LA SOLUZIONE FINALE: COME FUNZIONA LO STERMINIO MILITARE DI MASSA

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DELLA “POPOLAZIONE IN ECCESSO”

DI MANUEL FREYTAS

IAR Noticias

Laboratori sperimentali del “nuovo ordine mondiale”.

I parametri funzionali del sistema capitalista (stabilito come “unica civiltà”) designano come “popolazione eccedente” le masse espulse dal circuito del consumo come conseguenza della dinamica di concentrazione della ricchezza in poche mani.
Queste masse che si moltiplicano alle periferie di Asia, Africa ed America Latina, non riuniscono gli standard minimi del consumo (sopravvivenza minima), che è la struttura centrale del sistema che genera profitti e nuovi cicli di concentrazione di attivà imprenditoriali e fortune personali.

Inoltre, queste stesse masse estromesse del circuito del consumo, implicano (per dare una facciata “compassionevole” al sistema) l’esigenza di una struttura “assistenziale” composta dall’ONU e dalle organizzazioni internazionali, che rappresentano un “passivo indesiderabile” nei bilanci di governi ed imprese multinazionali a scala globale.

Nella foto: Vittime civili dei bombardamenti in Sri Lanka.
Dentro la logica del mercato e della società del consumo capitalista, la produzione non si misura in base alla soddisfazione dei bisogni primarie della società (cibo, abitazione, salute, educazione etc.), bensì secondo i parametri d’ottimizzazione del rendimento privato.
Della produzione di beni e servizi (essenziali per la sopravvivenza) che viene controllata dal capitalismo benchè socializzata ne viene fatto un uso privato: ossia non risponde a fini sociali di equa distribuzione della ricchezza prodotta con il lavoro sociale, bensì ad obiettivi di rendimento capitalista privato.

L’obiettivo strategico principale del sistema (la sua logica e l’essenza funzionale) è mossa dalla ricerca del rendimento per quelle imprese e banche multinazionali che sono la sua colonna vertebrale, esecutrice del sistema economico dominante a scala mondiale.
Questa dinamica – storicamente provata – genera le seguenti contraddizioni: contrazione del consumo, concentrazione della ricchezza in poche mani ed espulsione dal circuito del consumo e della sopravvivenza di migliaia di milioni di persone.

Oggi la popolazione del mondo è di 6,5 miliardi di persone, delle quali solo 500 milioni raggiungono lo status di “livello ottimo” del consumo, che le esigenze operative di rendimento di banche ed imprese che dominano l’industria richiedono per il commercio e la finanza del sistema capitalista imposto a scala globale.

Fuori dal triangolo del “consumo ottimo”, composto al suo vertice dal segmento dei “super-ricchi” ed alimentato alla sua base dal settore produttore di ricchezza a scala mondiale, si trovano 2 miliardi di persone, le quali (senza arrivare al “consumo ottimo”) sviluppano un “consumo regolare” di beni e servizi prodotti ed offerti (per chi paghi per essi) dalla struttura produttiva capitalista.

Un’altro segmento è composto approssimativamente da altri 2 miliardi di persone di “basso consumo”, con una situazione sociale irregolare e fluttuante che non copre sempre le necessità di alloggio, salute o comodità e che non compensa la struttura produttiva del rendimento del capitalismo (sostenitore della società del consumo) e che risulta inoltre essre il settore più vulnerabile nell’attuale crisi recessiva che si sta estendendo a tutto il mondo.
Sotto a questi primi due segmenti c’è un’altra fascia di popolazione di circa altri 2 miliardi di persone, che oscillano tra la “povertà strutturale” (non coprono i bisogni primari), e l'”indigenza” (carenza dei mezzi di sopravvivenza), i quali formano una “massa critica” di espulsi dal circuito del mercato del consumo.

“Consumatori irregolari”, “poveri strutturali” ed “indigenti” sono il risultato storico più rappresentativo e l’emergenza sociale di un sistema economico che non produce con fini sociali, bensì con fini di rendimento individuale ottenuto attraverso lo sfruttamento del lavoro sociale.

Visto che il sistema dominante produce solo per chi possa pagare per beni e servizi, esso porta ad escludere questa massa dal circuito del consumo (dovuto alla dinamica che accentra la ricchezza in poche mani) e di questa “eccedenza” del sistema capitalista solo una ridotta quantità (la massa che si reintegrata) genera guadagno alle grandi imprese e banche multinazionali che controllano tutti i livelli del mercato e della produzione mondiale.
Prendete nota, registrate e trasmettete questo avvertimento: Libano, Iraq, Gaza, Afghanistan, Pakistan, Sudan, Somalia e Sri Lanka, e altri (al margine degli obiettivi geopolitici e militari che rappresentano nella scacchiera internazionale della guerra intercapitalista per l’appropriazione del petrolio e delle risorse strategiche) sono teatri sperimentali di sterminio militare in massa della “popolazione eccedente” attuata dietro la maschera operativa della “guerra” contro il terrorismo.

Questa “soluzione finale” maltushiana attuata militarmente è una chiaro esempio del modello di occupazione militare (Iraq ed Afghanistan) e dei distinti scenari di “guerra” contro il terrorismo in Asia, Africa e Medio Oriente.

Non si tratta di una “teoria cospirativa”, solo di fatti e di prove riscontrate dentro un processo che ripete modelli operativi internazionali, non solo militari, ma anche politici, diplomatici e mediatici. L’ultimo laboratorio sperimentale di sterminio di “popolazione eccedente” è stato lo Sri Lanka.

Benché la formula del massacro di civili fosse già stata applicata da Israele in Libano e Gaza, il cosiddetto “massacro occulto” in Sri Lanka, l’antica Ceylon, ha mostrato chiaramente che i livelli di impunità internazionale per questi genocidi sono quasi totali.

In Sri Lanka, nella fase finale contro il terrorismo “tamil” come lo ha definito il governo burattino degli USA e delle potenze occidentali, sonio stati assassinati in sole quattro settimane più di 20.000 civili, come rivela un’indagine del quotidiano britannico “The Times” di questa settimana.

La cifra triplica il dato ufficiale comunicato dall’ONU e dal governo di Ceylon. Inoltre, l’operazione di sterminio militare, ha lasciato 300.000 civili senza casa costringendoli ad affrontare una catastrofe umanitaria senza precedenti.

Il massacro, realizzato mediante ininterrotti bombardamenti aerei e terrestri sulla popolazione civile mette in mostra la “pratica genocida impunita”, un procedimento di sterminio militare accettato e tollerato sulla base della complicità e del “silenzio” dei governi mondiali e delle organizzazioni internazionali, ai quali si sommano, in qualità di grande occultatori e manipolatori, le grandi “catene mediatiche” ed i loro ripetitori locali nei cinque continenti.

Nell’ultima fase della “soluzione finale” in Sri Lanka 50.000 persone sono rimaste bloccate – come successe a Gaza – in una piccola fascia di territorio per 24 ore sotto il fuoco incrociato di batterie terrestri, carri armati ed aeroplani del governo alleato degli USA e “dell’asse occidentale.”

Documenti confidenziali dell’ONU in possesso del “The Times” mostrano come, alla fine del mese di aprile, 7.000 persone sono state assassinate durante gli attacchi.

Da quel momento la cifra dei morti è aumentata di 1.000 persone al giorno fino al 19 maggio, ossia il giorno dopo in cui il leader delle Tigri Tamil, Velupillai Prabhakaran, morì assassinato. Queste cifre coincidono con i dati ai quali dice avere avuto accesso il giornale britannico.

Alcune delle vittime si vedono chiaramente nelle immagini che mostrano la distruzione totale di vari accampamenti di rifugiati. Cumuli di sabbia improvvisati come cimiteri, case distrutte…sono le fotografie di un massacro, segnala il Times.

E così come successe per il Libano e Gaza, gli USA, le potenze ed i governi mondiali (ad eccezione di Cuba, Venezuela, Bolivia ed Iran) hanno concesso l’impunità totale non denunciando il massacro o non convocando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per fermarlo.

I grandi mass media, come già fecero per Iraq, Afghanistan, Libano e Gaza, hanno deformato ed occultato il massacro dei civili presentandolo come una “guerra tra il governo ed il terrorismo tamil.”

In generale, gli stessi modelli operativi (militari ed esplicativi) utilizzati dagli USA e da Israele in Medio Oriente, Asia ed Africa, sono stati applicati dai militari di Ceylon (Sri Lanka è conosciuta anche come Ceylon), che hanno attribuito la strage di civili ai propri ribelli tamil che li “hanno massacrati in massa quando tentavano di fuggire.”

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[Immagini, distribuite dai ribelli tamil, dei civili feriti durante l’offensiva dell’Esercito dello Sri Lanka]

Come già avvenne in Iraq, Afghanistan e perm i massacri israeliani in Medio Oriente, i governi del mondo (ad eccezione di Venezuela, Cuba, Iran e Bolivia che denunciarono il massacro) si sono mantenuti in totale “silenzio” e in totale complicità con gli USA e le superpotenze dell’ONU.

Come un cliché sono state ripeture le classiche “condanne” dell’ONU e delle organizzazioni internazionali alla “violenza” da entrambi le parti, senza precisare che lo sterminio militare dell’esercito di Ceylon, è la causa principale del massacro in massa di civili.

Lo stesso modus operandi è stato ripetuto anche per quello che concerne i titoli della stampa internazionale, che hanno presentato il massacro militare (sistematico, continuativo e pianificato) come una guerra tra il “terrorismo” e l’esercito dello Sri Lanka.

Così come avvenne in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Libano e Gaza, governi, organizzazioni internazionali e mezzi di comunicazione, hanno deformato ed occultato le vere cause (capitalistiche e mperialistiche) del massacro presentandolo come un “conflitto locale” tra rivali in uguale condizioni di potere e di armi.

Nella stessa maniera, e come si è ripetuto negli altri teatri di operazioni citati, le Tigri Tamil equipaggiati con soli fucili Kalashnikov e lanciarazzi (come successe per Hamas e Hezbollah) sono stati equiparati in potere di armi coi carri armati, elicotteri, aeroplani e batterie terrestri lancia missili dell’esercito di Ceylon, che martellavano a fuoco incrociato notte e giorno gli accampamenti dei rifugiati.

In sintesi, un “modulo sperimentale ampliato e corretto” delle operazioni di sterminio militare in massa della “popolazione eccedente” che viene attuato da USA, Israele e NATO in Asia, Africa e Medio Oriente.

Ma c’è di più. Nessuno può assicurare che il modulo sperimentale di sterminio militare in massa di civili (leggasi fucilazione di persone indifese) non venga nuovamente applicato, magari su scala più grade, in altri teatri di conflitto, principalmente in Asia e Medio Oriente, dove tanto gli USA come Israele hanno già in programma operazioni militari di “soluzione finale” contro il “terrorismo” in Afghanistan, Pakistan, Libano, Gaza, Iran e Siria.

Che il governo burattino dello Sri Lanka (lo stesso che, come lo Stato di Israele non è mai stato processato da nessuno tribunale internazionale per crimini contro l’umanità) abbia considerato pubblicamente come “successo della guerra” contro il terrorismo il massacro di 20.000 civili in quattro settime, rivela il livello di impunità internazionale di queste operazioni di sterminio in massa della “popolazione eccedente”, occultato sistematicamente
su scala globale dalla stampa e dai governi del sistema.


[Accampamento di rifugiati spianato dai bombardamenti in Sri Lanka – Foto edita dal “The Times”]

L’indagine del “The Times” rivela che, durante le ultime due settimane, le forze militari dello Sri Lanka hanno assassinato una media di 1.000 civili al giorno, ossia, l’equivalente di oltre dieci esplosioni alla sede dell’AMIA (Associazione Mutua Israeliana Argentina) mentre la popolazione mondiale “integrata” al sistema – addormentata dagli schermi mediatici – pianifica le sue ferie o celebra trionfi calcistici.

Da brivido? La demenza e l’alienazione massiccia fanno parte delle teorie cospirative? I massacri militari pianificati dal sionismo capitalista fanno parte della fantascienza di Spielberg? Lo sterminio della “popolazione eccedente” è un’invenzione della controinformazione?

Aspettate quello che deve avvenire. Davanti al “successo” dello sterminio in massa dei “terroristi” (cioè di paesi interi con “popolazione eccedente” per il sistema capitalista) come quella in Sri Lanka, Israele e gli USA possono “pianificare” la loro agenda militare.

In definitiva. Cosa sono 1.400 palestinesi assassinati a Gaza, o 150 afgani massacrati dall’aviazione nordamericana, in confronto a 20.000 civili “tamil” assassinati in sole quattro settimane?

Il futuro non ha limiti. L’impunità internazionale per la “soluzione finale”, lo sterminio militare in massa della “popolazione eccedente”, è garantito.

A meno che….. in Internet cominci a circolare (sotto forma di un’esplosione nucleare di ribellione civile) un credo finale:

Circondare con scudi umani le ambasciate d’Israele, degli USA e d’Europa nel mondo, bloccare imprese e banche multinazionali in tutto il mondo, ostacolare, boicottare, paralizzare il funzionamento del sistema capitalista su scala mondiale.

Se il sistema capitalista si paralizza, ci sarà un momento in cui si fermeranno, per mancanza di risorse e di provviste, i suoi carri armati, navi, aeroplani, sottomarini, soldati e basi militari.

Si tratta di applicare su scala globale l’arma che fino ad ora nessuno ha utilizzato contro il sistema capitalista: Il fattore umano.

Internet, come rete organizzativa e aggregante di operazioni coordinate verso obiettivi simultanei su scala mondiale. Milioni di esseri umani – comunicando in tempo reale – che ostacolano gli ingranaggi del sistema capitalista, l’uccisione in massa della “popolazione eccedente”, si muovano nello spazio.

Non è una brutta idea, almeno, non è una teoria cospirativa.

Titolo originale: “¿La solución final?: Cómo funciona el exterminio militar en masa de “población sobrante””

Fonte: http://www.iarnoticias.com
Link
02.03.2009

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da LILIANA BENASSI

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