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La Redazione

 

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L'ABOLIZIONE DELLA POLITICA E DELLA DEMOCRAZIA

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A cura di supervice
Il 16 Novembre 2011
77 Views

DI MIGUEL MARTINEZ
Keleblekerblog.com

Oggi,

i padroni del sistema finanziario europeo hanno deciso che è arrivata

l’ora di fare sul serio.

Niente

più barzellette, e la cosa tranquillizzerà certamente tutti

coloro che pensavano che i problemi politico-economici d’Italia fossero

le battute di Silvio Berlusconi.

Per

fare sul serio, hanno tolto di mezzo da un giorno all’altro Silvio

Berlusconi e istituito un governo tecnocratico.

I tecnici,

ci dicono, sono “obiettivi”, nel senso che non sono tifosi professionisti

di uno dei due schieramenti della politica-spettacolo.

Come

se la vera divisione della società umana passasse attraverso la

tessera di partito, e non attraverso i ruoli di potere.

Ciò

è diventato possibile, perché è passata la grande mistificazione

dei nostri tempi. Il politico, ci dicono, non è obiettivo. Il tecnico sì.

E qui

si confonde il concetto di scienziato, cioè di persona che studia

per avvicinarsi al vero, con quello di tecnico. Che è una persona stipendiata per

far prevalere il punto di vista del suo datore di lavoro.

Anche

gli avvocati sono dei tecnici. Mi affiderei a un avvocato realista e

informato, certo, ma mai a un avvocato che non fosse di parte.

I tecnici

come Mario Monti sono dipendenti diretti, da una vita, di una delle

due parti in causa, cioè del capitale. In questo caso, della Confindustria

e della Banca Centrale Europea, come anche della più grande banca commerciale

del mondo, la Goldman & Sachs di New York.

Come

è possibile che ciò non sia evidente a tutti?

Perché

ai reali conflitti, lo spettacolo ha sostituito i falsi conflitti.

Il

sistema spettacolare ha ridefinito completamente ciò che si chiama politica,

come abbiamo raccontato tante

volte.

La politica

oggi è un ramo dei media che impiega numerosi individui oziosi,

divisi in due squadre, ma in perenne concorrenza tra di loro, all’interno

di ciascuna squadra.

Ogni

mattina, ciascuno dei concorrenti deve trovare come restare visibile

in un mondo senza memoria.

Per

essere visibile, deve dire qualcosa che sia molto breve: tutto il discorso

deve stare dentro un titolo, o dentro i primi secondi di una battuta

in televisione, prima che il moderatore lo azzittisca e passi la parola

a qualcun altro.

Ciò

che il politico dice, deve essere comprensibile a persone incolte,

distratte e poco interessate. E quindi non deve dire nulla di nuovo,

nulla che non rientri nelle griglie preconcette di milioni di persone.

Non c’è semplicemente il tempo di svolgere alcun ragionamento.

Il

politico deve dire qualcosa di talmente sconvolgente, da catturare l’attenzione,

una qualche variante del vecchio concetto di uomo morde cane.

Ma

ciò che il politico dice, deve essere talmente banale, da non

offendere nessuno,nemmeno della parte avversa, perché per

la prima volta, tutti sono esposti a tutti: non esiste più il comizio

dove un comunista parla a comunisti, mentre a un chilometro di distanza,

un missino parla a missini.

Il

problema infatti è che ogni offesa offre all’avversario degli

utilissimi punti-vittima. Che il vincitore del punto-vittima

deve però gestire con attenzione, perché nel momento stesso in cui

dice che Tizio lo ha offeso, sta citando il nome di Tizio…

Non è possibile

soddisfare tutte queste condizioni contemporaneamente.

In

genere, i politici di destra riescono a sconvolgere, ma anche offendere;

quelli di sinistra ad annoiare mortalmente, ma sono magistrali nella

raccolta di punti-vittima.

Questo

significa che ogni volta che un politico apre bocca, sbaglierà qualcosa.

E questo rende la politica eccitante per gli spettatori. E spiega il

mistero di questi anni: come un odio violentissimo di fazione possa

accompagnare l’assenza di differenze reali tra i due schieramenti.

Abbiamo

parlato della necessità per i politici di dire cose banali,

facili da riassumere nello spazio di un titolo e che gli elettori/spettatori

già capiscono.

In

pratica, vuol dire che gli argomenti dei politici finiscono per ruotare

attorno al sesso e alla paura fisica, legati a casi individuali

– quella coppia gay si può sposare o no? Che ci dici di quella vecchietta

scippata da un marocchino?

Da questi discorsi,

restano completamente fuori le cose fondamentali.

Che sono il potere

reale, la guerra e la pace, la produzione e la distribuzione della

ricchezza.

Queste

cose non sono più Politica, ma rientrano nella sfera degli Impegni

Internazionali e dell’Economia divinizzata, percepiti con lo stesso

intoccabile distacco con cui i pur litigiosi uomini del Medioevo percepivano

la teologia.

Come

in ogni teologia, la conoscenza dei misteri degli Impegni Internazionali

e dell’Economia divinizzata è riservata ad alcuni sacerdoti, presentati

come al di sopra delle parti. E la loro parola è definitiva per tutti

i litiganti, trattandosi della Realtà Oggettiva, della Verità Trascendente

cui nulla si può opporre.

A differenza dei semplici

cavalieri, i sacerdoti non si azzuffano.

Ma le parti ci sono.

Non

ci voleva Karl Marx per dirci che la lotta di classe esiste: lo sapevano

anche i greci, quando parlavano del conflitto tra gli oligoi,

i pochi detentori di ricchezza, e il demos, cioè la gran

parte della popolazione delle città.

Con

Mario Monti, abbiamo un governo di impiegati diretti dei soli oligoi,

che ha il compito dichiarato di colpire l’altra parte sociale. Togliendo

di mezzo il Buffone, che ha dimostrato la propria incapacità.

Applicheranno

misure, come dicono “impopolari” – cioè antipopolari, cioè

contro il demos. E questo significa che non devono essere sottoposti

ad alcuna contestazione da parte del demos stesso.

Ossia, si

sospende la democrazia, che non è un sinonimo di astrusi meccanismi

elettorali, ma è il potere concreto del demos.

A me

interessa poco se, per rovesciare Berlusconi, abbiano usato la corruzione

o abbiano agito contro i canoni della “democrazia liberale”. Queste

sono questioni del tutto formali, e quindi irrilevanti. Comunque, la

tecnica in questo caso consisterà probabilmente nel sostegno bipolare

a un unico progetto. Uno dice, ma questi qui non dovevano stare

a litigare tra di loro e farsi le scarpe a vicenda? Non erano i comunisti,

oppure i berlusconiani, il guaio fondamentale e la tragedia nazionale?

Non

c’è problema, potranno continuare a insultarsi come prima a proposito

di quella coppia gay e di quella vecchietta scippata, per

cui non ci accorgeremo nemmeno della sospensione.

Ciò

che conta è che la Banca Centrale Europea e la Confindustria proporranno

un preciso programma di governo e di vita, che ci riguarderà tutti,

e su cui si costruirà il nostro futuro.

Si

può parlare di democrazia, solo se i cittadini possono scegliere su

un argomento di tale importanza. Chi vuole quel progetto, dovrebbe poter

dire di sì. Chi non lo vuole, dovrebbe poter dire di no.

Ciò è impossibile

quanto lo era ai tempi di Luigi XIV.

**********************************************

Fonte: L’abolizione della politica e della democrazia

15.11.2011

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