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La Redazione

 

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L'INSOLITO E ALTRE RIFLESSIONI SULLA CRISI

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A cura di Das schloss
Il 17 Ottobre 2008
58 Views

DI FIDEL CASTRO RUZ
Granma

L’insolito

Domenica 12 ottobre, i paesi dell’Eurozona hanno accordato un piano anticrisi su iniziativa di Sarkozy, Presidente della Francia.

Lunedì 13 sono state annunciate le cifre multimilionarie di denaro che i paesi europei
lanceranno nel mercato finanziario per evitare il collasso.

Le azioni si sono riprese alla sorprendente notizia.

Grazie agli accordi menzionati, la Germania ha
impegnato nell’operazione di riscatto 480.000
milioni di Euro, la Francia 360.000 milioni,
l’Olanda 200.000 milioni, Austria e Spagna 100.000
milioni ognuna  e così via, sino a raggiungere,
assieme al contributo della Gran Bretagna la cifra
di 1.7 milioni di milioni di Euro che in quel giorno
– dato che la relazione di cambio tra una e un’altra
moneta varia in continuazione – equivalevano a 2,2,
milioni di milioni di dollari, da sommare ai 700.000
milioni di dollari degli Stati Uniti.Le azioni delle grandi corporazioni che non erano già rovinate hanno visto una rapida crescita del loro valore, che pur essendo lontano dal compensare le perdite sofferte nei nove giorni tragici,
permetterà ai politici e ai banchieri del
capitalismo sviluppato di respirare un poco
d’ossigeno.

In quello stesso giorno, ma di sera, il primo
ministro italiano, Silvio Berlusconi, in un
banchetto organizzato in suo onore nella Casa
Bianca, ha fatto un discorso per rendere omaggio a
Bush.

“Abbiamo fiducia in questo presidente che ha avuto
il coraggio di mettere in pratica quello che
considerava giusto, quello che doveva fare per sè ,
per il suo popolo e per il mondo”.

Ed ha esagerato davvero!

Lo stesso 13 il Premio Nobel dell’Economia
corrispondente al 2008 è stato consegnato al
cittadino degli Stati Uniti, Paul Krugman che è
senza dubbio un difensore del sistema capitalista,
ma è anche molto critico del presidente Bush. 

Con il titolo di “Gordon lo ha fatto bene”,
pubblicato il 14 nel quotidiano El País,  egli
esprime diverse idee, alcune delle quali meritano
una citazione testuale:

“È naturale affrontare il problema della mancanza di
capitali finanziari  facendo sì che lo Stato dia
alle istituzioni finanziarie più capitali in cambio
di una parte delle loro proprietà.

Questa specie di nazionalizzazione parziale
temporanea è la soluzione preferita in privato da
Ben Bernanke, il presidente della Riserva Federale.

Annunciando il suo piano di aiuti finanziari di
500.000 milioni di Euro, Henry Paulson, segretario
del Tesoro Statunitense, ha disapprovato questa
soluzione sostenendo che questo si fa nel caso di
fallimento.

Il governo britannico è andato alla radice del
problema ed ha attuato con incredibile rapidità per
risolverlo.

Paulson — dopo aver perduto, si presume, varie settimane molto importanti, ha fatto marcia indietro e adesso pretende di comprare azioni bancarie invece di attivi ipotecari tossici.

Come ho già detto, non sappiamo ancora se queste misure funzioneranno…

Questa visione chiara è arrivata però da Londra e non Washington.

È difficile evitare la sensazione che la risposta
iniziale di Paulson sia distorta dall’ideologia. Va
ricordato che lavora per un governo la cui filosofia
si può riassumere in “quel che è privato è buono,
quel che è pubblico è cattivo”.

In tutto l’esecutivo i professionisti esperti sono
stati destituiti e forse nel Tesoro non c’è più
nessuno capace e con un’esperienza tale da saper
dire a Paulson che quel che stava facendo non aveva senso. 

Per fortuna dell’economia mondiale, quello che
stanno facendo Gordon Brown e i suoi ministri sì che
ha un senso e forse hanno mostrato il cammino per
superare questa crisi.

Nemmeno il Premio Nobel dell’Economia 2008 è sicuro,
come confessa, che queste misure funzioneranno. 

Sono fatti insoliti.

Martedì 14 le azioni nella borsa sono scese di
prezzo di alcuni punti. I sorrisi erano più che mai
stereotipati.

I paesi capitalisti europei, saturi di capacità
produttiva e di merci, disperatamente necessitati di
mercati per evitare gli scioperi degli operai e
degli specialisti nei servizi, i risparmiatori che
perdono il loro denaro, i contadini rovinati, non
sono in condizione d’imporre condizioni e soluzioni
al resto del mondo.

Questo lo proclamano i leader d’importanti paesi
emergenti e di quelli che, poveri e saccheggiati
economicamente, sono vittime di scambi senza
uguaglianza.

Oggi mercoledì 15, il valore delle azioni nelle
borse è caduto di nuovo strepitosamente.

McCain e Obama discuteranno con ardore il tema
economico.

Nella grande democrazia degli Stati Uniti la metà di
coloro che hanno il diritto di voto non è iscritta;
tra gli iscritti la metà non vota e solo il 25%
degli elettori sceglie coloro che governano. Molti
di quelli che desidererebbero votare per il
candidato negro, non lo possono fare.

Le inchieste dicono che questo candidato conta su una grande maggioranza. 

Senza dubbio nessuno sa dire quale sarà il risultato.

Il 4 novembre è un giorno di grande interesse per
l’opinione mondiale, data la crisi economica nella
quale si dibatte la società degli Stati Uniti.

In materia elettorale posiamo sentirci sicuri di una
sola cosa: nelle prossime elezioni in Gran Bretagna
Gordon Brown non sarà eletto Primo Ministro.

Fidel Castro Ruz, 15 Ottobre 2008

Fonte: http://www.granma.cu/
Link
15.10.2008

Traduzione Gioia Minuti (Granma.cu)

IL FANTASMA DELLA CASA BIANCA

Tre giorni fa, venerdì 10 ottobre, il mondo ha tremato per l’impatto della crisi finanziaria di  Wall Street.

Si è perso il conto dei milioni di dollari in
biglietti di carta che la riserva federale ha
iniettato alle finanze mondiali per far sì che le
banche continuino a funzionare e i risparmiatori non
perdano il loro denaro.

La riunione dei ministri delle finanze del Gruppo
dei 7 ha accordato d’applicare le seguenti misure:

Svolgere azioni decisive e utilizzare tutti gli
strumenti disponibili per appoggiare  le istituzioni
finanziarie importanti per il sistema e prevenire il
loro fallimento.

Fare tutti i passi necessari per scongelare i
mercati di credito e monetari e assicurarsi  che le
banche e altre istituzioni finanziarie abbiano ampio
accesso a liquidità e fondi. 

Assicurare che le banche a altri intermediari
finanziari maggiori possano, in base alle necessità,
riunire capitali di fonti pubbliche e private in
quantità sufficienti per ristabilire la fiducia e
permettere di continuare a dare prestiti alle
famiglie e per gli affari.

Assicurare che le rispettive sicurezze nazionali di
deposito e dei programmi di garanzia siano forti e
consistenti, in maniera che i piccoli risparmiatori 
continuino ad avere fiducia nella sicurezza dei loro
depositi.

Attuare, quando sia appropriato, per rilanciare i
mercati secondari per le ipoteche.

Nella stessa giornata il segretario al Tesoro degli
Stati Uniti ha confermato che il governo comprerà
azioni delle banche, sommandosi all’iniziativa
britannica. Sia gli Stati Uniti che il Regno Unito
hanno indicato che compreranno azioni preferenziali,
che sono quelle che ricevono i primi dividendi, ma
non hanno diritto di voto.

Il presidente Bush non ha considerato necessaria la
sua presenza in questa riunione dei ministri delle
finanze e si riunirà con loro sabato 18.  

Ma dov’era venerdì 10 ottobre?

Niente meno che a Miami! Partecipava a una raccolta
di fondi per i candidati repubblicani nella
Florida. 

Con l’approvazione di solo il 24% dei cittadini è il
capo di Stato con il minor appoggio di tutta la
storia degli USA. 

Si è riunito con imprenditori e capoccia, le scorie
cubane di Miami. Continuava lì la sua maniaca
ossessione anticubana, che è stata la priorità del
suo tenebroso periodo di otto anni, alla guida
dell’impero.

Non ha potuto contare neanche con l’appoggio della
FNCA – la Fondazione Cubano Americana – creata da
Reagan nella sua crociata contro Cuba.

Per ragioni puramente demagogiche, la FNCA gli aveva
chiesto di togliere con carattere provvisorio la
proibizione d’inviare aiuti diretti ai familiari e
ai danneggiati dai due devastatori uragani che hanno
colpito il nostro popolo.

Raúl Martínez, un ex sindaco di Hialeah, rivale del
congressista Lincoln Díaz-Balart, aveva criticato
l’attuale politica di chi è stato eletto presidente
con l’inganno e la frode, con meno voti nazionali
del suo avversario, in virtù del peso della Florida
nel conteggio dei voti elettorali, quando in realtà
nemmeno lì aveva la maggioranza.

Domenica 12 ottobre l’Unione Europea, con la
presidenza della Francia, ha accordato di chiedere
agli Stati Uniti l’organizzazione di un Vertice per
rifondare il sistema finanziario internazionale.

Lo ha detto così il presidente Nicolás Sarkozy, dopo
una riunione dei paesi della Eurozona a Parigi.

Sarkozy ha detto che l’ Europa ora si deve unire
agli USA e ad altre potenze per attaccare le cause
della crisi finanziaria che ha affondato i mercati
delle borse.

“Dobbiamo convincere i nostri amici statunitensi
della necessità di un Vertice internazionale per
rifondare il sistema finanziario, ha segnalato 
Sarkozy, presidente di turno della UE. Non sarà un
regalo per le banche”, ha anche affermato con enfasi
il Presidente della Francia.

Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush,
entra oggi nei suoi ultimi 100 giorni d’incarico,
con una fortissima mancanza di popolarità e con una
delle crisi economiche più importanti degli ultimi
decenni.

Il ministro del Brasile al Patrimonio, Guido
Mantega, ha criticato il  FMI che indica i paesi
avanzati come modelli da seguire ed ha dichiarato
che nelle future riforme del sistema finanziario non
dovranno primeggiare le norme di queste nazioni.

“Il mondo assiste incredulo, mentre la crisi attuale
rivela debolezze ed errori gravi nella politica di
paesi che erano considerati come modelli, paesi che
erano presentati come riferimenti del buon governo”,
ha detto Mantega parlando al Comitato Monetario e 
Finanziario Internazionale, principale organo
dirigente del FMI.

Con l’economia mondiale fatta a pezzi, il Presidente
degli USA eletto in forma tanto irregolare e
irresponsabile, ha messo nei guai tutti gli alleati
della NATO e il Giappone, sviluppato e ricco socio
militare economico e tecnologico degli Stati Uniti,
nel Pacifico.

Miami oggi è un enorme problema e  Bush si è
trasformato in un fantasma. 

Le borse non sono cadute perchè erano già sul
pavimento.  Oggi respiravano felici per le colossali
iniezioni di denaro che le hanno gonfiate
artificialmente a spese del futuro.

L’assurdo però non si può mantenere. Bretton Woods
agonizza. Il mondo non tornerà ad essere mai più lo
stesso.

Fidel Castro Ruz, 13 Ottobre 2008

Fonte:http://www.granma.cu
Link
13.10.2008

Traduzione Gioia Minuti (Granma.cu)

LA LEGGE DELLA GIUNGLA

Il commercio nella società e tra i paesi è lo
scambio di beni e servizi prodotti dagli esseri
umani. I padroni dei mezzi di produzione si
appropriano dei guadagni. Loro dirigono come classe
lo stato capitalista e si vantano d’essere i
portatori di sviluppo e benessere sociale attraverso
il mercato, al quale si rende omaggio come a un dio
infallibile.

Nei paesi esiste l’antagonismo tra i più forti e più
deboli, tra quelli che si alimentano meglio, che
hanno imparato a leggere e scrivere, che sono andati
a scuola, che accumulano più esperienze, più
relazioni sociali, più risorse, e coloro che mancano
di tutti questi vantaggi nella società; tra quelli
che hanno il clima migliore, più terre coltivabili,
più acqua, più risorse naturali nello spazio in cui
gli è toccato vivere quando non esistono più
territori da conquistare, quelli che dominano la
tecnologia, che hanno più sviluppo e maneggiano
infinite risorse mediatiche e gli altri che, al
contrario, non utilizzano nessuna tra queste
prerogative.

Sono le differenze, a volte abissali, per definire
le nazioni ricche o povere.

È la legge della giungla.

Le differenze tra le etnie non esistono quando ci si
riferisce alle facoltà mentali dell’essere umano. Si
tratta di qualcosa scientificamente molto più certo.

La società attuale non è la forma naturale
dell’evoluzione dell’uomo: ha subito una creazione
da parte  dell’uomo già mentalmente sviluppato,
senza la quale non si potrebbe concepirne la stessa
esistenza. Quello che ci si chiede quindi è se
l’essere umano potrà sopravvivere al privilegio
d’avere un’intelligenza creatrice.

Il sistema capitalista sviluppato, il cui massimo
esponente è il paese con una natura privilegiata,
dove l’uomo bianco europeo ha sviluppato le sue
idee, i suoi sogni e le sue ambizioni, oggi è in
piena crisi.

Non è quella abituale che accade ciclicamente e
nemmeno quella traumatica degli anni trenta; è la
peggiore di tutte da quando il mondo ha seguito
questo modello di crescita e sviluppo.

L’attuale crisi del sistema capitalista sviluppato
si produce quando l’impero è prossimo a cambiare la
sua cupola del potere nelle elezioni che si
svolgeranno tra venticinque giorni ed è l’ultima
cosa che ci manca di vedere.

I candidati dei due partiti che decidono queste
elezioni cercano di persuadere gli sconcertati
votanti, molti dei quali non si sono mai preoccupati
di votare, che loro, come candidati alla presidenza
sono capaci di garantire il benessere e il
consumismo che fanno definire lo statunitense un
popolo di classe media,  senza il minimo proposito
di vari cambi in quello che considerano il più
perfetto sistema economico che il mondo ha mai
conosciuto. 

Un mondo che, ovviamente, nella mentalità di ognuno
di loro, è meno importante della felicità di
trecento e tanti milioni di abitanti d’una
popolazione che non giunge al 5% degli abitanti del
pianeta.

Il destino dell’altro 95% degli esseri umani, la
guerra e la pace, l’atmosfera respirabile o meno,
dipenderanno  in gran parte dalle decisioni del capo
istituzionale dell’impero, se è vero che questo
incarico costituzionale ha o no potere reale
nell’epoca delle armi nucleari e degli scudi
spaziali, maneggiati con un computer in circostanze
tali che i secondi sono decisivi e i principi etici
hanno una vigenza sempre minore. 

Non si può ignorare il ruolo più o meno nefasto che
corrisponde a un presidente di questo paese.

Negli Stati Uniti esiste un profondo razzismo e la
mente di milioni di bianchi non si concilia con
l’idea che una persona negra, con moglie e bambini,
occupi la Casa Bianca, che si chiama così: Bianca.

Per puro miracolo il candidato democratico non ha
subito la sorte di Martin Luther King, Malcolm X e
altri che proponevano sogni d’uguaglianza e
giustizia in decenni recenti.

Inoltre ha l’abitudine di guardare l’avversario con
serenità e di ridere delle difficoltà politiche di
un oppositore che guarda verso il vuoto.

D’altra parte il candidato repubblicano, coltivando
la sua fama d’uomo bellicoso, è stato uno dei
peggiori alunni del suo corso a  West Point.

Non sapeva nulla di matematica, ha confessato e di
può supporre molto meno delle complicate scienze
economiche.

Il suo avversario lo supera in intelligenza e
serenità.  Quello che abbonda a McCain sono gli anni
e la sua salute non è molto forte.

Cito questi dati per segnalare l’eventuale
possibilità  che, se succedesse qualcosa alla salute
del candidato repubblicano, se lo eleggeranno, la
signora del Rifle, l’inesperta ex governatrice
dell’Alaska diventerebbe la presidentessa degli
Stati Uniti. Si osserva che non sa niente di niente.

Meditando sul debito pubblico attuale degli Stati
Uniti, che il presidente BUsh scarica sulle nuove
generazioni in questo paese: diecimila
duecentosessantasei milioni di dollari.

Ho calcolato il tempo che dovrebbe trascorrere un
uomo per contare il debito che praticamente è
raddoppiato con Bush, in otto anni.

Supponendo otto ore di lavoro netto al giorno, senza
perdere un secondo al ritmo rapido di cento
biglietti da un dollaro al minuto, per 300 giorni di
lavoro l’anno, un uomo tarderebbe
settecentodiecimila milioni di anni per contare
questa somma.  Non ho trovato un’altra forma grafica
per immaginare il volume di questa somma di denaro,
di cui si parla quasi ogni giorno, attualmente.

Il governo degli Stati Uniti, per evitare il panico
generalizzato, dichiara che garantirà i depositi dei
risparmiatori sino a 250.000 dollari e amministrerà 
banche e cifre di denaro che Lenin, con l’abaco,
non avrebbe mai immaginato di contare.

Possiamo chiederci adesso che apporto darà
l’amministrazione Bush al socialismo. Ma non ci
facciamo illusioni. Quando il funzionamento delle
banche si normalizzerà, gli imperialisti le
ridaranno alle imprese private, come hanno fatto
diversi paesi in questo emisfero. Il popolo paga
sempre i conti.

Il capitalismo tende a riprodursi in qualsiasi
sistema sociale perchè è  parte dell’egoismo e degli
istinti dell’uomo.

Alla società umana non resta altra alternativa che
superare questa contraddizione, perchè altrimenti
non potrà sopravvivere.

In questo momento il mare di denaro gettato alle
finanze mondiali dalle banche centrali dei paesi
capitalisti sviluppati, sta colpendo fortemente le
borse dei paesi che cercano di superare il
sottosviluppo economico e si rivolgono a queste
istituzioni. Cuba non ha una borsa valori. 

Senza dubbio sorgeranno altre forme di finanziamento
più razionali e più socialiste.

La crisi attuale e le brutali misure del governo
degli Stati Uniti per salvarsi accresceranno
l’inflazione e la svalutazione delle monete
nazionali e le perdite dolorose dei mercati, con
prezzi più bassi per le merci dell’esportazione con 
scambi disuguali maggiori.

Ma porterà anche una maggior conoscenza della verità
ai popoli, più coscienza, più ribellione e più
rivoluzione.

Vedremo ora come svilupperà  la crisi e cosa accadrà
negli Stati Uniti in questi venticinque giorni.

Fidel Castro Ruz, 11 Ottobre 2008

Fonte: http://www.granma.cu

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11.10.2008

Traduzione Gioia Minuti (Granma.cu)

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