LE VERE RAGIONI DEL PERCHE' GLI USA DARANNO INIZIO AD UNA GUERRA NUCLEARE

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blankDEL GENERALE LEONID IVASHOV
Strategic Culture Fundation

Un’analisi dello stato attuale del conflitto con l’Iran dimostra come il resto del mondo stia prendendo in considerazione la possibilità di una nuova guerra…

Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno iniziato a preparare psicologicamente l’opinione pubblica mondiale alla possibilità di utilizzare armi nucleari strategiche per risolvere “il problema iraniano” . La macchina di propaganda statunitense sta lavorando duramente allo scopo di dare l’impressione che un uso “chirurgicamente preciso” delle armi nucleari con effetti limitati sia possibile. Tuttavia, gli attacchi nucleari statunitensi condotti su Hiroshima e Nagasaki nel 1945 hanno dimostrato quanto ciò non sia vero.

Dopo un primo attacco nucleare, sarebbe assolutamente impossibile prevenire l’uso di tutti i mezzi di distruzione di massa disponibili. Essendo in gioco lo sterminio dei loro rispettivi paesi, le parti in conflitto farebbero ricorso senza alcun limite a qualsiasi mezzo. Entrerebbero così in azione gli arsenali nucleari di diversi paesi, inclusi quelli il cui “status” nucleare non è ancora stato ufficialmente riconosciuto. Senza alcun dubbio, verrebbero utilizzate armi chimiche e biologiche (e in generale qualsiasi sostanza tossica) che possono essere prodotte sulla base di risorse economiche ed industriali minime.Allo stato attuale è possibile asserire che la pace e l’umanità sono in serio pericolo.

Consideriamo l’aspetto tecnico-militare della situazione. Di fatto l’obiettivo dell’operazione, così come dichiarato dagli Stati Uniti, ovvero la distruzione di 1500 obiettivi strategici in territorio iraniano, non può essere realizzato dalle truppe già ammassate per la missione. L’obiettivo può essere raggiunto solamente attraverso l’utilizzo di armi nucleari strategiche.

Un esame dell’aspetto politico-militare della questione rivela alcuni fatti ancor più significativi. L’attacco all’Iran non è pianificato per includere un’offensiva di terra. Attacchi mirati a determinate strutture militari ed industriali possono causare gravi danni all’economia e all’apparato di difesa iraniano. E’ probabile che le perdite siano sostanziali ma non catastrofiche dal punto di vista militare. Al tempo stesso non è possibile prendere possesso del territorio di un paese grande come l’Iran senza un’operazione condotta via terra. L’offensiva pianificata implicherebbe un consolidamento delle forze non solo in Iran ma anche in altri paesi musulmani e tra l’opinione pubblica mondiale. Il supporto dato ad un paese danneggiato dall’aggressione di Stati Uniti ed Israele aumenterebbe vertiginosamente. Senza dubbio, Washington sa che il risultato ultimo sarebbe la perdita e non il rafforzamento delle posizioni statunitensi nel mondo. Pertanto, l’obiettivo dell’attacco statunitense contro l’Iran deve essere visto sotto un’altra luce. L’offensiva nucleare deve promuovere l’uso del ricatto nucleare da parte degli Stati Uniti nelle questioni politiche globali e di fatto trasformare l’ordine mondiale.

E’ possibile dare un’ulteriore prova del radicarsi degli obiettivi degli Stati uniti e dei loro alleati. All’inizio del 2007 la fuga di notizie che ha svelato il piano israeliano di utilizzare tre armi nucleari contro l’Iran, si è dimostrata alquanto pericolosa per un paese che si ritrova in un ambiente ostile, ma indubbiamente è stata premeditata. Lo scopo era lasciare intendere che la decisione sul tipo di azione adottata da Israele era già stata presa e che pertanto non rimaneva altro da fare che influenzare l’opinione pubblica in modo conforme.

Il pretesto per un’azione contro l’Iran non appare affatto serio. Dal punto di vista tecnico e politico non esiste la possibilità che possa sviluppare armi nucleari nell’imminente futuro.

Non bisogna dimenticare che le insinuazioni sul fatto che l’Iraq possedesse armi di distruzione di massa sono state utilizzate dagli Stati Uniti come pretesto per muovere guerra contro il paese. Come conseguenza, l’Iraq è stato devastato e il tributo delle vittime civili è salito a centinaia di migliaia, ma non è stata trovata nessuna prova a supporto di quanto affermato.

Il problema veramente importante in questo caso non è se l’Iran è in grado o meno di produrre armi nucleari. L’unico scopo che possono avere esigue riserve di armi nucleari prive di qualsiasi forma di supporto è quello del contenimento. La minaccia di un attacco è in grado di fermare qualsiasi aggressore. Attaccare altri paesi e vincere una guerra nucleare contro una coalizione di forze maggiore richiederebbe un potenziale che l’Iran non possiede né sarà in grado di possedere nell’immediato futuro. Le accuse del tutto infondate che l’Iran possa costituire una minaccia nucleare sono assurde, chiunque possieda un minimo di conoscenza teorica di questioni militari deve capirlo.

Qual è il vero motivo che spinge gli Stati Uniti a sguinzagliare questo conflitto militare?

Le azioni che hanno conseguenze di proporzioni globali possono solo essere destinate ad avere a che fare con un problema globale. Questo problema di per sé non è affatto segreto: si tratta della possibilità di un crollo del sistema finanziario basato sul dollaro statunitense. Allo stato attuale, il grosso della valuta statunitense supera più di 10 volte il valore totale dell’attivo statunitense. Ogni cosa negli Stati Uniti –industria, costruzioni, alta tecnologia e così via- è stata ipotecata più di 10 volte in tutto il mondo. Un debito di tali proporzioni non verrà mai estinto, può solo essere alleggerito.

Le enormi quantità di dollari sui conti correnti di privati, organizzazioni e le ricchezze di stato sono una realtà virtuale. Queste documentazioni contabili non sono assicurate da prodotti, oggetti di valore o altro che esista nella realtà.

Cancellare il debito statunitense con il resto del mondo, significherebbe trasformare la maggior parte della popolazione in “depositanti frodati”. Rappresenterebbe la fine del radicato dominio del vitello d’oro. L’importanza degli eventi a venire è davvero epica. Ecco perché l’aggressore ignora le catastrofiche conseguenze globali della sua offensiva. I “banchieri mondiali” sull’orlo del fallimento necessitano di un evento importante di proporzioni globali per uscire da questa situazione.

La soluzione è già stata pianificata. Gli Stati Uniti non hanno nulla da offrire al resto del mondo per prevenire il crollo del dollaro, fatta eccezione per azioni militari, come quelle condotte in Yugoslavia, Afghanistan ed Iraq. Tuttavia anche questi conflitti locali hanno solamente un effetto a breve termine. C’è bisogno di qualcosa di più grande e questo bisogno è urgente. Si sta avvicinando sempre più il momento in cui la crisi finanziaria farà scoprire al mondo intero che l’attivo statunitense e tutto il suo potenziale economico, industriale e tecnologico non appartengono di diritto al paese. Allora il tutto dovrà essere confiscato per compensare le vittime mentre i diritti di proprietà di quanto acquisito in tutto il mondo in cambio di dollari, ogni cosa strappata alle ricchezze di vari paesi, dovrà essere messa in discussione.

Cosa potrebbe causare un evento di forza maggiore di tali proporzioni? Tutto fa pensare che Israele verrebbe sacrificato. Il suo coinvolgimento in un conflitto contro l’Iran –soprattutto in un conflitto nucleare- è destinato ad innescare una catastrofe globale. Gli stati di Israele ed Iran sono basati sulle loro religioni ufficiali. Un conflitto militare tra Israele ed Iran evolverebbe rapidamente in un conflitto religioso, quello tra Ebraismo ed Islam ed essendo numerose le comunità ebraiche e musulmane nei paesi sviluppati ciò determinerebbe un inevitabile bagno di sangue di proporzione globale. Tutte le forze militari della maggior parte dei paesi di tutto il mondo finirebbero per guerreggiare, non lasciando spazio alcuno alla neutralità. A giudicare dalle molte case residenziali acquistate da cittadini israeliani soprattutto in Russia e in Ucraina, si direbbe che molti si sono già fatti un’idea precisa di quanto ci riserverà il futuro. Tuttavia, risulta alquanto difficile immaginare un paradiso tranquillo dove poter fuggire da una morte imminente. Le previsioni fatte su quella che sarà l’estensione territoriale del conflitto, la quantità e l’efficienza degli armamenti dispiegati, il carattere profondo delle sottostanti radici del conflitto e la gravità della lotta religiosa non lasciano alcun dubbio: questo scontro sarà da tutti i punti di vista molto più terribile della Seconda Guerra Mondiale.

Finora la reazione a tali sviluppi da parte delle maggiori potenze mondiali non da adito a nessuna forma di ottimismo. Le illogiche risoluzioni adottate dall’Onu in merito all’Iran, i tentativi di ammansire l’aggressore che ha cessato di nascondere le sue intenzioni, ricordano il Patto di Monaco alla vigilia del secondo conflitto mondiale. L’intensa spola diplomatica fatta per ogni sorta di problema internazionale fatta eccezione per quello summenzionato la dice lunga sul problema. Il ricercare alleanze con terzi e assicurarne la neutralità è una pratica piuttosto usuale alla vigilia di un conflitto. È una prassi politica che cerca di sviare o alleggerire i primi colpi che potrebbero essere i più immediati e devastanti.

E’ possibile prevenire lo spargimento di sangue?

L’unica motivazione valida in grado di fermare gli aggressori è data dalla minaccia del loro totale isolamento mondiale per aver istigato un conflitto nucleare. La realizzazione dello scenario descritto sopra può essere scongiurata attraverso l’assenza di alleati al tandem Stati Uniti-Israele insieme a forti proteste pubbliche nei vari paesi. Pertanto in questi giorni un inflessibile e ben determinato atteggiamento da parte dei rappresentanti di stato, dei governatori, dei politici e degli uomini pubblici, dei leader religiosi, scienziati ed artisti in relazione alla programmata aggressione nucleare potrebbe rappresentare un inestimabile servizio a favore dell’umanità.

L’insieme coordinato di iniziative politiche deve essere organizzato con una velocità adeguata alle condizioni del tempo di guerra. Le truppe di aggressione sono già state ammassate e concentrate nelle posizioni di partenza pronte a sferzare l’attacco. L’esercito statunitense non nasconde che possa essere ormai questione di settimane o addirittura giorni. Ci sono indizi indiretti che lasciano presagire che gli Stati Uniti lanceranno un attacco nucleare contro l’Iran già in aprile. Dopo la prima esplosione atomica l’umanità si ritroverà in un mondo completamente nuovo, assolutamente inumano. Le occasioni per prevenire questo risultato devono essere sfruttate tutte.

Il Generale Leonid Ivashov è il vice presidente dell’Accademia degli Affari Geopolitici. E’ stato il capo del dipartimento degli Affari Generali al Ministero della Difesa nell’Unione Sovietica, segretario del Consiglio dei Ministri della Difesa della Comunità di Stati Indipendenti (CIS), capo del dipartimento della cooperazione militare al Ministero della Difesa della Federazione Russa e capo di stato maggiore aggiunto nell’esercito russo. Collabora spesso con Global Research. Altri articoli del Gen. Ivashov su Global Research

Titolo originale: “Iran: the Threat of a Nuclear War”

Fonte: http://en.fondsk.ru/
Link
30.03.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELISA MASIERO

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