietà. Anche Joseph Stalin agì secondo il modo georgiano quando espulse i ceceni dalle loro montagne e i tedeschi dalla Prussia. La Georgia non è affatto omogenea: è popolata da alcuni piccoli gruppi etnici in aggiunta alla maggioranza (o quanto meno alla moltitudine) Kartveli. Quando la Georgia divenne una seconda volta indipendente nel 1991, i Kartveli cercarono di gestire le minoranze con metodi duri, minando la loro cultura e il loro linguaggio e persino espellendoli al primo sospetto. Questo fu il motivo per cui tre aree autonome del paese decisero di separarsi dalla Georgia. L’Ossezia del Sud è una delle tre, ma, a meno che non venga posto sotto controllo il nazionalismo Kartveli, gli Adgari, gli Svan e altre comunità etniche potrebbero ribellarsi. La sconfitta militare potrebbe proprio spingere i georgiani a ripensare il loro atteggiamento verso i loro vicini.
(7) Sebbene la Russia non abbia mandato i propri soldati allo scopo di rimuovere Saakashvili, ciò non rende un tale esito meno desiderabile. Saakashvili è pericoloso per la Georgia, la Russia, l’Ossezia e per il mondo. E’ davvero un peccato che non abbia perso le elezioni generali pochi mesi fa; è una vergogna che gli altri candidati siano morti prematuramente in circostanze sospette o siano stati arrestati. Si spera che gli autentici patrioti della Georgia lo cacceranno via e sceglieranno un presidente migliore, optando per la neutralità e per l’amicizia con i vicini della Georgia, Russia compresa.
(8) I comunisti georgiani hanno espresso il loro disprezzo per l’attacco di Saakashvili; vorrebbero riportare il loro paese ad una stretta unione con la Russia. È una cosa da prendere in considerazione: molti georgiani, affermano i comunisti nella loro lettera da Tbilisi, vorrebbero vedere la fine dell’avventurismo di Saakashvili.
(9) Una Georgia neutrale e in buoni rapporti con i vicini sarebbe in grado di reintegrare l’Ossezia del Sud e l’ Abkhazia. I rifugiati Kartvel e Mingrel potrebbero ritornare nei loro villaggi. Il Caucaso è così multietnico che reciproche espulsioni e trasferimenti sono inaccettabili.
(10) Questo è il momento di fermare la propaganda anti-georgiana in Russia e anti russa altrove. La Russia ha una lunga tradizione di amicizia con le nazioni del Caucaso, con i georgiani, gli osseti, i circassi; la tradizione è stata ben stabilita da Leo Tolstoy, Lermontov e Griboedov. Lasciamola prevalere. Come avrebbe detto il maresciallo Stalin, i Saakashvili vanno e vengono, ma il popolo georgiano durerà per sempre.
Gli europei hanno mostrato una maggiore comprensione per l’azione russa rispetto a quanto ci si sarebbe aspettato. Non c’è stata un’isteria di massa e agli osseti è stato permesso di esprimere il loro punto di vista. Israele ha fermato le sue forniture di equipaggiamento militare alla Georgia. Mentre i leader americani hanno risposto alla vittoria dell’armata Rossa con l’attesa severità verbale, hanno saggiamente evitato ogni azione che avrebbe potuto con probabilità aumentare la potenza militare di Saakashvili. Avrebbero potuto mandare un carico aereo di blindati americani a Tbilisi, avrebbero potuto mostrare più muscoli, ma non lo hanno fatto.
Questo è stato l’autentico mistero della campagna. Gli americani hanno incoraggiato Saakashvili? Oppure egli ha agito in base al suo temerario desiderio? Ci potrebbero essere alcune spiegazioni a questo enigma.
(1) Ogni presidente georgiano ha cercato di riconquistare le province perse, perciò Saakashvili potrebbe aver deciso di fare un tentativo, forse trasportato dai magici auspici dei tre 8, dal momento che la sua offensiva è iniziata l’8/8/8.
(2) Saakashvili potrebbe non essere riuscito a comprendere gli americani. Questo è accaduto a Saddam Hussein quando scippò il Kuwait. Egli fu convinto che l’ambasciatrice Gillespie gli avesse dato luce verde per l’operazione.
(3) Gli americani e Saakashvili potrebbero avere sbagliato i loro pronostici. Essi hanno interpretato la passata inazione russa come un annuncio della loro inazione nel futuro. L’8/8/8 il quotidiano russo filo-americano Gazeta.ru aveva predetto che la Russia non avrebbe mosso le sue forze e avrebbe ingoiato la sconfitta perché altrimenti avrebbero agito prima.
(4) Gli americani stanno pianificando un qualche tipo di operazione in Iran, e hanno incoraggiato questa diversione georgiana per tenere i russi occupati. Potrebbe essere così, dato che con la sua attuale posizione, la Russia è in una situazione di debolezza all’Onu per affrontare le richieste americane o un’aggressione diretta.
(5) L’Iran ha espresso il suo appoggio per l’operazione russa e ha condannato l’invasione georgiana della Ossezia del Sud. Il New York Times e giornali simili hanno commentato che gli Usa non dovrebbero pestare troppo i piedi alla Russia in modo da ottenere l’approvazione russa per sanzioni o altre misure contro l’Iran.
La mia versione preferita degli eventi è che gli americani (e gli israeliani) hanno incoraggiato il presidente georgiano perché erano curiosi di vedere la reazione russa e di osservare la preparazione delle forze armate russe. In gergo militare una operazione minore di questo tipo viene chiamata “contatto di ricognizione” [“contact reconnaissance”] o semplicemente “tastare il terreno” [“feeler”]. Nessuno poteva avere alcuna certezza su come avrebbero operato i militari russi. Nel 1996 quando furono mandati a riconquistare la ribelle Grozny, l’armata Rossa scappò in modo disordinato lasciando dietro di sé i suoi carri armati che bruciavano. Da quel momento i russi non hanno più sparato un solo colpo con rabbia; sono stati davvero un mistero per l’Occidente. In una tale situazione non c’è nulla in grado di sostituire un periodo di autentici combattimenti, e Saakashvili ha inconsapevolmente presentato all’Occidente questa opportunità.
Questa è una visione piuttosto ottimistica, come il seguente paragone renderà chiaro. Negli anni 30, quando occuparono la Manciuria, i giapponesi ebbero di fronte i russi. I giapponesi non sapevano se i russi sovietici avrebbero combattuto bene o sarebbero scappati, dato che avevano facilmente sconfitto l’esercito imperiale russo nella guerra del 1903-1905 ma erano stati battuti dai bolscevichi nel 1918. Questo è il motivo per cui fecero un raid a Khalkhyn Gol (Nomonhan) come contatto di ricognizione per prendere le misure della resistenza russa. Dopo che il generale Zhukov distrusse la loro forza di attacco decisero di restare in pace con la Russia, e nonostante molte richieste da parte di Hitler, le truppe giapponesi rimasero ferme.
Se questa lettura è corretta possiamo essere ottimisti. La debolezza invita alla guerra; i neocon hanno attaccato l’Iraq perché era l’anello più debole. Ora la armata russa ha dimostrato le sue capacità di combattimento, i diplomatici russi hanno confermato le loro capacità, e la società russa si è dimostrata considerevolmente unita. La Russia non è così debole da invitare a esercitare pressioni o a muovere guerra.
Edito da Ken Freeland.
Titolo originale: “The Snatch”
Fonte: http://www.thetruthseeker.co.uk
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17.08.2008
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALCENERO