LE INGANNEVOLI SUPPOSIZIONI DEL CAPITALISMO

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DI DOUG HARVEY
Common Dreams

Uno degli aspetti più ingannevoli

del capitalismo è l’idea che se si segue con slancio l’acquisizione

di ricchezze private, questo in qualche modo sarà automaticamente

un “bene” per tutta la società.

Scrittrice e sostenitrice del laissez-faire,

Ayn Rand scrisse che se una persona non sostiene l’idea che l’avidità

sia un bene e che l’”egoismo illuminato” (come prefigurato

da Adam Smith) sia la più alta virtù, allora automaticamente sostiene

un regime centralizzato oppressivo che non ammette né la libertà personale,

né una qualsiasi ricchezza privata. Si stringe i denti, vivendo nell’oscurità

e nella disperazione, in una parola, all’inferno. Questo modo di pensare

manicheo è in linea con la tradizione giudaico-cristiana-islamica che

risale alla frattura avvenuta nella valle dell’Indo tra la tradizione

Vedica e il sistema di credenze zoroastriano dell’antica Persia. L’idea

che il mondo sia caratterizzato da un’eterna “guerra” fra

le forze della luce e le forze delle tenebre è alla base di gran parte

del cosiddetto pensiero occidentale.
Nelle Tre Metamorfosi, Friedrich Nietzsche

scrisse che gli umani, sin da bambini, hanno un pesante fardello sulle

spalle. Usando la metafora del cammello, descrisse noi che ci addentriamo

nella natura selvaggia con questo fardello, per venire attaccati da

un grande drago. Il drago era coperto di squame, su ogni squama c’erano

le parole “Tu Devi”. L’umano si trasforma poi in un leone

per combattere con il drago e se il leone sarà vittorioso nella lotta

– uccidendo il drago “Tu Devi” – la metafora allora lo riporta

a essere un bambino. L’essere umano diventa poi quello per cui è

nato, “una ruota che gira fuori dal proprio asse“.

Per molti di noi cresciuti nel “mondo sviluppato” una delle

squame del drago è quella con le parole “Tu devi credere nella

guerra tra luce e tenebre“. E la società o convinta che una

parte di questa guerra è tra la nozione capitalista dell’”egoismo

illuminato” e quella demoniaca “socialista” della proprietà

pubblica e dell’altruismo oppressivo che punisce la produttività

e premia chi non produce. Questo si è fuso con la struttura religiosa

giudaico-cristiana del “bene contro il male” al punto

in cui in certi ambienti non c’è distinzione tra la versione laica

del mito e quella religiosa. Per terminare la metamorfosi nietzschiana

in questo contesto, alla fine molte persone non uccidono il drago. Il

risultato è una dialettica sociale in gran parte illusoria e controllato

da pensieri mitici, dagli slogan e da teorie indiscusse.

Anche se non si tratta di niente di

nuovo, le conseguenze stanno diventando troppo gravi, proprio quando

gli esseri umani hanno la capacità senza precedenti di imporre

poteri catastrofici. Quello che serve è un forte legame con la

realtà, ovvero disfarsi delle ideologie e delle religioni e analizzare

i fatti. Il processo iniziato con l’Illuminismo è stato, in linea

di massima, uno sviluppo positivo almeno per l’Europa. Ma questo processo

è stato interrotto non tanto dalla religione – l’antitesi dell’Illuminismo

-, quanto da una ideologia laica secondo cui il procacciarsi ricchezza

è un bene sociale.

Se si osa dissentire da questa religione

laica ci si ritrova spediti all’Inferno dai Sostenitori della Fede.

Se i sostenitori di questo sistema, quando vedono un’opposizione dissidente

per loro tanto minacciosa, la condannano di sana pianta, vale chiedersi

Quindi, qual è la minaccia?” Questo è ciò che rende

lo studio degli scritti di Karl Marx, di Friedrich Engels e di altri

dissidenti della fede laica così affascinante. Prima che il “Marxismo”

fosse usato come strumento di repressione dai capitalisti di stato (Unione

Sovietica, Cina – regimi che usarono la retorica marxista per reprimere

la loro stessa gente), è stato e può essere ancora una critica utile

alla fede del capitalismo e la sua analisi può essere molto significativa.

Alcuni hanno aiutato a riportare d’attualità questa voce del dissenso

del XIX secolo sulla base di un’analisi scientifica critica dell’evoluzione

del sistema capitalista (Paul Sweezy, Howard Parsons, David Harvey,

John Bellamy Foster ed altri).

La critica più importate è

la questione sull’assunto dell’”egoismo illuminato come

bene comune“. Questa ipotesi è basata sulla falsa premessa

che gli esseri umani siano separati dal loro ambiente, che in qualche

modo siamo al “di sopra” delle normali conseguenze delle azioni

nel continuum vita-morte del nostro pianeta. Una breve ricerca

sulle conseguenze di questa falsa premessa dovrebbe far riflettere qualsiasi

persona con intelletto. La ricerca di risorse e mercati per alimentare

un sistema che DEVE CRESCERE per sopravvivere ha reso questo pianeta

e i suoi abitanti dei prodotti. Nella mitologia capitalista tutto ha

un valore in denaro, anche, e forse soprattutto, le persone. Il fatto

che gli esseri umani dipendano da un ambiente sano non è una considerazione

importante, e il fatto che i capitalisti che hanno raggiunto l’indipendenza

finanziaria se lo possano COMPRARE come una proprietà privata è dato

per scontato. Tutti gli altri si devono quindi mettere sul terreno della

competizione e comprarsi il loro “ambiente sano“, oppure

essere consegnati a un’esistenza che Thomas Hobbes chiamò “brutta,

sporca e breve”, una profezia che si autoavvera, se mai ne è esistita

una.

Critici e dissidenti come quelli sopra

citati danno un taglio a questa narrativa mitica e sottolineano il fatto

che la salute ambientale, la sostenibilità e la diversità sono essenziali

per la salute umana e non. L’”autorealizzazione

e la protezione di un “bene comune” sono le priorità

per questi dissidenti, in un modo ben diverso da come l’”egoismo

illuminato” di Smith è diventato un mito della società. Il significato

originale della parola greca “economia” ha molto più a che

fare con una casa ben curata – che si tratti di una singola abitazione,

di un quartiere, di una città o di un’intera regione – che di una

proprietà privata. In definitiva la nostra “casa” è il nostro

pianeta, NON possiamo non considerare questo fatto. Da qualche tempo

abbiamo le foto della nostra Terra scattate dallo spazio. L’evidenza

è chiara: siamo una piccolissima casa in mezzo a un enorme mare di

tempo e spazio. DOBBIAMO cooperare o moriremo. Allo stato attuale, il

nostro capofamiglia – il Capitalismo (alcuni preferirebbero il termine

“fascismo”) – è un alcolizzato che devasta tutti quelli che

hanno qualcosa che lui desidera. L’epitome del “self-will

run riot” (ndt: termine per indicare gli alcolizzati ancora

convinti di poter smettere facilmente) ha distrutto interi paesi nella

ricerca di un’altra bevuta (che siano risorse o mercati) e non si fermerà

davanti a nulla, neanche davanti alla propria autodistruzione, continuando

la sua cieca e incredibile violenza su tutto il pianeta.

Una volta che “Tu Devi” –

il drago che ci disse che questo comportamento era corretto – viene

ucciso, la nostra attenzione può passare a una analisi propriamente

più sobria della nostra situazione, lasciando che i pensieri a lungo

termine e le soluzioni diventino parte della nostra esistenza giornaliera.

La ricerca dell’autorealizzazione per ogni individuo in un ambiente

sano – in opposizione alla rigida acquisizione materiale – può diventare

il fine ultimo della nostra economia sul pianeta. La gente felice e

soddisfatta non saccheggia, non violenta e non uccide gli altri per

le risorse o i mercati. La Terra è un posto di abbondanza, non di scarsità.

Le persone POSSONO collaborare e vivere in pace. Ma dobbiamo condividere

un impegno nel “reale” – la vita reale influenza la nostra

interazione con le risorse di casa -, per le cose che tutti vogliamo

come l’aria e l’acqua pulita, una dieta sana, esprimere le nostre

potenzialità creative, amare ed essere amati, essere parte di qualcosa

di più grande di noi stessi (viene in mente il Pianeta Terra). Diventare

quello per cui siamo nati, una “ruota che gira fuori dal proprio

asse“, come gli occhi e le orecchie del Pianeta Terra, è il

nostro giusto obiettivo. Se la ricerca di ricchezza individuale impoverisce

gli altri e il pianeta nel suo complesso – come indicano i fatti –

e consegna gli spettatori innocenti a una vita “brutta, sporca

e breve“, allora rappresenta solo un potere ingiustificato

e fuori luogo. È distruttivo. È come vivere con un ubriaco che sta

affogando nella propria illusione. È il tempo di intervenire.

**********************************************

Fonte: http://www.commondreams.org/view/2012/01/01-1

01.01.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REIO

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