DI FAROOQUE CHOWDHURY
Countercurrents.org
La nuova spedizione della NATO è
finita. Verrà a “stabilizzarsi” un “nuovo ordine” quando
questo paese ricco di petrolio sarà controllato da un nuovo regime
che si muoverà sotto le ombre degli aerei da guerra nel corso di spedizione
intercontinentale real-repubblicana sotto le insegne delle infrazioni
e della competizione.
Così, David Cameron ha reso i suoi
omaggi alla “incredibile audacia, professionalità e dedizione”
dei piloti della Royal Air Force nel teatro libico, che si sono
seduti al sicuro alto nei cieli per distruggere un ex amico con la più
sofisticata tecnologia. Ma il signor Cameron non si è dimenticato
di veicolare la verità imperialistica: “Non è stata la nostra rivoluzione,
ma possiamo essere orgogliosi di aver giocato il nostro ruolo.” E
quindi è stata coniata una nuova formula per la “rivoluzione”:
tenere una posizione di comando in una rivoluzione che non è tua.
Ci sono pochi elementi presentati dai
media mainstream per raccontare le “rivoluzioni” degli altri
in cui i poteri imperialisti assetati di petrolio hanno avuto un ruolo:
I jet Sentinel della RAF che volavano
alti quasi sette miglia raccoglievano immagini sorprendentemente chiare
del terreno sottostante, e le passavano ai comandi per scegliere gli
obbiettivi. (BBC News, “A bordo dell’aereo spia Sentinel R1 della
RAF sulla Libia”, 11 maggio 2011)
I soldati delle forze speciali britanniche
e gli ex militari della SAS hanno consigliato e addestrato le forze
anti-Gheddafi (AGF), “anche se la loro presenza è stata ufficialmente
negata. Gli ex appartenenti alle forze speciali britanniche sono stati
impiegati in compagnie di security private e finanziate da una
gamma di direzione, compreso il Qatar.” Hanno agito “come controllori
aerei avanzati, dirigendo i piloti verso gli obbiettivi, e comunicando
con i comandanti operativi della Nato.” Sono arrivati in Libia nel
febbraio 2011, “anche prima del mandato dell’ONU che sollecitava
gli stati a proteggere i civili dalle forze di Gheddafi.” I soldati
della SAS hanno fornito consulenze all’AGF di stanza a Misurata e
hanno aiutato a trasmettere i dettagli delle ubicazioni delle forze
di Gheddafi ai comandanti britannici nel Regno Unito e al quartier generale
di Napoli” delle Forze NATO. Un numero di soldati della SAS hanno
consigliato l’AGF su come meglio attaccare Tripoli. “Si ritiene
che la Francia abbia schierato forze speciali in Libia e le forze speciali
del Qatar e della Giordania hanno svolto anch’esse un loro ruolo.”
(The Guardian, “Soldati della SAS hanno aiutato a coordinare
gli attacchi dei ribelli in Libia”)
Per settimane gli ufficiali militari
e dell’intelligence hanno aiutato “i ribelli a pianificare
il loro attacco coordinato sulla capitale e le fonti che vengono da Whitehall hanno evidenziato che la RAF ha migliorato
la missione su Tripoli [del 20 agosto] in un piano pre-concordato per
spianare la strada all’avanzata dei ribelli. Gli ufficiali dell’MI6
presenti nella roccaforte ribelle di Bengasi hanno limato i piani di
battaglia stabiliti [dall’AGF] con cui erano d’accordo già dieci
settimane prima. I consigli tattici costantemente aggiornati forniti
dagli esperti britannici ai dirigenti dei ribelli si basavano sulla
necessità di scatenare una rivolta a Tripoli […] la prima fase della
battaglia nella capitale era iniziata ore prima, quando i velivoli Tornado
GR4 della RAF hanno attaccato una struttura chiave per le comunicazioni
nella parte sud-occidentale di Tripoli come parte del piano di battaglia
concordato. […] Per avviare i bombardamenti dall’interno di Tripoli
da parte dell’AGF, il segnale concordato era un discorso in televisione
del direttore del CNT […] trasmesso dalla qatariota Libia TV […]
Nei cieli sovrastanti i Tornado della RAF e i Typhoon
[hanno lanciato] altri bombardamenti chirurgici su obbiettivi pre-pianificati.
La RAF e i partner della sua alleanza hanno realizzato 46 sortite
solamente [il 21 agosto] […] L’elettronica all’avanguardia dei
Tornado ha anche consentito […] di colpire obbiettivi delle forze
di Gheddafi […] anche i centri di comando di Gheddafi […] sono stati
attaccati, menomando la […] possibilità di dirigere le sue truppe.
[…] William Hague, il Segretario agli Esteri, ha confermato […]
che il Regno Unito ha equipaggiato i fighter con una gamma di
strumenti “non letali” tra cui l’equipaggiamento avanzato per
le telecomunicazioni e 1.000 giubbotti antiproiettile. Sono stati anche
riforniti di visori notturni […] (The Telegraph, “Libia:
il ruolo segreto svolto dalla Gran Bretagna per creare il percorso per
la caduta di Tripoli”, 23 agosto 2011)
“Ciò malgrado, è chiaro che, nel
corso di questa campagna, le forze aeree della NATO sono state decisive.
[…] per giorni, settimane e mesi, hanno costantemente menomato […]
la macchina militare di Gheddafi. La difesa aerea, i carri armati e
i veicoli corazzati, i centri di comando e i depositi di armi hanno
stati distrutti sistematicamente. Col passare del tempo questa continua
menomazione ha avuto i suoi effetti, limitando in modo determinante
la possibilità del regime di Gheddafi di usare il suo grande vantaggio,
il potere militare formale. […] I comandanti della NATO credono che
le potenzialità a disposizione in questa campagna gli abbiano permesso
di spingere i confini di quello che può essere raggiunto con la forza
aerea.” (BBC, “I ribelli spinti per impossessarsi di Tripoli”,
24 agosto 2011)
“La NATO e i suoi alleati hanno aiutato
i ribelli libici nel montare un’aggressiva strategia “a tenaglia”
[…] fornendo intelligence, consulenza e intensificando i bombardamenti
che hanno aiutato a spingere le forze di Moammar Gheddafi in direzione
del collasso a Tripoli, come riferito dagli ufficiali della NATO e degli
U.S.A. […] La ritirata delle truppe governative ha consentito l’avanzata
dei ribelli e ha fornito obbiettivi evidenti per i bombardamenti della
NATO, hanno riferito gli ufficiali. […] La gran parte [dei bombardamenti]
sono stati realizzati dalla NATO e dagli aerei alleati, aiutati da sei
droni armati Predator dagli Stati Uniti e dalle immagini via satellite
sull’ubicazione e le potenzialità delle forze governative. ‘Avevamo
un buon quadro operativo di come erano distribuite le forze sul campo
di battaglia, […] ha riferito un portavoce del Pentagono. […] Le
forze speciali britanniche, francese e qatariote sono state schierate
sul terreno in Libia per un periodo di tempo e hanno aiutato i ribelli
nello sviluppare e coordinare la strategia a tenaglia, hanno detto gli
ufficiali. Allo stesse tempo, gli operativi della CIA presenti nella
nazione, assieme all’interruzione delle comunicazioni tra i funzionari
del governo libico, hanno fornito una migliore comprensione di quanto
stesse crollando la struttura di comando di Gheddafi, secondo gli ufficiali
degli U.S.A. Il collasso si può rintracciare in due aspetti, ha riferito
un alto ufficiale delle forze armate U.S.A. ‘Uno è stato la conoscenza
che avevano della disintegrazione della struttura di comando delle forze
di Gheddafi.’ I ribelli sono stati incoraggiati da questa informazione,
hanno riferito gli ufficiali, prendendo confidenza sul fatto che la
guerra stesse prendendo la giusta direzione. ‘Il secondo aspetto,
nella rincorsa verso Tripoli, è che abbiamo ben fornito molte immagini
delle ubicazione delle forze di Gheddafi’, ha detto l’ufficiale.
‘E così i ribelli sono penetrati nelle loro posizioni quando sono
arrivati da sud e dalla parte occidentale di Tripoli, avevano un’idea
chiara di dove fossero le forze [di Gheddafi].’ […] L’amministrazione
[Obama] aveva raggiunto questa decisione circa sei settimane fa che
ha consentito la condivisione di una maggiore quantità di materiale
sensibile con la NATO, comprese le immagini e le intercettazioni dei
segnali che potevano essere forniti alle truppe per le operazioni speciali
britanniche e francesi presenti sul terreno in aggiunta ai piloti nello
spazio aereo. […] gli alleati della NATO e ‘in modo particolare
i qatarioti’ presenti sul terreno hanno lavorato a stretto contatto
con il comando politico e militare dei ribelli ‘per aiutarli a prendere
questa decisione importante e anche per fornirgli i giusti strumenti’,
ha riferito l’ufficiale della NATO. La NATO, il cui mandato delle
Nazioni Unite è limitato alla protezione dei civili libici, era molto
ansiosa di non esser vista come la forza aerea dei ribelli all’interno
di una strategia coordinata. Ma gli ufficiali della NATO hanno riconosciuto
che ‘l’effetto di quello che stavamo facendo non era così dissimile.’”
(The Washington Post, “Gli alleati hanno guidato i ribelli
nell’assalto a tenaglia della capitale”, 22 agosto 2011)
Altre rivelazioni e documenti segreti
verranno mostrati nei prossimi giorni. E così i capitani della
spedizione che sono seduti sull’altro lato del Mediterraneo non dovrebbero
essere privati della riconoscenza per tutta l’”audacia” dimostrata
e per la vista “lunga” della loro leadership.
Un vecchio amico trasformatosi in nemico
è stato disarcionato dal suo scranno di potere per un viaggio
nell’incertezza. Ma la “conclusione riuscita” della spedizione
ha portato in superficie alcuni aspetti dell’amicizia avuta con l’ora
disprezzato dittatore e alcuni fatti concreti di geopolitica.
Citando Gordon Corera, l’Independent
ci parla delle trattative segrete, dei contatti clandestini e dell’amicizia
tra una democrazia e un regime dittatoriale: “La Gran Bretagna e il
regime di Gheddafi non sono sempre stati i nemici che sono ora. Con
Tripoli caduta e la famiglia di Gheddafi in fuga, alle persone che nell’intelligence
britannica hanno lavorato sulla Libia per gli ultimi dieci anni potrebbero
essere perdonato un sorriso sarcastico per il modo in cui si sono dipanati
gli eventi. Gheddafi si è trasformato da nemico ad amico e di nuovo
da amico a nemico in una danza convulsa, nella quale l’MI6 e le spie
britanniche qualche volta hanno guidato e in altre sono state pilotate.
Questa danza si sta avvicinando alla sua fine mentre i servizi segreti
cacciano l’uomo con cui una volta si sedevano per trattare”. Riguardo
la pianificazione delle armi di distruzione di massa, il capo dell’intelligence
di allora Moussa Koussa, Abdul Qaader Khan del Pakistan, eccetera. “Le
compagnie petrolifere e del gas occidentali hanno accolto [Gheddafi]
a braccia aperte e Tony Blair gli ha fatto visita nella sua tenda […]”
(“A porte chiuse: la danza convulsa tra Gheddafi e l’MI6”, 25
agosto 2011)
Simultaneamente, mentre Richard Norton-Taylor
lo evidenziava nel Guardian, ci sono alcuni fatti importanti
da sottolineare: (1) è stato messo in luce limite della potenza aerea
della NATO. (2) “Il conflitto libico ha fatto nascere una nuova concezione
di intervento coperto che riguarda i consiglieri militari e le forze
speciali, non solo dagli Stati Uniti – e neppure solo dai paesi europei,
particolarmente le SAS britanniche – ma anche quelle dei Paesi arabi,
essenzialmente il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti.” (3) “[I] giorni
dell’azione conclusiva e concertata dalle vaste alleanze militari
sono davvero conclusi. La ‘Coalizione dei Volenterosi’ detteranno
l’ordine del giorno […].” (“Libia: una nuova forma di intervento
militare”, 25 agosto 2011)
I bocconi più amari da digerire
sono tra questi: (1) “[E]ra abbastanza chiaro fin dall’inizio che
il cambio di regime era l’obbiettivo reale. […] i progetti per la
fine dei giochi erano stati designati in dettaglio in altro luogo.”
(2) “I bombardamenti ad alta intensità, pianificati dalle forze di
terra di basso livello e appoggiati dagli Stati Uniti. Questa non è
stata una grande vittoria per la NATO”. “Neppure lontanamente.”
(ibid.) Citando Michael Clarke, direttore del Royal United Services
Institute, Norton-Taylor ha evidenziato che “solo nove dei 28
membri della Nato erano preparati per schierarsi fisicamente e politicamente
per attaccare gli obbiettivi di terra.” Clarke riferisce che “è
difficile non fare la conclusione che la Nato emerge da questa operazione
di successo più debole di quando vi entrata. La stessa operazione militare
ha formato un’immagine si vedono più i limiti della Nato che non
la sua potenza.” (ibid.)
Le domande attendono ancora le risposte:
(1) Norton-Taylor chiede: “Questa combinazione di bombardamenti ad
alta frequenza e di intervento e pianificazioni segrete costituire un
modello per i conflitti futuri?” (ibid.) (2) Quale forma prenderà
la sempre maggiore competizione tra i maggiori partner nel deserto
libico già inondato di sangue? (3) Quale sarà la formula per partirsi
il bottino, il petrolio? (4) È possibile opporsi ai processi sociali
di ribellione contro la dominazione straniera nei miraggi del crudele
deserto? (5) Quali saranno le implicazioni di questa spedizione nel
continente africano? (6) Come reagiranno gli altri attori emergenti
della geopolitica per i risultati della spedizione? (7) Questo coinvolgimento
degli agenti segreti e dei soldati delle truppe speciali fa parte della
Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU? (8) C’è stata
persecuzione della forza lavoro dei neri e che ne sarebbe il responsabile,
sempre che ce ne siano? (9) I media mainstream hanno riportato
tutte le storie degne di essere una notizia? (10) Tutte le altre regioni
“disobbedienti” e ricche di risorse affronteranno un destino simile?
Un sistema politica che ha processi
sociali distorti per attenersi alle altezze della modernità attraverso
i governi tirannici, la massoneria, l’avventurismo e la pacificazione
con i padroni dell’ordine mondiale ha raggiunto il proprio destino.
Ma i processi sociali non si fermeranno fino a che il lavoro produrrà
valore ricchezza sulla Terra. Giurare sul nome dei martiri, come ha
fatto il ministro delle finanze del nuovo regime a Tripoli, non riuscirà
a contenere le contraddizioni tra gli interessi in conflitto all’interno
della società e tra i capitali della finanza e delle trivellazioni
che stanno arrivando nella terra desertica per prendersi la propria
fetta. Le anime di Omar Mookhtar ruggiranno dagli orizzonti del deserto,
che non berranno dalla fonte della “democrazia” importata e dal
vergognoso “umanitarismo”. Una maggiore forza di resistenza si spiegherà
in questa nazione che ha espulso i padroni imperiali più di una volta,
che ha scacciato le basi militari quattro decenni fa, proprio mentre
questo territorio e il continente africano ancora una volta si troveranno
con una presenza militare straniera. La stessa formula non funziona
dappertutto. La formula di Gene Sharp, il guru onnipresente durante
le recenti rivolte arabe, non ha funzionato in Libia.
I passi per giungere al saccheggio
si troveranno molto presto in un labirinto sotto una luce lunare traditrice,
piena di contraddizioni che faranno capire come la spedizione non sia
terminata. La spedizione troverà odio, resistenza e rivolte mentre
i processi sociali non saranno mai quelli desiderati, né grazie alla
potenza di fuoco né con l’imposizione della politica.
Fonte: NATO’s
Libia Expedition Enters A Labyrinth
24.08.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE