La verità sul Coronavirus sta venendo alla luce

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Vladimir Prokhvatilov

Stalkerzone.org

“L’unico mezzo per combattere la peste è il buon costume” (Albert Camus)

Eminenti virologi ed epidemiologi concludono che le informazioni ufficiali sul coronavirus non sono vere.

John Ioannidis, professore di virologia, epidemiologia e statistica alla Stanford University, ritiene che “i dati raccolti finora sul numero di persone infette e sull’evoluzione dell’epidemia sono del tutto inattendibili“. Le informazioni sulla diffusione del virus, dice Ioannidis, sono un “evidence fiasco“, evidenze che non stanno in piedi.

La nave da crociera Diamond Princess e i suoi passeggeri messi in quarantena sono stati l’unico caso in cui l’intera popolazione è stata sottoposta a test. Secondo questi test, l’indicatore di mortalità era dell’1,0%; perlopiù persone anziane.

Un gruppo di medici francesi ha confermato i calcoli di Ioannidis, essendo giunti alla conclusione che la letalità di COVID-19 non differisce significativamente dalla SARS causata da coronavirus conosciuti in precedenza. Il problema di COVID-19 è “probabilmente sopravvalutato“, ritengono i virologi francesi, osservando che oggi nel mondo esistono quattro diversi coronavirus, che hanno infettato, spesso in modo asintomatico, milioni di persone, ma che sono caratterizzati da una bassa mortalità.

Un gruppo di virologi americani e cinesi ha fornito dati per la città cinese di Wuhan in un articolo pubblicato sulla più autorevole rivista medica del mondo Nature Medicine (Provincia di Hubei) dove COVID-19 è stato registrato per la prima volta. Il rischio di un esito letale in aree al di fuori della provincia di Hubei è stato dello 0,85% e dell’1,2-1,4% per la città di Wuhan, che ben si correla con i dati del professor Ioannidis.

I principali virologi mettono in discussione anche l’affermazione che la popolazione non ottiene l’immunità da COVID-19. Il sito web medico internazionale BMJ, riferendosi alle ricerche dei principali scienziati internazionali, scrive che la stragrande maggioranza delle infezioni da coronavirus non porta a sintomi. Sergio Romagnani, professore di immunologia clinica all’Università di Firenze, afferma che la maggior parte delle persone infettate da un coronavirus non mostra sintomi. I dati di Romagnani si basano su una ricerca condotta in un villaggio completamente isolato con una popolazione di circa 3.000 persone nel nord Italia.

Il direttore del Centro di medicina ‘Evidence-Based’ dell’Università di Oxford Carl Heneghan è sicuro: “Non c’è dubbio che il covid-19 possa essere molto più diffuso di quanto alcuni possano credere. L’isolamento sta mandando in bancarotta tutti noi e i nostri discendenti ed è improbabile che a questo punto rallenti o arresti la circolazione virale, visto che il genio è uscito dalla lampada“.

Il professor Knut Wittkowski, che ha diretto il dipartimento di biostatistica ed epidemiologia dell’Università di Rockefeller per 20 anni, parla in modo categorico. Secondo lui, “oltre il 90% delle persone con un risultato positivo al test non ha sintomi gravi, quindi non c’è motivo di parlare di ‘mancanza di immunità’ nella popolazione“. I medici austriaci sono d’accordo con lui. Il Centro di statistica medica dell’Università di Vienna ha analizzato i dati sulla mortalità in Austria per la prima decade di aprile ed è giunto alla conclusione che la curva dei risultati letali del COVID-19 “corrisponde approssimativamente alla mortalità ‘normale’ tra uomini e donne in fasce d’età separate“. In altre parole, la maggior parte delle persone che sono risultate positive al coronavirus è morta a causa della cosiddetta vecchiaia.

A un esame più attento, le segnalazioni di persone giovani e sane che sono morte a causa del coronavirus erano false“, affermano i rappresentanti del gruppo indipendente Swiss Propaganda Research (SPR). Molte di queste persone o sono morte non a causa del COVID-19, o avevano una grave malattia (per esempio, una leucemia non diagnosticata). Il Guardian e il sito goal.com scrivono la stessa cosa.

A partire dalla metà di aprile la mortalità generale negli Stati Uniti e nella maggior parte dei Paesi europei rimane nell’ambito delle gravi epidemie stagionali di SARS e influenza. Per quanto riguarda gli indicatori di mortalità fortemente aumentati, ad esempio, nel Nord Italia, gli scienziati sono inclini a concludere che la causa di ciò sia da ricercarsi nell’inquinamento atmosferico e nell’infezione da legionella (un batterio che causa un’infezione acuta), oltre che nel basso livello di sviluppo del sistema sanitario e nell’assistenza agli anziani, anche a causa del panico.

Il sovraccarico dei sistemi sanitari negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Spagna e Italia osservato ora non è qualcosa di insolito. Nel 2018 gli ospedali di tutto il territorio degli Stati Uniti sono stati riempiti da pazienti con la solita influenza virale; nello Stato dell’Alabama è stato dichiarato lo stato di emergenza. Le operazioni pianificate negli ospedali locali sono state cancellate, i pazienti con altre malattie non sono stati accettati. La California è stata dichiarata “zona di operazioni militari”, i pazienti affetti da influenza sono stati curati in tende montate in fretta e furia.

Nello stesso 2018 i reparti di terapia intensiva di Milano sono stati “completamente stracolmi” di malati di influenza.

Nel dicembre 2019 l’NHS britannico ha messo ulteriori “letti temporanei” nel 52% dei suoi ospedali per far fronte all’afflusso di pazienti affetti da influenza. La maggior parte di questi ospedali dispone di posti letto temporanei rimasti dall’anno scorso. Nel novembre 2019 gli esperti britannici hanno avvertito che il NHS non è in grado di far fronte all’influenza stagionale.

In Spagna l’influenza travolge gli ospedali quasi ogni anno. Nel 2015 i pazienti giacevano nei corridoi. Nel marzo 2019 gli ospedali spagnoli sono stati riempiti per oltre il 200%.

Da dove viene il numero spaventoso di morti per coronavirus?

Il presidente dell’Istituto tedesco Robert Koch, Lothar Wieler, in una conferenza stampa del 20 marzo ha dichiarato che la causa della morte di coloro che sono morti con un risultato positivo del test in Germania è ufficialmente considerata un coronavirus, nonostante la presenza di altre malattie.

Il fatto che in Germania la situazione sia proprio questa è stato confermato dal virologo tedesco Hendrik Streeck, che ha dato l’esempio di un uomo di 78 anni morto per insufficienza cardiaca senza il minimo danno ai polmoni, ma è stato inserito nelle statistiche dei decessi per coronavirus. “I dati ufficiali dei laboratori mostrano che il virus si diffonde molto più lentamente di quanto sostenuto… Le autorità e il governo si rifiutano di fare le indagini necessarie e di ‘complicare’ le informazioni”, riferisce una testata tedesca.

E il presunto aumento esponenziale del numero di infezioni da coronavirus?

Il fatto è che il numero di test in molti paesi aumenta in una progressione geometrica. Nella maggior parte dei paesi il rapporto tra i test positivi e il numero totale di test è costante (5-15%) o cresce molto lentamente. Il medico svizzero Felix Scholkmann fornisce i dati rilevanti per gli Stati Uniti, la Germania e la Svizzera.

La posizione di virologi di spicco è stata sostenuta dall’OMS. Contrariamente alle sue dichiarazioni iniziali, alla fine di marzo, l’OMS ha stabilito che non c’erano prove della diffusione del virus nell’aria. E il principale virologo tedesco Hendrik Streeck non ha trovato alcuna via di trasmissione aerea o di contatto.

Le ragioni delle spaventose statistiche sulla malattia sono state spiegate l’altro giorno dal medico americano Scott Jensen, che è un senatore del Minnesota. L’8 aprile, su Fox News, ha parlato del fatto che i medici indicano la COVID-19 come causa di morte sui certificati di morte, che, a suo parere, è “un’assurdità assoluta”. Il fatto è che il sistema assicurativo americano Medicare paga 13.000 dollari per un paziente con coronavirus e 39.000 dollari se il paziente è collegato ad un apparecchio di ventilazione polmonare artificiale.

Jensen ha detto di aver ricevuto un documento di 7 pagine con un’istruzione che indicava come completare i certificati di morte diagnosticati con COVID-19 senza un test di laboratorio che confermasse che il paziente aveva effettivamente il virus. Il medico deve scrivere che è probabile o presunto che la morte del paziente sia avvenuta a causa del coronavirus. Gli ospedali che seguono le istruzioni riceveranno tre volte più denaro. Jensen ha mostrato le istruzioni dal vivo.


Swiss Propaganda Research ha pubblicato un’indagine speciale che riporta numerosi casi di drammatizzazione non dimostrata dell’epidemia di coronavirus nei media globali. Hanno messo le parole di Albert Camus come epigrafe della loro indagine: “L’unico mezzo per combattere una piaga è la comune decenza.”

 

Vladimir Prokhvatilov è presidente della Russian Academy for Realpolitics e esperto dell’Accademia per le Scienze Militari russa.

Fonte: https://www.stalkerzone.org/the-truth-about-coronavirus-comes-to-light/

Traduzione per Comedonchisciotte.org a cura di Riccardo Donat-Cattin

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