DI VLADISLAV GULEVICH
Strategic Culture
Dopo oltre sei decenni dalla capitolazione di Berlino che pose fine alla Seconda Guerra Mondiale, la guerra sta ancora divampando, ora nella forma dei tentativi di revisionismo che cercano di gettare un’ombra sulla memoria dei soldati sovietici che la combatterono. Inoltre, gli sforzi indirizzati a mettere sullo stesso piano il fascismo – un mostro allevato nell’Occidente tra gli anni ’30 e gli anni ’40 – e il passato del tempo di guerra della Russia del XX secolo hanno lo scopo di spostare l’attenzione dalla continuità tra l’imperialismo anglosassone e il nazionalsocialismo tedesco. La natura e il percorso di continuità sono trattati in “Dall’Imperialismo al Fascismo: Perché l’India di Hitler doveva essere la Russia” del noto storico e sociologo prof. Manuel Sarkisyanz, un armeno nato a Baku, la capitale dell’Azerbaijan, nel 1923, che ha svolto la propria attività all’Università di Heidelberg e attualmente risiede in Messico. La disponibilità del libro è limitata; io sono venuto in possesso di un’edizione in lingua tedesca del 1997 prima che fosse pubblicato in russo nel 2003.
“Dall’Imperialismo al Fascismo” è stato pubblicato in inglese solo in India e in Irlanda, i due paesi soggiogati dalle memorie spaventose della dominazione britannica, e, come si può facilmente presagire, non è mai stato stampato in Gran Bretagna.
“Dall’Imperialismo al Fascismo”, che ha capitoli intitolati “L’Inghilterra, modello della comunità del Popolo di Hitler”, “Addestrare nuovi fuhrer per imitare l’Inghilterra”, “Houston Stewart Chamberlain: Innovatore britannico, pioniere e veggente del Terzo Reich”, “Il fascismo nato in Gran Bretagna” e “Ammirazione di Hitler da parte dell’establishment britannico” è pieno di rivelazioni veramente scioccanti. Nel descrivere il sistema fascista di educazione e indottrinamento, Sarkisyanz cita fonti originali per provare i Na.Pol.A. tedeschi – gli Istituti Politici Tedeschi di Educazione – erano stati modellati dalle SS sulle scuole pubbliche britanniche. Dai primi giorni del Terzo Reich, gli assertori della supremazia razziale in Gran Bretagna si incontrarono costantemente
con i loro imitatori germanici (che alla lunga sono riusciti a superare
i maestri) ed erano pienamente a conoscenza che l’addestramento dell’élite fascista era una replica di quella fornita alla cerchia degli scelti
in Gran Bretagna.
Hitler ammirava apertamente il sistema educativo della Gran Bretagna con la sua strategia strutturale che mirava alla coltivazione di un gruppo di padroni del mondo. Sarkisyanz punta l’attenzione su un discorso pronunciato il 30 gennaio del 1941 dal leader dei nazionalsocialisti nel quale elogiò con profusione questo tipo peculiarmente britannico di catechismo. Sarkisyanz cita un documento sull’educazione dei futuri leader nazisti, che fu preparato dal Royal Institute of International Affairs e ha rimarcato il fatto che le istituzione educative naziste era largamente impostate sulle scuole pubbliche britanniche. Alcuni degli alti ufficiali di grado più elevato del Terzo Reich, ad esempio J. Ribbentrop e R. Ley
– sognavano di vedere i propri figli educati in Gran Bretagna. Hitler
si vantò di essere l’unico leader tedesco sufficientemente duro per perseguire gli obbiettivi al modo dei britannici, e il suo modello di colonizzazione della Russia, che descrisse come l’India della Germania, deriva in modo evidente dalle politiche coloniali britanniche. È interessante notare che l’amministrazione britannica impose un divieto sulla visione di film sulla nazismo tedesco, evidentemente per paura che le similarità tra i fascisti tedeschi e i colonizzatori britannici non fossero percepite dalla popolazione locale.
La lunga lista degli aperti simpatizzanti del fascismo in Gran Bretagna comprende personaggi come il figlio di Winston Churchill, Randolph, le famiglie di Lord Ridsdale, Lord Lamington, Lord Londonderry e il sociologo e commentatore Houston Chamberlain. Goebbels organizzò una cena – con la presenza di Hitler! – in occasione del matrimonio tra la figlia di Lord Ridsdale, che indossava spesso una spilla a forma di svastica, con il fascista britannico Oswald Mosley. Il Daily Mail, un giornale britannico vetrina della Germania Nazista, fu posseduto da Lord Rothermere. L’English Review scrisse che i sostenitori fascisti di Franco era le persone più raccomandabili di Spagna. Il leader della House Of Lords, Lord Halifax, fu affascinato da Hitler nel corso di una vista nel 1937 in Germania e gli rese merito, ridando slancio all’autostima della Germania. Secondo Sarkisyanz, almeno cinque parlamentari britannici era nel gruppo di ospiti che furono profondamente impressionati dal congresso del partito Nazionalsocialista nel 1936 durante il quale Hitler menzionò il piano per conquistare l’Ucraina.
L’attrazione tra i razzisti tedeschi e britannici era così forte che fino al 1938 Hitler si rifiutò di
imporre il divieto delle operazioni dei servizi di intelligence in Germania. Hitler disse che le due razze, la britannica e la tedesca, erano cugine e che per questo erano destinate a governare insieme il mondo. L’opinione largamente condivisa al tempo in Gran Bretagna era che il paese avrebbe dominato i mari, lascianeo alla Germania il predominio di terra.
Sarkisyanz evidenzia come l’eugenetica, una dottrina diffusa nella Germania fascista, fosse un’invenzione totalmente britannica. L’eugenetica si riteneva che dovesse confermare il diritto della razza anglosassone, che naturalmente includeva anche i tedeschi, di dominare il mondo. Garantire la cittadinanza sulla base delle credenziali razziali divenne la norma nella Germania sotto Hitler, ma come filosofia l’eugenetica va fatta risalire alla Gran Bretagna, dove le sue fondamenta furono gettare dal cugino di Charles Darwin, Francis Galton. Galton riteneva che sia gli individui di una determinata razza che le singole razze potessero essere suddivise in vari gradi e autorizzò la teoria razzista susseguentemente adottata dai fascisti germanici. Galton incitò anche una crociata nel nome della dominazione razziale e and ritenne che l’eugenetica dovesse diventare qualcosa di simile a una nuova religione per poi trasformarsi in una mentalità nazionale. Ovviamente, queste idee furono prese dai nazisti tedeschi. L’autore di ”L’uomo invisibile”, Herbert Wells, era convinto
in modo analogo che “c’è solamente una cosa sana e logica da fare con le razze inferiori, ed è quella di sterminarle”.
Hannah Arendt scrisse negli anni ’40
che la Gran Bretagna era l’unico paese dove l’ideologia razzista
originò direttamente da una tradizione nazionale. Nel caso britannico,
la tradizione era basata sul puritanismo veterotestamentario e per di
più rafforzata dalla considerazione che la stratificazione sociale fosse un fenomeno legittimo: in Gran Bretagna i ceti inferiori manifestavano
sempre un profondo rispetto delle classi più elevate, mentre queste
li hanno sempre disprezzati in modo evidente.
Il biografo britannico dell’ideologia
tedesca del razzismo, A. Rosenberg, ha ammesso che i laureati delle
università britanniche si sono sentiti imbarazzati nel vedere l’opinione
che i nazisti tedeschi avevano delle precedenti generazioni di studenti.
Hitler attribuì gran parte del successo politico della Gran Bretagna
(come l’abilità di tenere alle strette l’India per lungo tempo
con un minimo dispendio di energie) alle capacità degli amministratori
coloniali britannici dovute al sistema educativo nazionale. Nel suo
libro del, “Houston Stewart Chamberlain, il profeta del Terzo Reich”,
Georg Schott sollecitò i tedeschi a tenere sempre a mente che, malgrado
l’appartenenza a differenti nazioni, Chamberlain fu il primo a definire
Hitler come il capo del popolo tedesco e a comprendere che il fuhrer
tedesco fosse un predestinato.
Una delle scoperte più sensazionali
nel libro di Sarkisyanz è che i tribunali britannici alle Isole
Channel, un territorio britannico occupato dalla Germania, citarono
in giudizio i residenti di quell’area per aver resistito agli occupanti.
Le autorità delle Isole Channel consideravano criminale una qualsiasi
condotta che portasse a un conflitto con i tedeschi, mentre una parte
della popolazione locale doveva subire un trattamento degradante, essendo
imprigionata nei campi di lavoro gestiti dai tedeschi.
Possiamo solo essere dispiaciuti
che “Dall’Imperialismo al Fascismo” di Sarkisyanz sia praticamente
sconosciuto sia in Russia che nell’Occidente. Questa dissertazione
è vietata in Gran Bretagna, e in Germania Sarkisyanz ha dovuto affrontare
due cause per le sue ricerche.
Fonte: http://www.strategic-culture.org/news/2011/07/05/anglo-saxon-roots-of-german-nazism.html
05.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE