LA TROIKA RICATTA LA GRECIA

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DI MIKE WHITNEY
Counterpunch

“Nessun esborso prima dell’implementazione” (Niente aiuti senza tagli al bilancio)

Ci viene chiesto di prendere dosi sempre più forti di una medicina che abbiamo capito che è mortale e intraprendere qualcosa che non risolve il problema, ma che solamente posticipa la morte annunciata della nostra economia.”

Geronimo II, capo della Chiesa Ortodossa di Grecia

Mentre le banche dell’UE hanno preso in prestito a tre anni più di 600 miliardi di dollari a tassi infimi (1 per cento) senza garanzie, i ministri delle finanze dell’eurozona
stanno minacciando di spingere la Grecia in default per la miseria di 325 milioni di euro, Una coalizione guidata dai tedeschi all’interno dell’Eurogruppo ha messo una scadenza di sei giorni perché
la Grecia accetti ulteriori tagli al bilancio, altrimenti al paese verranno negati 130 miliardi di euro in prestiti. In assenza del bailout, alla fine di marzo il governo greco esaurirà il tempo a disposizione e farà default. Sembra essere quello in molti sperano in segreto a Berlino.

A parte di 325 milioni di euro di tagli, i dirigenti della coalizione di governo della Grecia saranno costretti a firmare un impegno scritto in base al quale le condizioni dell’accordo verranno eseguite indipendentemente dalle elezioni. La troika (Commissione Europea, FMI e BCE) vuole essere sicura di essere rimborsata indipendentemente dai cambi al governo.

Naturalmente, questi sviluppi hanno reso furibondi i greci. Non è insolito vedere le bandiere tedesche che vengono incendiate alle manifestazioni ad Atene o la Merkel in uniforme da nazista. Quest’ultima umiliazione si aggiungerà al risentimento sempre più forte che dà forza agli scioperi generali e alla sporadica violenza nelle strade del paese. Georgios Karatzaferis, dirigente del partito LAOS (che si è già detto contrario ai tagli supplementari) ha sollecitato gli altri paesi nell’Unione europea a sfidare quello che lui descrive come il dominio della Germania dell’unione.

Possiamo uscirne senza le prepotenze dei tedeschi“, ha detto Karatzaferis in una conferenza stampa dopo l’annuncio: “Come tutti i greci, sono molto irritato
[…] per questa umiliazione. Hanno rubato il nostro orgoglio. Non lo posso tollerare. Non lo posso permettere, dovessi morire di fame
.” (“
Greek coalition party to oppose austerity measures)

La Grecia ha già resistito a cinque anni consecutivi di contrazione economica senza segnali di miglioramento. La disoccupazione è al nuovo massimo del 20,9 per cento,
il rapporto tra debito e PIL aumenta e i capitali continuano a fuggire dal paese. Tutti i cosiddetti “salvataggi” della troika sono andati a vuoto. Il paese rimane in una crisi semi-permanente provocata dalle misure di austerità. La Grecia è al centro di una depressione causata dalla politica.

Giovedì i tre leader greci della coalizione di governo hanno acconsentito ad accettare tagli ancora più netti alla spesa pubblica per ottenere l’approvazione per i 130
miliardi di salvataggio. Le nuove misure di austerità sono un attacco diretto ai lavoratori e ai pensionati. Come riportato da Athens News, è “la svalutazione più violenta degli stipendi in tempo di
pace
.” Le disposizioni prevedono “un taglio del 22 per cento al salario minimo, nuove limitazioni alla contrattazione collettiva, forti tagli all’assicurazione sociale ed una riduzione del 22-40 per cento del salario e dei bonus reali. Inoltre, verranno licenziati 150.000 lavoratori pubblici e ci saranno 400 milioni di euro di tagli nella spesa pubblica. La rete di sicurezza sociale è distrutta, mentre le banche stanno rastrellando miliardi con il carry trade, l’acquisto di titoli ad alto rendimento con soldi che presi a prestito dalla BCE.

Questo mentre ai lavoratori e ai pensionati viene chiesto di farsi carico di un peso sproporzionato per la crisi provocata dalle élite finanziarie e dai lacchè della politica. La Troika vuole che la Grecia riduca il salario minimo a 600 euro al mese (il livello di povertà) e che abolisca le ferie. Stanno anche chiedendo che le seconde pensioni vengano tagliate del 35 per cento. La stessa guerra ai lavoratori viene intrapresa in ogni paese colpito dalla crisi. Gli agenti della grande finanza hanno sostituito i dirigenti democraticamente eletti in Grecia e Italia, e hanno lanciato
un assalto in piena regola al lavoro organizzato. Ecco è un estratto da un articolo di Peter Schwarz intitolato “Il saccheggio della classe operaia greca”:

I propositi dell’aristocrazia finanziaria nei confronti della Grecia sono quelli che si propongono anche per l’intera Europa. Si sta realizzando una controrivoluzione sociale che solo alcuni anni addietro era inconcepibile. Larghe fette della popolazione sono condannate alla povertà, alla disoccupazione, alla malattia e alla morte per garantire il profitto richiesto dall’aristocrazia finanziaria internazionale.” (“The looting of the Greek working class“, World Socialist Web Site)

Alla Grecia viene inoltre chiesto di cedere la propria sovranità consentendo a un commissario dell’UE di sorvegliare la spesa pubblica. Il nuovo commissario farà in modo che le nuove entrate fiscali verranno destinate a rimborsare innanzitutto gli investitori stranieri prima di destinare fondi per i servizi sociali di base. In caso di emergenza nazionale, i prestatori e gli obbligazionisti verranno pagati prima che vengano elargiti i fondi stanziati per aiutare le vittime del disastro. Questa è la “grande integrazione dell’eurozona“.

Le grandi riforme strutturali e le privatizzazioni della Grecia dovrebbero “aumentare la competitività e la crescita” e “portare il deficit fiscale in una posizione
sostenibile”, ma, chiaramente, è solo un’albagia. L’economia greca è ora in condizione peggiori rispetto a due anni fa quando sono iniziati i salvataggi. E, come nota Der Speigel, l’ultimo pacchetto
di salvataggio non “salverà il paese, posticiperà solamente l’insolvenza greca, e servirà solamente a creare nuovi problemi alla popolazione“.

Ancora dallo stesso articolo:

Se il paese vuole ridurre a lungo termine l’ammontare del debito e, a un certo punto, poter prendere ancora a prestito sui mercati del capitale, ha bisogno di un
haircut sostanziale. […]

Naturalmente le cose non si fermano qui. Gli stati dell’eurozona dovrebbero costruire anche una struttura di contenimento più forte per i paesi in crisi, allo scopo di prevenire il contagio. Dovrebbero aiutare le banche che hanno problemi in conseguenza della riduzione del debito. E dovrebbero offrire alla Grecia una vera opportunità per restare in piedi e iniziare a rescere da sola: in altre parole, una sorta di Piano Marshall.” (“It’s Time To End the Greek Rescue Farce“, Spiegel Online)

Ma i politici dell’UE e i banchieri centrali non vogliono “un forte haircut sul debito“, perché hanno paura che le scommesse speculative delle istituzioni finanziarie
(CDS e titoli sovrani) possano provocare perdite tali da far crollare il sistema bancario. Per questo, hanno collocato i propri rappresentanti nelle posizioni di potere per rastrellare la massima ricchezza possibile dai lavoratori senza dover arrivare a un default. Fa tutto parte del calcolo.

Venticinque dei ventisette paesi dell’UE hanno anche accettato un provvedimento di bilancio che limiterà le possibilità per i parlamenti nazionali di elaborare politiche
fiscali anti-cicliche o di ridurre l’elevata disoccupazione aumentando il deficit. I cosiddetti “freni al debito” – fortemente sostenuti dalla cancelliera tedesca Angela Merkel – porteranno a ulteriori
tagli alla spesa sociale e al welfare e, allo stesso tempo, spianeranno la strada per recessioni più profonde e prolungate.

Nel frattempo, le banche godono di uno standard completamente differente rispetto ai membri dell’eurozona. Alle banche che non sono in grado di procurarsi i fondi sui mercati del capitale (perché nessuno ha la minima fiducia per i loro bilanci) vengono affidati prestiti “illimitati” su collaterali che non verrebbero accettati neppure al mercato delle pulci.

Quando le banche si sono fiondate nelle tasche della BCE per prendersi 489 miliardi di euro alla fine di dicembre, non gli è stato chiesto di ridurre il personale, di tagliare l’assistenza sanitaria o le pensioni, o di nominare uno zar al bilancio per controllare come vengano spesi i soldi. Gli è stata data carta bianca, anche se i soldi che hanno preso in prestito non sono stati impiegati per concedere crediti ai consumatori e alle aziende (come era stato ipotizzato) e anche se i prestiti sono solo serviti a nascondere le enormi perdite delle loro obbligazioni tossiche. Questo è il modo in cui la BCE perpetua l’illusione della “solvibilità” nell’eurozona. È una frode.

Quindi, perché la Grecia deve prostrarsi per un prestito da 130 miliardi di dollari quando le banche possono schioccare le dita e ottenere soldi a volontà? E perché il
FMI ha una politica per l’Europa e un’altra per la Cina? Un estratto dal Wall Street Journal:

“La Cina dovrebbe essere preparata a incentivare in modo sostenuto l’economia se la crescita europea dovesse precipitare più del previsto”, ha detto il FMI, aggiungendo alle proprie aspettative che Pechino dovrebbe iniziare a spendere se le condizioni dovessero peggiorare in modo significativo.

Nel suo report sulle prospettive della Cina pubblicato lunedì, il FMI ha esortato la Cina a realizzare un deficit del 2% del PIL invece di ridurre il passivo come pianificato
in precedenza, vista l’incertezza nell’economia globale.

Se i problemi dell’Europa dovessero essere peggiori di quanto prospettato, la Cina dovrebbe premere sull’acceleratore fiscale. In quel caso, “la Cina potrebbe rispondere con un significativo pacchetto fiscale di circa il 3% del PIL”, ha detto il FMI.

Comunque, il FMI ha avvisato che Pechino dovrebbe introdurre uno stimolo fresco attraverso il suo bilancio e non tramite il sistema bancario. Nel 2008 la Cina utilizzò un pacchetto di stimolo pari a quattro trilioni di yuan (circa 635 miliardi di dollari) per alleggerire l’impatto della crisi finanziaria, in gran parte tramite i prestiti bancari.” (“IMF Urges Beijing to Prepare Stimulus“,

Wall Street Journal)

Quindi, sangue, sudore e lacrime per

Grecia, Portogallo, Spagna, Italia e Irlanda, ma si propongono generosi

stimoli fiscali per la Cina? Perché? E notate COME il FMI ha stabilito

che debba realizzarsi lo stimolo della Cina – NON attraverso il sistema

bancario” (lo stimolo monetario alla Helicopter Ben), ma

alla vecchia maniera; uno stimolo fiscale keynesiano iniettato dalla

pompa sanguigna del bilancio.

Ma tutto questo non dimostra che i

decisori della Troika sanno che tutte queste patacche dell’austerità

solo sono cose assurde?

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Fonte: The Troika Blackmails Greece

10.02.2012

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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