LA VITA FANTASTICA … MA SOLO SE SIETE GI SUPER RICCHI

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blankDAL GEORGE WASHINGTON’S BLOG

Come ho sottolineato a novembre:

In una relazione dell’Università della California, il professore di economia a Berkeley Emmanuel Saez conclude che la disuguaglianza dei redditi negli Stati Uniti è ai massimi storici, superando addirittura i livelli visti durante la Grande Depressione.

La relazione mostra che:

– La disuguaglianza dei redditi è la peggiore che ci sia mai stata dal 1917

– “I redditi dell’1 per cento più ricco hanno attirato metà della crescita economica complessiva nel periodo dal 1993 al 2007”.

-“Nell’espansione economica del periodo 2002-2007, i redditi dell’1 per cento più ricco hanno attirato i due terzi della crescita dei redditi.”

Come altri hanno evidenziato, il salario medio degli Americani, regolato secondo l’inflazione, è più basso rispetto agli anni 70. Il salario minimo, sempre adattato ai livelli d’inflazione, è più basso rispetto ai salari degli anni 50. (vedete qui).

Dall’altro lato, i miliardari non hanno mai avuto di meglio (e leggete qui).

Ora, l’agenzia d’ informazione statale russa RIA Novosti nota che il numero di miliardari è salito alle stelle durante la crisi economica:


L’attuale crisi economica finanziaria mondiale ancora una volta conferma il fatto che durante gli scompigli economici il ricco diventa più ricco e il povero diventa ancora più bisognoso.
Giovedì, la rivista Forbes ha riportato una lista aggiornata delle persone più benestanti del mondo.

A partire dalla fine del 2009 il numero di miliardari è cresciuto da 793 a 1011 e le loro fortune complessive da 2.4 trilioni di dollari (migliaia di miliardi) a 3.6 trilioni. Il numero dei miliardari russi si è quasi raddoppiato, da 32 a 62.

***

Nonostante la crisi, la lista dei miliardari è cresciuta di 200 persone e il loro capitale totale si è ingrandito del 50%. Tutto questo può sembrare paradossale ma solo a un primo sguardo. Questo risultato era prevedibile se ricordiamo come i governi in tutto il mondo si sono occupati della crisi economica.

Le misure anticrisi hanno sostanzialmente significato un enorme afflusso di denaro nell’economia. Solo gli Stati Uniti hanno speso più di 10 trilioni di dollari. Sullo sfondo di una recessione globale, si può fare buon uso degli investimenti per i mercati di azioni e materie prime, portando alla creazione di nuove bolle finanziarie.

***

Il volume di ripartizioni federali inserito dal governo russo nell’economia era molto più alto che in Europa e negli Stati Uniti. Forbes, con discrezione, si è riferito a questo come a una cooperazione del governo con le grandi attività, in primo luogo le società di materie prime.

Comunque, anche gli alti ufficiali russi si sono ripetutamente lamentati delle ripartizioni anti-crisi, usate per operazioni nel mercato azionario ma anche depositate in conti bancari esteri.

La vita è bella … ma solo se siete già super ricchi.

Anche Alan Greenspan, recentemente, ha definito la ripresa “estremamente sbilanciata”, provocata in gran parte dai grandi vantaggi di coloro che guadagnano sul recupero dei mercati azionari e delle grandi società.

Nelle vesti di professore di economia ed ex ministro del lavoro, Robert Reich scrive oggi in un eccezionale articolo:

Ci stiamo, dunque, noi riprendendo? Ma chi sono i “noi”, amici miei? Le grandi società mondiali, Wall Street e gli Americani dagli alti redditi che tengono i loro risparmi negli strumenti finanziari stanno chiaramente andando meglio. Per quel che riguarda noialtri, piccole imprese lungo Main Street [la via principale, il “Corso”, termine tipico negli USA per indicare il luogo dove risiede l’economia reale dei negozi e delle piccole imprese. N.d.r], americani dai redditi medio-bassi, meglio non pensarci.

I cheerleader della finanza stanno, naturalmente, accentuando i lati positivi. Credono che l’economia viaggi sull’onda dell’ottimismo e che se il consumatore medio pensa che l’economia sta andando bene svuoterà il suo portafogli più volentieri e improvvisamente, presto!, l’economia migliora. Ma i cheerleader non hanno capito che a prescindere da come la gente si sente, se non hanno i soldi non spenderanno.

L’economia statunitense è cresciuta alla velocità del 5.9% annuale nel quarto trimestre del 2009. Sembra una buona cosa fino al momento in cui ci si rende conto che i dati del PIL sono gravemente distorti dai cambiamenti strutturali nell’economia. Per esempio, parte della crescita è dovuta all’aumento dei costi nell’assistenza sanitaria. Quando WellPoint aumenta i premi, il PIL cresce. Ma dovete essere proprio fuori di testa se considerate questo come un segno di ripresa.

Parte della crescita percepita del PIL è dovuta all’aumento delle spese del governo. Ma questo è tutto fumo negli occhi. Lo stimolo sta raggiungendo il suo massimo grado e nei mesi a venire comincerà a diminuire. E alla fine si deve ripagare un debito federale più grande.

Così quando sentite gli economisti dire che la ripresa attuale sta seguendo il suo naturale corso non credete a una parola. Lo stesso corso è usato per costruire i dati del PIl.

Guardate più attentamente e vedrete che gli unici che si stanno riprendendo sono le persone e le istituzioni del settore privato già al massimo sviluppo… Le società nell’indice Standard&Poor 500 hanno fatturato 2.18 trilioni di dollari nell’ultimo trimestre, rispetto ai 2.02 trilioni dello scorso anno, e i loro guadagni sono triplicati. Perché? Principalmente perché sono globali e vendono nei mercati a crescita veloce in luoghi quali India, Cina e Brasile.

Le più grandi aziende americane stanno inoltre mostrando grossi profitti e aumenti della produttività perché continuano a tagliare gli stipendi e le spese…

Le aziende nell’ S&P 500 … possono fare prestiti di denaro a buon mercato. La vendita di obbligazioni societarie sono redditizie. Finora nel 2010, le grandi società statunitensi hanno smerciato 195.2 miliardi di dollari di debito, escluse le obbligazioni garantite dal governo. Questo può spiegare la ripresa? Dipende da cosa faranno le grandi aziende con tutti questi soldi. Infatti, stanno facendo due cose che non aiutano per niente.

Primo: stanno comprando altre società … Queste acquisizioni non creano nuovi posti di lavoro. Una delle prime cose che le aziende fanno quando comprano altre società è licenziare molte persone considerate “superflue”. Dopotutto è da qui che arrivano le cosiddette efficienze e sinergie della fusione. [Commento personale: come ho evidenziato un anno fa: “Il Dipartimento del Tesoro ha incoraggiato le banche a usare i fondi di aiuto per comprare i loro concorrenti e ha fatto approvare un emendamento alle leggi fiscali che ricompensa le fusioni nell’industria bancaria (che ha portato molte società a fare il passo più lungo della gamba)]”

La seconda cosa che le grandi aziende stanno facendo con tutti i loro capitali è ricomprare le loro stesse azioni, di modo da gonfiare il valore azionario. A febbraio ce ne sono stati ben 62 di questi riscatti delle azioni, valutati a 40.1 miliardi di dollari. Siamo testimoni della più grande baldoria di riscatti dal settembre 2008. I principali beneficiari sono gli attuali azionisti, inclusi gli alti esecutivi, la cui paga era legata ai prezzi delle azioni. I riscatti non hanno portato a niente per la maggior parte degli Americani.

***

Il quadro su Main Street è quasi tutto il contrario. Le piccole imprese non stanno vendendo molto perché devono contare su consumatori americani, più che stranieri, e gli Americani non stanno ancora comprando molto.

Le piccole imprese stanno, inoltre, incontrando alcune difficoltà a ottenere crediti. In un’ispezione condotta dalla Federazione nazionale delle piccole imprese (National Federation of Independent Businesses- NFIB), solo il 34% delle piccole imprese ha riportato accessi ai crediti nella norma e adeguati. Non a caso, “l’indice di ottimismo delle piccole imprese” della NFIB è caduto di 1.3 punti lo scorso mese rispetto a dove al livello in cui è stato all’incirca fino ad aprile.

Questo è un problema che riguarda la maggior parte degli Americani. Le piccole imprese sono dove c’è lavoro. Infatti le piccole imprese sono responsabili di quasi tutta la complessiva crescita occupazionale in una tipica ripresa. Così, se le piccole imprese vengono colpite non vedremo molta crescita nell’occupazione in tempi brevi.

Giovedì, la Federal Reserve ha riportato che i consumatori americani si stanno liberando dei loro debiti come matti.
I debiti familiari totali negli Stati Uniti, inclusi mutui e saldi carte di credito, sono scesi dell’1.7% lo scorso anno (il primo calo da quando il governo ha cominciato a registrare i debiti dei consumatori nel 1945). Parte dei debiti, che dal liberarsene si arriva alla morosità, i consumatori semplicemente non li stanno pagando, scappando dalle proprie case e dal caro prezzi.

Queste non sono proprio buone notizie. Ma ecco che il Wall Sreet Journal la riprende: “la morosità sta lasciando molte persone con molti più soldi da spendere e da risparmiare, dando impulso alla riabilitazione finanziaria dell’economia”.

Sciocchezze. Dalla fine del 2009, il debito ha raggiunto una media di 43.874 dollari per Americano, circa il 122% dell’entrata disponibile annuale. La maggior parte degli analisti economici pensano che un carico di debito sostenibile si aggiri intorno al 100% dell’entrata disponibile, vedendolo con un livello normale di occupazione e un normale accesso al credito. Ma la disoccupazione è ancora esorbitante e sta diventando più difficile per moltissime persone ottenere nuovi mutui e carte di credito. E con i prezzi delle case ancora in crisi, non possono rifinanziare le loro case o contrarre un nuovo prestito.

Alcuni cheerleaders della finanza dicono che l’aumento dei prezzi delle azioni fa sì che i consumatori si sentano più ricchi e quindi più propensi a spendere. Ma fino al punto in cui la maggioranza degli Americani non ha alcun vantaggio, il loro valore netto sta principalmente nelle case, e quelle case valgono ancora meno che nel 2007. “L’effetto ricchezza” è importante soprattutto per il più ricco 10% degli Americani. La maggior parte dei loro valori netti si trova in azioni e obbligazioni. Il 10% più ricco costituisce circa la metà del reddito nazionale del 2007. Ma era solo il 40% circa delle spese totali e una ripresa sostenibile non può essere basata su quel 10% top.

Aggiungete a tutto questo la disoccupazione, o alla paura che continui a perseguitare quella grande fetta di popolazione americana. Aggiungeteci il trauma per ciò che la maggior parte di noi ha dovuto passare in quest’ultimo anno e mezzo. Considerate anche l’estremo bisogno di risparmiare per quelle decine di milioni di figli del boom che vedono la pensione all’orizzonte.

Morale della favola: i consumatori parsimoniosi stanno facendo la cosa giusta e sensata nel frenarsi nei centri commerciali. Nell’ultimo trimestre del 2009 hanno risparmiato poco più del 4% dell’entrate disponibili. Nei prossimi mesi o anni potrebbero risparmiare ancora di più.

Giusto e sensato per ciascuna famiglia ma un disastro per l’economia totale. I consumatori americani costituivano il 70% della domanda totale di beni e servizi nell’economia americana prima della Grande Recessione, e un grosso pezzo della domanda mondiale.

Così cosa succede quando lo stimolo è finito e la Fed comincia a stringere di nuovo? Da dove arriverà la domanda per far tornare Main Street, creare posti di lavoro, aumentare il salario della classe media? Non dalle grandi imprese. Certamente non da Wall Street. Non dalle esportazioni. Non dal governo.

Allora, da dove? La domanda è il grande mistero che aleggia sull’economia statunitense. Fino a quando non ci sarà una risposta, una ripresa economica che non sia solo per le grandi aziende, Wall Street e i ricchi è solo un miraggio.

Titolo originale: “Life is Great … But Only If You Are Already Mega-Wealthy “

Fonte: http://www.georgewashington2.blogspot.com
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12.03.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARICA ROBIBARO

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