L’industria del tampone

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Un dato che fa riflettere sullo stato delle cose è quello che riguarda  “l’industria del tampone”, come è lecito definire il giro d’affari che gravita intorno a questa attività senza la quale la farsa finirebbe in mezza giornata. In base ad un’indagine commissionata dal sito Facile.it ad alcune società di ricerca demoscopica, dal marzo 2020 ad oggi gli italiani hanno speso due miliardi di euro per testare il proprio stato di salute atrraverso questa pratica inutile dal punto di vista diagnostico, ma utilissima per terrorizzare e vessare la popolazione. In base ad una stima, sarebbero quasi 27 milioni gli italiani che si sono tamponati almeno una volta (a pagamento), con una spesa pro capite di 76 euro ed una media di 6 tamponi a testa; i numeri hanno conosciuto un’impennata negli ultimi tre mesi, cioè da quando il governo ha introdotto l’obbligo per poter lavorare: secondo la ricerca, i tre quarti della spesa sarebbero da associare all’ultimo trimestre. Oltre alla necessità di procurarsi ” la tessera del pane”, fra le motivazioni addotte dagli intervistati per il proprio tamponamento prevalgono quelle di natura non “obbligatoria”, come il fatto che un parente fosse entrato in contatto con un “positivo asintomatico” o la semplice paura del terribile virus. Più volte è stata smascherata la truffa dei tamponifici, fra cicli di amplificazione modificati arbitrariamente e politicamente, esiti giunti ancor prima di farsi trapanare il naso, addirittura confezioni già premarcate in un senso o nell’altro; anche alcuni fra  i più ipocondriaci, quelli che hanno speso più di 200 euro in tamponi, si saranno resi conto che quella roba serve solo per farsi accalappiare dalla loro kafkiana burocrazia e nulla più. Diventa quasi banale, a questo punto, evidenziare il flusso di denaro che gira intorno a questa truffa: molti penseranno ai farmacisti che acquistano ville a Portofino, ma il grosso del malloppo se lo tengono stretto i soliti noti che rispondono alle stesse centrali di sempre. La Seegene Inc, azienda sudcoreana di “strumenti diagnostici”, ha visto crescere il valore delle sue azioni del 120%, seguita a ruota dalla statunitense PerkinElmer con un + 103%. E così, mentre l’economia reale andrà collassando perché se no si muore tutti dell’orrenda malattia, prenderà piede quest’ennesima “new economy”, della quale sapranno approfittare i tanti furboni che popolano questo sciagurato paese. La vita è appesa al risultato di un tampone farlocco, e per sottoporsi a questa umiliazione bisogna anche cacciare tanti denari: è così che ci hanno ridotto, e quest’industria avveniristica non sembra mostrare segni di cedimento. Solo ieri,  sarebbero stati fatti 1.246.987 tamponi.

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