IL MODELLO TEDESCO
DI ELLEN BROWN
Global Research
Le banche di proprietà pubblica
sono state fondamentali per il finanziamento del “miracolo economico”
della Germania dopo le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Sebbene
le banche pubbliche tedesche siano state prese di mira negli ultimi
dieci anni dai loro concorrenti privati per ottenerne la distruzione,
il modello rimane una valida alternativa all’affarismo privato ora
oggetto di contestazione a Wall Street.Una delle richieste avanzate dai manifestanti
del modello Occupy Wall Street è la “public option”
[Ndt: Per “public option” si intende l’ingresso dello Stato nel
mercato privato] nel settore bancario. Che cosa ciò significhi è stato
spiegato dal dottor Michael Hudson, docente di Economia presso l’Università
del Missouri a Kansas City, in un’intervista a firma di Paul Jay del
Real News Network del 6 ottobre:
[L]a richiesta non
è semplicemente quella di creare una banca pubblica, ma di trattare
le banche in genere come un servizio pubblico, proprio come le società
elettriche vengono considerate di pubblica utilità.[…] Così
come ci sono state pressioni per un ingresso dello Stato nel settore
sanitario, ci dovrebbe essere l’ingresso dello Stato nel settore bancario.
Ci dovrebbe essere una banca controllata dal governo che offra carte
di credito con tassi di interesse non punitivi come quelli attualmente
praticati pari al 30%, senza sanzioni, senza aumentare il tasso di interesse
se non si paga la bolletta elettrica. Quello che ha reso l’America forte
nel 19° secolo e nell’inizio del 20°
secolo è stato l’avere infrastrutture essenzialmente pubbliche, proprio
come se si hanno strade e ponti pubblici. […] L’idea alla base delle
infrastrutture pubbliche consisteva nella volontà
di pervenire alla riduzione del costo della vita e dei costi di impresa.
Negli Stati Uniti non si sente parlare
molto dell’ingresso dello Stato nel settore bancario, ma alcuni paesi
hanno già un forte settore bancario pubblico. A maggio 2010 un articolo
comparso su The Economist sottolineava che la presenza di banche
forti e stabili di proprietà pubblica in India, Cina e Brasile ha aiutato
questi paesi a superare la crisi bancaria che negli ultimi anni sta
affliggendo la maggior parte del mondo.
Negli Stati Uniti, il North Dakota
è l’unico Stato a possedere una propria banca. È anche l’unico
stato che ha potuto mostrare un avanzo di bilancio ogni anno dalla crisi
del credito del 2008. Ha il più basso tasso di disoccupazione
nel paese e il più basso tasso di inadempienze sui prestiti. Possiede
giacimenti di petrolio, ma come altri stati che non stanno facendo altrettanto
bene. Eppure, i media tendono ad attribuire il successo del Nord
Dakota alle risorse petrolifere.
Tuttavia, ci sono altri modelli bancari
pubblici occidentali che hanno avuto successo senza boom economici
connessi al petrolio. L’Europa ha un forte settore bancario pubblico,
in cui il paese leader è la Germania, dove vi sono undici banche regionali
pubbliche e migliaia di casse di risparmio municipalizzate. La Germania
nei primi anni dopo la Seconda Guerra Mondiale era un paese con un’economia
disastrata, degenerata in baratto. Oggi è l’economia più grande e
più robusta della zona euro. La produzione in Germania contribuisce
al 25% del PIL, più del doppio rispetto a quanto fa il Regno Unito.
Nonostante la recessione, il tasso di disoccupazione della Germania
è al 6,8%, il valore più basso negli ultimi venti anni. Alla base
della sua forza economica c’è il suo Mittelstand, un sistema
di imprese, dalle piccole alle medie dimensioni, supportato da un forte
sistema bancario regionale che è disposto a concedere prestiti per
finanziare la ricerca e lo sviluppo.
Nel 1999 le banche pubbliche controllavano
il credito interno tedesco e le banche private rappresentavano meno
del 20% del mercato, rispetto a oltre il 40% in Francia, in Spagna,
nei paesi nordici e nel Benelux. Da allora, in Germania le banche pubbliche
sono state oggetto di attacchi; ma gli osservatori locali dicono che
ciò è da imputare alla rivalità dei concorrenti privati, piuttosto
che a una reale debolezza del settore.
Come precedente per la presenza dello
Stato nel settore bancario, quindi, il modello tedesco merita uno sguardo
più attento.
Dalle ceneri della sconfitta
al diventare leader mondiale nella produzione
La Germania si rigenerò come
una fenice dalle disastrose sconfitte delle due guerre mondiali per
diventare la potenza economica d’Europa nella seconda metà del
XX secolo. Nel 1947 la produzione industriale tedesca era pari solo
a un terzo del suo livello del 1938 e una notevole percentuale dei suoi
uomini in età lavorativa erano morti. Meno di dieci anni dopo la guerra,
già si parlava di miracolo economico tedesco e venti anni dopo la sua
economia era oggetto di invidia di gran parte del mondo. Nel 2003 un
paese delle dimensioni pari alla metà del Texas era diventato il principale
esportatore mondiale, con una produzione di automobili di alta qualità,
di macchinari, apparecchiature elettriche e prodotti chimici. Solo nel
2009 la Germania è stata superata per i volumi di prodotti esportati
dalla Cina, che ha una popolazione di oltre 1,3 miliardi di persone
rispetto agli 82 milioni della Germania. Nel 2010, mentre gran parte
del mondo si stava ancora riprendendo dal crollo finanziario del 2008,
la Germania ha fatto registrare una crescita economica del 3,6%.
Il miracolo economico del paese è
stato attribuito a una varietà di fattori, tra cui la cancellazione
del debito da parte degli Alleati, la riforma monetaria, l’eliminazione
del controllo dei prezzi e la riduzione delle aliquote fiscali. Ma anche
se questi fattori hanno liberato l’economia dai suoi ceppi, non bastano
a spiegare la fenomenale ascesa della Germania da un devastato campo
di battaglia a leader mondiale nella produzione e nel commercio.
Un trascurato punto di forza del dinamismo
economico del Paese è il suo forte sistema bancario pubblico,
il quale finalizza i suoi sforzi per il perseguimento dell’interesse
generale, piuttosto che per la massimizzazione del profitto privato.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, sono state le Landesbanken di
proprietà pubblica a dare sostegno alle aziende provinciali a conduzione
familiare perché potessero entrare nel mercato mondiale. Ecco come
Peter Dorman descrive le Landesbanken in un blog nel Luglio 2011:
Sono soggetti di proprietà
pubblica che stanno sulla cima di una piramide fatta da migliaia di
casse di risparmio di proprietà
comunale. Se si considerano anche gli istituti di credito immobiliare
di proprietà pubblica, circa la metà
del totale del sistema bancario attivo tedesco appartiene al settore
pubblico. (Un altro pezzo sostanziale
è costituito dalle casse di risparmio cooperative.) Queste banche sono
strumenti fondamentali della politica industriale tedesca, essendo specializzate
nei prestiti al Mittelstand, cioè
al sistema di imprese di piccole e medie dimensioni che sono il motore
delle esportazioni del paese. Grazie alle Landesbanken, le piccole imprese
in Germania hanno lo stesso accesso al capitale delle imprese di grandi
dimensioni; non ci sono economie di scala nella finanza. Questo significa
anche che i lavoratori nel settore delle piccole imprese guadagnano
lo stesso salario di quelli impiegati nelle grandi multinazionali, hanno
le stesse competenze e la stessa formazione e sono altrettanto produttivi.
Le Landesbanken svolgono una
funzione di “banche universali” che operano in tutti i settori
del mercato dei servizi finanziari. Sono tutte controllate da governi
statali e operano come amministratori centrali di casse di risparmio
di proprietà municipale, chiamate in Germania “Sparkassen”.
Le Casse di Risparmio sono stati istituite
in Germania nel tardo 18° secolo come organizzazioni senza scopo
di lucro per aiutare i poveri. L’intento era quello di aiutare le
persone con basso reddito a risparmiare piccole somme di denaro e di
svolgere una funzione di sostegno per coloro che volessero dare inizio
ad attività imprenditoriali. La prima cassa di risparmio è stata costituita
da accademici e mercanti con una mentalità filantropica ad Amburgo
nel 1778 e la prima banca di risparmio che avesse come garante un governo
locale è stato fondata nel 1801 a Gottinga. Le banche di risparmio
comunale erano così efficaci e popolari che si diffusero rapidamente,
aumentando da 630 nel 1850 a 2.834 nel 1903. Oggi le casse di risparmio
operano con una rete di oltre 15.600 filiali e uffici, impiegano oltre
250.000 persone e si caratterizzano per la notevole capacità di investire
con saggezza nelle imprese locali.
Prese di mira per la privatizzazione
La reputazione e la posizione delle
banche pubbliche tedesche sono state, tuttavia, poste in discussione
quando sono hanno assunto una posizione di concorrenza sui mercati internazionali.
Peter Dorman scrive:
Alla UE non piacciono
le Landesbanken. Essa ha denunciato come la proprietà
statale comporti sovvenzioni pubbliche esplicite e implicite che violano
le regole della politica di concorrenza. Per oltre un decennio, la UE
ha combattuto perché il sistema fosse privatizzato. Alla fine, la controversia
è semplicemente ideologica: se si pensa che la proprietà
pubblica debba essere un’eccezione, accuratamente creata per affrontare
fallimenti di uno specifico mercato, allora le Landesbanken devono essere
messe in blocco all’asta. Se si pensa che l’economia debba essere
organizzata in modo da soddisfare esigenze socialmente definite e che
dovrebbero essere degli input pubblici a decidere come allocare la maggior
parte del capitale, si deve lottare per mantenere le Landesbanken come
sono. (C’è un movimento in corso negli Stati Uniti per promuovere le
banche pubbliche.)
Le vicende del sistema bancario tedesco
negli ultimi dieci anni sono state ricostruite in un articolo dal titolo
“L’obiettivo sporco della Commissione: far divorare WESTLB da
banche private” (La WESTLB AG è una banca commerciale parzialmente
posseduta dallo stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia)
del luglio 2011, scritto da Ralph Niemeyer, redattore capo di EUchronicle.
Egli osserva che, dopo il 1999, le più importanti banche private hanno
abbandonato la strada della sostenibilità perseguita dal sistema bancario
tradizionale per giocare sui CDO [Collateralized Debt Obligation:
sono letteralmente obbligazioni che hanno come garanzia (collaterale)
un debito], sui credit default swap [CDS: è un accordo tra un
acquirente e un venditore per mezzo del quale il compratore paga un
premio periodico a fronte di un pagamento da parte del venditore in
occasione di un evento relativo ad un credito (come ad esempio il fallimento del debitore)
cui il contratto è riferito] e sui derivati. Le banche private tedesche
hanno accumulato circa 600 miliardi di euro di asset tossici
attraverso le loro filiali bancarie di investimento e i contribuenti
tedeschi stanno fornendo garanzie per le tensioni ad essi associate.
La Deutsche Bank AG ha fatto registrare profitti record che sono
stati ripartiti esclusivamente nella sua divisione di investimento bancario,
che ha fatto una fortuna commerciale grazie ai credit default swaps
sulle obbligazioni dello stato greco. Quando questo investimento si
è guastato, il governo tedesco ha dovuto salvare l’istituto finanziario
in cui la Deutsche Bank AG aveva scaricato questi asset
tossici.
Mentre le grandi banche private stavano
puntando sui casinò dei mercati finanziari, i prestiti alle imprese
e all’economia “reale” sono state lasciate alle Sparkassen
pubbliche, che sono state più efficienti nel servire il cittadino medio
e le imprese locali perché non erano società di capitali che dovevano
soddisfare la fame sempre più grande degli azionisti di dividendi.
Oggi la quota di mercato delle banche private in Germania è solo del
28,4% e la Deutsche Bank AG domina il segmento. Ma con una quota
di mercato del 7%, è ancora molto indietro rispetto alle banche pubbliche
di proprietà delle municipalità e delle comunità.
Niemeyer dice che le banche private
hanno voluto rompere il dominio sul mercato delle banche pubbliche per
ottenere per sé stesse un pezzo più grande della torta e
hanno usato la Commissione Europea per farlo. Le banche private tedesche,
e la Deutsche Bank AG in particolare, hanno fatto pressioni sin
dai primi anni ‘90 sulla Commissione Europea perché attaccasse il
governo tedesco per la “rigidità” del settore bancario pubblico
nel paese.
Il FMI, anche, aveva da tempo chiesto
che qualsiasi monopolio pubblico nel mercato bancario tedesco fosse
spezzato, elencando le loro “inefficienze”. Quando le Sparkassen
pubbliche e le Landesbanken sono state riluttanti a rivolgersi
a banche di investimento con profitti alle stelle, furono etichettate
come burocratiche e poco appetibili. Quando furono poste sotto pressione
per aumentare i rendimenti per i governi che le possedevano, le Landesbanken
tedesche si sono aperte ai derivati e ai CDO (fraudolentemente
con rating tripla A). Ma mentre “hanno perso miliardi in Goldman
Sachs, nella Deutsche Bank e nella Lehman Brothers“, dice Niemeyer
il grado in cui erano coinvolte in operazioni altamente speculative
era “ridicolo in confronto al danno fatto dalle banche private,
per le quali sono ora i contribuenti a fornire garanzie.”
Sono state le banche e le casse di
risparmio a fornire liquidità all’economia reale e a intervenire
a favore delle banche private, quando queste smisero di scommettere
nel casinò finanziario; ma è stato sugli errori delle Landesbanken
e delle Sparkassen che i media hanno concentrato la loro
attenzione. Il vero motivo, afferma Niemeyer, era che le grandi banche
private volevano la quota di mercato delle banche pubbliche per sé
stesse:
Al fine di riconquistare
questa importante quota di mercato,
è diventato una prerogativa distruggere completamente il sistema
bancario pubblico in Germania. Questa mossa impopolare non potrebbe
mai venire dal governo tedesco in sé,
è per questo che la Commissione [europea]
è stata impiegata per questo lavoro sporco.
Il prezzo del successo
Le banche pubbliche tedesche sono state
fatte crollare sottraendo loro il sostegno pubblico. In precedenza,
avevano goduto di garanzie statali che avevano permesso loro di acquisire
ed erogare fondi a tassi sostanzialmente migliori rispetto a quelli
delle banche private. Ma nel 2001 la Commissione Europea decise di privare
le Landesbanken delle loro esplicite garanzie di credito statali,
costringendole a competere alle stesse condizioni delle banche private.
E oggi l’Autorità bancaria europea si rifiuta di considerare le garanzie
statali implicite alle banche nei loro “stress test” quando
valutano la solvibilità delle banche.
Il risultato è che le banche
pubbliche tedesche sono state spogliate di ciò che le ha rese sinora
stabili, sicure e in grado di prestare a tassi di interesse bassi: hanno
avuto la piena fede e il credito del governo, nonché il consenso dell’opinione
pubblica. Non avendo quale motivazione del loro agire il profitto, con
particolare attenzione al perseguimento dell’interesse pubblico e
facendo affidamento sulle garanzie del governo, le banche pubbliche
tedesche sono state in grado di trasformare il credito bancario in quella
sorta di pubblica utilità descritta dal Prof. Hudson.
L’esempio della Germania dimostra che
anche il successo non basta quale garanzia di fronte a un implacabile
attacco di propaganda da parte delle grandi banche di proprietà
privata interessate solo a fare soldi per i loro amministratori delegati,
i loro ricchi clienti e i loro azionisti. Ma sbirciando dietro la propaganda,
il modello bancario pubblico che tanto ha contribuito al successo economico
della Germania può essere un esempio da seguire per un sistema bancario
negli Stati Uniti che sia al servizio di Main Street piuttosto che di
Wall Street.
Fonte: Publicly-owned Banks as an Instrument of Economic Development: The German Model
13.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALESSIA
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