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La Redazione

 

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Le ultime parole di Darya Dugina: “Papà mi sento una guerriera, mi sento un eroe”

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A cura di Sara Iannaccone
Il 24 Agosto 2022
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Le ultime parole di Darya Dugina: "Papà mi sento una guerriera, mi sento un eroe"

MOSCOW, RUSSIA - AUGUST 23, 2022: A mourning ceremony for Russian journalist Darya Dugina (Platonova), a daughter of political philosopher Alexander Dugin, is held at the Ostankino Television Technical Center. On August 20, Dugina was killed in a car blast on Mozhaiskoye Highway near the village of Bolshiye Vyazyomy. According to the Russian Investigative Committee, an explosive device that had allegedly been planted in the journalist's Toyota Land Cruiser went off at around 21pm Moscow time on 20 August 2022. The woman behind the wheel died instantly. Vyacheslav Prokofyev/TASS

Darya Dugina, figlia di Aleksandr Dugin, politologa e giornalista professionista dei media che si occupava in particolare degli sviluppi nel Donbass, è stata assassinata con un esplosivo il 20 agosto mentre tornava con l’auto, di proprietà del padre, dal festival letterario e musicale Tradition.

L’ordigno si trovava nella Toyota Land Cruiser ed è esploso mentre Dugina percorreva un’autostrada vicino al villaggio di Bolshiye Vyazyomy, nella regione di Mosca.

Gli inquirenti hanno immediatamente aperto un procedimento penale in base all’articolo “Omicidio commesso con un metodo pericoloso” (punto “f” della parte 2, articolo 105 del Codice penale russo).

Questo drammatico evento ha aperto una voragine politica e geopolitica, considerando la criticità del periodo storico.

Dalle indagini, citate dalla TASS, emerge come Dugina avesse raccolto importanti dati sul battaglione Azov durante un suo recente viaggio nelle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. In merito alle perplessità di cosa sia realmente accaduto tre giorni fa, il Servizio di sicurezza federale russo (FSB) non lascia dubbi: l’omicidio è stato ben progettato e dietro ci sarebbero i servizi segreti ucraini.

Più precisamente, sempre secondo l’FSB, l’autrice del delitto sarebbe la cittadina ucraina Natalia Vovk, poi fuggita in Estonia.
Di fronte a tali accuse, il consigliere dell’Ufficio presidenziale ucraino Mikhail Podolyak ha subito messo le mani davanti, negando un probabile coinvolgimento di Kiev nell’esplosione omicida.

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Natalia Vovk

Aleksandr Dugin, il padre della ragazza, uno dei massimi intellettuali del Paese, è scampato per caso all’attentato; ma secondo fonti russe diffuse dalla TASS, non sarebbe stato lui il vero obiettivo, quando, in un primo momento tutto sembrava invece avvalorarlo.

Putin stesso gli ha voluto porgere le condoglianze attraverso un telegramma, definendo l’assassinio di Darya atto “vile e crudele“.

“Cari Alexander Gelyevich e Natalia Viktorovna, vi prego di accettare le mie sincere condoglianze e parole di sostegno in relazione alla gravissima e irreparabile perdita che vi ha colpito“, ha detto il presidente ai genitori della donna, secondo il telegramma, che il Cremlino ha pubblicato sul suo sito web. “Un crimine vile e crudele ha stroncato la vita di Darya Dugina, una persona brillante e di talento con un vero cuore russo: gentile, amorevole, comprensivo e aperto. Come giornalista, scienziata, filosofa e corrispondente di guerra, ha servito onestamente il popolo, la Patria e ha dimostrato con le sue azioni cosa significa essere un patriota della Russia.”

Il Presidente ha anche firmato un decreto per conferire a Dugina un Ordine del coraggio post mortem per il coraggio e l’altruismo dimostrati nel perseguire i suoi doveri professionali.

L’escalation di questi giorni è allarmante: indagando l’attentato i russi sono arrivati ad accusare di fatto gli ucraini. Da parte loro, gli Stati Uniti, hanno condannato l’accaduto: l’uccisione di civili è sempre un errore.

Ad esprimersi è stato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price:

Condanniamo inequivocabilmente l’uccisione di civili. Condanniamo l’uccisione di civili sia che avvenga a Kiev, sia che avvenga a Bucha, sia che avvenga a Kharkov, sia che avvenga a Kramatorsk, sia che avvenga a Mariupol, sia che avvenga a Mosca, questo principio si applica in tutto il mondo. Non ho dubbi che i russi indagheranno su questo. E non ho dubbi che i russi presenteranno alcune conclusioni. Tutto quello che posso dire da qui è che l’Ucraina ha negato qualsiasi coinvolgimento. Da parte nostra, condanniamo gli attacchi intenzionali contro i civili ovunque.

Questa dichiarazione però ha fatto scattare l’ira di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo:

La reazione del Dipartimento di Stato all’omicidio di Darya Dugina e le prove che mostrano le tracce dell’Ucraina presentate dalla Russia screditano l’attività internazionale degli Stati Uniti sui diritti umani“, ha osservato il diplomatico.

Infatti, Price, ha indirettamente preso le parti dell’Ucraina che ha solo smentito le accuse ricevute, senza, al momento fornire altri elementi in merito.

Maria Zakharova, dal suo canale Telegram, ha ribattuto che

Washington non ha il diritto morale (per non parlare dell’assenza di basi legali) di parlare di diritti umani in angoli lontani del mondo se l’omicidio di una giornalista non viene nemmeno commentato sotto questo aspetto che è molto significativo per la parte americana. Semplicemente non hanno notato che si tratta di un personaggio pubblico

A rimarcare la gravita’ dell’ accaduto, non sono soltanto le Superpotenze:

Chiediamo un’indagine per stabilire i fatti completi dietro la morte della signora Dugina.

Ha dichiarato il portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite Stephane Dujarric.

Nel suo primo discorso pubblico dopo la tragedia, nonostante la rabbia e il dolore,  Aleksandr Dugin ha fatto sentire la sua voce tramite il canale Telegram del noto Konstantin Malofeyev.

Mia figlia era una patriota, una corrispondente di guerra, una filosofa che non ha mai invitato alla violenza e alla guerra.

I nemici della Russia l’hanno uccisa in modo vile e subdolo eppure non è possibile spezzare noi, il nostro popolo, nemmeno con colpi così insopportabili.

Volevano sopprimere la nostra volontà con il terrore sanguinario contro i migliori e i più vulnerabili tra noi. Ma falliranno.

I nostri cuori non desiderano solo vendetta o punizione. Questa non è la via russa. Abbiamo bisogno solo della nostra Vittoria… Quindi, per favore, vincete!

Infine oggi (ieri 23.08, ndr), per l’estremo saluto a Darya, si è tenuta una cerimonia al Centro televisivo di Ostankino in Mosca, in cui la famiglia, gli amici, decine di colleghi e conoscenti si sono riuniti.

Al funerale laico erano anche presenti: il vicepresidente della Duma di Stato (camera bassa) Sergey Neverov, Leonid Slutsky, leader del LDPR e capo del Comitato della Duma di Stato per gli affari internazionali, e Sergey Mironov, leader del partito Russia giusta.

Il produttore Eduard Boyakov, durante la cerimonia, ha letto le poesie scritte da Dugina sugli accadimenti in Ucraina orientale, mentre il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha invece, come Putin, inviato un telegramma di condoglianze ai genitori.

Davvero toccanti però sono state le parole del grande filosofo Aleksandr Dugin:

Non aveva paura, davvero. E l’ultima volta che abbiamo parlato al festival Tradizione, mi ha detto: “Papà, mi sento una guerriera, mi sento un eroe, […] voglio stare con il mio Paese. Voglio stare dalla parte leggera della forza”

Ho voluto crescere mia figlia nel modo in cui vedevo la persona ideale. Le prime parole che le abbiamo insegnato da bambina sono state “Russia”, “il nostro Stato”, “il nostro popolo” e “il nostro impero”.

 

darya e alexander

Secondo nostri riscontri, nei  prossimi giorni seguirà il commiato religioso, ancora stretto nel massimo riserbo per questioni di sicurezza.

Darya Dugina è stata davvero un’eroina, non ha mai temuto per la sua incolumità ed è stata martire della libertà di pensiero. Non non ha avuto paura neppure a Donetsk e Mariupol nel giugno 2022; insomma si è distinta fin dall’inizio per la sua audacia e determinazione.

AGGIORNAMENTO – ore 12:53 del 24.08.22

Il presidente ucraino, Vladimir Zelensky, poche ore fa ha smentito il coinvolgimento di Kiev nell’omicidio della giornalista russa Darya Dugina.

Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo, ha intimato che il regime di Kiev sta semplicemente seguendo le linee guida dell’Occidente.

Zelensky è apparso ancora una volta davanti alle telecamere, dicendo che loro non c’entrano nulla perché la ragazza non era di nazionalità ucraina, né soggiornava in Ucraina. […] Beh, non è una novità. Un altro anello della catena di bugie. Tuttavia, l’Occidente lo ignora. Non perché non lo veda, ma perché il regime di Kiev sta facendo esattamente quello che dicono le linee guida dell’Occidente

 

 

FONTI:

Sara Iannaccone, 24.08.2022

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