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Le conseguenze delle elezioni: note sul “Grande Riallineamento

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A cura di CptHook
Il 8 Novembre 2024
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counties_votes

Vincite di ciascuno per contee

 

Simplicius – Simplicius the Thinker – 7 novembre 2024

 

Alcune riflessioni post-elettorali sono doverose.

Vi invito a leggere il mio precedente articolo “As we stare down the precipice, final ruminations” soprattutto perché la previsione esposta nell’incipit si è dimostrata finora accurata, in quanto la vittoria di Trump ha provocato un tangibile riallineamento e un esame di coscienza sulla Sinistra, per cui le previsioni rimanenti possono avere una risonanza particolare.

Vorrei tuttavia indicarvi un paio di importanti conclusioni da trarre dal risultato elettorale. Ecco quella che io ritengo la più importante di tutte:

Le elezioni hanno dimostrato una cosa: lo “Stato profondo” e i poteri ostili nascosti noti come “globalisti”, che tramano dietro le quinte e gestiscono segretamente il Paese, non sono onnipotenti. Possono chiaramente essere sconfitti quando il popolo è abbastanza stufo.

In questo ciclo elettorale hanno provato praticamente di tutto e nessuno dei loro metodi precedenti è stato sufficiente a truccare e rubare le elezioni per il loro candidato. Dai presunti casi di manipolazione delle macchine per il voto elettronico attraverso “anomalie” delle macchine, alla raccolta delle schede elettorali, ai falsi sondaggi e ed inchieste, ai risultati di ricerca truccati su Google e altrove, fino a quello più grande: l’invasione di massa di immigrati clandestini per installare un regime di voto pro-democratici permanente in perpetuo. Niente di tutto ciò ha funzionato, e Trump ha comunque vinto con una massiccia valanga repubblicana. I repubblicani hanno vinto il Senato e, al momento in cui scriviamo, si stanno avviando a vincere anche la Camera, con più seggi in ognuno di essi. Il fatto che i repubblicani controllino ogni ramo del governo potrebbe dare a Trump carta bianca per fare gran parte delle pulizie domestiche che ha promesso:

Rep_vs_Dem

L’altro grande elefante nella stanza messo a nudo da queste elezioni è il fatto ormai innegabile e irrevocabile che il [successo elettorale di Biden nel] 2020 è stato di fatto rubato:

DemVote_vs_RepVote

Proprio così, ecco le cifre del conteggio totale dei voti dei Democratici nelle ultime sei elezioni:

2004 Kerry – 59 milioni

2008 Obama – 69,5 milioni

2012 Obama – 65,9 milioni

2016 Clinton – 65,9 milioni

2020 Biden – 81,3 milioni

2024 Harris – 66,4 milioni

Notate qualcosa?

La prima vittoria di Obama è stata un grande risveglio nazionale “trasformativo”: anche i repubblicani devono ammettere che la campagna elettorale del 2008 è stata “speciale” e che Obama aveva portato un nuovo tipo di energia e di influenza, un cambiamento culturale segnalato dall’ormai famoso manifesto “Hope” che ha catturato una sorta di zeitgeist storico:

Hope_poster

E i numeri lo dimostrano: il voto del 2008 ha registrato un’affluenza record di 69,5 milioni per Obama. La campagna di Harris per il 2024 ha speso la cifra record di 1 miliardo di dollari, senza neppure riuscire almeno ad avvicinarsi alla “religiosa” affluenza di Obama alla prima elezione, per non parlare dei “miracolosi” (leggi: anomali) 81,3 milioni di voti di Biden.

Harris_funding

Non è matematicamente possibile che Biden abbia avuto un’affluenza così anomala e da record, eclissando entrambi i candidati democratici precedenti e successivi.

Per la cronaca, Steve Bannon ha ora dichiarato che non lasceranno cadere la questione e perseguiranno la verità e tutti i rimedi (leggi: vendetta?) per ciò che è stato perpetrato nel 2020.

Quindi, l’altra grande domanda: come ha perso l’“establishment”, esattamente? Se avevano il loro piano a prova di bomba di milioni di nuovi immigrati, eccetera, cosa è andato storto esattamente per loro? Sembra che la squadra di Trump abbia effettivamente preparato il terreno per gli imprevisti. Un membro del suo team ha affermato che un esercito di “500 avvocati per Stato” è sceso in campo ieri sera per controllare tutte le irregolarità e, in effetti, sembra che abbia persino contrastato diversi “tentativi” nello stile del 2020.

Per esempio, non solo sono state segnalate “irregolarità” in tutti gli stati, per lo più di minore entità, come giochini con gli orari di voto, funzionari che si sono presentati in ritardo o macchine che si sarebbero guastate in contee per lo più rosse, ma c’è stato anche questo nella contea di Centre, in PA:

legal_win

Probabilmente non lo sapremo mai con certezza, ma sembra che lo RNC (Republican National Committee) e il team di Trump fossero molto più preparati a gestire tutti i trucchi e gli espedienti. L’assenza di protocolli COVID ha chiaramente ovviato a molte delle truffe delle schede postali dell’ultima volta, ma resta un po’ un mistero il motivo per cui le decine di milioni di nuovi immigrati clandestini non abbiano influenzato massicciamente le elezioni nel modo previsto. In realtà, forse hanno fatto oscillare il risultato molto più di quanto si sappia, ma semplicemente perché Kamala è così impopolare che non sono riusciti nemmeno a portarla vicino al traguardo. Forse, senza il voto degli illegali, sarebbe arrivata a 30-40 milioni di voti invece che a 65 milioni.

Ci sono alcune prove circostanziali a sostegno di questa tesi: secondo questo grafico, Kamala ha vinto solo negli Stati in cui non era richiesta la carta d’identità:

harris_vs_trump

Suggestivo, non vi pare?

Il 2024 è stato pubblicizzato come [anno con] “un’affluenza record” per un’elezione che entrambe le parti sapevano essere più critica e cruciale che mai, eppure il totale dei voti espressi è stato minimo rispetto a un’elezione tenutasi durante la peggiore pandemia sanitaria di diverse generazioni:

votes_per_year

bellwether_counties

Anche le contee “bellwether” evidenziano chiaramente la frode del 2020

Dove c’è fumo, c’è fuoco.

Nel mio pezzo citato prima parlavo del grande cambiamento che sta avvenendo. Tutti hanno iniziato a vederlo, la finestra di Overton si sta aprendo, il potere della cancellazione e della “demonetizzazione” si è ritirato e sta diventando sempre più accettabile parlare di argomenti prima proibiti. Sulla scia delle elezioni di ieri sera, anche i media mainstream stanno iniziando a rendersi conto delle proprie carenze e dell’ampio divario di comprensione tra loro e il paese America che ha portato a questo risultato.

Scott Jennings della CNN l’ha sintetizzato al meglio in un cupo momento di riflessione allo specchio, molto poco caratteristico per un network così virulento.

CNN_Jennings

Video visibile soltanto nell’articolo originale

Ha centrato il punto: ieri sera Trump ha vinto il voto popolare e non solo i collegi elettorali. Questo è stato un enorme schiaffo alle previsioni degli organi dell’establishment, come quelle del CFR il giorno stesso del voto:

FA_blunder

Si noti come avevano preriscaldato il forno per arrostire Trump proprio con un’accusa da cui invece si è brillantemente liberato.

Allo stesso modo, anche Brian Stelter della CNN si è mostrato auto-riflessivo e penitente:

media_credibility

https://www.cnn.com/2024/11/06/media/trump-reelection-media-credibility-trust/index.html

Nel pezzo, Stelter scrive:

Una citazione contenuta in un recente articolo di una rivista di New York ha incanalato questa domanda. La citazione, proveniente da un anonimo dirigente televisivo, è stata diffusa sui social media mercoledì mattina: “Se metà del Paese ha deciso che Trump è qualificato per essere presidente, significa che non legge nessuno di questi media e che abbiamo perso completamente il pubblico”, ha detto il dirigente. “Una vittoria di Trump significa che i media mainstream sono morti nella loro forma attuale. E la domanda è: come sarà dopo?”.

 

Il dirigente continua ad insistere sull’ammessa disconnessione di cui i media mainstream di sinistra hanno goduto da quando è iniziata l’era dello sputtanamento di Trump, anche se, purtroppo per lui, non riesce mai ad agganciare completamente il treno alla stazione e finisce per concludere con alcuni luoghi comuni che mettono in evidenza proprio gli specchi su cui ha cercato di arrampicarsi.

Oggi, ovunque ci si giri, gli opinionisti del mainstream si affannano in questa dolorosa ricerca interiore, chiedendosi: “Dove abbiamo sbagliato?”.

Chuck Todd, per esempio, ammette a malincuore che Trump ha trattato gli ispanici come normali lavoratori, mentre i democratici li hanno trasformati in pedine identitarie con un messaggio piatto e offensivo, utilizzando espressioni come “LatinX” che in realtà non risuonano con la maggioranza di loro.

Persino “Morning Joe” Scarborough di MSNBC si è scatenato contro la politica dell’identità, dichiarando giustamente che qualcosa è andato storto nel Paese: i figli di un suo amico, in età universitaria, riferiscono di essere terrorizzati anche solo dall’alzare la mano a scuola, perché la mancanza di libertà di pensiero è diventata così grave. La politicizzazione di ogni questione ha creato un ambiente repressivo che persino gli irriducibili anti-Trump citano come problema centrale nell’attuale Grande Svolta dell’America.

L’auto-riflessione e l’esame di coscienza sono stati evidenti in tutti i principali organi di informazione. La prima pagina del NY Times annunciava una svolta nazionale, evocando una “rivolta populista contro la visione che l’élite ha degli Stati Uniti”.

trumps_america

Improvvisamente, tutti gli organi dell’establishment stanno prendendo coscienza di sé e ammettono apertamente l’ampio scollamento che la classe d’élite ha permesso che si creasse tra loro e la gente comune.

L’esempio più illustrativo è stato il conteggio di Washington D.C., che ha mostrato quanto sia distaccata la casta della “Tangenziale” (gergale per Washington, N.d.T.) dal sentimento nazionale:

DC_votes

counties_votes

Vincite di ciascuno per contee

Altri importanti opinionisti hanno preso nota, con il titolo di Matt Taibbi come esempio principale:

Un gigantesco asteroide elettorale colpisce la classe intellettuale americana, che non se ne accorge

 

Naturalmente, non tutti i media mainstream sono stati costretti a un pentimento aperto. Molti hanno continuato ad aggrapparsi alle vecchie tradizioni di incolpare il razzismo e il bigottismo, con un’arringa di View che ha definito i risultati delle elezioni un “referendum sul risentimento culturale in questo Paese” perché, secondo lei, una “donna nera sposata con un uomo ebreo” è stata rifiutata come candidata dall’elettorato di Trump.

L’atto d’accusa più divertente, tuttavia, è stato pubblicato una settimana prima delle elezioni dalla prestigiosa rivista francese Nouvel Obs, che ha definito in modo esilarante l’ascesa di Trump come la vendetta del Sud americano per la guerra civile che covava da tempo, e per giunta su scala planetaria!

french_titles

https://www.nouvelobs.com/monde/20241030.OBS95675/patrick-weil-the-trumpist-project-is-the-revenge-of-the-south-projected-on-a-planetary-scale.html

Cercate di non sghignazzare:

Secondo lo storico, il candidato repubblicano alla Casa Bianca rappresenta un’America che non ha ancora fatto i conti con la vittoria del Nord nella guerra civile americana. Con il miliardario Elon Musk al suo fianco, intende proiettare questa visione di maschi bianchi e cristiani in tutto il mondo.

 

È una sorta di Jihad razzista in stile Dixieland, simile alla visionaria “Pace d’oro” di Dune che richiedeva la distruzione dell’universo secondo la profezia di Muad’Dib. È semplicemente incredibile fino a che punto si spingano nel contorcere un calcolo sociologico ed economico molto semplice. È difficile credere che non si tratti di uno sfottò, per di più proveniente da uno dei principali giornali politici di Parigi:

french_opinion

Semplicemente non riescono a capire come una depressione storica e un’economia devastata, un’erosione senza precedenti dei diritti, delle libertà civili e della libertà di parola, così come la distruzione del futuro di un’intera generazione – la generazione Z – prevalgano su – senza usare un gioco di parole (nel testo ‘trump’ frustrare, mandare a pallino, N.d.T.)- la singola questione dell’aborto, che in realtà non interessa a nessuno.

L’ultimo punto ci porta a considerare ciò che viene dopo, come ho descritto nel pezzo originale sopra citato: i Democratici hanno ancora la sentenza posticipata del 26 novembre per il processo penale di Trump, così come le minacce di Jamie Raskin di utilizzare la Sezione 3 del 14° Emendamento per impedire a Trump di essere certificato e insediato. Uno dei problemi, tuttavia, è che questa volta Trump ha vinto il mandato del popolo, il voto popolare; sarà quindi difficile per i suoi nemici portare avanti i loro piani, dato che non c’è alcuna giustificazione per sostenere che sia illegittimo quando la maggioranza del Paese ha effettivamente votato per lui, a differenza del 2016, quando Hillary ha effettivamente vinto il voto popolare ma ha comunque perso nei collegi elettorali.

Tuttavia, alcuni esponenti dell’establishment sembrano sperare che la situazione sfoci nella violenza; il New Yorker ha pubblicato questo articolo un giorno fa:

New_Yorker_cover

https://archive.ph/ICTQE

 

Questi portavoce dell’establishment continuano a cercare disperatamente di dipingere gli americani del paese America come “l’altro”, quelli che sono cambiati o hanno perso il contatto con l’anima della nazione, in qualche modo “corrotti” nelle loro tane di folletti degli Appalachi, come in una caricatura del Signore degli Anelli.

In realtà, chiunque sia sano di mente sa che è il contrario: Il nucleo centrale di Trump è costituito dai “left-behinds” (letteralmente i “lasciati indietro”, N.d.T.), coloro che si sono piegati come canne al vento mentre il mostruoso tornado della sinistra si abbatteva, radendo al suolo i pilastri culturali del Paese, spostando i paletti e rovesciando gli status quo.

opinion_through_times

Ma ora il barile è stato scoperchiato e il popolo è stato vaccinato contro i trucchi più scadenti dell’establishment, che hanno esaurito la propria spinta. Per questo motivo ho scritto nel pezzo precedente che le cose sono destinate a cambiare notevolmente, non perché Trump sia una figura messianica in sé, ma perché è arrivato nel momento culminante in cui la pressione ha raggiunto il massimo da sola; sta semplicemente creando il condotto per il vasto cambiamento oceanico che si è già gonfiato sotto la superficie per anni.

Ha la possibilità di fare cambiamenti radicali perché non ha più nulla da perdere: è il suo ultimo mandato, è vecchio e già miliardario, è stato demonizzato all’estremo e la sua reputazione è già stata macchiata dai Democratici, il che include arresti e reati tangibili; oltre a tutto questo, ha il pieno mandato del popolo con il voto popolare e quello che sembra un controllo totale e senza precedenti di ogni ramo del governo con una piena svolta rossa. Si tratta di una tripletta, un momento storicamente raro in cui può andare fino in fondo e paralizzare generazionalmente lo Stato profondo, riformando al contempo l’intero sistema; se volesse, potrebbe anche creare in un vero e proprio cesarismo, ma questa è un’altra storia. Come minimo potrebbe imitare Milei nell’estirpare tutte le inutili erbacce dalle agenzie governative.

Come esempio “dell’effetto indiretto” menzionato in precedenza, grandi cambiamenti stanno già avvenendo nel mondo semplicemente grazie alla pura inerzia della vittoria di Trump. Per esempio, poche ore dopo la vittoria di Trump, il governo tedesco ha iniziato a crollare sotto Scholz:

scholz_politico

https://www.politico.eu/article/germany-coalition-government-collapse-olaf-scholz-finance-minister-christian-lindner/

 

Politico afferma che non si tratta di una semplice coincidenza: la vittoria di Trump ha lasciato l’élite tedesca molto scossa per le ripercussioni che le politiche di Trump potrebbero avere sulle industrie tedesche già devastate.

 

La rinnovata instabilità politica in Germania è arrivata poche ore dopo la netta vittoria di Donald Trump alle elezioni americane, un risultato che ha stupito i leader politici tedeschi, che dipendono dalla potenza militare americana per la difesa del Paese e temono che le politiche tariffarie di Trump ostacolino l’industria tedesca.

Si prevede che la vittoria di Trump metterà sotto forte pressione la più grande economia europea. Un’analisi dell’Istituto Economico Tedesco (IW) stima che una nuova guerra commerciale potrebbe costare alla Germania 180 miliardi di euro nei quattro anni di mandato di Trump.

Molti in Germania avevano sperato che la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane avrebbe costretto la coalizione a rimanere unita per il timore che il presidente entrante avrebbe dato filo da torcere alla più grande economia europea.

 

Lo stesso Scholz si è lanciato in un discorso televisivo non programmato in cui ha confermato l’importanza di Trump sugli eventi in corso invocando le elezioni:

Scholz_video

Video visibile soltanto nell’articolo originale

Come ho detto nell’altro articolo, si tratta di aprire il vaso di Pandora: La vittoria di Trump romperà “l’incantesimo globalista, incoraggiando i governi di tutto il mondo a sfidare le politiche di Blob, portando a molti altri crolli e a un ulteriore aumento delle fazioni di destra in Europa. I temi proibiti, come l’immigrazione, le questioni sociali e identitarie, ecc. diventeranno sempre più centrali quando la diga si romperà del tutto e le élite saranno costantemente costrette sulla difensiva.

Nei prossimi giorni discuteremo più dettagliatamente le implicazioni della vittoria di Trump. Per ora, è sufficiente sapere che potrebbe essere l’ultimo colpo sparato in una rivoluzione globale in corso che potrebbe portare a ridisegnare il quadro globale entro il 2030 o giù di lì.

Nel frattempo, vi lascio con le parole non convenzionali dell’eminente economista Sergei Glazyev per l’occasione:

Sergey Glazyev

Gli struzzi stanno scappando, la Pax Americana sta finendo. La setta di Leo Strauss, che governava gli Stati Uniti e progettava di instaurare una dittatura mondiale di pochi eletti, sta perdendo le elezioni. Anche lo Stato profondo degli Stati Uniti non ha scelta: una ripetizione della falsificazione porterà a una guerra civile e al collasso del Paese. Negli Stati Uniti stanno salendo al potere i pragmatici che riconoscono la transizione verso un nuovo ordine economico mondiale. La strategia di Brzezinski di sconfiggere la Russia, distruggere l’Iran e isolare la Cina, come previsto ha solo rafforzato la Cina, che è diventata un leader globale. Insieme all’India, formerà un nuovo centro bipolare del nuovo sistema economico mondiale. Gli Stati Uniti possono integrarsi in esso come altro centro dell’economia mondiale se abbandonano l’imperialismo e fermano la guerra ibrida globale. È nell’interesse nazionale degli Stati Uniti che Trump liberi gli Stati Uniti dalla setta dello struzzo [straussiana] che li ha appesantiti. Per allineare le politiche di Washington all’interesse nazionale degli Stati Uniti è necessario avvelenare l’Europa e far cadere i regimi traditori antiumani di Germania e Francia. Come avevamo previsto, la guerra ibrida mondiale, iniziata dall’élite finanziario-potenziale statunitense per il dominio del mondo nel 2001 con l’attacco dei servizi segreti americani alle Torri Gemelle di New York, finirà l’anno prossimo con il riconoscimento universale della sua sconfitta e il completamento della transizione verso un nuovo ordine economico mondiale. Il mondo diventerà policentrico e poli-valute, il significato di sovranità nazionale e leggi internazionali verrà ripristinato.

 

Simplicius76Simplicius76, approfondite analisi di geopolitica e dei conflitti, con un pizzico di ironia.

 

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