L'INFLUENZA SPAGNOLA, UN'EPIDEMIA CREATA DALL'UOMO?

DONA A COMEDONCHISCIOTTE.ORG PER SOSTENERE UN'INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE:
PAYPAL: Clicca qui

STRIPE: Clicca qui

In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi

DI HENRY MAKOW, Ph.D.
Save The Males

Nel 1948 Heinrich Mueller, già capo della Gestapo, disse agli interrogatori della CIA che la più devastante piaga nella storia dell’umanità era stata creata dall’uomo. Si riferiva alla pandemia dell’influenza del 1918-1919 che colpì il 20% della popolazione mondiale e che uccise tra i 60 e i 100 milioni di persone. Questo numero è pressoché tre volte maggiore al numero di persone uccise e ferite nella I Guerra Mondiale, ed è paragonabile alle perdite subite nella Seconda Guerra Mondiale, tuttavia questa piaga moderna è passata nel dimenticatoio.

Mueller asseriva che l’influenza era parte di un’arma batteriologica dell’esercito americano che in qualche modo infettò i soldati del Camp Riley KS nel marzo del 1918 e si diffuse in tutto il mondo. Disse che “divenne incontrollabile”, ma non possiamo scartare l’orrenda possibilità che “la spagnola” fosse una misura ad hoc per ridurrre drasticamente la popolazione, e che potrebbe essere usata ancora. Tra la spagnola e “l’influenza aviaria” è stato infatti trovato un legame.Non c’era niente di “spagnolo” in quell’influenza. Secondo Wikipedia: “In America circa il 28% della popolazione ne soffrì, e ne morirono dalle 500.000 alle 675.000 persone. In Gran Bretagna ne morirono 200.000, in Francia 400.000. Paesi interi perirono in Alaska e Sud Africa. In Australia si stima che le morti furono circa 10.000 e nelle isole Fiji, in sole due settimane, perì il 14% della popolazione, mentre nella Samoa occidentale il 22%. Si stima che in India i morti furono 17 milioni, circa il 5% della popolazione di allora, e nell’esercito indiano circa il 22% delle truppe infettate morirono”.

Addirittura, i sintomi del 1918 erano così insoliti che dapprima la diagnosi fu sbagliata, e si pensò che si trattasse di dengue, colera, o tifo. Un cronista osservò: “Una delle complicanze più impressionanti era l’emorragia delle mucose, specie quelle del naso, dello stomaco e dell’intestino. Si verificarono pure sanguinamenti dalle orecchie ed emorragie petecchiali… Un’altra caratteristica di questa pandemia fu che uccise perlopiù adulti giovani, con il 99% delle vittime di età inferiore ai 65 anni di cui più della metà tra i 20 e i 40 anni. Ciò che incuriosisce è che normalmente l’influenza è più micidiale tra i bambini di meno di due anni e i vecchi con più di 70”.

LE FONTI DI MUELLER

Ad una conferenza sulla guerra batteriologica indetta dai nazisti nel 1944 a Berlino, il generale Walter Schreiber, Capo dei Medici Militari dell’esercito tedesco, disse a Mueller che nel 1927 aveva passato due mesi in America, consultandosi con i suoi omologhi. Questi gli dissero che il cosiddetto “virus colpo doppio” (Influenza Spagnola) era stato sviluppato ed usato durante la guerra del 1914-18.

blank

Oberfeldwebel Heinrich Mueller

“Ma – secondo Mueller – sfuggì loro di mano ed invece di uccidere i tedeschi che a quel punto si erano già arresi, si ritorse contro essi stessi e quasi tutti gli altri” (“Capo della Gestapo: L’interrogatorio della CIA del 1948 a Heinrich Mueller” Vol. 2, di Gregory Douglas, p. 106). L’armistizio ebbe poi luogo l’11 agosto 1918. L’interrogante, James Kronthal, capo agente CIA stazionato a Berna, USA, chiese a Mueller di spiegare il termine “colpo doppio”. La sua definizione mi ricorda l’AIDS.

Dice Mueller: “Non sono dottore, sapete, ma il ‘colpo doppio’ riferito ad un virus, o veramente ad un paio di virus, funzionava come un campione di pugilato. Il primo colpo attaccava il sistema immunitario e rendeva la vittima fatalmente suscettibile al secondo colpo, cioè ad una forma di polmonite… [mi disse Schreiber] è stato uno scienziato inglese a svilupparlo… Ora sapete perché queste cose sono pazzesche. Sono virus che possono mutare e cosa era stato previsto per un fine potrebbe cambiare in qualcos’altro di veramente terribile”. Il soggetto dell’influenza spagnola venne fuori nel contesto di un dibattito sul tifo. Il virus del tifo, intenzionalmente introdotto nei campi dei prigionieri di guerra russi, insieme alla fame contribuì ad uccidere 3 milioni di uomini. Il virus si diffuse ad Auschwitz ed altri campi di concentramento con prigionieri russi e polacchi. Nel contesto della guerra fredda Mueller dice: “Se Stalin invadesse l’Europa, una piccola malattia qui e là annienterebbe i suoi, lasciando tutto intatto. Inoltre, una bottiglietta di germi è molto meno costosa di una bomba atomica, non è vero? Pensate, poter tenere in pugno più uomini che mai Stalin riuscirebbe a mettere insieme, e non dover preoccuparsi di sfamarli, vestirli o rifornirli di munizioni. D’altra parte, la minaccia di una guerra… fa meraviglie per l’economia” (p. 108).

Dobbiamo credere a Mueller? Io direi di sì. Gregory Douglas, dopotutto, è lo pseudonimo di suo nipote a cui Mueller ha lasciato le sue carte. In genere una bufala non arriva a migliaia di pagine. L’interrogatorio prende 800 pagine. Le memorie 250 pagine. L’archivio di microfilm sembra coprire addirittura 850.000 pagine. Infine, il materiale che ho letto io è incredibilmente ben informato, coerente e pieno di rivelazioni plausibili.

CONCLUSIONI

Le cosiddette “élite” non hanno mai nascosto il loro desiderio di ridurre la popolazione mondiale (Vedi “Lo sterminio delle popolazioni: come avverrà?” di Alan Stang). È probabile che per loro la I Guerra Mondiale sia stata una delusione per quanto riguarda la quantità di morti. Se “l’influenza spagnola” fosse stata pianificata o meno, non si può sapere, ma sembra che l’esercito americano abbia un archivio di esperimenti con droghe/composti chimici/batteri fatti su soldati ignari. Forse che un esperimento di questo tipo gli scappò di mano?

Finora il virus dell’influenza aviaria ha ucciso soltanto 160 persone dal 2003. Sarà un precursore di qualcosa di più funesto? Speriamo di no, ma non dobbiamo dimenticarci del precedente stabilito dalla pandemia di influenza spagnola del 1918.

Henry Makow è l’autore di “Un lungo viaggio per un appuntamento”. Ha ricevuto il suo dottorato in Letteratura Inglese all’Università di Toronto. Gli fa piacere ricevere commenti, che potrete indirizzare a [email protected].

Henry Makow
Fonte: http://www.savethemales.ca/
Link: http://www.savethemales.ca/001836.html
01.12.2006

Traduzione per www. comedonchisciotte.org a cura di GIANNI ELLENA

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Potrebbe piacerti anche
Notifica di
5 Commenti
vecchi
nuovi più votati
Inline Feedbacks
View all comments
5
0
È il momento di condividere le tue opinionix