DI NOAH SHACHTMAN
Wired
L’aviazione americana vuole un pacchetto di strumenti da hacker che le permetta di avere “accesso” a — e “pieno controllo” di — ogni singolo computer esistente. Una volta che i guerrieri informatici saranno entrati l’aviazione vuole che essi si mantengano “completamente invisibili addosso all’infrastruttura informativa dell’avversario”.
Il governo sta diventando sempre più interessato alla guerra via rete. L’aviazione ha recentemente stabilito un “Cyberspace Command,” col compito di governare le reti nello stesso modo in cui i suoi caccia governano i cieli. Il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale, il Darpa e altre agenzie stanno facendo squadra per un programma quinquennale da $ 30 miliardi definito “national cybersecurity initiative” [“iniziativa nazionale per la cybersicurezza” n.d.t.]. Esso include un range di test elettronici dove gli hacker finanziati dal governo potranno mettere alla prova gli ultimi attacchi elettronici. “Si pensava di aver bisogno di un esercito per fare la guerra, oggi tutto ciò di cui si ha bisogno è di un collegamento Internet” avverte una recente pubblicità dell’aviazione.
Lunedì l’Air Force Research Laboratory ha introdotto un piano biennale da $ 11 milioni per mettere assieme strumenti hardware e software per un “Dominant Cyber Offensive Engagement” [“ingaggio cibernetico offensivo dominante”]. “Di interesse sono tutte le singole tecniche che permettono l’accesso a livello utente o amministratore [root], tanto alle piattaforme mobili quanto a quelle fisse (PC)… ad ogni singolo sistema operativo, patch, applicazione e hardware” nota una richiesta di proposte operative. Attenti, non è solamente un qualunque studio di computer science; “gli sforzi di ricerca sotto questo programma dovranno risultare in complete capacità operative”.
A differenza di quanto proposto da un colonnello dell’aviazione, abbattere i siti nemici con dei programmi botnet militari, il Research Lab sta incoraggiando un approccio più subdolo, “basso e lento”. L’attacco preferito consiste nel rimanere quieti e poi “esfiltrare di nascosto informazioni” dalle reti avversarie.
Ma, in definitiva, l’aviazione vuole vedere tutti i generi di “tecniche e tecnologie” per “ ingannare, bloccare, distruggere, degradare o annientare” sistemi ostili. E, “ in aggiunta a questi concetti principali” il Research Lab vorrebbe vedere studi sullo “sviluppo tecnologico difensivo e proattivo di botnet”, la “reinvenzione del protocollo stack di rete” e nuove antenne basate su nanotubi di carbonio.
Tradizionalmente i militari sono stati estremamente riluttanti nel parlare delle operazioni offensive on-line. Invece l’attenzione è stata normalmente posta sulla protezione da attacchi elettronici. Ma all’incirca nell’ultimo anno il tono è cambiato, ed è diventato più bellicoso. “Il dominio cibernetico, come terreno di battaglia, così come l’aria, favorisce l’offensiva”, ha detto Lani Kass, un assistente speciale del capo di stato maggiore dell’aviazione, che precedentemente aveva guidato la Cyberspace Task Force dei servizi. “Se nel campo cibernetico vi state difendendo vuol dire che è già troppo tardi”.
“Vogliamo arrivare e buttarli a terra al primo round”, ha aggiunto il tenente generale Robert Elder comandante dello 8th Air Force, che si concentra su temi legati alla rete.
“Un avversario deve sapere che gli Usa posseggono, nella guerra cibernetica, potenti mezzi tanto hard quanto soft per attaccare l’informazione avversaria, oltra a un comando e sistemi di appoggio a tutti i livelli”, fa notare un recente rapporto del Dipartimento della Difesa. “Ogni potenziale avversario, da Stati nazionali a individui-canaglia… dovrebbe essere costretto a considerare… un attacco contro i sistemi Usa come avente conseguenze estremamente indesiderabili per la propria sicurezza”.
Titolo originale: “Air Force Aims for ‘Full Control’ of ‘Any and All’ Computers”
Fonte: http://blog.wired.com/
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13.05.2008
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALCENERO