DI CLAUDIO CELANI
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Intervista a Loretta Napoleoni
EIR: Lei ha appena pubblicato
un libro, “Il Contagio”, in cui si dice che l’Italia andrà in bancarotta
entro sei mesi e chiede che l’Italia applichi una soluzione denominata
default programmato. Puoi dirci cosa sta accadendo?
Napoleoni: Sì. Quello che sto facendo è analizzare la situazione dell’euro
al momento, e a giudicare dalle politiche che sono state applicate dall’UE
negli ultimi 16 mesi in Grecia, quanto è stato fatto non ha funzionato.
Al contrario, l’austerità imposta in paesi come la Grecia o la Spagna
sta contraendo la crescita, diminuendo di fatto il PIL negli ultimi
12 mesi: il PIL della Grecia ha subito una contrazione del 7,3%. Quindi,
in questo contesto, non è possibile pensare che la Grecia sarà in
grado di ripagare il debito.
Quindi, ciò che sta accadendo è che
i paesi stanno utilizzando il debito del cosiddetto piano di salvataggio,
per sostenere l’economia, per pagare le pensioni, i salari, perché
l’economia non è in crescita.
L’alternativa a questa politica, è
quella di seguire l’esempio dell’Islanda, ed attuare un default volontario
o controllato, in cui il paese divide il debito in due parti: si garantisce
la parte che si deve alle banche nazionali, mentre si ristruttura l’altra
parte, quella dovuta alle banche straniere, il che significa che una
percentuale verrà rimborsata entro un certo periodo di tempo. Ciò
ha il vantaggio di permettere all’economia di continuare a crescere,
ma ha anche il vantaggio di riuscire ad uscire dall’euro. L’euro è
una sorta di camicia di forza che impedisce ai paesi di avere una valuta
più debole nei confronti delle valute dei paesi più ricchi, come ad
esempio la Germania o l’Olanda. Quindi, impedisce a questi paesi di
aumentare la competitività attraverso la svalutazione.
EIR: Qual è la possibilità
che la sua proposta sia accettata? Quali sono le reazioni e qual è
la situazione politica?
Napoleoni: La reazione in Italia è
molto negativa. Nessuno, sia a destra che a sinistra, vuole prendere
in considerazione il ritorno a una moneta nazionale, alla lira.
Ciò è dovuto soprattutto al fatto
che gli italiani hanno paura di una politica di svalutazione selvaggia,
che è sostanzialmente quanto gli italiani hanno fatto negli anni 1970,
1980, e in parte degli anni 1990, e questa politica, ovviamente, ha
portato l’inflazione.
Le persone non capiscono che l’economia
internazionale è in una profonda deflazione, il pericolo di inflazione
in realtà non è così elevato. E in termini di alternative, tra una
alternativa che, di sicuro, spingerà verso il basso la crescita a tassi
negativi, e il rischio di una mite inflazione, la seconda è una scelta
migliore.
Limitazioni dell’Euro
EIR: Ma sembra che in altri luoghi,
come ad esempio in Germania, l’idea di introdurre un default programmato
per alcuni stati membri della zona euro stia per essere accettata. Il
vice cancelliere di Germania lo ha proposto per la Grecia, e forse gli
italiani dovrebbero prima o poi rendersi conto che ciò è positivo
anche per loro.
Napoleoni: Io penso che il default
programmato proposto dai tedeschi è una idea vaga. Questa è una limitazione
enorme dell’euro: quando l’euro è stato creato, c’è stata una discussione
su ciò che un paese avrebbe dovuto fare se avesse avuto bisogno di
uscire dall’euro, ma non è stato creato un protocollo con una serie
di regole. Quindi, questo è uno dei più importanti problemi tecnici.
Ci sono enormi considerazioni da fare in caso di uscita dell’euro
per le relative ricadute sull’economia.
Per esempio, se una società in Italia
ha un contratto denominato in euro con una società in Austria, e tutto
ad un tratto l’Italia decide di attuare il default programmato e quindi
di seguire l’esempio dell’Islanda, cosa succede a questo debito? Questo
debito sarà ridefinito in lire, o rimarrà in euro? Questi sono i problemi
tecnici che impediscono all’Unione europea di porre in essere una sorta
di programma predefinito per un default programmato che potrebbe essere
applicato per la Grecia e per altri paesi europei al fine di uscire
dall’euro, per ricominciare di nuovo a crescere. Penso che queste limitazioni
mostrano quanto poco abbiamo pensato a questa unione; siamo arrivati a
questa unione senza pensare a tutti i possibili sviluppi.
EIR: Non pensa che l’origine
del caos attuale sta nel fatto che il sistema bancario versa in uno
stato di bancarotta, il quale ora ha colpito i governi, e che tutto
trova la sua origine negli errori del 2008, quando si è deciso di salvare
tutte le banche, indipendentemente dalle loro attività?
Napoleoni: Vuoi parlare dei legami
tra la crisi del 2008 e ciò che
sta succedendo oggi?
EIR: Sì, oggi siamo in un tale
caos a causa di tale scelta.
Napoleoni: Sì, sa, questa significa
scegliere se fare lo scaricabarile o assumersi le proprie responsabilità.
Significa che abbiamo un problema, questo problema è il debito, che
è stato accumulato in 20 anni di una politica di bassi tassi di interesse,
al fine di facilitare il processo della globalizzazione. E, naturalmente
ciò non ha funzionato; come si vede i mercati emergenti stanno facendo
molto meglio di noi, stiamo chiedono denaro ai mercati emergenti!
Nel 2008, al fine di evitare una grande
recessione, hanno semplicemente spostato il debito dalle banche agli
stati, e questo debito dal 2008 non è stato ridotto ma, al contrario,
è cresciuto. Ora, il caso dell’Italia è diverso. Una delle ragioni
per cui un default dell’Italia può causare una grave catastrofe in
Europa è che le banche francesi sono troppo esposte nei confronti del
debito italiano, e lo stesso vale per le banche tedesche.
Così, ad ogni modo è lo stesso problema.
Perché le banche sono così esposte? Perché le banche hanno prestato
denaro che, in realtà, non avevano, e sono state salvate dai loro stessi
stati, in modo che lavorassero ancora, ma il buco che è stato scavato
negli anni ’90 e in parte degli anni 2000, è ancora lì. Quindi, è
tutto interconnesso.
Una possibile soluzione? Credo che
una possibile soluzione è un grande, notevole restringimento del sistema
finanziario. Dobbiamo tornare al livello dei primi anni 1990.
EIR: Un modo per fare attuare
questo grande ridimensionamento senza costi per il popolo sarebbe quello
di reintrodurre una sorta di separazione Glass-Steagall*, perché in
questo modo separeremmo il settore commerciale del sistema bancario
da quello finanziario per isolarlo. Cosa pensa a riguardo?
Napoleoni: Sì, sì, sono d’accordo.
Penso che dovremmo tornare alla legge Glass-Steagall introdotta dopo
il 1929; abbiamo bisogno di una separazione, abbiamo bisogno di fare
marcia indietro rispetto alla globalizzazione (ho detto questo per anni)
ma per fare questo, abbiamo bisogno di avere una classe politica che
non persegua solo gli interessi di una élite molto piccola. Abbiamo
bisogno di una classe politica che rappresenti gli interessi della nazione
e della popolazione, ed essa chiaramente non è la classe politica che
abbiamo al momento, in tutto il mondo occidentale.
Quindi, l’unico modo per arrivare a
una rigenerazione di questo tipo, è attraverso un grande, enorme crisi
economica. Questo è terribile, ma non vedo oggi nessuno dei politici
promuovere questo tipo di legislazione.
Speranza in una Nuova generazione
EIR: Lei vede una speranza nei
giovani che oggi protestano, come gli Indignados in Spagna e in altre
parti del mondo?
Napoleoni: Sì, penso che questa nuova generazione è una generazione
molto forte, ma in realtà è una generazione che non si lascia facilmente
impressionare dal denaro, dal consumo, al contrario, è una generazione
alla ricerca del vero valore della vita, soprattutto nei rapporti con
l’uomo. Questa generazione si sta ribellando contro un’economia che
davvero non dà loro alcuna possibilità di sorta, alcuna opportunità.
Oltre a questo, questi giovani sono costantemente umiliati, sono costretti
a chiedere ai loro genitori un aiuto finanziario, perché senza di esso
non possono sopravvivere.
Penso che stiamo assistendo a grandi cambiamenti, ed è interessante
che questi cambiamenti stiano avvenendo nel mondo esterno; è il mondo
esterno ad insegnarci una lezione. Se qualche anno fa qualcuno ci avesse
detto che gli egiziani si sarebbero sbarazzati di Mubarak, manifestando
pacificamente nelle piazze del Cairo, non ci avremmo creduto, invece
è successo. Quindi, tutto è possibile, anche nel mondo occidentale
da parte di questi giovani. Ma questi giovani devono far sentire la
propria voce ora, il che significa che abbiamo bisogno di questo movimento
ora, perché ora è il momento.
* La legge bancaria Glass-Steagall
mirava a introdurre misure per contenere la speculazione da parte degli
intermediari finanziari e i panici bancari. La prima misura fu quella
di istituire la Federal
Deposit Insurance Corporation
con lo scopo di garantire i depositi e prevenire eventuali corse allo
sportello delle banche e ridurre il rischio di panici bancari. La seconda
misura prevedeva l’introduzione di una netta separazione tra attività
bancaria tradizionale e attività bancaria di investimento. Le due attività
non potevano essere esercitate dallo stesso intermediario, avendo così
la separazione tra banche commerciali e investment bank.
Claudio Celani
Fonte: ‘The Euro Is a
Straitjacket’
16.09.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSIA