FONTE: durodisicilia.blogspot.com
Ahinoi, arretrati durogranicoltori della italica penisola, il lettore “comelafalce” (seppur io all’inizio fossi scettico ed intimamente convinto che mi raccontasse una sorta di mito rurale americano facilmente smontabile) ha aperto una finestra su una realtà a me (e penso anche a molti di voi) totalmente sconosciuta.
Aveva completamente ragione lui e lo ringrazio per avermi messo a conoscenza di quale perla di agrotecnica si fregiano alcuni dei nostri competitori più agguerriti sul mercato mondiale del grano duro, verso i quali peraltro i nostri pastai nutrono una vera e propria venerazione.
Ma andiamo con ordine: il grano duro è una specie originaria del Medio Oriente, e nel nostro ambiente Mediterraneo, per come essa naturalmente si sviluppa, è considerata coltura a semina autunno-vernina con maturazione e raccolta in estate (sino anche a Mantova fanno così). In altre parti del Mondo (Canada, USA, eccetera), invece viene coltivata a ciclo primaverile estivo, con raccolta di granella (molto ricca in proteine rispetto alle nostre, invero) tra fine estate ed inizio autunno.
Va però considerata
la posizione geografica dei territori del Canada e degli USA dove è
maggiormente diffusa la coltivazione. Si tratta di Stati settentrionali
molto freddi, immediatamente al di sotto del Circolo Polare Artico: immaginate un po’ voi che
differenza rispetto al naturale ambiente nel quale il frumento duro
si è evoluto.
Ebbene cosa avviene
in questi territori, soprattutto quando la semina è stata ritardata
o quando l’autunno si dimostra più anticipato, freddo e piovoso del
solito? Avviene che la granella ha difficoltà a maturare e a passare
allo stato vitreo, o lo fa in maniera disomogenea. In più, con le prime
piogge di fine estate si sviluppano, all’interno del campo di grano,
delle infestanti tenere tenere che rendono le operazioni di mietitrebbiatura
molto difficoltose.
Cosa sperimenta allora
il prode farmer Americano con l’aiuto sempre vigile e presente
della solita Monsanto (manco a farlo apposta sempre lei in tutte le
vicende più controverse)? Un bel trattamento con glyphosate (Roundup)
7-14 giorni prima della raccolta (trattamento
pre-harvest,
lo chiamano), il grano matura rapidamente – ma sarebbe meglio dire secca,
come seccano le infestanti – e si risolve il problema.
Ed è una pratica
comunissima: ecco qua ad esempio dal sito “Farm Progress” cinque regole per l’applicazione
pre-raccolta di glyphosate, sponsorizzata dalle istituzioni pubbliche.
Dal sito del Ministero
dell’Agricoltura dell’Ontario (Canada):
vantaggi, quando applicare, cautele.
E guardate qui,
su quante colture
utilizzano questa tecnica ricorrendo al glyphosate o a un prodotto essiccante
ancora più rapido chiamato “Regione” (ma solo sulle dicotiledoni).
Altro aspetto non secondario,
secondo alcuni studi americani, il
trattamento pre-harvest migliora la qualità del
glutine delle granelle trattate:
Protein quality of durum
wheat was affected by glyphosate and paraquat applied at 50% moisture
as indicated by higher gluten index and SDS-microsedimentation values
compared to those of untreated durum.
E a quanto pare, dal
tenore di molti articoli che ho letto, il farmer
medio americano è anche convinto di innalzare il livello proteico delle
granelle con il trattamento pre-raccolta.
Ora come ben sappiamo
il glyphosate è un erbicida non selettivo, non prescrivibile almeno
in Italia per colture da consumo alimentare. È previsto il suo
utilizzo soltanto per trattare erbe infestanti.
Lo stesso governo canadese, che tuttavia
ne consiglia l’uso, avverte
gli agricoltori di non utilizzare, la granella prodotta dai raccolti
trattati con glyphosate come seme, in quanto non solo vi sarebbe un
abbattimento della capacità germinativa, ma le piante nate dai semi
trattati potrebbero essere affette da rachitismo e deformità: questo
per dire che la presenza del glyphosate o dei suoi derivati nel seme
permane per un certo tempo.
Pre-harvest glyphosate
applications can cause germination and possibly vigor problems in the
spring. The seed may germinate but the seedling may be stunted and deformed.
Seed may have good germination in the fall but poor germination in the
spring. It is good practice to make sure you do a germination test again
in the spring. Another thing to consider with pre-harvest is that maltsters
generally reject seed that has been treated with pre-harvest glyphosate.
In più, ho trovato
uno studio specifico sulle applicazioni
di glyphosate pre-harvest
(pagg. 679-682) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della FAO
che ha riscontrato residui sulle granelle e sul macinato da esso derivato.
Inoltre uno studio
specifico proprio canadese
sul frumento tenero ha evidenziato che trattamenti con glyphosate, a
dosi elevate e in relazione alla maturità della granella, possono accumulare
nelle cariossidi residui ben superiori ai limiti di legge.
articolo
in italiano sugli effetti nefasti del glyphosate sulla salute, e vi
tralascio la grande mole di articoli più o meno allarmisti che troverete
sul web facilmente.
Tra l’altro, a torto
a ragione, almeno a giudicare da quanto si trova sul web, il glyphosate
è comunemente rifiutato dal consumatore medio italiano, perfino
per contenere le erbe infestanti nei
bordi delle strade.
Come pensate che reagirebbe
sapendo di consumare comunemente pasta – quella considerata più
pregiata, peraltro – prodotta con granelle provenienti dall’altro capo
del Mondo, contenenti potenzialmente residui di glyphosate?
Fonte: La ricetta segreta Americana per fare grano duro di qualità !!!
23.11.2011