DI MIGUEL MARTINEZ
Keleblekerblog.com
Oggi,
i padroni del sistema finanziario europeo hanno deciso che è arrivata
l’ora di fare sul serio.
Niente
più barzellette, e la cosa tranquillizzerà certamente tutti
coloro che pensavano che i problemi politico-economici d’Italia fossero
le battute di Silvio Berlusconi.
Per
fare sul serio, hanno tolto di mezzo da un giorno all’altro Silvio
Berlusconi e istituito un governo tecnocratico.
I tecnici,
ci dicono, sono “obiettivi”, nel senso che non sono tifosi professionisti
di uno dei due schieramenti della politica-spettacolo.
Come
se la vera divisione della società umana passasse attraverso la
tessera di partito, e non attraverso i ruoli di potere.
Ciò
è diventato possibile, perché è passata la grande mistificazione
dei nostri tempi. Il politico, ci dicono, non è obiettivo. Il tecnico sì.
E qui
si confonde il concetto di scienziato, cioè di persona che studia
per avvicinarsi al vero, con quello di tecnico. Che è una persona stipendiata per
far prevalere il punto di vista del suo datore di lavoro.
Anche
gli avvocati sono dei tecnici. Mi affiderei a un avvocato realista e
informato, certo, ma mai a un avvocato che non fosse di parte.
I tecnici
come Mario Monti sono dipendenti diretti, da una vita, di una delle
due parti in causa, cioè del capitale. In questo caso, della Confindustria
e della Banca Centrale Europea, come anche della più grande banca commerciale
del mondo, la Goldman & Sachs di New York.
Come
è possibile che ciò non sia evidente a tutti?
Perché
ai reali conflitti, lo spettacolo ha sostituito i falsi conflitti.
Il
sistema spettacolare ha ridefinito completamente ciò che si chiama politica,
come abbiamo raccontato tante
volte.
La politica
oggi è un ramo dei media che impiega numerosi individui oziosi,
divisi in due squadre, ma in perenne concorrenza tra di loro, all’interno
di ciascuna squadra.
Ogni
mattina, ciascuno dei concorrenti deve trovare come restare visibile
in un mondo senza memoria.
Per
essere visibile, deve dire qualcosa che sia molto breve: tutto il discorso
deve stare dentro un titolo, o dentro i primi secondi di una battuta
in televisione, prima che il moderatore lo azzittisca e passi la parola
a qualcun altro.
Ciò
che il politico dice, deve essere comprensibile a persone incolte,
distratte e poco interessate. E quindi non deve dire nulla di nuovo,
nulla che non rientri nelle griglie preconcette di milioni di persone.
Non c’è semplicemente il tempo di svolgere alcun ragionamento.
Il
politico deve dire qualcosa di talmente sconvolgente, da catturare l’attenzione,
una qualche variante del vecchio concetto di uomo morde cane.
Ma
ciò che il politico dice, deve essere talmente banale, da non
offendere nessuno,nemmeno della parte avversa, perché per
la prima volta, tutti sono esposti a tutti: non esiste più il comizio
dove un comunista parla a comunisti, mentre a un chilometro di distanza,
un missino parla a missini.
Il
problema infatti è che ogni offesa offre all’avversario degli
utilissimi punti-vittima. Che il vincitore del punto-vittima
deve però gestire con attenzione, perché nel momento stesso in cui
dice che Tizio lo ha offeso, sta citando il nome di Tizio…
Non è possibile
soddisfare tutte queste condizioni contemporaneamente.
In
genere, i politici di destra riescono a sconvolgere, ma anche offendere;
quelli di sinistra ad annoiare mortalmente, ma sono magistrali nella
raccolta di punti-vittima.
Questo
significa che ogni volta che un politico apre bocca, sbaglierà qualcosa.
E questo rende la politica eccitante per gli spettatori. E spiega il
mistero di questi anni: come un odio violentissimo di fazione possa
accompagnare l’assenza di differenze reali tra i due schieramenti.
Abbiamo
parlato della necessità per i politici di dire cose banali,
facili da riassumere nello spazio di un titolo e che gli elettori/spettatori
già capiscono.
In
pratica, vuol dire che gli argomenti dei politici finiscono per ruotare
attorno al sesso e alla paura fisica, legati a casi individuali
– quella coppia gay si può sposare o no? Che ci dici di quella vecchietta
scippata da un marocchino?
Da questi discorsi,
restano completamente fuori le cose fondamentali.
Che sono il potere
reale, la guerra e la pace, la produzione e la distribuzione della
ricchezza.
Queste
cose non sono più Politica, ma rientrano nella sfera degli Impegni
Internazionali e dell’Economia divinizzata, percepiti con lo stesso
intoccabile distacco con cui i pur litigiosi uomini del Medioevo percepivano
la teologia.
Come
in ogni teologia, la conoscenza dei misteri degli Impegni Internazionali
e dell’Economia divinizzata è riservata ad alcuni sacerdoti, presentati
come al di sopra delle parti. E la loro parola è definitiva per tutti
i litiganti, trattandosi della Realtà Oggettiva, della Verità Trascendente
cui nulla si può opporre.
A differenza dei semplici
cavalieri, i sacerdoti non si azzuffano.
Ma le parti ci sono.
Non
ci voleva Karl Marx per dirci che la lotta di classe esiste: lo sapevano
anche i greci, quando parlavano del conflitto tra gli oligoi,
i pochi detentori di ricchezza, e il demos, cioè la gran
parte della popolazione delle città.
Con
Mario Monti, abbiamo un governo di impiegati diretti dei soli oligoi,
che ha il compito dichiarato di colpire l’altra parte sociale. Togliendo
di mezzo il Buffone, che ha dimostrato la propria incapacità.
Applicheranno
misure, come dicono “impopolari” – cioè antipopolari, cioè
contro il demos. E questo significa che non devono essere sottoposti
ad alcuna contestazione da parte del demos stesso.
Ossia, si
sospende la democrazia, che non è un sinonimo di astrusi meccanismi
elettorali, ma è il potere concreto del demos.
A me
interessa poco se, per rovesciare Berlusconi, abbiano usato la corruzione
o abbiano agito contro i canoni della “democrazia liberale”. Queste
sono questioni del tutto formali, e quindi irrilevanti. Comunque, la
tecnica in questo caso consisterà probabilmente nel sostegno bipolare
a un unico progetto. Uno dice, ma questi qui non dovevano stare
a litigare tra di loro e farsi le scarpe a vicenda? Non erano i comunisti,
oppure i berlusconiani, il guaio fondamentale e la tragedia nazionale?
Non
c’è problema, potranno continuare a insultarsi come prima a proposito
di quella coppia gay e di quella vecchietta scippata, per
cui non ci accorgeremo nemmeno della sospensione.
Ciò
che conta è che la Banca Centrale Europea e la Confindustria proporranno
un preciso programma di governo e di vita, che ci riguarderà tutti,
e su cui si costruirà il nostro futuro.
Si
può parlare di democrazia, solo se i cittadini possono scegliere su
un argomento di tale importanza. Chi vuole quel progetto, dovrebbe poter
dire di sì. Chi non lo vuole, dovrebbe poter dire di no.
Ciò è impossibile
quanto lo era ai tempi di Luigi XIV.
Fonte: L’abolizione della politica e della democrazia
15.11.2011