LA ROULETTE RUSSA E LA GUERRA ALL'IRAN

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blankDI ALI FATHOLLAH-NEJAD
Global Research

I motivi più reconditi di chi trarrà profitto da una
potenziale guerra
all’Iran – e i suoi rischi

Una guerra con l’Iran sarebbe catastrofica. Non è
certamente una valutazione
improbabile quella espressa dal Ministro degli
Esteri russo, Sergei Lavrov,
l’11 aprile. Ma l’ex Ministro della Difesa di Mosca
non è l’unico che nel
suo paese suggerisce un imminente attacco nucleare
degli Stati Uniti
all’Iran, poichè lo scenario per la guerra è stato
già preparato. Gli
annunci fatti da importanti funzionari politici e
militari russi come pure
da esperti e commentatori durante gli ultimi giorni
sull’alta probabilità di
un’aggressione americana all’Iran, oltre ad essere
fastidiosi per le
orecchie occidentali, riflettono perfettamente il
bivio davvero critico in
cui ci troviamo attualmente. Ma quel “parlare di
guerra” è fatto nella
nobile intenzione d’impedire al nostro mondo un
disastro terribile, quasi
unico nel suo genere – o ci sono dei loro interessi
ben definiti dietro ciò?
Segni di un Voltafaccia Russo?

È convinzione generale che Iran e Russia formino una
stabile alleanza
strategica diretta principalmente contro l’influenza
globale degli Stati
Uniti. Nonostante le sanzioni ONU poste su Tehran,
Mosca ha insistitito a
continuare la cooperazione con quel paese,
particolarmente nell’area tanto
contesa del nucleare. Nel gennaio 1995, l’Iran ha
firmato un contratto da
800 milioni di dollari con il Ministero russo per
l’energia atomica
(MinAtom) per completare i reattori nucleari nella
sua centrale di Bushehr
sotto le misure di sicurezza della AIEA. Mentre il
completamento del
reattore era previsto per il luglio 1999, gli
innumerevoli rinvii hanno
fissato la data di completamento alla fine di
quest’anno. Ma nonostante la
comprensibile frustrazione dal lato iraniano su
questo argomento, gli sforzi
diretti a mantenere la partnership Russo-Iraniana
non si sono interrotti.

Mentre Mosca è stata l’unica delle principali
potenze globali a condannare
subito il rapimento dei diplomatici iraniani
nell’Iraq del nord quest’anno,
i toni si sono acuiti non appena ha considerato una
“provocazione” l’arresto
da parte dell’Iran delle spie britanniche ed il suo
successivo continuare le
sue attività di ricerca sul nucleare nonostante
l’ultima risoluzione del
Consiglio di Sicurezza. Un importante commentatore
dell’agenzia stampa
statale russa, la RIA Novosti, ha persino concluso
che è l’Iran che sta
“provocando” una guerra. Un paio di giorni dopo, egli stesso
ha ringraziato il cielo per
l’abile rilascio da parte di Tehran dei soldati di
Londra, impedendo così un
possibile attacco degli Stati Uniti il 6 aprile.
L’agenzia stampa statale di
Mosca è stata inoltre la primissima a segnalare il
pericolo immediato di un
assalto nucleare degli Stati Uniti all’Iran per
questo mese. Ma in giorni
recenti, sembra frenare mentre cita fonti che
affermano che un attacco
americano all’Iran non sta per avvenire. Ma cosa
possiamo concludere da
questo poutpourri di messaggi e rapporti che
echeggiano da Mosca?

I Desideri Segreti Della Russia

Molte prove puntano al fatto che nel caso di una
guerra all’Iran, la Russia
sarebbe molto probabilmente l’unico beneficiario
strategico di un simile piano
d’azione. Naturalmente, la stretta decisiva degli
Stati Uniti sul centro
mondiale dell’energia fossile è destinato a dotarli
della più potente leva
strategica permettendo a Washington di prolungare la
sua supremazia globale.
Ma ammettendo la continuità degli errati – se non
addirittura amatoriali –
calcoli dei neoconservatori sui risultati delle loro
iniziative di politica
estera e dell’evanescente probabilità che gli Stati
Uniti restino padroni di
una situazione imprevedibile in un Medio Oriente che
si sta infiammando, chi
trae profitto da un pantano così insanguinato va
cercato altrove.

Le più grandi potenze al mondo – ad es. l’Unione
Europea, l’India, la Cina e
il Giappone – non hanno nulla da guadagnare, ma
molto da perdere da una
guerra con l’Iran, poiché prezzi del petrolio da
record assoluto
insidieranno vistosamente le loro economie così
dipendenti dal petrolio. Ma
la Russia, un’importante nazione produttrice di
petrolio lei stessa, non
disapproverebbe se un tale fatto divenisse reale.
In quanto importante
fornitore di energia per la Cina e l’Europa, Mosca
dispone di un quarto
delle riserve mondiali accertate di gas naturale
(più di Iran e Qatar) e del
6 % del petrolio. Di conseguenza il ruolo della
Russia come indispensabile
fornitore di energia si rafforzerà come conseguenza
della guerra, traendo
inoltre beneficio dagli accresciuti prezzi del
mercato mondiale sia per
petrolio che gas.

Inoltre, le recenti vendite russe di sistemi di
difesa militari all’Iran, in
particolare 29 missili terra-aria TOR-M1 per una
cifra presunta tra 700
milioni e un miliardo di dollari così come le
torpedini della Marina Russa
del tipo VA-111 Shkval (‘squall’), dovrebbero
permettere a Tehran di nuocere
considerevolmente agli Stati Uniti se attaccati – un
risultato molto
desiderato da Mosca poichè farebbe rivivere le sue
ambizioni di
superpotenza. Ed anche durante la guerra, la Russia
ha potuto accelerare le
sue esportazioni militari in Medio Oriente. Il
recente embargo ONU sulle
armi all’Iran ha potuto impedire a malapena alla sua
industria militare
profitti enormi da tempo di guerra. Oltre a questi
affari da miliardi di
dollari, Mosca può speculare su un guadagno
geostrategico di proporzioni
tremende.

Come si può prevedere, una guerra all’Iran
indebolirà considerevolmente l’aggredito
(in quanto grande potenza regionale), ma anche
l’aggressore (in quanto
superpotenza globale). Il vuoto di potere che si
sarà allora prodotto nell’intera
regione del Medio Oriente sarà felicemente riempito
dalla Russia. Così
potrebbe guadagnare una porzione altamente
significativa di terreno nella
grande e sempre duramente contesa scacchiera
Eurasiatica ed essere risarcita
delle perdite geostrategiche che ha dovuto soffrire
nel suo “immediato
vicinato” – ad es. l’Asia Centrale – in conseguenza
dell’11 settembre con la
pesante militarizzazione delle ex-nazioni sovietiche
da parte degli Stati
Uniti.

Una Roulette Rischiosa

Ma tutto questo non significa che la Russia potrà
occupare una posto
tranquillo mentre fa importanti guadagni economici e
strategici da una così
tormentata lotta. Poichè è altamente probabile una
guerra con tutti i mezzi
a disposizione, la Russia potrebbe difficilmente
rimanere a lungo un puro
osservatore di un teatro di guerra che scoppia sul
suo fianco sud. Dato che
i vicini del Mar Caspio (soprattutto Azerbaijan e
Georgia) potrebbero essere
coinvolti in una guerra poiché ospitano basi
militari degli Stati Uniti da
dove potrebbero essere effettuati gli attacchi,
l’amalgama con altri
problemi di sicurezza regionali in quella parte
geostrategicamente
indispensabile del mondo che coinvolge la Russia non
può essere eliminata.
In questa luce, gli interessi della Russia nell’Asia
Transcaucasica e in
Asia Centrale possono essere compromessi dalle
azioni militari degli Stati
Uniti che provengono da lì. Ci sono segnali che gli
alleati degli americani
daranno luce verde per cercare i loro interessi
nella regione, che in gran
parte sono in contrasto con quelli russi.
Washington, assieme alla NATO, ha
potuto afferrare l’occasione per ridurre
ulteriormente l’influenza russa in
quella regione – un grave colpo allo status globale
di Mosca. Detta in
breve, non si ritiene che gli enormi effetti di
destabilizzazione di una
guerra all’Iran si possano fermare ai confini del
nord dell’Iran. Con Tehran
sotto assalto, Mosca perderà un’affidabile e stabile
potere di status-quo
sul suo fianco sud. Le conseguenze globali di una
guerra all’Iran non
escluderanno la Russia. Mosca, inoltre, perderà un
promettente potere di
cooperare in tutti i campi economici percettibili e
aprire ulteriormente la
strada per estinguere l’ordine mondiale unipolare.
Anche l’ambizioso
programma di creare un cartello del gas –
impensabile senza la
partecipazione dei paesi del Golfo Persico compresi
Iran, Qatar ed Emirati
Arabi Uniti (che esprimono opposizione ad
un'”opzione militare” contro
l’Iran rendendosi conto che anche loro potrebbero
essere sotto tiro) – sarà
danneggiato. Mentre è vero che Mosca non vuole un
Iran nucleare, il
prospetto di un controllo totale degli Stati Uniti
su quella regione è più
pericoloso per i suoi interessi in Eurasia.

Come sostiene il principale pensatore strategico
Russo, il Generale Leonid
Ivashov, ” è difficile immaginare un cielo calmo
sotto cui uno possa
nascondersi dall’immanente disastro.” Non si possono
calcolare le
conseguenze di vasto raggio di una guerra all’Iran,
quindi ci sono buoni
motivi perchè Mosca non ceda al vago sogno di
emergere come il solo
vincitore. È chiaro che intraprendendo una guerra
nucleare con l’Iran,
Washington terrà presente il suo obiettivo
strategico generale di evitare
qualsiasi rivale globale, naturalmente prestando
attenzione speciale al peso
massimo eurasiatico, la Russia. Ed ha tutte le
ragioni per farlo, poichè le
sue forze armate sono ben ancorate in posti cruciali
per Mosca.

Dopo tutto, rimane alle riflessioni strategiche
della Russia se agganciarsi
o distanziarsi dall’Iran. La seconda opzione,
accoppiata alla convinzione
che i profitti di guerra eccederanno le occasioni in
tempo di pace, può
abbassare in modo decisivo l’ostacolo internazionale
ad intraprendere una
guerra con l’Iran. Tuttavia, una certezza rimane:
“Subito dopo il primo
scoppio nucleare, l’umanità si troverà in un mondo
interamente nuovo,
assolutamente inumano.” (L. Ivashov)

NOTE

1 Goncharov, Pyotr (2007), “Should Iran rush into war?,” RIA Novosti, March 28. URL: http://de.rian.ru/analysis/20070328/62757212.html

2 Goncharov, Pyotr (2007), “Bravo, Iran!”, RIA Novosti, April 6. URL: http://en.rian.ru/analysis/20070406/63267934.html

3 See e.g. http://en.rian.ru/world/20070330/62861432.html.

4 BP (2006), Statistical Review of World Energy 2006, June.

http://www.bp.com/liveassets/bp_internet/globalbp/globalbp_uk_
english/reports_and_publications/statistical_energy_review_2006/
STAGING/local_assets/downloads/pdf/statistical_review_of_world_energy_full_report_2006.pdf

5 Russian President Putin expects $7.5 million from military exports for the next year. In 2006, his country made arms sales worth of $6 million with India and China being its top customers. (Deutschlandfunk, April 20, 2007)

6 ABDOLVAND, Behrooz & Feyzi Shandi, Nima (2007), “Iran: Das nächste Vietnam,” Blätter für deutsche und internationale Politik, No. 04/2007, pp. 389-392.

7 Cf. Areshev, Andrei (2007), “US Blows Up Caucasus,” Strategic Culture Foundation online magazine, April 3.

http://en.fondsk.ru/article.php?id=655

8 Cf. Tomberg, Igor (2007), “Gas Cartel: A De-facto Establishment,“ Strategic Culture Foundation online magazine, April 14.
http://en.fondsk.ru/article.php?id=672

9 RIA Novosti (2007), “Qatar strongly opposes war against Iran – foreign minister,” April 12.

http://en.rian.ru/world/20070412/63512273.html

10 Adomeit, Hannes (2007), Russlands Iran-Politik unter Putin, SWP-Studie 2007/S 08 (Stiftung Wissenschaft und Politik – German Institute for International and Security Affairs, Berlin), April, 44 pages.

11 Ivashov, Leonid (2007), “Iran: the Threat of a Nuclear War,” Strategic Culture Foundation online magazine, March 30. http://en.fondsk.ru/article.php?id=647

Ali Fathollah-Nejad è un ricercatore sul Medio
Oriente reisdente in
Germania. È l’autore di uno studio dettagliato sulla
crisi dell’Iran
intitolata “l’Iran nell’occhio della tempesta –
perchè è iniziata una guerra
globale”
(pdf). [email protected]

Ali Fathollah-Nejad
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link
21.04.2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILMARI

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