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La Redazione

 

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L’economista americano Hudson:”L’Europa ha scelto di essere un satellite degli Stati Uniti”

Lo studioso intervistato dalla stampa tedesca sul presente e il futuro del continente. Sugli effetti delle sanzioni occidentali: "Se il Presidente Biden fosse un agente segreto russo, difficilmente avrebbe potuto aiutare di più la Russia"
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A cura di Markus
Il 19 Dicembre 2022
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unz.com

Egregio Prof. Hudson,
Ancora una volta: Herzliche Grüße aus Berlin!

L’ultima volta, a giugno, l’avevo intervistata per la rivista tedesca “Four.” Attualmente lavoro anche per MEGA Radio, un’emittente radiofonica di Germania, Austria e Svizzera. Trasmettiamo da Vienna e siamo presenti a Berlino, in Baviera e in Austria. Ecco le mie domande:

(1.) Nella nostra ultima intervista per la rivista “Four” lei aveva fatto alcune previsioni che si sono puntualmente avverate. Lei aveva parlato di una crisi per le aziende tedesche che lavorano nella produzione di fertilizzanti. Questo era apparso nei titoli dei giornali poche settimane dopo la nostra intervista.
Lei aveva anche detto che: “quello che lei definisce ‘il blocco del Nord Stream 2’ è, in realtà, una politica americana degli acquisti.” Questo è diventato ancora più chiaro dopo la distruzione dei gasdotti Nord Stream. Può commentare questo punto?

MH: La politica estera degli Stati Uniti si è a lungo concentrata sul dominio del commercio internazionale del petrolio. Questo commercio è uno dei principali fattori che contribuiscono alla bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti e il suo controllo dà ai diplomatici statunitensi la possibilità di imporre una morsa ferrea sugli altri Paesi.

Il petrolio è la principale fonte di energia e l’aumento della produttività del lavoro e del PIL delle principali economie va di pari passo con l’aumento del consumo di energia per singolo lavoratore. Il petrolio e il gas non servono solo a bruciare energia, ma sono anche un componente chimico di base per i fertilizzanti, e quindi per la produttività agricola, nonché per l’industria della plastica e di altri prodotti chimici.

Gli strateghi statunitensi riconoscono che privare un Paese del petrolio e dei suoi derivati soffoca l’industria e l’agricoltura. La capacità di imporre sanzioni di questo tipo consente agli Stati Uniti di rendere i Paesi [vassalli] ligi al rispetto della politica statunitense, e questo per non essere “scomunicati” dal commercio del petrolio.

Da molti anni i diplomatici statunitensi dicono all’Europa di non fare affidamento sul petrolio e sul gas russo. L’obiettivo è duplice: privare la Russia del suo importante surplus commerciale e conquistare il vasto mercato europeo per i produttori di petrolio statunitensi. I diplomatici statunitensi avevano convinto i leader tedeschi a ritardare l’approvazione del gasdotto Nord Stream 2 e, alla fine, avevano usato la scusa della guerra della NATO contro la Russia in Ucraina per agire unilateralmente e organizzare la distruzione di entrambi i gasdotti Nord Stream, 1 e 2.

(2.) Per il nostro pubblico e i nostri ascoltatori: Nel suo nuovo libro “Il destino della civiltà: Capitalismo finanziario, capitalismo industriale o socialismo,” lei afferma che l’economia mondiale si sta dividendo in due blocchi: gli Stati Uniti e l’Europa rappresentano la parte dollarizzata e che questo conglomerato neoliberale occidentale sta spingendo l’Eurasia e la maggior parte del Sud globale in un gruppo separato. Potrebbe spiegarci questo aspetto?

MH: La divisione non è solo geografica, ma riflette soprattutto il conflitto tra il neoliberismo occidentale e la logica tradizionale del capitalismo industriale. L’Occidente ha deindustrializzato le proprie economie sostituendo il capitalismo industriale con il capitalismo finanziario, inizialmente nel tentativo di mantenere bassi i salari, dislocando all’estero [la produzione] in modo da poter impiegare manodopera straniera [a basso costo], e poi per cercare di stabilire privilegi monopolistici e mercati vincolati con gli armamenti (e ora con il petrolio) e con i beni di prima necessità ad alta tecnologia, trasformando le proprie economie in economie rentier.

Un secolo fa, ci si aspettava che il capitalismo industriale si evolvesse in socialismo industriale, con i governi che avrebbero dovuto fornire i servizi infrastrutturali di base (come l’assistenza sanitaria, l’istruzione, le comunicazioni, la ricerca e lo sviluppo) per ridurre al minimo il costo della vita e degli affari. È così che gli Stati Uniti, la Germania e altri Paesi avevano costruito la loro potenza industriale ed è così che la Cina e altri Paesi eurasiatici lo hanno fatto più di recente.

Ma la scelta dell’Occidente di privatizzare e finanziarizzare le proprie infrastrutture di base, smantellando il ruolo del governo e spostando la pianificazione a Wall Street, Londra e in altri centri finanziari, ha lasciato poco da offrire agli altri Paesi – tranne la promessa di non essere bombardati o trattati come nemici se avessero cercato di mantenere in patria la propria ricchezza, invece di trasferirla agli investitori e alle società statunitensi.

Il risultato è che, quando la Cina e gli altri Paesi [asiatici] costruiscono le loro economie come avevano fatto gli Stati Uniti dalla fine della Guerra Civile alla Seconda Guerra Mondiale, vengono trattati come nemici. È come se i diplomatici statunitensi vedessero che la partita è persa e che la loro economia privatizzata è diventata talmente piena di debiti, costosa e poco competitiva e sperassero, semplicemente, di poter continuare a rendere dipendenti il più a lungo possibile gli altri Paesi vassalli, almeno fino a quando la partita non sarà inesorabilmente terminata.

Se gli Stati Uniti riusciranno ad imporre il loro neoliberismo finanziario al mondo, molti altri Paesi finiranno per avere gli stessi problemi degli Stati Uniti.

(3.) Ora sono stati aperti in Germania i primi terminali per il GNL proveniente dagli Stati Uniti. Quali saranno gli effetti sul commercio e sull’interdipendenza/dipendenza tra Germania e Stati Uniti?

MH: Le sanzioni statunitensi e la distruzione del Nord Stream 1 e 2 hanno reso l’Europa dipendente dalle forniture statunitensi, ma questo ad un costo del gas GNL così elevato (circa sei volte quello che devono pagare gli Americani e gli Asiatici) che la Germania e gli altri Paesi [europei] hanno perso la capacità di competere nella produzione di acciaio, vetro, alluminio e in molti altri settori. Questo crea un vuoto che le multinazionali statunitensi [che operano in Europa] cercano di colmare con i loro investimenti in altri Paesi o addirittura negli stessi Stati Uniti.

L’aspettativa è che l’industria pesante tedesca e le industrie manifatturiere europee, chimiche e di altro tipo, debbano trasferirsi negli Stati Uniti per ottenere il petrolio e le altre materie prime di prima necessità che non possono essere acquistate da Russia, Iran o da altri Paesi. L’ipotesi è che si possa impedire loro di trasferirsi in Russia o in Asia imponendo sanzioni, multe e tramite l’interferenza nelle politiche europee delle ONG statunitensi e dei satelliti del National Endowment for Democracy, come era avvenuto dal 1945 in poi. Possiamo aspettarci anche una nuova Operazione Gladio per imporre figure politiche disposte a sostenere questa frattura globale e il trasferimento dell’industria europea negli Stati Uniti.

C’è da chiedersi se la manodopera qualificata della Germania seguirà l’industria. In genere è quello che accade in queste situazioni. Questo tipo di contrazione demografica è quello che hanno sperimentato gli Stati Baltici. È un sottoprodotto delle politiche neoliberiste.

(4.) Qual’è la sua opinione sull’attuale situazione militare nella guerra russo-ucraina?

MH: Sembra che la Russia vincerà facilmente a febbraio o marzo. È possibile che venga creata una zona demilitarizzata per proteggere le aree russofone (probabilmente incorporate nella Russia) dall’Occidente filo-NATO, al fine di prevenire sabotaggi e terrorismo.

All’Europa verrà detto di continuare a boicottare la Russia e i suoi alleati, invece di cercare guadagni reciproci attraverso il commercio e gli investimenti. Gli Stati Uniti potrebbero esortare la Polonia e qualche altro Paese a “combattere fino all’ultimo Polacco” o Lituano, emulando l’Ucraina. Faranno pressione sull’Ungheria. Ma, in modo particolare, insisteranno affinché l’Europa spenda un somma immensa per riarmarsi, soprattutto con armi statunitensi. Questa emorragia bloccherà di fatto la spesa sociale che dovrebbe aiutare l’Europa a far fronte alla depressione industriale dilagante o i sussidi per rilanciare l’industria. In questo modo, un’economia militarizzata diventerà un costo aggiuntivo, mentre il debito dei consumatori e dell’industria aumenterà, insieme al debito pubblico.

In questo contesto, la Russia potrebbe chiedere alla NATO di ritirarsi dietro i confini precedenti al 1991. Questo è lo scopo ultimo del conflitto.

(5.) Qual è la sua opinione sull’attuale situazione finanziaria causata da questa guerra? I governi del G7 e dell’UE parlano già di ricostruzione postbellica dell’Ucraina. Cosa significa questo per le imprese occidentali e per il capitalismo finanziario?

MH: L’Ucraina difficilmente potrà essere ricostruita. Innanzitutto, gran parte della popolazione è partita e difficilmente tornerà, vista la distruzione delle abitazioni, delle infrastrutture – e dei mariti [delle donne ucraine].

In secondo luogo, l’Ucraina è posseduta principalmente da un ristretto gruppo di cleptocrati – che stanno cercando di vendere agli investitori agricoli occidentali e ad altri avvoltoi. (Penso che lei sappia chi sono).

L’Ucraina è già sommersa dai debiti ed è diventata un feudo del FMI (in pratica della NATO). All’Europa verrà chiesto di “contribuire” e le riserve estere sequestrate alla Russia potranno essere spese per coinvolgere nella ricostruzione aziende statunitensi che guadagneranno ancora di più fingendo di ricostruire l’economia ucraina e lasceranno il Paese ancora più indebitato.

Un nuovo Segretario di Stato del Partito Democratico farà eco a Madeline Albright e dirà che l’uccisione dell’economia, dei bambini e dei soldati ucraini “ne era valsa la pena” come costo per diffondere la democrazia in stile statunitense.

(6.) Ho letto molti resoconti sulle sanzioni contro la Russia. Sembra che le sanzioni colpiscano sempre più duramente la Russia, perché, da sola, non riuscirebbe a produrre tutto ciò che le serve, soprattutto in campo tecnologico. D’altra parte, la Russia ora ha relazioni commerciali molto più stabili con Cina e India. Che effetto reale hanno le sanzioni, secondo la sua analisi?

MH: Per la Russia, le sanzioni statunitensi si sono rivelate una manna dal cielo. Nel settore agricolo, ad esempio, le sanzioni contro le esportazioni di prodotti lituani e da altri Paesi Baltici hanno portato alla fioritura di un settore caseario nazionale russo. La Russia è ora il più grande esportatore di cereali al mondo, grazie alle sanzioni occidentali che hanno avuto lo stesso effetto delle tariffe protettive e delle quote di importazione utilizzate dagli Stati Uniti negli anni ’30 per modernizzare il settore agricolo.

Se il Presidente Biden fosse un agente segreto russo, difficilmente avrebbe potuto aiutare di più la Russia. La Russia aveva bisogno dell’isolamento economico del protezionismo, ma era ancora troppo affascinata dalla politica neoliberista del libero scambio per farlo da sola. Così gli Stati Uniti lo hanno fatto per lei.

Le sanzioni obbligano i Paesi colpiti a diventare più autonomi, almeno per quanto riguarda i bisogni primari, come cibo ed energia. Questa autosufficienza è la migliore difesa contro la destabilizzazione economica imposta dagli Stati Uniti, che mira ad imporre un cambio di regime [ai Paesi presi di mira] e a farli allineare [ai diktat americani].

Un effetto [delle sanzioni] è che la Russia avrà bisogno di comprare molto meno dall’Europa, anche dopo la fine dei combattimenti in Ucraina. Quindi, la Russia avrà anche meno bisogno di esportare materie prime in Europa. Potrà lavorarle da sola. È anche probabile che il nucleo industriale della vecchia Europa si trasferisca in Russia o nei suoi alleati asiatici piuttosto che negli Stati Uniti. Questo è l’ironico risultato della nuova cortina di ferro voluta dalla NATO.

(7.) Come descriverebbe la Cina, la Russia e l’India: vi vede il capitalismo industriale o il socialismo?

MH: I RIC erano il nucleo originario dei BRICS, ora notevolmente ampliato per includere l’Iran e gran parte dell’Asia centrale e i corridoi coinvolti nell’iniziativa Belt and Road della Cina. L’obiettivo è che l’Eurasia non debba più dipendere dall’Europa o dal Nord America.

Il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld aveva spesso definito la “Vecchia Europa” come una zona morta o in via di estinzione. [Un continente] che non era riuscito a mettere in pratica i suoi stessi piani di un secolo fa per evolversi in un’economia sempre più socializzata, che, tramite sovvenzioni statali, avrebbe portato all’aumento del tenore di vita e della produttività del lavoro, della scienza e dell’industria. L’Europa ha rifiutato non solo il marxismo, ma anche le basi dell’analisi marxista dell’economia classica di Adam Smith, John Stuart Mill e dei loro contemporanei. Questo percorso è stato invece seguito in Eurasia, mentre il liberalismo antigovernativo di destra delle scuole austriaca e di Chicago ha distrutto dall’interno le economie della NATO.

Man mano che la leadership industriale e tecnologica si sposta verso est, gli investimenti e la manodopera europei probabilmente la seguiranno.

Gli abitanti dei Paesi eurasiatici continueranno a venire in Europa come turisti, come gli Americani amano visitare l’Inghilterra, come una sorta di parco a tema della nobiltà post-feudale, con il cambio della guardia e altri ricordi pittoreschi dell’epoca dei cavalieri e dei draghi. I Paesi europei assomiglieranno di più alla Giamaica e ai Caraibi, con gli alberghi e l’ospitalità che diventeranno i principali settori di crescita, con camerieri francesi e tedeschi vestiti con i loro costumi quasi hollywoodiani. I musei faranno affari d’oro, poiché l’Europa stessa si trasformerà in una sorta di museo del post-industriale.

(8.) Attualmente abbiamo assistito al crollo e alla bancarotta del crypto exchange FXT. La gestione di questa società sembra essere altamente criminale. Come la giudica?

MH: Negli ultimi anni, è stata la criminalità quella che ha reso le criptovalute un settore in crescita. Gli investitori hanno comprato le criptovalute perché sono un veicolo per le fortune che si fanno con il traffico internazionale di droga, il commercio di armi e l’evasione fiscale. Questi sono i grandi settori di crescita post-industriale delle economie occidentali.

Gli schemi Ponzi sono spesso buoni veicoli di investimento nella loro fase di decollo – la fase di pump-and-dump [*]. Era inevitabile che i criminali non solo usassero le criptovalute per trasferire fondi, ed era anche logico che creassero le proprie valute “libere da oppressive regolamentazioni governative.” I criminali sono gli ultimi libertari del libero mercato della Scuola di Chicago.

Chiunque può creare la propria moneta, proprio come facevano le banche nel selvaggio West americano a metà del XIX secolo, stampando moneta a volontà. Quando si andava a fare la spesa all’inizio del XX secolo, nei negozi si trovavano ancora gli elenchi con il valore, sempre mutevole, delle varie banconote. Quelle meglio disegnate tendevano ad avere più successo.

(9.) È a conoscenza di rapporti commerciali tra FTX e l’Ucraina, il governo di Kiev? Ci sono state alcune voci e articoli di stampa nei media alternativi a riguardo?

MH: Il FMI e il Congresso hanno versato ingenti somme di denaro al governo ucraino e ai suoi cleptocrati in carica. I giornali riportano che gran parte di questo denaro è stato girato alla FTX, che è diventata il secondo maggior finanziatore del Partito Democratico (dopo George Soros, che si dice stia cercando di acquistare beni ucraini). Sembra quindi che sia in atto un flusso circolare: Il Congresso degli Stati Uniti vota per il finanziamento dell’Ucraina, che, a sua volta, converte parte di questo denaro in crypto FTX per corrompere o pagare la campagna politica dei politici americani filo-ucraini.

(10.) Alcuni mesi fa la stampa statunitense aveva pubblicato articoli sui piani della FED: stanno progettando di creare un dollaro digitale, una Central Bank Digitcal Currency (CBDC). Anche in Europa la presidente della BCE, la signora Lagarde, e il ministro tedesco delle Finanze, Lindner, parlano dell’introduzione dell’euro digitale. Qui in Germania alcuni esperti critici avvertono che questo non farà altro che aumentare la sorveglianza totale della popolazione. Qual è la sua opinione sulle valute digitali?

MH: Non è il mio settore. Tutte le banche sono elettroniche, quindi cosa significa “digitale”? Per i libertari, significa nessun controllo governativo, ma, in mano al governo, quest’ultimo avrà un registro di tutto ciò che ognuno spende.

(11.) Qual è la sua opinione sull’attuale debolezza o forza del dollaro USA, dell’euro, della sterlina inglese, dell’oro e dell’argento?

MH: Il dollaro continuerà ad essere richiesto, grazie al suo successo nel rendere l’Eurozona dipendente da esso. La sterlina britannica ha pochi mezzi di sostegno e pochi motivi per gli stranieri di investire in essa. L’euro è una valuta satellite del dollaro.

Senza un dollaro o un’altra valuta in cui detenere le proprie riserve monetarie, i governi continueranno ad aumentare la quota detenuta in oro, perché l’oro non è legato alle passività statali – quindi i funzionari statunitensi non possono semplicemente accaparrarselo, come hanno fatto con le riserve estere della Russia. Non ci si può fidare che i Paesi dell’Eurozona non seguano gli ordini degli Stati Uniti di accaparrarsi le riserve dei Paesi stranieri, che si guarderanno quindi bene dal depositare oro nell’UE.

Quando il tasso di cambio dell’euro diminuirà rispetto al dollaro, gli investimenti esteri diminuiranno, perché gli investitori non vorranno investire (1) in un mercato in contrazione e (2) in società che guadagnano euro nazionali che valgono sempre meno dollari per le sedi centrali.

Naturalmente, l’oro dovrà essere conservato in patria, in modo che non possa essere semplicemente sequestrato, proprio come la Banca d’Inghilterra aveva sequestrato l’oro del Venezuela e lo aveva consegnato alla Destra statunitense. La Germania farebbe bene ad accelerare il trasporto aereo delle proprie scorte d’oro dai caveau della Federal Reserve Bank di New York.

(12.) Qual è la sua analisi attuale della crisi energetica e finanziaria nel mondo?

MH: Non c’è una vera e propria crisi, quanto piuttosto un lento crollo. Ci sarà un aumento dei prezzi di ciò che l’America esporta: petrolio, cibo e beni di monopolio nel settore informatico e tecnologico, con un costo della vita per i consumatori che aumenta più rapidamente dei salari. Ci sarà quindi una stretta per la maggior parte delle famiglie. La classe media scoprirà che, in fondo, è veramente la classe dei salariati e si indebiterà sempre di più, soprattutto se cercherà di proteggersi accendendo un mutuo per l’acquisto della casa.

Ho studiato l’XI e il XII secolo per le mie ricerche sulla storia del debito, e mi sono imbattuto in un aneddoto che potrebbe essere rilevante, viste le domande che lei mi ha posto. La NATO continua a sostenere di essere un’alleanza difensiva. Ma la Russia non ha alcun desiderio di invadere l’Europa. Il motivo è ovvio: nessun esercito può invadere un grande Paese. E, cosa ancora più importante, la Russia non ha nessun motivo per distruggere l’Europa, anche considerandola come un avversario di ripiego rispetto agli Stati Uniti. L’Europa si sta già distruggendo da sola.

Mi viene in mente la battaglia di Manzicerta del 1071, quando l’Impero Bizantino era stato sconfitto dai Turchi Selgiuchidi (soprattutto perché il generale da cui l’imperatore dipendeva, Andronikos Doukas, aveva disertato e poi rovesciato l’imperatore). Crusade of Kings, un supplemento del gioco, tratta ampiamente della battaglia e afferma che la seguente conversazione avrebbe avuto luogo tra Alp Arslan e Romano IV Diogene:

Alp Arslan: “Cosa faresti se mi portassero davanti a te come prigioniero?”

Romano: “Forse ti ucciderei, o ti esporrei per le strade di Costantinopoli.”

Alp Arslan: “La mia punizione è molto più dura. Ti perdono e ti lascio libero.”

Questa è la punizione che l’Europa riceverà dall’Eurasia. I suoi leader hanno fatto la loro scelta: essere un satellite degli Stati Uniti.

Michael Hudson

[*] La strategia  “pump and dump” è un tipo di truffa in cui un trader o un gruppo di trader promuovono aggressivamente una criptovaluta che detengono solo per gonfiarne artificialmente il prezzo (pump) e poi venderla in modo da trarne profitto [NDT].

Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mhudson/german-interview/
15.12.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Michael Hudson è presidente dell’Institute for the Study of Long-Term Economic Trends (ISLET), analista finanziario di Wall Street, professore ricercatore di economia presso l’Università del Missouri, Kansas City.

 

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