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La Redazione

 

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L’”AMERICAN WAY OF LIFE” NON E’ SOSTENIBILE

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A cura di Das schloss
Il 7 Settembre 2008
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DI CHRIS CLUGSTON
Energy Bulletin

L’ “American way of life”* – il nostro stile di vita – è insostenibile: invece di cercare di proseguire per questa strada, dobbiamo andare oltre – e alla svelta. Se non lo facciamo, la nostra società crollerà, in un futuro non troppo lontano…

Messaggio per l’uomo della strada: il nostro stile di vita, cioè più di 300 milioni di persone con un tenore di vita senza precedenti, è stato reso possibile dal comportamento ecologico ed economico sempre più disfunzionale degli ultimi 200 anni. Il nostro attuale stile di vita è perciò insostenibile; di fatto, l’America sta per essere travolta da un cataclisma sociale.

Messaggio per i pochi informati: dobbiamo liberarci dalla propensione a sprecare tempo e risorse, sempre più limitati, nel cercare futilmente di risolvere i problemi legati all’esaurimento delle risorse naturali, al degrado dell’ambiente naturale, ai cambiamenti climatici, alla sovrappopolazione o alla crisi economica del momento. Questi problemi saranno risolti solo se si risolve il “pasticcio” fondamentale: il nostro stile di vita è insostenibile.

Questo pasticcio, con tutti i problemi ecologici ed economici che ne conseguono, si risolve in un solo modo: noi, come società, dobbiamo passare velocemente, ad iniziare da ora, a un modello di esistenza sostenibile, nel quale vivremo, per sempre, entro i limiti delle nostre disponibilità ecologiche ed economiche. Qualsiasi scelta operativa diversa rimanderà solo di poco, nella migliore delle ipotesi, il verificarsi di questo cataclisma sociale.

La soluzione è semplice e ovvia; sono i nostri tentativi incessanti di eludere, evitare ed aggirare questa soluzione ad essere complicati, contorti e, in definitiva, suicidi.
La prospettiva americana

Sin dall’inizio della rivoluzione industriale qui in America, all’inizio del XIX secolo, l’accesso a risorse ecologiche ed economiche apparentemente illimitate ci ha consentito dei miglioramenti senza precedenti del nostro benessere materiale. Tra il 1800 e il 2006 la popolazione si è moltiplicata più di 50 volte, passando da 5 milioni e 300 mila persone a 300 milioni. Nello stesso arco di tempo, la nostra economia, quella misurata dal PIL, si è moltiplicata di oltre 1600 volte – da 8 miliardi a 13 mila e duecento miliardi di dollari (in dollari del 2006) (1)!

Di conseguenza, il PIL pro capite, che misura il tenore di vita materiale, ha avuto un aumento fenomenale, moltiplicandosi 29 volte, da 1.500 a 44.000 dollari (sempre in dollari del 2006), nonostante la popolazione si sia a sua volta moltiplicata di 50 volte!!

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[ L’ “American way of life”
(asse verticale: caratteristiche dello stile di vita, asse orizzontale: tempo; le cifre sul PIL e la popolazione sono quelle riportate nel testo al paragrafo precedente.)]

Questa crescita straordinaria ha contribuito a formare una visione del mondo, che è quella prevalente: secondo questa visione noi abbiamo una inesauribile abbondanza di risorse ecologiche e siamo davanti a una ininterrotta crescita e prosperità economica, il che ha rafforzato il nostro atteggiamento di aggressivo sfruttamento delle risorse ecologiche ed economiche, nel perseguimento senza fine dell’ “American way of life”.

Consumiamo le risorse naturali, sia rinnovabili che non rinnovabili, a ritmi eccezionali; ci appropriamo dell’ambiente naturale, e lo modifichiamo, a ritmi eccezionali; infine, a ritmi eccezionali ammassiamo e consumiamo le nostre disponibilità economiche.

Lo sfruttamento sempre crescente delle risorse ecologiche ed economiche ci ha consentito di aumentare continuamente sia il livello di produzione che quello di consumo di beni e servizi, il che, a sua volta, ha consentito all’America di sostenere livelli sempre crescenti di popolazione e di tenore di vita.

Il modello di esistenza che ne è seguito, l’ “American way of life”, è diventato il nostro modo di percepire la realtà negli ultimi 200 anni.

La vera “realtà sconveniente”

Sfortunatamente, questa percezione della realtà è fatalmente fallace: la visione del mondo, su cui si basa il nostro stile di vita, è distorta; e il modo in cui, di conseguenza, utilizziamo le risorse ecologiche ed economiche, e che permette questo stile di vita, è disfunzionale.

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[ Il nostro modello di esistenza . Dall’alto: Stile di Vita Insostenibile: livello di popolazione e standard materiali di vita insostenibili

Comportamento Disfunzionale: ipersfruttamento sempre crescente delle risorse e dell’habitat naturale/Imprudenza fiscale sempre crescente.

Visione del Mondo Distorta: Presunzione di perpetua abbondanza ecologica/Diritto ad una perpetua crescita e prosperità economica]

Le risorse ecologiche ed economiche che hanno permesso lo svilupparsi del nostro stile di vita, e dalle quali dipende la sua prosecuzione, non saranno disponibili a livelli tali da permettere di continuare in questo modello di esistenza.

Di conseguenza, il nostro stile di vita, più di 300 milioni di persone con un tenore di vita senza precedenti, non è sostenibile; deve finire.

Questa è la realtà del mondo

Le risorse ecologiche, cioè le risorse e i diversi habitat naturali, che sono ciò che di fatto permette il nostro stile di vita, e che noi consideriamo essenzialmente illimitati, sono, in realtà, finiti e decrescenti. A parte la luce solare e qualche occasionale meteorite, la terra è un sistema chiuso: nella sua biosfera non si possono introdurre nuove risorse.
Dato lo sfruttamento continuo e aggressivo delle risorse naturali all’interno di un contesto di risorse finite, una inesauribile abbondanza di risorse ecologiche è fisicamente impossibile. Inoltre, dato che le risorse ecologiche sono fisicamente limitate, uno stato di crescita e prosperità economica ininterrotte è anch’esso fisicamente impossibile.

Questo è il nostro modello comportamentale

Il modo e i livelli peculiari associati alle risorse ecologiche ed economiche che abbiamo scelto di utilizzare nella nostra incessante ricerca verso la perpetuazione del nostro stile di vita, si possono descrivere in un solo modo: psicotici:

– insistiamo a servirci di risorse naturali rinnovabili, cruciali per la nostra esistenza (per esempio: acqua, suoli, pesci, foreste), a ritmi superiori a quello con cui la natura può reintegrarle;

– insistiamo a servirci di risorse naturali non rinnovabili, cruciali per la nostra esistenza (per esempio: petrolio, gas naturale, carbone, minerali, metalli), che la natura non reintegra;

– insistiamo a degradare gli ambienti naturali, cruciali per la nostra esistenza (per esempio: aria, acqua, terra) a ritmi superiori a quello con cui la natura può rigenerarli; e

– insistiamo a procurarci la maggior parte dei nostri beni e servizi economici per mezzo dell’imprudenza fiscale (distruzione del patrimonio economico, debiti intergenerazionali, rinvio degli investimenti cruciali per il nostro benessere di lungo periodo).

Questo è il vero modello di esistenza

Poiché il nostro comportamento ecologico ed economico disfunzionale ha permesso aumenti spettacolari dei nostri livelli di produzione, di consumo, di popolazione e del tenore di vita materiale nell’arco degli ultimi 200 anni, fino a raggiungere livelli di gran lunga superiori a quelli ottenibili se avessimo vissuto in modo sostenibile, nei limiti dei nostri mezzi, la conseguenza ovvia di questo comportamento è l’eliminazione sistematica proprio delle risorse ecologiche ed economiche dalle quali dipendiamo per la nostra esistenza.

Poiché le risorse ecologiche ed economiche cruciali, una volta abbondanti, diventano sempre più scarse, uno scenario ormai attuale, il nostro livello di produzione e quello relativo ai consumi di beni e servizi si ridurranno entrambi in modo drammatico, come pure dovranno ridursi una certa combinazione di livelli di popolazione e di tenore di vita materiale.

Come punto di riferimento, l’analisi contenuta in “On American sustainability” (2) indica che l’America potrebbe sostentare, in modo sostenibile, circa 60 milioni di persone con un tenore di vita materiale medio paragonabile a quello dell’odierna Bulgaria (3).

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[ La sovraesposizione americana: gli elementi dello stile di vita attuale rapportati a quelli sostenibili

Cifre in miliardi di dollari; Colonne, da destra: Stile di Vita/Caratteristiche, Livello Attuale, Livello Sostenibile (col paradigma attuale), Livello Sostenibile (col paradigma ottimale), Livello Sostenibile Medio.
Righe, dall’alto: Produzione, Consumo, Popolazione, Standard di Vita]

La festa è finita

L’ “American way of life” NON è sostenibile – è ben lungi dall’esserlo. Abbiamo solo due scelte davanti a noi: possiamo decidere di passare volontariamente a un modello di esistenza sostenibile, nel quale vivremo, per sempre, entro i limiti delle nostre disponibilità ecologiche ed economiche; oppure lasciare che sia la natura a orchestrare il nostro passaggio alla sostenibilità, attraverso un cataclisma sociale, che si verificherà in un futuro non troppo lontano. In un caso e nell’altro i risultati saranno devastanti in termini di riduzione del livello di popolazione e di degrado del tenore di vita; la natura sarà terribile.

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[Il passaggio dell’America alla sostenibilità (asse verticale: benessere; asse orizzontale: tempo).

AWOL (American Way Of Life) = lo stile di vita americano – nel periodo agricolo, cioè prima del 1800, ci discostavamo di poco da un modello di esistenza sostenibile; ce ne siamo poi staccati in modo significativo dopo il 1800 (periodo industriale). Il nostro ritorno a un modello di esistenza sostenibile è inevitabile- le risorse “in più” che hanno permesso l’ AWOL si stanno riducendo. Dobbiamo decidere come arrivarci.
BAU (Business As Usual) = andiamo avanti come al solito – ci serviamo delle risorse “in più” per cercare futilmente di proseguire nel nostro stile di vita (l’AWOL) a tutti i costi. Stiamo semplicemente rimandando il crollo della nostra società di, nella migliore delle ipotesi, alcuni anni, e nel contempo stiamo aggravando in modo significativo la serietà del crollo stesso.
LS (Lip Service) = qualche concessione all’ambientalismo – ci serviamo delle rimanenti risorse “in più” per sostenere politiche di conservazione “verdi” irrilevanti, con lo scopo di passare (a comodo nostro) alla sostenibilità. Alla fine esauriremo le risorse fondamentali e sprofonderemo.
ACR (American Cultural Revolution) = la rivoluzione culturale americana – ci serviamo delle risorse “in più” che ci restano per ottimizzare il nostro passaggio volontario a un modello di esistenza sostenibile, in tal modo ottimizzando anche il nostro futuro benessere, cioè un livello di popolazione e un tenore di vita sostenibili. ]

Data la nostra attuale visione del mondo, nonché il nostro attuale modello comportamentale riguardo all’utilizzo delle risorse, la nostra scelta attuale si colloca da qualche parte tra “business as usual” e “lip service”- siamo avviati verso un’imminente crollo della società.

L’unica scelta sana è quella dell’ “American Cultural Revolution”: cambiamo fondamentalmente sia la nostra distorta visione del mondo , sia il nostro approccio disfunzionale all’utilizzo delle risorse…

“Le nazioni ‘sviluppate’ sono spesso viste come un’anticipazione delle condizioni future dei paesi ‘sottosviluppati’. Sarebbe più precisa l’immagine opposta…” Catton (4)

Note

1 – Tratto da “MeasuringWorth.com”: http://measuringworth.com/usgdp/?=hmit/gdp.

2 – Tratto da “On American Sustainability” 2008; pag. 18; Chris Clugston.

3 – Tratto da “List of Countries by GDP (dati del FMI): http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_GDP_(PPP)_per_capita.

4 – “Overshoot”, 1982, pag. 175; William Catton Jr.

Note del redattore

Secondo me, il problema chiave è il modo in cui affrontiamo la questione di un consumo energetico ridotto- a seconda del modo scelto, il risultato potrebbe essere quello di uno stile di vita sano e soddisfacente. O tristissimo. – BA

Per la realtà di fondo e le prove, vedi “Our American way of life is unsustainable – evidence

L’anno scorso abbiamo pubblicato l’articolo di Chris “Global peak energy: implications for future human populations”. E’ stato anche pubblicato su “The Oil Drum”.

Informazioni biografiche tratte da “Global peak…”:

Chris Clugston ha dato l’avvio al progetto chiamato “Wake up America!” (**) nel 2006, allo scopo di indagare sulla natura e le cause associate ai disastri ecologici ed economici che attualmente minacciano gli Stati Uniti, nonché allo scopo di definire azioni tempestive e significative che possano mitigare la serietà e la durata del crollo nello stile di vita che inevitabilmente ne risulterà.

Prima di fondare ‘Wake up America!’ aveva lavorato per trent’anni in aziende del settore informatico, occupandosi di marketing, vendite, finanza, fusioni e acquisizioni e lavorando a livello di direzione generale. Negli ultimi vent’anni ha lavorato come amministratore delegato e come consulente di direzione e organizzazione.
Ha conseguito la laurea con lode in scienze politiche ed è diventato membro della “Phi Beta Kappa society”(***) della Penn State University; alla Temple University di Philadelphia ha frequentato un Master of Business Administration in finanza, ottenendo il massimo dei voti.

Note del traduttore

(*) Il titolo originale è: “On American Sustainability”, di cui questo articolo è un sunto.

(**) “Svegliati America!”.

(***) Si tratta di un’associazione studentesca universitaria, alla quale si è ammessi a far parte in virtù di meriti accademici.

Titolo originale: “On American sustainability – summary”

Fonte: http://www.energybulletin.net
Link
18.08.2008

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ENZO SUELLA

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