DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD
Telegraph.co.uk
I Credit Default Swaps (CDS) sul debito di Cipro sono saliti a 674 punti base, il livello che
ha preceduto i salvataggi dell’UE per Grecia, Irlanda e Portogallo. I CDS erano scambiati sui 300 all’inizio di questo mese, secondo Markit.
Il downgrade di ieri di due punti, fino a Baa1, da parte di Moody’s – per le “politiche recalcitranti” e l’esposizione con la Grecia – è giunto come una sorpresa spiacevole ai mercati e alle autorità dell’UE. Non avrebbe dovuto.
Cipro si è presa
i suoi bei rischi per molti anni. Il deficit delle partite correnti
ha raggiunto il 17,5 per cento del PIL nel 2008 (dati del FMI) ed è
ancora alto. Il deficit di bilancio sta correndo quest’anno
verso il 7 per cento.
Il paese ha perso competitività
da quando ha ancorato la sua moneta per poi unirsi all’UEM, in modo
molto simile alla Grecia. Ma c’è un altro aspetto. Il suo sistema
bancario è “circa nove volte del PIL”, secondo Chris Pryce di
Fitch Ratings.
Si parla di 157 miliardi
di euro. Il dato scende a 96 miliardi di euro di PIL, o il 550 per cento,
se si escludono le banche straniere. Circa il 40 per cento dell’esposizione
delle più grandi banche cipriote è con la Grecia.
Non voglio fare qualche
collegamento meccanico tra il rapporto banche su PIL e i rischi connessi
(il diavolo fa le pentole ma non i coperchi), ma questa crescita sproporzionata
del settore bancario ha le sembianze di, esatto, dell’Islanda.
I russi hanno usato
le banche cipriote come salvacondotto per entrare nell’UE. “Si è
trattato di una fonte costante e affidabile per le banche cipriote,
fino a questo momento”, ha detto il signor Pryce: “Se i depositi
russi smettessero di arrivare, Cipro avrebbe ancora la BCE. Questa è
la differenza tra Cipro e l’Islanda.”
L’esposizione delle
banche cipriote con le obbligazioni del governo greco è pari al 33
per cento del PIL di Cipro. La più grossa preoccupazione è il groviglio
delle banche cipriote con l’economia greca.
Oltretutto, un’esplosione
ha devastato la principale centrale elettrica a Vasikilos e ha tagliato
il 45 per cento della fornitura elettrica del paese, anche se alcuni
generatori importati stanno limitando la carenza.
Cipro è naturalmente un moscerino con solo 870.000 abitanti e un PIL
di 17 miliardi di euro. Chiaramente l’UE potrebbe aiutarla in caso
di bisogno. Il rischio è politico.
Se dovesse emergere
a bruciapelo un quarto paese dell’eurozona chiedendo un bail-out,
metterebbe a dura prova la pazienza di Slovacchia, Finlandia, Paesi
Bassi e Germania che è già vicina al punto di rottura. Dove stia esattamente
questo punto di rottura non è ancora facile da capire.
Berlino non ha gran simpatia per Cipro. C’è stato un accordo verbale quando Cipro fu fatta entrare nell’UE nel 2004 che avrebbe dovuto risolvere la disputa con la parte turca dell’isola. (Potrei aggiungere che la Grecia fu molto irascibile a parole, minacciando di bloccare l’ingresso della Polonia nell’UE se Cipro non fosse stata ammessa).
Il nord turco ha votato per l’unità dell’isola, ma l’accordo è stato poi violato dal presidente Tassos Papadopoulos quando salì in carica. Cercò di far
valere il suo potere per la campagna a favore del “No” della parte greca dell’isola e cercò di sabotare l’accordo. Questa cosa non è stata dimenticata nei corridoi dell’UE.
Questo tradimento potrebbe comunque non essere determinante se Cipro avesse bisogno dell’aiuto tedesco.
Per quanto riguarda la Grecia, è un’altra partita, temo.
La Commissione Europea ha pubblicato ulteriori dettagli sulla nuova introduzione del bail-out. Mostra che il debito della Grecia sarà tagliato di 26 miliardi di euro, l’11,6 per cento del PIL. Ma una colta introdotta una complicata “misura di rafforzamento del credito” del valore di 35 miliardi di euro per assicurare il rating AAA delle obbligazioni del salvataggio, il debito totale salirà ancora.
“Ci sarà un incremento del debito greco di 9 miliardi di euro (il 4% del PIL)”, ha detto Jürgen Michels di Citigroup: “Dopo tutto, l’impatto sulla solvibilità è abbastanza piccolo. Il debito sarà ancora vicino al 160 per cento il prossimo anno, secondo i nostri calcoli.”
Se così fosse, non vedo come la Grecia potrebbe riuscire a evitare un terzo salvataggio – che è stato categoricamente escluso dal capo dell’eurogruppo
Jean-Claude Juncker –, un default ancora più grande o qualcosa di più drastico.
Un interessante sviluppo dell’ultimo downgrade greco di Standard & Poor – questa volta verso un ancora più basso CCC, per quanto possa valere – si trova in un paragrafo che inizia così: “Se la Grecia dovesse uscire dall’eurozona…”
Bene, bene.
28.07.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE