DI JAMES HOWARD KUNSTLER
Perché non vi stupiate, non solo non ho votato per Trump (o Hillary), ma mi sono divertito a rimproverarlo durante la campagna elettorale. Giusto perché voi lo sappiate, non mi preoccupa il suo avvocato, ma sono allarmato dallo Stato profondo (Casa bianca + la gang delle agenzie di informazione) che sembra voler ribaltare il risultato elettorale a suo sfavore. I titoli diffusi ovunque la settimana scorsa, «La Russia ha piratato le elezioni», sono stati messi a punto dai giocatori dello Stato profondo per portare subdolamente un pubblico, per la maggior parte ignorante, a credere che la Russia abbia in qualche modo interferito con le votazioni, cosa tra l’altro impossibile visto che le macchine per votare non sono collegate a Internet.
Questo messaggio è stato poi ripetuto in continuazione dalle televisioni e dai giornalisti obbedienti alla regola numero uno della propaganda: se si ripete spesso una tal cosa, il pubblico abboccherà. Questo meme disonesto è stato progettato anche per distrarre il pubblico dai contenuti delle email divulgate da Wikileaks – vale a dire le truffe e l’astuzia del Comitato nazionale democratico (DNC), i traffici di influenze di Hillary Clinton e della Fondazione Clinton, che per tutta l’estate hanno flirtato con un atto d’accusa, e ha rafforzato ancora di più la sua immagine pubblica di persona senza scrupoli.
Il New York Times, in particolare, ha sostenuto fino alla nausea la storia che la Russia abbia piratato le elezioni, scrivendo così nel numero di domenica: La CIA ha concluso che Mosca ha fatto pendere la bilancia a favore di Trump grazie alla divulgazione delle mail democratiche piratate, che hanno fornito le munizioni ai numerosi e dannosi falsi attacchi contro la Clinton sui social media.
Falsi attacchi? Cosa, questi compari di Hillary, non hanno fatto pur di schierare il DNC a favore di Hillary e contro Bernie Sanders? Permesso a Donna Brazile di dare a Hillary le domande in anticipo? Lasciato che il segretario di Stato Hillary dedichi più tempo agli interlocutori stranieri in virtù delle loro donazioni alla Fondazione Clinton, e accellerando la transizione di armi per i grossi donatori? Permesso di raccogliere milioni di dollari per delle conferenze attingendo dai banchieri del «Too-Big-To-Fail»?
Permesso ai giornalisti del Times, del WashPo e della CNN di prendere la direzione delle pubbliche relazioni come agenti di Hillary? Pensate anche alla maniera con la quale il meme voluto dallo Stato profondo, la «Russia ha piratato le elezioni», è stato amplificato al massimo, come per coincidenza, la settimana precedente il voto, uno sforzo dell’ultimo minuto lanciato dai media morenti, dagli arditi partigiani di Hillary, da un gruppo di celebrità holliwoodiane, per persuadere i delegati dei collegi elettorali a non votare Trump.
Il presidente Obama ha fatto del suo meglio per sostenere l’idea che dietro l’hackeraggio ci fosse il presidente russo Vladimir Putin perché «in Russia non accade nulla che Vladimir Putin non sappia», così come nulla sfugge nel nostro vecchio New England puritano allo sguardo di Old Scratch [del diavolo]. Quindi, adesso, noi disponiamo di un nuovo essere diabolico per agitare le immaginazioni paranoiche di un pubblico già diviso e turbato. Hillary e i suoi partigiani hanno affermato con veemenza che «diciassette agenzie di informazione» sono d’accordo nel credere che la Russia abbia piratato le elezioni. Forse la novità più rilevante per il pubblico americano sarebbe quello di sapere che esistono attualmente diciassette agenzie di questo genere. Forse la Clinton e Obama potrebbero spiegare esattamente ciò che si cela dietro la CIA, l’FBI, la DIA, la NSA e il DHS.
Personalmente, mi sento meno al sicuro sapendo che dei servizi di sorveglianza supplementari siano in grado d’infiltrarsi attraverso una qualsiasi faglia digitale. C’è stato un certo dispiacere tra gli osservatori più prudenti davanti al fatto che né i diversi capi dei servizi di informazione, compreso James Clapper, direttore generale del National Intelligence, né la Casa bianca abbiano saputo provare come Wikileaks abbia ottenuto dalla Russia le mail di Hillary. Si potrebbe persino immaginare che il pirateggio sia stato scoperto piratando i russi, forse lo stesso iPhone personale di Putin – ma aspettate un attimo … Noi non ci immischiamo negli affari delle altre nazioni. Noi non ricorriamo a internet per fare dello spionaggio. Sarà interessante vedere come Trump s’intenderà con i servizi di informazione quando (e se) arriverà realmente a prendere il suo posto nello studio ovale.
È piacevole pensare che cacci via molti di loro, poi che ne cacci ancora di più, che usi il pugno di ferro contro questi diciassette organismi di sicurezza e sorveglianza e chiuda alcuni di loro. In questi tempi, la loro attività sembra finalizzata a un colpo di Stato contro il quale vi ho messo in guardia già da qualche mese.
Perdonatemi se cambio argomento così repentinamente, ma c’era un’altra pagina di copertina nel New York Times di questa domenica, che la dice tutta su quanto passi in questi giorni nella testa della Vecchia Dama grigia [New York Times]. Ecco questa citazione su quanto le donne pensano veramente degli uomini :
Come il paese si prepara al ritorno della legge dell’uomo bianco, la nostra condizione comune durante gli ultimi 240 anni salvo otto, noi dovremmo riflettere più profondamente sul perché riscuotiamo così poca fiducia negli uomini, compresi quelli che potremmo sposare. Troppi uomini deludono le nostre aspettative ma vengono infine ricompensati con la presidenza.
James Howard Kunstler
Fonte: http://lesakerfrancophone.fr
Link: http://lesakerfrancophone.fr/le-blues-de-letat-profond
10.12.2016
Traduzione dal francese per www.comedonchisciotte.org a cura di VOLLMOND