Libero e Virgilio: server fuori servizio da giorni. E se in futuro accadesse al nostro denaro digitale?

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Di Giacomo Ferri per ComeDonChisciotte.org

Tra la notte di domenica 22 e lunedì 23 i server di Libero e Virgilio sono andati giù e, pertanto, da quel momento nessuno può accedere al proprio indirizzo email, sia esso privato che della propria azienda e all’interno ci sono sia coloro che usufruiscono gratuitamente del servizio e anche quelli che, per motivi di spazio, pagano per avere una casella di posta più spaziosa o con servizi aggiuntivi; milioni di utenti si trovano impossibilitati a leggere la posta arrivata o ad inviare messaggi, costretti, in caso di urgenza, a farsi un indirizzo di posta alternativo.

Non conosciamo le motivazioni, Italia Online, la società che gestisce i server di entrambi, ha tenuto a dire che non si tratta di un attacco hacker, ma di un problema tecnico in via di risoluzione ma, qualsiasi sia la causa, l’effetto è davvero imponente e, come ha fatto notare Marcello Pamio, sul suo canale Telegram, contestualmente Google starà gioendo per la previsione che molti utenti si riverseranno verso quello che è, ormai, il gestore più famoso.

Tanti ne stanno parlando [1][2][3] dato che, si stima, le caselle di posta sono tra 9 e 11 milioni, quindi si è creato un vero e proprio disservizio nazionale, che fa molto riflettere proprio per la direzione (chiamiamola deriva) che sta prendendo la società attuale, perseguendo le varie “Agenda 2030”, “Vision 2030” (per i paesi arabi) e “Vision 2035” per la Cina, da anni il WEF, e non solo, ci illustra ed indica il cammino, ovvero: la digitalizzazione totale.

Non sono un retrogrado o uno che ama remare contro il progresso scientifico e tecnologico, ma difronte a certe implementazioni e a causa del vissuto degli ultimi anni, in particolare degli ultimi tre, non posso fare a meno di domandarmi a cosa potremmo andare in contro se venissero attuate una serie di proposte, o meglio, di obiettivi che tutti i governi stanno portando avanti.

Sono partito proprio dallo spunto del suddetto Marcello Pamio, perché la sua domanda (retorica) è anche la mia domanda e lo è da molto tempo:
se dovessero digitalizzare interamente il denaro, cosa accadrebbe se vi fosse un evento simile a quello che sta accadendo con delle “semplici” caselle di posta?
Se il blocco della moneta digitale fosse a causa di un attacco hacker o se, perseguendo l’idea del controllo di massa e del credito sociale, dall’alto decidessero che certe persone non potessero più utilizzare il proprio denaro o ne limitassero la quantità utilizzabile secondo il proprio volere, cosa faremmo?!

Questa situazione ci dovrebbe allertare e non dovremmo vedere la cosa come un disagio o poco più che un problema tecnico, ma come un precedente importante, un avvertimento nato dal caso e che sussurra al nostro orecchio

Attento, che in futuro, in un qualunque momento, per una causa qualsiasi, ti potresti trovare ad essere povero perché non hai fatto una punturina obbligatoria o perché sei in ritardo col pagamento delle tasse o perché hai manifestato contro lo Stato”.

“Fantasie!” staranno dicendo alcuni voi ma, ahimè, dovremmo aver imparato che quello che pensavamo fosse irrealizzabile è diventato realtà e quello che ci sembrava distopico è diventato democratico.

La Cina, in primis, dal 2014 ci sta insegnando da anni cosa lo Stato può fare ai propri cittadini (sudditi?) e, proprio attraverso il sistema del credito sociale, sta sperimentando il controllo di massa; insomma prendendo ispirazione, con la tecnologia attuale, a quello che George Orwell, in “1984”, chiamò Big Brother, il Dragone ha dato vita (o forse ha migliorato quelli già esistenti in altri Paesi) al Grande Fratello. Purtroppo adesso, se si parla di Grande Fratello, alla gente viene solo in mente quel format televisivo, di opinabile qualità, che vede un gruppo di personaggi chiusi in una casa e spiati 24 ore al giorno.

Foto in grande: George Orwell davanti alla sua macchina da scrivere – Foto in piccolo: la prima edizione del romanzo 1984 (Nineteen Eighty-four)

Come abbiamo avuto modo di vedere, attraverso alcuni servizi televisivi (il primo reperibile della BBC del 2018 [4][5], fino ad arrivare al servizio televisivo della RAI con la trasmissione “Petrolio” [6]), in alcune città sperimentali, grazie all’implementazione di una copertura totale di telecamere col sistema di riconoscimento facciale, collegate a dei server gestionali, lo Stato attribuisce un punteggio base a tutti i cittadini, i quali, a seconda delle azioni che compiono, subiscono un aumento o una diminuzione dei loro punti e, sotto una certa soglia, la loro vita può essere limitata. Una limitazione vera e propria, tanto da non poter prendere un aereo per lasciare il paese o essere denigrati a livello sociale e subire vere e proprie umiliazioni pubbliche, come mostrare le foto dei volti, con nome e cognome, di coloro che hanno il punteggio più basso; se tutto ciò non bastasse, per guadagnare punti, viene fomentato lo spionaggio tra vicini di casa e colleghi di lavoro: per aumentare il proprio credito sociale, non solo le persone devono cercare di fare buone azioni e rispettare le leggi, ma posso acquisire punti extra segnalando il comportamento scorretto dei propri concittadini, o coloro che sono critici nei confronti dello Stato, un po’ come il ruolo degli “informatori non ufficiali” reclutati dalla STASI per spiare, alla fine tutti spiavano tutti senza sapere di essere spiati.

 

La digitalizzazione è la chiave del controllo totale e, ricordando la frase legata proprio all’Agenda 2030 di Davos, ovvero,

Nel 2030 non avrai nulla e sarai felice” [7],

dovremmo ormai aver chiaro in mente cosa ci riserva il futuro, perché ce lo dicono apertamente, ce lo sbattono in faccia con i loro messaggi e spot; non potremo certo dire “non lo sapevo” o “non credevo si arrivasse a tanto”, perché non saremmo credibili e, soprattutto, non saremmo intellettualmente onesti, principalmente con noi stessi!

Un’immagine presa dallo spot (successivamente rimosso) del World Economic Forum, dove compariva per la prima volta la frase “Non avrai niente. E sarai felice”

Quando nel 2017 l’allora Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dichiarò di voler rendere obbligatori 10 vaccini per l’infanzia e ne fece, poi, un decreto, dissi “con questa legge si è creato un grave precedente” e, purtroppo mi sono reso conto, alcuni anni dopo, che veramente quello era un primo passo per arrivare alla direzione che abbiamo vissuto; nonostante quella legge fosse al centro di polemiche, già prima diventare decreto, molte relative alla sua anticostituzionalità [8], la stessa è tutt’ora in vigore e i giudici, specialmente da parte della Corte Costituzionale, non hanno fatto altro che avvalorarla con la sentenza 2017 [9], stessa cosa accaduta poco tempo fa con la decisione, sempre della Corte Costituzionale, sui “vaccini” anti-Covid19.

Tornando all’argomento iniziale, è ovvio che un server caduto, un problema tecnico o un attacco hacker, non debba allarmare più di tanto ma, come per me nel 2017, questo potrebbe creare un grave precedente, ma un precedente che stavolta ci dà in mano un’arma contro questo sistema, un grave precedente per i loro piani, perché dovrebbe far riflettere coloro che sono assai felici di entrare in un’era totalmente digitale, che un qualsiasi piccolo problema tecnico o un blackout energetico prolungato, può causare più problemi in futuro di quanti ne causi adesso.
Veicoli che si guidano da soli, che perdono il controllo da soli; soldi digitali che adesso ci sono e tra un minuto non ci sono più o non sono più disponibili; macchinari che rilasciano farmaci nell’organismo che, non ricevendo più un segnale, non rilasciano più i farmaci o ne rilasciano in continuazione; banche senza cassa, che senza collegamento internet non possono fornire il denaro richiesto. Gli esempi possono essere tanti per creare il dubbio sulla direzione intrapresa, soprattutto se si pensa all’incidente, al malfunzionamento, al blackout, ma se pensiamo che dall’altra parte, anche per un errore, possono decidere della nostra vita a loro discrezione, siamo proprio certi di voler seguire quella strada? A tal proposito vi lascio citando il titolo di una commedia di Giuseppe Giacosa del 1870:

Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova”.

Di Giacomo Ferri per ComeDonChisciotte.org

 

Note:

[1] https://www.affaritaliani.it/mediatech/libero-mail-virgilio-down-cosa-sta-succedendo-835962.html?refresh_ce
[2] https://www.tag24.it/477899-libero-virgilio-non-funzionano-mail-da-quando-soluzioni-sblocco/
[3] https://techprincess.it/libero-e-virgilio-down-email/
[4] https://www.bbc.co.uk/sounds/play/w3cswkf6
[5] https://www.youtube.com/watch?v=EovTU2yqqkY
[6] https://www.raiplay.it/video/2020/05/petrolio-sistema-di-credito-sociale-in-cina-96ac1b56-ed50-4236-9e11-e473c7b122d5.html
[7] https://comedonchisciotte.org/agenda-2030-non-avrai-nulla-e-sarai-felice/
[8] https://domus-europa.eu/2017/06/19/vaccinazioni-il-decreto-lorenzin-e-anticostituzionale-di-francesco-mario-agnoli/
[9] https://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?menu=notizie&id=3184

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